Versione di latino (1693)
Chi mi può correggere questa versione?
grazie in anticipo
Pherecydes Syrius primus dixit animos esse hominum sempiternos, antiquus sane; fuit enim meo regnante gentili. hanc opinionem discipulus eius Pythagoras maxime confirmavit, qui cum Superbo regnante in Italiam venisset, tenuit Magnam illam Graeciam cum [honore] disciplinae, tum etiam auctoritate, multaque saecula postea sic viguit Pythagoreorum nomen, ut nulli alii docti viderentur. XVII. sed redeo ad antiquos. rationem illi sententiae suae non fere reddebant, nisi quid erat numeris aut descriptionibus explicandum:
9 Platonem ferunt, ut Pythagoreos cognosceret, in Italiam venisse et didicisse Pythagorea omnia primumque de animorum aeternitate, non solum sensisse idem quod Pythagoram, sed rationem etiam attulisse.
Traduzione
Ferecide di Siria per primo disse che le anime degli uominisono eterne. Protagora suo allievo confermò vivamente questa opinione, che dopo esser venuto in Italia, quando regnava (Tarquino) il Superbo, tenne con disciplina, anche con autorità, quella Magna Grecia, e per molti secoli fiorì il nome dei Pitagorici, così che nessun’altri sembravano (così) istruiti.
Ma ritorno agli antichi. Quelli non intendevano dare ragione alla sua idea , se non che cosa era il numero o anche la spiegazione mediante definizioni: tramandano che Platone, che aveva conosciuto i seguaci di Pitagora, andò in Italia e diffuse per primo ogni cosa Pitagorica e sull’eternità delle anime non solo pensava la stessa cosa che (pensava) Pitagora, ma (gli) diede anche ragione.
grazie in anticipo
Pherecydes Syrius primus dixit animos esse hominum sempiternos, antiquus sane; fuit enim meo regnante gentili. hanc opinionem discipulus eius Pythagoras maxime confirmavit, qui cum Superbo regnante in Italiam venisset, tenuit Magnam illam Graeciam cum [honore] disciplinae, tum etiam auctoritate, multaque saecula postea sic viguit Pythagoreorum nomen, ut nulli alii docti viderentur. XVII. sed redeo ad antiquos. rationem illi sententiae suae non fere reddebant, nisi quid erat numeris aut descriptionibus explicandum:
9 Platonem ferunt, ut Pythagoreos cognosceret, in Italiam venisse et didicisse Pythagorea omnia primumque de animorum aeternitate, non solum sensisse idem quod Pythagoram, sed rationem etiam attulisse.
Traduzione
Ferecide di Siria per primo disse che le anime degli uominisono eterne. Protagora suo allievo confermò vivamente questa opinione, che dopo esser venuto in Italia, quando regnava (Tarquino) il Superbo, tenne con disciplina, anche con autorità, quella Magna Grecia, e per molti secoli fiorì il nome dei Pitagorici, così che nessun’altri sembravano (così) istruiti.
Ma ritorno agli antichi. Quelli non intendevano dare ragione alla sua idea , se non che cosa era il numero o anche la spiegazione mediante definizioni: tramandano che Platone, che aveva conosciuto i seguaci di Pitagora, andò in Italia e diffuse per primo ogni cosa Pitagorica e sull’eternità delle anime non solo pensava la stessa cosa che (pensava) Pitagora, ma (gli) diede anche ragione.
Risposte
Ah scusa, io non le avevo viste sulla traduzione e ho pensato di aggiungerle :D:p!!! Comunque era fatta bene la traduzione, brava ;)!
grazie alcune parti non dovevo tradurle PERCHè su libro non erano segnate
La traduzione che hai fatto tu è buona, ho aggiunto e corretto solo alcune parti ;):
Pherecydes Syrius primus dixit animos esse hominum sempiternos, antiquus sane; fuit enim meo regnante gentili. hanc opinionem discipulus eius Pythagoras maxime confirmavit, qui cum Superbo regnante in Italiam venisset, tenuit Magnam illam Graeciam cum [honore] disciplinae, tum etiam auctoritate, multaque saecula postea sic viguit Pythagoreorum nomen, ut nulli alii docti viderentur. XVII. sed redeo ad antiquos. rationem illi sententiae suae non fere reddebant, nisi quid erat numeris aut descriptionibus explicandum:
9 Platonem ferunt, ut Pythagoreos cognosceret, in Italiam venisse et didicisse Pythagorea omnia primumque de animorum aeternitate, non solum sensisse idem quod Pythagoram, sed rationem etiam attulisse.
