Latino!
Ciao a tutti. Sono Viking e sono nuova di qui... oggi ho provato a fare una versione di latino ma come sempre c'è qualche periodo che non mi risulta. Vi posto qui la frase sperando che voi potiate aiutarmi.
Dal libro "Nuovo comprendere e tradurre" volume 1 pag.101 versione 1 "Nettuno".
Quia Neptunus et Minerva Athenis et in Attica praecipue coli volunt.
Grazie in anticipo! :)
Dal libro "Nuovo comprendere e tradurre" volume 1 pag.101 versione 1 "Nettuno".
Quia Neptunus et Minerva Athenis et in Attica praecipue coli volunt.
Grazie in anticipo! :)
Risposte
:lol:lol:lol
Chiudo
Chiudo
Prego ancora ;)! :lol
Ha proprio ragione!! :lol
Grazie ancora!!!!!
Grazie ancora!!!!!
Prego;)!
Il resto della seconda lo traduci tu...
Ely ha detto come faccio a trovare le versioni...:lol
Il resto della seconda lo traduci tu...
Ely ha detto come faccio a trovare le versioni...:lol
ely90 :
I segreti di Mario!!! :lol
ho notato!! Grazie mille Marios!!!!!!!!!!!!! Davvero!! Ora ho molto meno lavoro da fare e posso dedicarmi alle altre materie!!!Sei incredibile.. ma come fai?? :O_o Grazie ancora!!
Haec fere de Gallorum religione et de Druidibus, Gallorum sacerdotibus, a Caesare traduntur. Galli admodum dediti religionibus erant. Mercurius maxime a Galli colebatur: eum enim artium inventorem, viarum atque itinerum ducem, marcaturarum patronum putabant. In civitatibus multa Mercurii simulacra erant. Apollinem quoque colebant, quia morbos depellit, Minervam, quia operum principia docet, Iovem, quia deorum imperium tenet, Martem, quia bella regit. Quoniam fere cotidianis proeliis Galli cum hostibus dimicabant, Marti praedam devovebant. Dis non solum animalia sed etiam homines immolabant. Sacrificia publica privataque Druides curabant. Apud Gallos in magno honore erat Druidum genus. Hi certo anni tempore in finibus Carnutum, qui in media Gallia habitabant, in loco consecrato considebant et ius dicebant. Si inter privatos de hereditate, de dotibus, de finibus controversiae erant, Druides lites componebant, praemia poenasque constituebant. Homines qui eorum decretis sententiisque non parebant, impii ac scelerati existimabantur et sacrificiis arcebantur. Druides de animae immortalitate, de mundi ac terrarum magnitudine, de deorum vi ac potestate disputabant et iuventuti praecpta sacra traebant. Nam undique ex Gallia adolescentium multitudo ad Druides concurrebat et iuvenes mira cum diligentia sacerdotum disciplinam ediscebant.
Da Cesare sono tramandate queste notizie pressapoco sulla religione dei galli e dei druidi, sacerdoti dei galli. I Galli erano molto dediti alle religioni. Dai Galli era onorato specialmente Mercurio: infatti lo consideravano l'inventore delle arti, il protettore delle vie e dei viaggi, il patrono dei commerci. Nelle città vi erano molti simulacri di Mercurio. Onoravano anche Apollo, poichè cacciava le malattie, Minerva, perchè insegnava i principi delle opere, Giove, perchè teneva l'impero degli dei, Marte, perchè regge le guerre. Poichè nei combattimenti quotidiani i Galli combattevano con i nemici, devolvevano la preda a Marte. Agli dei non solo immolavano gli animali ma anche gli uomini. I Druidi curavano i sacrifici pubblici e privati. Presso i Galli era in grande onore la stirpe dei Druidi. Questi in un determinato perido dell'anno nei confini dei carnuti, che abitavano vicino la Gallia, si stabilivano in un luogo (consecrato) e facevano giuramento. Se vi erano tra privati controversi sull'eredità, doti, confini, i Druidi sedavano le liti, decidevano premi e pene. Gli uomini che non partecipavano ai loro decreti e sentenze, erano considerati empi e scellerati. I Druidi discutevano dell'immortalità dell'anima, della grandezza del mondo e della terra, della forza e del potere degli dei e traevano i precetti sacri alla gioventù. Infatti da ogni parte della gallia la moltitudine dei giovani accorreva ai druidi e i giovani con mirabile diligenza imparavano la disciplina dei sacerdoti.
