Latino!

Viking
Ciao a tutti. Sono Viking e sono nuova di qui... oggi ho provato a fare una versione di latino ma come sempre c'è qualche periodo che non mi risulta. Vi posto qui la frase sperando che voi potiate aiutarmi.
Dal libro "Nuovo comprendere e tradurre" volume 1 pag.101 versione 1 "Nettuno".

Quia Neptunus et Minerva Athenis et in Attica praecipue coli volunt.

Grazie in anticipo! :)

Risposte
Mario
Ulisse giunse presso il Ciclope Poliremo, figlio di Nettuno. Gli era stato vaticinato dall’indovino Telemo che stesse in guardia affinché non fosse accecato da Ulisse. Egli aveva un occhio in mezzo alla fronte e mangiava carne umana. Ed egli dopo che aveva radunato nella spelonca il greggie poneva alla porta un grande masso di pietra. Quindi egli chiuse dentro Ulisse vedendo che non poteva resistere alla sua crudeltà e ferocia, lo stordì con il vino che aveva ricevuto da Marone e gli disse che si chiamava Nessuno. E così bruciando il suo occhio (di Poliremo) con un tronco ardente, egli con un suo grido chiamò gli altri Ciclopi e disse a loro dalla grotta chiusa: . Quelli credendo che lo dicesse per deriderli amichevolmente non lo tennero in considerazione. Ma Ulisse attaccò i suoi compagni alle pecore e lui stesso (si attaccò) ad un ariete e così uscirono.

ely90
Ulisse e Polifemo...
avevo quel libro a casa, ma la versione non era completa...

Mario
Ma quale versione è?

ely90
"Dopo che Troia è stata presa dai Greci e distrutta da un incendio, Ulisse, Re dell'isola di Itaca, una tempo percorse in lungo e in largo il mare per volontà degli dei, prima di ritornare a casa. Una volta ulise giunge con la flotta nell'isola dei Ciclopi. I Ciclopi, stirpe incivile ed agreste, avevanop un unico occhio nel mezzo della fronte e vivevano nelle spelonche presso il mare. Forniti di un corpo prestante, conducevano la vita come pastori, placavano la fame con pesci, o carne di ovini, o con latticini, la sete con latte ed acqua. Ulisse con pochi fra i suoi, entra nella spelonca di Polifemo, figlio di Nettuno, ed il Ciclope, immemore dell'ospitalità, chiuse in un antro gli infelici esseri umani:alcuni, furono anche divorati dal crudele mostro..."


è tutto qll ke potevo!!!

Mario
Didone, figlia del re dei tiri e sorella di Pigmalione, era sposa di Sicheo, uomo ricco di molti campi. Dopo la morte del padre occupò il regno Pigmalione, tiranno empio e feroce, che desideroso di ricchezze, davanti agli altari degli dei trafisse Sicheo con la spada. A mezzanotte, mentre Didone riposava ignare della disfatta, sognò l'immagine del marito e vide l'orribile delitto di Pigmalione dopo incita l'animo della moglie: Finchè rimarrai a casa, sarai in grande pericolo, dunque lascia la patria, lascia il fratello empio, ti mostrerò un tesoro sconosciuto, trova asilo con la fuga. Allora Didone, di nascosto prepara le navi e con pochi compagni fuggì da Tiro. Dopo una lunga navigazione i profughi giungono nel lido d'Africa e fondano una città, che è chiamata Cartagine. Didone, regina della nuova città, e consacra nella rocca un tempio a Giunone, dea dell'amore coniugale. Iarba, comandante dei popoli confinanti, voleva sposare la regina, ma Didone conservava la memoria del caro marito e rifiutò il matrimonio. Per molti anni la regina visse con animo tranquillo, finchè Enea, profugo da Troia, giunse a Cartagine e Didone per l'amore dell'uomo Troiano tradì la fedeltà verso Sicheo. Ma Enea lasciò la regina per volontà degli dei e si diresse con la flotta in Italia. Allora la povera Didone invoca l'ira e la vendetta degli dei: Un giorno verrà il vendicatore dell'offesa e opprimerà i nepoti del perfido troiano, vincerà le sue truppe, vasterà con ferro e fuoco i campi, espugnerà le loro città. Dopo prese la spada e si diede la morte.

Viking
Scusami! Me n'ero completamente dimenticata!
Versione 16 "Didone"
prime parole:
Didoni, Beli Tyriorum regis filiae et Pygmalionis sorori, coniunx erat Sychaeus, homo multis agris opulentus...
Tum misera Dido iram et vindictam deorum invocat:"Olim iniuriae ultor veniet et nepotes perfidi Troiani opprimet, eorum copias vincet, eorum agros ferro ignique vastabit, eorum urbes expugnabit". Postea gladium sumit et sibi mortem consciscit.

Poi ti manderò le altre! Fammi sapere! Grazie ancora! :)

Mario
Ehm...non ci siamo capiti!

Scrivi le prime e le ultime parole di ogni versione!

Viking
In realtà ci sarebbero.. sono anche tante..
del Volume 1
-pag.137 versione 16 "Didone"
pag.143 versione 2 "De Gallorum religione" + nota lessicale su religio e verifica della comprensione
-es.pag.19 con analisi delle funzioni (parti A e B)

Volume 2
-pag.24 versione b "La battaglia di Filippi"
-pag.31 versione 1:"Filottete" + verifica della comprensione
-pag.32 versione 2:"Ulisse e Polifemo" + verifica della comprensione
-pag.33 versione 3:"L'età dell'oro"+ nota lessicale su acer,acris,acre;-pag.34 versione:"Gaio Marcio Coriolano"
-pag.29 esercizio 25 parte A, frasi 8-14;parte B tutto

Ne ho di lavoro da fare!! :lol
Grazie per l'aiuto!!

Mario
Prego;)...cmq se servono altre versioni...

Viking
Grazie lo stesso! :)

Mario
non ho quel libro!

Viking
Per caso hai la verifica della comprensione che c'è sotto a pag.101 sempre della versione?

Mario
Prego;)!

Viking
Grazie mille!!! Mi sei stato di grande aiuto veramente! :)

Mario
clara est neptuni et minervae controversia de athenarum et totius atticae tutela.
quia neptunus et minerva athenis et in attica praecipue coli volunt, pretiosa dona incolis praebere statuunt:deus equum donat, oleam dea.
neptuni donum gratum est, sed olea necessaria vitae existimatur: sic minerva neptunum vincit et incolarum gratiam sibi conciliat. Tamen attici etiam neptunum ut deum bonum et generosum magna cum diligentia colunt.
Famosa è la controversia tra nettuno e minerva sulla tutela di Atene e di tutta l'Attica, poichè nettuno e minerva volevano essere onorati a Atene e in particolare in Attica, decisero di offrire agli abitanti preziosi doni : il dio offrì un cavallo, la dea l'ulivo. Il dono di nettuno fu gradito, ma l'ulivo fu considerato necessario alla vita: così minerva vinse nettuno e si procurò la grazie degli abitanti. Tuttavia gli Attici anche onorano con grande diligenza nettuno come un dio buono e generoso.

Ciao e benvenuta;)!

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