Versione (3243143)

Plinio94
versione di cornelio nepote
Eumene ritarda la marcia di Antigono

Ad Antigoni autem refrenandum impetum tale capit consilium. Certos mittit homines ad infimos montes, qui obvii erant itineri adversariorum, iisque praecipit ut prima nocte ignes faciant quam maximos atque hos secunda vigilia minuant, tertia perexiguos reddant, et assimulata castrorum consuetudine suspicionem iniciant hostibus, iis locis esse castra ac de eorum adventu esse praenuntiatum; idemque postera nocte faciant. Antigonus tenebris obortis ignis conspicatur; credit de suo adventu esse auditum et adversarios illuc suas contraxisse copias. Mutat consilium et flectit iter suum et illum anfractum longiorem copiosae viae capit ibique diem unum opperitur ad lassitudinem sedandam militum, quo (affinchè + cong.) integriore exercitu decerneret.

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Per frenare l'impeto di Antigono, (Eumene) prende una tale decisione. Manda gli uomini alle pendici dei monti, che si trovavano sulla via dei nemici, e ordina loro di fare più fuochi possibili sul far della notte, e alla seconda vigilia di limitare questi, alla terza vigilia di renderli molto piccoli, e, simulata un'usanza dell'accampamento, di infondere il sospetto nei nemici che in quei luoghi ci sia un accampamento e che è stato informato del loro arrivo, e così fecero la stessa cosa la notte seguente. Antigono, spuntate le tenebre, osserva i fuochi; crede che si sia saputo del suo arrivo e che i nemici abbiano radunato là le loro truppe. Cambia il suo piano e piega la sua marcia e prende quella via tortuosa più lunga ma ricca di provviste e attende là un giorno, per far riposare i soldati stanchi per combattere con un esercito più valido.

:hi
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