Postquam Caesar coniuratorum pugionibus in Curia confossus est et tota civitas magna trepidatione et ingenti timore perfusa est, Brutus et Cassius, coniurationis auctores, plebi invisi, Roma abierunt et in Asiam confugerunt, ubi copias conscribere pecuniamque conquirere coeperunt. Contra eos M. Antonius, Caesaris amicus eiusque legatus in Gallia, atque Octavianus, ambitiosus adulescens Caesaris filius adoptivus, bellum moverunt et copias suas in Graeciamo transtulerunt. Urbi Romae praesidio relictus est Lepidus, eorum socius. Apud Philippos, Macedoniae urbem, diu acriterque pugnatum est.
Primo proelio Cassi castra a M. Antonii copiis expugnata sunt: Cassius, iam de victoria desperans, mortem sibi dedit eiusque milites partim, interfecti sunt partim capti (sunt), sed Antonius, ultionis cupidus, ne captivis quidem pepercit. Secundo proelio Bruti copiae ab Octaviamo profligatae sunt et magnus senatorum numerus occisus est; Brutus, clade perturbatus, suo gladio se transfixit. Post cruentam victoriam triumviri provincias inter se divisernt: Octaviamo Hispania et Gallia tributae sunt, M. Antonius Asiam, Pontum et Syriam obtinuit, Lepido Africa assignata est. Postremo Roma totaque Italia Octaviamo datae sunt, qui in Urbem victor iniit.
Dopo che Cesare fu pugnalato in curia dai pugnali dei congiurati, Bruto e Cassio, autori della congiura, odiati dalla plebe romana, furono costretti ad andare via dalla città e fuggirono in Asia, dove iniziarono a raccogliere le truppe e a racimolare il denaro. Contro quelli, M. Antonio, socio di Cesare e suo luogotenente in Gallia, e Ottaviano, giovane di grande ingengo e figlio adottivo di Cesare, mossero guerra e trasferirono in Grecia le loro truppe. A Roma e in Italia Lepido fu lasciato a presidio.
Nella prima battaglia gli accampamenti di Cassio furono espugnati dalle truppe di Antonio: Cassio, disperando gia' della vittoria, si suicidò, una parte dei suoi soldati fu uccisa, una parte fu catturata; ma Antonio, desideroso di vendetta, neppure i prigionieri risparmiò. Nella seconda battaglia le truppe di Bruto furono sconfitte da Ottaviano e un gran numero di senatori fu ucciso; Bruto, scosso dalla strage, si trafisse con la sua spada. Dopo una cruenta vittoria, i triumviri si spartirono tra loro le province:a Ottaviano furono attribuite la spagna e la gallia, Antonio ottenne l'asia il ponto e la siria, l'africa fu consegnata a lepido. Infine, roma e l'italia intera furono date ad ottaviano che entrò vincitore a roma.
Philoctetes, clarus sagittarius thessalus, amicus herculis fuit eiusque arma muneri accepit. Auxilio menelao, helenae marito, venit et cum ducibus totius greciae troianis bellum intulit. sed olim serpens eius pedem momordit et vulnus haud mortale, sed insabile ei inflixit. tum philoctetes magnis tormentis excruciabatur et ob assiduum intolerabilemque dolorem graecorum castra lamentis implebat. praeterea omnes duces militesque aegre ferebant gravem odorem quem plaga spirabat; itaque in insulae lemni litore virum reliquerunt. Philoctetes inter scopulos ac rupes desertae incultaeque insulae miseram vitam agebat, saepe ingratos socios vituperavat, dis preces adhibebat . tandem a dis eius preces auditae sunt. nam graecorum ducibus a sacerdotibus verba oraculi nintiata sunt: "herculis sagittis troiani vincentur et urbs delebitur". tum ulixes ed diomedes celeri nave lemnum legati missi sunt, sed philoctetes eorum pacis condiciones asperis verbis repudiavit: "vos, perfidi socii, turpi fraude in horrida insula inter beluas silvestres avesque rapaces me reliquistis: numquam vobiscum troiam redibo".
sed repente de caelo descendit hercules, philoctetae iram lenivit et mirabili prodigio eius vulnus sanavit. tum philoctetes troiam rediit et herculis sagittis Paridem multosque viros troianos occidit eiusque virtute troia capta est.