Ferecide di Siro disse per il primo che gli animi degli uomini sono immortali, [affermazione] veramente antica; infatti lui visse (sarebbe ci fu, però traduci con visse) sotto il regno del mio progenitore. Il suo discepolo Pitagora rafforzò al massimo questa opinione, il quale [discepolo], essendo venuto in Italia sotto il regno di [Tarquinio] il Superbo, mantenne quella [opinione] nella Magna Grecia con [la fama] della sua dottrina, poi anche con l'autorità, e molti secoli dopo il nome dei Pitagorici fiorì in tal modo, che nessun altro sembrava dotto. Ma ritorno agli antichi. Quelli non volevano dar conto al suo pensiero, se non [a] ciò che si bisognava spiegare con i numeri o definizioni: si tramanda che Platone, che venendo a sapere dei Pitagorici, venne in Italia e apprese per primo ogni cosa Pitagorica e sull’eternità delle anime, non solo pensava la stessa cosa di Pitagora, ma gli diede anche ragione.
Tra [ ] ci sono delle parole sottointese dal testo latino, che spiegano meglio la traduzione.
Tra ( ) ci sono delle brevi spiegazioni della traduzione.
Il periodo
Hanc opinionem discipulus eius Pythagoras maxime confirmavit, qui cum Superbo regnante in Italiam venisset...
invece che tradurre letteralmente con
Il suo discepolo Pitagora rafforzò al massimo questa opinione, il quale [discepolo], essendo venuto in Italia sotto il regno di [Tarquinio] il Superbo...
potresti rendere la prima frase al passivo, in maniera da portare Pitagora, a cui la subordinata è legata, vicino a il quale, così non sarebbe necessario inserire anche discepolo e il periodo si legherebbe meglio; cioè fare:
Questa opinione fu rafforzata al massimo dal suo discepolo Pitagora, il quale, essendo venuto in Italia sotto il regno di [Tarquinio] il Superbo...
Quest'operazione è sempre possibile in latino ;)!
Pherecydes Syrius primus dixit animos esse hominum sempiternos, antiquus sane; fuit enim meo regnante gentili. hanc opinionem discipulus eius Pythagoras maxime confirmavit, qui cum Superbo regnante in Italiam venisset, tenuit Magnam illam Graeciam cum [honore] disciplinae, tum etiam auctoritate, multaque saecula postea sic viguit Pythagoreorum nomen, ut nulli alii docti viderentur. XVII. sed redeo ad antiquos. rationem illi sententiae suae non fere reddebant, nisi quid erat numeris aut descriptionibus explicandum:
9 Platonem ferunt, ut Pythagoreos cognosceret, in Italiam venisse et didicisse Pythagorea omnia primumque de animorum aeternitate, non solum sensisse idem quod Pythagoram, sed rationem etiam attulisse.
Ferecide di Siro disse per il primo che gli animi degli uomini sono immortali, [affermazione] veramente antica; infatti lui visse (sarebbe ci fu, però traduci con visse) sotto il regno del mio progenitore. Il suo discepolo Pitagora rafforzò al massimo questa opinione, il quale [discepolo], essendo venuto in Italia sotto il regno di [Tarquinio] il Superbo, mantenne quella [opinione] nella Magna Grecia con [la fama] della sua dottrina, poi anche con l'autorità, e molti secoli dopo il nome dei Pitagorici fiorì in tal modo, che nessun altro sembrava dotto. Ma ritorno agli antichi. Quelli non volevano dar conto al suo pensiero, se non [a] ciò che si bisognava spiegare con i numeri o definizioni: si tramanda che Platone, che venendo a sapere dei Pitagorici, venne in Italia e apprese per primo ogni cosa Pitagorica e sull’eternità delle anime, non solo pensava la stessa cosa di Pitagora, ma gli diede anche ragione.
Tra [ ] ci sono delle parole sottointese dal testo latino, che spiegano meglio la traduzione.
Tra ( ) ci sono delle brevi spiegazioni della traduzione.
Il periodo
Hanc opinionem discipulus eius Pythagoras maxime confirmavit, qui cum Superbo regnante in Italiam venisset...
invece che tradurre letteralmente con
Il suo discepolo Pitagora rafforzò al massimo questa opinione, il quale [discepolo], essendo venuto in Italia sotto il regno di [Tarquinio] il Superbo...
potresti rendere la prima frase al passivo, in maniera da portare Pitagora, a cui la subordinata è legata, vicino a il quale, così non sarebbe necessario inserire anche discepolo e il periodo si legherebbe meglio; cioè fare:
Questa opinione fu rafforzata al massimo dal suo discepolo Pitagora, il quale, essendo venuto in Italia sotto il regno di [Tarquinio] il Superbo...
Quest'operazione è sempre possibile in latino ;)!
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