Traduzione urgente (79415)
Cum Porsena,Etroscorum princeps,urbem Romam obsidione cingeret,Mucius,vir fortissimus,in senatum venit et veniam petivit ut urbem relinqueret,regis hostium necem promittens.Cum a patribus potestatem accepisset,in castra Porsenae clam pervenit:ibi,similitudine vestium deceptus,purpuratum virum pro rege necavit.Cum regis satellites eum compreheendissent et ad regem duxissent,Mucius dexteram manum in ara imposuit,ubi ignis ardebat,hoc supplicium a manu exigens;manus enim,ut Mucius affirmabat,in caede peccaverat,cum non regem sed illius amicum occidisset.Rex,audiciam viri eiusque animum honorans,manum eius,iam flammis consumptam,ab igne removit illumque ad suos in Romanorum castra misit;cumque a Romanis obsides accepisset,bello finem imposuit.Romani Mucio,ut illi gratiam tribuerent,agros trans Tiberim donaverunt eosque Mucios, ab illius nomine appellaverunt;ipsum Scaevolae nomine decoraverunt,virtutis illius et dexterae amissae memores.Nam Scaevola idem atque sinistrum significat.
Risposte
grazie
Poichè Porsenna, re degli Etruschi, cingeva d'assedio la città di Roma, Muzio, uomo coraggiosissimo, venne in senato e chiese il permesso di lasciare la città, promettendo l'uccisione del re dei nemici. Dopo aver ricevuto ( avendo ricevuto ) il permesso dia senatori, giunse di nascosto nell'accampamento di Porsenna : lì, ingannato dalla somiglianza degli abiti, uccise un cortigiano al posto del re. Avendolo le guardie del re catturato e condotto dal re, Muzio pose la mano destra su un altare, sul quale ardeva un fuoco, pretendendo dalla sua mano questo tormento ; la mano infatti, come Muzio affermava, aveva sbagliato nell'azione di uccidere, non avendo ucciso il re ma il suo amico. Il re, onorando l'audacia dell'uomo e il suo coraggio, rimosse dal fuoco la sua mano, ormai divorata dalle fiamme, e lo rimandò dai suoi all'accampamento romano, e avendo ricevuto dai Romani ostaggi, pose fine alla guerra. I Romani donarono a Muzio, per rendergli grazie, dei campi al di là del Tevere e li chiamarono Muzii dal suo nome ; e lo fregiarono del soprannome di Scevola, memori del suo valore e della mano destra persa. In fatti Scevola significa la stessa cosa che "sinistro".