Filottere, famoso arciere tessalo, fu amico di Ercole e prese come dono le sue armi. Venne in aiuto a Menelao, marito di Elena, e partecipò alla guerra con i comandanti troiani di tutta la grecia. Ma una volta un serpente morse il suo piede e gli procurò una ferita non mortale ma (cerca insabile). Allora Filottete si lamentava con grandi tormenti e a causa dell'assiduo e intollerabile dolore riempì l'accampamento dei greci. Inoltre tutti i comandanti e i soldati sopportavano mal volentieri il pesante odore che spirava dalla piaga, e così lasciarono l'uomo nel lido dell'isola di Lemno. Filottete viveva tra gli scoglie e le rupi deserte e incolte dell'isola, spesso biasimava gli ingrati amici, rivolgeva preghiere agli dei. Finchè le sue preghiere non vennero sentite dagli dei. Infatti le parole dell'oracolo vennere annunciate dai sacerdoti ai comandanti dei greci:" i troiani saranno vinti dalle frecce di ercole e la città sarà distrutta." Allora Ulisse e Diomede furono mandati con una nave veloce come ambasciatori a Lemno, ma Filottete rifiutò con dure parole le condizioni della loro pace:" Voi, perfidi amici, con un misero inganno mi avete lasciato in un orrida isola tra le fiere selvatiche e le capre rapaci: mai ritornerò con voi a Troia!". Ma all'improvviso dal cielo scese Ercole, lenì l'ira di Filottete e risanò con un mirabile prodigio la sua ferita. Allora Filottete tornò a Troia e uccise con le frecce di Ercole, Paride e molti uomini troiani e grazie alla sua virtù fu presa Troia.
postquam Troia a Graecis capta (est) et incendio deleta est, Ulixes,insulae Ithacae rex, diu deorum voluntate mare peragravit, antequam rediret domum. Olim Ulixes cum classe in Cyclopum insulam pervenit. Cyclopes, genus ferum et agreste, unum oculum media fronte habebant et in speluncis apud mare vivebant. Ingenti corporis vi praediti,pastorum vitam ducebant; piscibus vel ovium carne aut caseo famem extinguebant, aqua et lacte sitim. Ulixes cum paucis sociis in speluncam polyphemi, Neptuni filii, iniit et Cyclops, hospitalitatis immemor, miseros homines in antro clausit: nonnulli etiam a crudeli monstro vorati sunt, quia Poliphemus omnia deorum hominunque iuracontemnebat. Tum ulixes vir fortis callidusque, Cyclopem singulari artificio decepit. Vinum Polyphemo praebuit et per somnum turpis monstri unum oculum trunco ardenti exussit; postea socios suos ad pecora et se ad arietem alligavit: ita omnes incolumes e spelunca evaserunt.
Dopo che Troia fu presa e distrutta dall'incendio, Ulisse, re dell'isola di Itaca, a lungò errò per volere degli dei, prima di tornare in patria. Una volta Ulisse con la flotta giunse nell'isola dei Ciclopi. I Ciclopi, razza feroce e agreste, avevano un solo occhio in mezzo alla fronte e vivevano presso il mare in grotte. Forniti di grande forza del corpo, vivevano come pastori, si cibavano di pesci o carne di ovini o di formaggio, e estinguevano le sete con latte e acqua. Ulsisse con pochi compagni entrò nella grotta di Polifemo figlio di Nettuno e il Ciclope immemore dell'ospitalità chiuse nell'antro i poveri uomini: alcuni vennero divorati anche dal crudele mostro, poichè Polifemo disprezzava tutti i giuramenti degli dei e degli uomini. Allora Ulisse uomo forte e furbo, con un singolare stratagemma (decepit) il Ciclope. Offrì a Polifemo del vino e nel sonno con un tronco ardente acciecò il solo occhio del mostro, dopo legò i suoi compagni alle pecore e lui stesso all'ariete: così tutti incolumi uscirono dalla grotta.
