Versione di latino Cicerone

Stellina.16
Salve, mi serviva la traduzione di questa versione di latino di Cicerone:
Haec qui prospexerint, maiores nostros dico, Quirites, non eos in deorum immortalium numero venerandos a nobis et colendos putatis? Quid enim viderunt? Hoc quod nunc vos, quaeso, perspicite atque cognoscite. Non ingenerantur hominibus mores tam a stirpe generis ac seminis quam ex eis rebus quae ab ipsa natura nobis ad vitae consuetudinem suppeditantur, quibus alimur et vivimus. Carthaginienses fraudulenti et mendaces non genere, sed natura loci, quod propter portus suos multis et variis mercatorum et advenarum sermonibus ad studium fallendi studio quaestus vocabantur. Ligures duri atque agrestes; docuit ager ipse nihil ferendo nisi multa cultura et magno labore quaesitum. Campani semper superbi bonitate agrorum et fructuum magnitudine, urbis salubritate, descriptione, pulchritudine. Ex hac copia atque omnium rerum adfluentia primum illa nata est adrogantia qua a maioribus nostris alterum Capua consulem postularunt, deinde ea luxuries quae ipsum Hannibalem armis etiam tum invictum voluptate vicit.

Risposte
Stellina.16
Grazie grazie grazie mille! :D :D :D

aleio1
Uomini che furono dotati di tanta previggenza, intendo dire i nostri antenati, non sono degni, a vostro avviso, romani, della nostra venerazione e del nostro culto, come gli dei immortali? Cosa dunque fu chiaro ai loro occhi? Ecco, ascoltatelo con tutta la vostra attenzione, ve ne prego. A determinare il modo di comportarsi degli uomini non sono tanto gli elementi genetici quanto ciò che è la stessa natura a offrirci per la vita di ogni giorno, base della nostra alimentazione e della nostra esistenza. A rendere i cartaginesi ingannatori e menzogneri non era già la loro natura, bensì la posizione geografica del paese: il fatto che i loro porti li mettevano in contatto con commercianti e forestieri di molte svariate lingue, li spingeva, avidi com'erano di guadagno, alla frode. I liguri, gente di montagna, sono duri e selvatici: è stata maestra la loro stessa terra che non dà nessun prodotto se non a prezzo di un'intensa coltivazione e di molto sudore. I campani, invece, sono sempre pieni di superbia per la fertilità dei campi e l'abbondanza dei prodotti, per la salubrità, la disposizione e la bellezza della loro città. E' da questa abbondanza, da questa profusione di beni di ogni genere che deriva anzitutto quella presunzione che spinse Capua a chiedere ai nostri antenati che uno dei due consoli fosse campano, poi quella depravazione che riuscì ad aver ragione, con i piaceri dei sensi, perfino di Annibale, che non si era ancora riusciti a piegare con le armi.

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