Letteratura latina (18960)

Gessicuzza
ciao stavo studiando letteratura latina. Il libro nn si spiega x niente. nn ho capito cosa sono il carmen lustrale-i saturni
voi potreste aiutarmi?

Risposte
dony_revy
Mars pater

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Mars pater

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Mars pater

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Mars pater

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Mars pater

SuperGaara
Eccone un esempio preso da Wikipedia:

Mars pater te precor quaesoque
uti sìes volens propitius
mihi domo familiaeque nostrae;
quoius rei ergo
agrum terram fundumque meum
suovitaurilia circumagi iussi:
uti tu morbos visos invisosque
viduertatem vastitudinemque,
calamitates intemperiasque
prohibessis defendas averruncesque;
[...]

O padre Marte ti prego e scongiuro,
perché tu sia favorevole e propizio
a me alla casa e alla nostra famiglia
e per questa grazia
intorno al mio campo alla mia terra al
mio fondo i suovetaurilia ho fatto
condurre
perché tu i mali visibili e invisibili
sciagura desolazione
calamità intemperie
impedisca difenda allontani;
[...]

silmagister
il Saturnio fu il verso con cui vide la luce la letteratura latina, infatti in questo metro furono composte l'Odusia di Livio Andronico e il Bellum Poenicum di Gneo Nevio, ossia i primi due poemi nella storia letteraria di Roma antica.
Il saturnio ha creato notevoli problemi a chi ha cercato di interpretarlo dal punto di vista della metrica classica latina e greca. Esso infatti, apparentemente, non si fonda su princìpi basilari della metrica, cioè sull'alternanza quantitativa delle sillabe, ma sembra che vi giocassero un ruolo decisivo il numero delle sillabe e i raggruppamenti di parole.

CARMEN LUSTRALE - Detto anche "Carme del Lustrum Ambarvale"; si tratta di una preghiera a Marte, che veniva recitata dal pater familias in maggio durante il rito della purificazione dei campi, nell'ambito della festa dei Suovetaurilia. Questa festa prendeva il nome dal sacrificio di un maiale, una pecora e un toro che vi avveniva.
Il carme nei contenuti risale a un'epoca antichissima, ma nella forma linguistica in cui ci è stato tramandato si presenta molto modernizzato in senso classico, sebbene comunque alcuni termini appaiano ancora in una forma piuttosto arcaica.

Dobbiamo la sua conservazione a Catone, che lo riporta in De agri cultura, 141, 3. Lo scrittore fornisce varie notizie su questa antica pratica religiosa di Roma, particolarmente legata alle origini agricole della sua società. Marte appare infatti anche qui, come nel "Carmen Arvale", invocato non come dio della guerra ma come benefica divinità dell'agricoltura.

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