Veteres poetae de prima generis humani aetate mira et incredibilia scripserunt. Nam deus Sturnus priscis hominibus vitam beatam sine curis ac laboribus, sine morbis doloribusque muneri dedit. Itaque haec felix aetas appellata est . Tum enim neque tempestatum vim neque marium et fluminum impetum neque caeli fulmina homines cognoscebant, sedver perenne erat: terra inarata fruges ferebat, arbores sponte dulcia poma praebebant, omni tempore viridia prata multitudine fragantium florum ornata erant. Inter animalia nullae erant inimicitiae: mites greges rapacium luporum insidias non timeband, feroces leones cum timidis cervis cibum communicabant. Homines omni cura et labore liberi vitam agebant: nondum atrocibus sceleribus, nondum acribus armis, nondum cruentis bellis omnium mentes animique perturbabantur.
Gli antichi poeti scrissero molte cose mirabili e incredibili sulla prima età del genere umano. Infatti il dio Saturno, allora re degli dei e degli uomini, diede in dono agli uomini primitivi, una vita beata senza affanni e fatiche, senza malattie e dolori, senza timore della morte. Questà felice età era chiamata "età dell'oro". Infatti allora gli uomini non conoscevano la forza delle tempeste, la violenza dei mari e dei fiumi, nè i fulmini del cielo, ma il clima era sempre mite e salubre, perchè era perennemente primavera. La terra inarata portava copiosi frutti, gli alberi offrivano spontaneamente dolci frutti, in ogni tempo i verdi prati erano ornati da una moltitudine di fiori profumati. Tra gli animali non c'erano inamicizie: i mansueti greggi non temevano non temevano le insidie dei lupi voraci, i feroci leoni dividevano il cibo con i timidi cervi. Ugualmente gli uomini, liberi da ogni affanno e fatica, vivevano concordi in pace: non temevano gli atroci delitti, le armi mortali, le atroci guerre, gli animi e le menti.
La seconda versione nn coincide con la fine che hai scritto, penso che te ne serve solo matà!
Cmq ciao!
Da Cesare sono tramandate queste notizie pressapoco sulla religione dei galli e dei druidi, sacerdoti dei galli. I Galli erano molto dediti alle religioni. Dai Galli era onorato specialmente Mercurio: infatti lo consideravano l'inventore delle arti, il protettore delle vie e dei viaggi, il patrono dei commerci. Nelle città vi erano molti simulacri di Mercurio. Onoravano anche Apollo, poichè cacciava le malattie, Minerva, perchè insegnava i principi delle opere, Giove, perchè teneva l'impero degli dei, Marte, perchè regge le guerre. Poichè nei combattimenti quotidiani i Galli combattevano con i nemici, devolvevano la preda a Marte. Agli dei non solo immolavano gli animali ma anche gli uomini. I Druidi curavano i sacrifici pubblici e privati. Presso i Galli era in grande onore la stirpe dei Druidi. Questi in un determinato perido dell'anno nei confini dei carnuti, che abitavano vicino la Gallia, si stabilivano in un luogo (consecrato) e facevano giuramento. Se vi erano tra privati controversi sull'eredità, doti, confini, i Druidi sedavano le liti, decidevano premi e pene. Gli uomini che non partecipavano ai loro decreti e sentenze, erano considerati empi e scellerati. I Druidi discutevano dell'immortalità dell'anima, della grandezza del mondo e della terra, della forza e del potere degli dei e traevano i precetti sacri alla gioventù. Infatti da ogni parte della gallia la moltitudine dei giovani accorreva ai druidi e i giovani con mirabile diligenza imparavano la disciplina dei sacerdoti.
Postquam Caesar coniuratorum pugionibus in Curia confossus est et tota civitas magna trepidatione et ingenti timore perfusa est, Brutus et Cassius, coniurationis auctores, plebi invisi, Roma abierunt et in Asiam confugerunt, ubi copias conscribere pecuniamque conquirere coeperunt. Contra eos M. Antonius, Caesaris amicus eiusque legatus in Gallia, atque Octavianus, ambitiosus adulescens Caesaris filius adoptivus, bellum moverunt et copias suas in Graeciamo transtulerunt. Urbi Romae praesidio relictus est Lepidus, eorum socius. Apud Philippos, Macedoniae urbem, diu acriterque pugnatum est.
Primo proelio Cassi castra a M. Antonii copiis expugnata sunt: Cassius, iam de victoria desperans, mortem sibi dedit eiusque milites partim, interfecti sunt partim capti (sunt), sed Antonius, ultionis cupidus, ne captivis quidem pepercit. Secundo proelio Bruti copiae ab Octaviamo profligatae sunt et magnus senatorum numerus occisus est; Brutus, clade perturbatus, suo gladio se transfixit. Post cruentam victoriam triumviri provincias inter se divisernt: Octaviamo Hispania et Gallia tributae sunt, M. Antonius Asiam, Pontum et Syriam obtinuit, Lepido Africa assignata est. Postremo Roma totaque Italia Octaviamo datae sunt, qui in Urbem victor iniit.
