Urgente (5135)

dega
mi serve la versione "inno alla filosofia" di cicerone

Risposte
SuperGaara
L'ho appena finita, ecco:

Vitiorum peccatorumque nostrorum omnem a philosophia petimus correctionem. o vitae
philosophia dux, o virtutis indagatrix expultrixque vitiorum; tu urbes peperisti, tu dissipatos homines in societatem vitae convocavisti, tu eos inter se primo domiciliis, deinde coniugiis, tum litterarum et vocum communione iunxsti, tu inventrix legum,tu magistra morum, tum litterarum et disciplinae fuisti; ad te opem petimus,tibi nos nunc penitus totosque tradimus.

Nella filosofia cerchiamo il rimedio di tutti i nostri vizi e peccati. O filosofia, guida di vita, indagatrice della virtù ed eliminatrice dei vizi; tu hai generato le città, tu hai riunito gli uomini dispersi nella società della vita, tu li hai riuniti tra di loro prima nel domicilio, poi nel matrimonio, e inoltre nella comunanza della scrittura e del linguaggio (letteralmente: delle lettere e delle voci), tu sei stata inventore delle leggi, maestra della morale, inoltre della letteratura e della disciplina; a te chiediamo aiuto, a te ci consegnamo interamente e profondamente.

dany4ty
grazie
anche a me serviva l'inno alla filosofia

dega
si ma non la trovi uguale

Mario
la tua vers è simile a quella che ho postato.

dega
è questa:vitiorum peccaturmque nostrorum omnem a philosophia petimus correctionem.o vitae philosophia dux, o virtutis indagatrix expultrixque vitiorum; tu urbes peperisti, tu dissipatos homines in societatem vitae convocavisti, tu eos inter se primo domiciliis, deinde coniugiis, tum litterarum et vocum communione iunxsti, tu inventrix legum,tu magistra morum, tum litterarum et disciplinae fuisti; ad te opem petimus,tibi nos nunc penitus totosque tradimus

Mario
O vitae philosophia dux, o virtutis indagatrix expultrixque vitiorum! quid omnino vita hominum sine te esse potuisset? Tu urbes peperisti, tu dissipatos homines in societatem vitae convocasti, tu eos inter se primo domiciliis, deinde coniugiis, tum litterarum et vocum communione iunxisti, tu inventrix legum, tu magistra morum et disciplinae fuisti. Ad te confugimus, a te opem petimus, tibi nos penitus totosque tradimus. Est unus dies bene et ex praeceptis tuis actus peccanti immortalitati anteponendus. Cuius igitur potius opibus utamur quam tuis, quae et vitae tranquillitatem largita nobis es et terrorem mortis sustulisti? Ac philosophia tantum abest ut, proinde ac de hominum est vita merita, laudetur ut, a plerisque neglecta, a multis etiam vituperetur. Vituperare quisquam vitae parentem et hoc parricidio se inquinare audet et tam impie ingratus esse, ut eam accuset, quam vereri deberet, etiam si minus percipere potuisset?

O filosofia, guida della vita, o ricercatrice della virtù ed eliminatrice dei vizi! cosa avrebbe potuto essere la vita degli uomini nella sua totalità senza di te? Tu costruisti città, chiamasti gli uomini disuniti alla vita associata, tu li unisti dapprima con le abitazioni, poi con i matrimoni, infine con la comunanza delle lettere e delle parole, tu fosti l’inventrice delle leggi, maestra di costumi e conoscenza. In te ci rifugiamo, a te chiediamo aiuto, a te ci consegniamo tutti, completamente. Un solo giorno vissuto bene e secondo i tuoi precetti è da preferire a un’eternità di errori. Delle risorse di chi ci serviamo più volentieri che delle tue, tu che ci hai donato la tranquillità della vita e hai eliminato il terrore della morte? E proprio la filosofia è così lontana dall’essere lodata nella stessa misura in cui rende servigi alla vita dell’uomo, al punto che, trascurata dalla maggioranza, da molti è perfino vituperata. Qualcuno osa insultare la generatrice della vita e macchiarsi dell’assassinio di un genitore, ed essere così scelleratamente ingrato da accusarla – dovrebbe rispettarla –, benché abbia potuto apprendere di meno [senza di essa]?

