Urgente!!! Aiuto versione da tradurre entro oggi

alicimmeria
Qualcuno può tradurre questa versione di latino, io ci ho provato ma non sono riuscita proprio a concluderla, la devo portare per domani e non so come fare: Aurea aetas prima evenit, cum Saturnus mundum regebat. Tunc honestum rectumque sine iustitiae arbitro, sua sponte colebantur. Nec acerba poena nec arduum iudicium erant: nondum decemviri XII tabulas perscribebat, nec turba trepida timebat in iudiciis sententias, sed tuta sine patrono erat. Nondum procerae pini caedebantur in silvis montanis descendebantque, in liquidas pelagi undas, quia ab insidioso pelago humana natura abhorrebat nec trans oras maritimas ignota loca temptabat. Nondum altae fossae cinebant oppida, non aenea tuba nec horrida galea nec glaudius acutus erat: sine militia, populi otia securi paragebant. Agri quoque sua sponte, asratro intacti nec rastro sauci, multae et varia et copiosa dona dabant. Ver aeternum erat et placidi Zephyri tepidis auris mulcebant florida prata: mox etiam campi inarati gravidis aristis flavebant

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giuliaconte
L'età dell'oro avvenne per prima, quando Saturno governava il mondo. Allora si coltivava
di propria volontà ciò che è buono e giusto senza un arbitro della legge. E non c'erano né
una crudele punizione né un difficile giudizio: i decemviri non scrivevano ancora le dodici
tavole, né la gente timorosa temeva le sentenze nei giudizi, ma era sicura anche senza un
avvocato. Gli alti pini non erano ancora tagliati nei boschi montani e non discendevano
nelle liquide onde del mare, perché la natura umana aborriva il mare pieno di pericoli e
non esplorava località ignote al di là delle rive marittime. Non ancora profondi fossati
cingevano città fortificate, non c'era la tromba di bronzo né l'orribile elmo né la spada
appuntita: senza servizio militare i popoli coltivavano sicuri piacevoli occupazioni. Anche i
campi fornivano spontaneamente molti e vari e copiosi doni, non toccati dall'aratro né
feriti dai rastrelli. C'era un'eterna primavera e placidi Zefiri carezzavano con tiepidi soffi i
prati fiorenti: anche i campi non arati biondeggiavano presto di spighe abbondanti.
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