Dopo che Cesare fu pugnalato in curia dai pugnali dei congiurati, Bruto e Cassio, autori della congiura, odiati dalla plebe romana, furono costretti ad andare via dalla città e fuggirono in Asia, dove iniziarono a raccogliere le truppe e a racimolare il denaro. Contro quelli, M. Antonio, socio di Cesare e suo luogotenente in Gallia, e Ottaviano, giovane di grande ingengo e figlio adottivo di Cesare, mossero guerra e trasferirono in Grecia le loro truppe. A Roma e in Italia Lepido fu lasciato a presidio.
Nella prima battaglia gli accampamenti di Cassio furono espugnati dalle truppe di Antonio: Cassio, disperando gia' della vittoria, si suicidò, una parte dei suoi soldati fu uccisa, una parte fu catturata; ma Antonio, desideroso di vendetta, neppure i prigionieri risparmiò. Nella seconda battaglia le truppe di Bruto furono sconfitte da Ottaviano e un gran numero di senatori fu ucciso; Bruto, scosso dalla strage, si trafisse con la sua spada. Dopo una cruenta vittoria, i triumviri si spartirono tra loro le province:a Ottaviano furono attribuite la spagna e la gallia, Antonio ottenne l'asia il ponto e la siria, l'africa fu consegnata a lepido. Infine, roma e l'italia intera furono date ad ottaviano che entrò vincitore a roma.
Philoctetes, clarus sagittarius thessalus, amicus herculis fuit eiusque arma muneri accepit. Auxilio menelao, helenae marito, venit et cum ducibus totius greciae troianis bellum intulit. sed olim serpens eius pedem momordit et vulnus haud mortale, sed insabile ei inflixit. tum philoctetes magnis tormentis excruciabatur et ob assiduum intolerabilemque dolorem graecorum castra lamentis implebat. praeterea omnes duces militesque aegre ferebant gravem odorem quem plaga spirabat; itaque in insulae lemni litore virum reliquerunt. Philoctetes inter scopulos ac rupes desertae incultaeque insulae miseram vitam agebat, saepe ingratos socios vituperavat, dis preces adhibebat . tandem a dis eius preces auditae sunt. nam graecorum ducibus a sacerdotibus verba oraculi nintiata sunt: "herculis sagittis troiani vincentur et urbs delebitur". tum ulixes ed diomedes celeri nave lemnum legati missi sunt, sed philoctetes eorum pacis condiciones asperis verbis repudiavit: "vos, perfidi socii, turpi fraude in horrida insula inter beluas silvestres avesque rapaces me reliquistis: numquam vobiscum troiam redibo".
sed repente de caelo descendit hercules, philoctetae iram lenivit et mirabili prodigio eius vulnus sanavit. tum philoctetes troiam rediit et herculis sagittis Paridem multosque viros troianos occidit eiusque virtute troia capta est.
Filottere, famoso arciere tessalo, fu amico di Ercole e prese come dono le sue armi. Venne in aiuto a Menelao, marito di Elena, e partecipò alla guerra con i comandanti troiani di tutta la grecia. Ma una volta un serpente morse il suo piede e gli procurò una ferita non mortale ma (cerca insabile). Allora Filottete si lamentava con grandi tormenti e a causa dell'assiduo e intollerabile dolore riempì l'accampamento dei greci. Inoltre tutti i comandanti e i soldati sopportavano mal volentieri il pesante odore che spirava dalla piaga, e così lasciarono l'uomo nel lido dell'isola di Lemno. Filottete viveva tra gli scoglie e le rupi deserte e incolte dell'isola, spesso biasimava gli ingrati amici, rivolgeva preghiere agli dei. Finchè le sue preghiere non vennero sentite dagli dei. Infatti le parole dell'oracolo vennere annunciate dai sacerdoti ai comandanti dei greci:" i troiani saranno vinti dalle frecce di ercole e la città sarà distrutta." Allora Ulisse e Diomede furono mandati con una nave veloce come ambasciatori a Lemno, ma Filottete rifiutò con dure parole le condizioni della loro pace:" Voi, perfidi amici, con un misero inganno mi avete lasciato in un orrida isola tra le fiere selvatiche e le capre rapaci: mai ritornerò con voi a Troia!". Ma all'improvviso dal cielo scese Ercole, lenì l'ira di Filottete e risanò con un mirabile prodigio la sua ferita. Allora Filottete tornò a Troia e uccise con le frecce di Ercole, Paride e molti uomini troiani e grazie alla sua virtù fu presa Troia.