Sed et huius culpae et ceterorum vitiorum peccatorumque nostrorum omnis a philosophia petenda correctio est. Cuius in sinum cum a prirnis temporibus aetatis nostra voluntas studiumque nos compulisset, his gravissimis casibus in eundem portum, ex quo eramus egressi, magna iactati tempestate confugimus. 0 vitae philosophia dux, o virtutis indagatrix expultrixque vitiorum! quid non modo nos, sed omnino vita hominum sine te esse potuisset? Tu urbis peperisti, tu dissipatos homines in societatem vitae convocasti, tu eos inter se primo domiciliis, deinde coniugiis, tum litterarum et vocum communione iunxisti, tu inventrix legum, tu magistra morum et disciplinae fuisti; ad te confugimus, a te opem petimus, tibi nos, ut antea magna ex parte, sic nunc penitus totosque tradimus. Est autem unus dies bene et ex praeceptis tuis actus peccanti inmortalitati anteponendus.
Cuius igitur potius opibus utamur quam tuis, quae et vitae tranquillitatem largita nobis es et terrorem mortis sustulisti? Ac philosophia quidem tantum abest ut proinde ac de hominum est vita merita laudetur, ut a plerisque neglecta a multis etiam vituperetur. Vituperare quisquam vitae parentem et hoc parricidio se inquinare audet et tam impie ingratus esse, ut eam accuset, quam vereri deberet, etiamsi minus percipere potuisset? Sed, ut opinor, hic error et haec indoctorum animis offusa caligo est, quod tam longe retro respicere non possunt nec eos, a quibus vita hominum instructa primis sit, fuisse philosophos arbitrantur.

Ma ogni correzione sia di questa colpa sia degli altri nostri vizi ed errori bisogna richiederla alla filosofia. Avendomi spinto la mia volontà e il mio desiderio tra le sue braccia fin dalla prima giovinezza, in questa tragica situazione, colpito dalla forte tempesta, mi sono rifugiato nello stesso porto dal quale ero salpato. O guida della vita, filosofia, che riveli la virtù e cacci i vizi! Senza te, che cosa avrebbe potuto essere non soltanto la mia vita, ma quella degli uomini in generale? Tu hai generato le città, tu hai chiamato gli uomini dispersi alla vita comune, tu li hai uniti tra loro prima con le case poi con il matrimonio, infine con la comunanza della scrittura e del parlare, tu inventrice delle leggi, tu ti sei posta come insegnante di morale e di regole di vita; presso te mi rifugio, a te chiedo aiuto, a te, come prima in gran parte, così ora proprio completamente mi affido. Un solo giorno vissuto bene e secondo i tuoi insegnamenti vale più di un'immortalità nell'errore.
Dovremmo usare le ricchezze di quella piuttosto che le tue, tu che a noi donasti la tranquillità della vita e levasti il terrore della morte? E la filosofia fu tanto lontana da venire lodata, quando ha reso servigi alla vita degli uomini, che, trascurata dai più, è anche da molti biasimata. Qualcuno osa criticare il genitore della vita e macchiarsi di questo parricidio e dovrebbe essere tanto empiamente ingrato da accusarla quanto dovrebbe temerla. Ma, come penso, questo errore e questo squallore si è diffuso negli animi degli ignoranti, poiché non possono vedere tanto lontano nel passato, e non pensano che quelli, dai quali per primi la vita degli uomini fu preparata, furono filosofi.

dega
le prime parole sono: vitiorum peccatorumque nostrorum omnem a philosophia....e le ultime sono:tibi nos nunc penitus totosque tradimus

Mario
scrivi prime e ultime parole, ho cancellato l'altro thread e nn aprirne doppi!

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