postquam Troia a Graecis capta (est) et incendio deleta est, Ulixes,insulae Ithacae rex, diu deorum voluntate mare peragravit, antequam rediret domum. Olim Ulixes cum classe in Cyclopum insulam pervenit. Cyclopes, genus ferum et agreste, unum oculum media fronte habebant et in speluncis apud mare vivebant. Ingenti corporis vi praediti,pastorum vitam ducebant; piscibus vel ovium carne aut caseo famem extinguebant, aqua et lacte sitim. Ulixes cum paucis sociis in speluncam polyphemi, Neptuni filii, iniit et Cyclops, hospitalitatis immemor, miseros homines in antro clausit: nonnulli etiam a crudeli monstro vorati sunt, quia Poliphemus omnia deorum hominunque iuracontemnebat. Tum ulixes vir fortis callidusque, Cyclopem singulari artificio decepit. Vinum Polyphemo praebuit et per somnum turpis monstri unum oculum trunco ardenti exussit; postea socios suos ad pecora et se ad arietem alligavit: ita omnes incolumes e spelunca evaserunt.
Dopo che Troia fu presa e distrutta dall'incendio, Ulisse, re dell'isola di Itaca, a lungò errò per volere degli dei, prima di tornare in patria. Una volta Ulisse con la flotta giunse nell'isola dei Ciclopi. I Ciclopi, razza feroce e agreste, avevano un solo occhio in mezzo alla fronte e vivevano presso il mare in grotte. Forniti di grande forza del corpo, vivevano come pastori, si cibavano di pesci o carne di ovini o di formaggio, e estinguevano le sete con latte e acqua. Ulsisse con pochi compagni entrò nella grotta di Polifemo figlio di Nettuno e il Ciclope immemore dell'ospitalità chiuse nell'antro i poveri uomini: alcuni vennero divorati anche dal crudele mostro, poichè Polifemo disprezzava tutti i giuramenti degli dei e degli uomini. Allora Ulisse uomo forte e furbo, con un singolare stratagemma (decepit) il Ciclope. Offrì a Polifemo del vino e nel sonno con un tronco ardente acciecò il solo occhio del mostro, dopo legò i suoi compagni alle pecore e lui stesso all'ariete: così tutti incolumi uscirono dalla grotta.
Veteres poetae de prima generis humani aetate mira et incredibilia scripserunt. Nam deus Sturnus priscis hominibus vitam beatam sine curis ac laboribus, sine morbis doloribusque muneri dedit. Itaque haec felix aetas appellata est . Tum enim neque tempestatum vim neque marium et fluminum impetum neque caeli fulmina homines cognoscebant, sedver perenne erat: terra inarata fruges ferebat, arbores sponte dulcia poma praebebant, omni tempore viridia prata multitudine fragantium florum ornata erant. Inter animalia nullae erant inimicitiae: mites greges rapacium luporum insidias non timeband, feroces leones cum timidis cervis cibum communicabant. Homines omni cura et labore liberi vitam agebant: nondum atrocibus sceleribus, nondum acribus armis, nondum cruentis bellis omnium mentes animique perturbabantur.
Gli antichi poeti scrissero molte cose mirabili e incredibili sulla prima età del genere umano. Infatti il dio Saturno, allora re degli dei e degli uomini, diede in dono agli uomini primitivi, una vita beata senza affanni e fatiche, senza malattie e dolori, senza timore della morte. Questà felice età era chiamata "età dell'oro". Infatti allora gli uomini non conoscevano la forza delle tempeste, la violenza dei mari e dei fiumi, nè i fulmini del cielo, ma il clima era sempre mite e salubre, perchè era perennemente primavera. La terra inarata portava copiosi frutti, gli alberi offrivano spontaneamente dolci frutti, in ogni tempo i verdi prati erano ornati da una moltitudine di fiori profumati. Tra gli animali non c'erano inamicizie: i mansueti greggi non temevano non temevano le insidie dei lupi voraci, i feroci leoni dividevano il cibo con i timidi cervi. Ugualmente gli uomini, liberi da ogni affanno e fatica, vivevano concordi in pace: non temevano gli atroci delitti, le armi mortali, le atroci guerre, gli animi e le menti.
La seconda versione nn coincide con la fine che hai scritto, penso che te ne serve solo matà!
Cmq ciao!
:lol:lol eheh ti capisco
anke io ho quel libro e ho ftt quelle versioni!!!! xò non le ho qua penso di averle bruciate in un raptus di follia....
ely90 :
I segreti di Mario!!! :lol
No, cmq qst di Polifemo e Ulisse è una versione del libro di Flocchini, ce l'avevo a casa...
sono versioni da primo anno delle superiori, pertanto sono tutte NON d'autore...
Frs xò le trova, ci sono dei siti ke mettono le versioni cn riferimenti dai manuali di latino...!!!
Esatto è proprio di Flocchini!
comunque grazie mille! Ora vi posterò le altre...
Versione 2 pag.143 volume 1 "De Gallorum religione"
Prime parole: Haec fere de Gallorum religione et de Druidibus, Gallorum sacerdotibus, a Caesare traduntur...
Ultime parole:Nam undique ex Gallia adulescentium multitudo ad Druides concurrebat et iuvenes mira cum diligentia sacerdotum disciplinam ediscebant.
Versione b pag.24 "La battaglia di Filippi"
prime parole: Postquam Caesar coniuratorum pugionibus in Curia confossus est, Brutus et Cassius , coniurationis auctores, plebi Romanae invisi, urbe abire coacti sunt et in Asiam confugerunt, ubi copias contrahere pecuniamque conquirere coeperunt..
ultime parole: Postea L. Antonius consul, Marci frater, Octaviano bellum intulit, sed apud Perusiam victus (est) et captus est.
Versione 1 pag.31 "Filottete"
prime parole: Philoctetes, clarus sagittarius Thessalus, amicus Herculis fuit eiusque arma muneri accepit..
ultime parole: Tum Philoctetes Troiam rediit et Herculis sagittis Paridem multosque viros Troianos occidit eiusque virtute Troia capta est.
Versione 2 pag.32 "Ulisse e Polifemo"
prime parole: Postquam Troia a Graecis capta (est) et incendio deleta est, Ulixes, insulae Ithacae rex, diu deorum voluntate mare peragravit, antequam rediret domum...
ultime parole: Vinum Polyphemo praebuit et per somnum turpis monstri unum oculum trunco ardenti exussit; postea socios suos ad pecora et se ad arietem alligavit: ita omnes incolumes e spelunca evaserunt.
Versione 3 pag.33 "L'età dell'oro"
prime parole: Veteres poetae de prima generis humani aetate mira et incredibilia scripserunt...
ultime parole: Homines omni cura et labore liberi vitam agebant: nondum atrocibus sceleribus, nondum acribus armis, nondum cruentis bellis omnium mentes animique perturbabantur.
Le versioni sono queste... grazie mille in anticipo!!!!!!!!!!:)
I segreti di Mario!!! :lol
No, cmq qst di Polifemo e Ulisse è una versione del libro di Flocchini, ce l'avevo a casa...
sono versioni da primo anno delle superiori, pertanto sono tutte NON d'autore...
Frs xò le trova, ci sono dei siti ke mettono le versioni cn riferimenti dai manuali di latino...!!!
No, cmq qst di Polifemo e Ulisse è una versione del libro di Flocchini, ce l'avevo a casa...
sono versioni da primo anno delle superiori, pertanto sono tutte NON d'autore...
Frs xò le trova, ci sono dei siti ke mettono le versioni cn riferimenti dai manuali di latino...!!!
Cerco e trovo (nn sempre)!
Si :yes
Come faccio a trovare le versioni sul web?
eheh e ancora devo capire cm fai :D
:lol Cmq spesso le trovo le versioni sul web...
Ah...mi sembrava strano...:p
Sicuramente (nel senso che se le trovo sul web le posto sicuramente):lol!
marios46 :
trovo sicuramente
Io non le trovo quasi mai...:con
Si ma con il titolo ho trovato solo questo, se mettesse le parole trovo sicuramente quella giusta!
A me nn sembra sia la stessa... :O_o
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