Help x Venerdi Un Tiranno Clemente da Valerio Massimo

donatoc08
:hi:thxPisistratus Atheniensium tyrannus, cum adulescens quidam accensus amore filiae eius virginis in publico eam osculatus esset, hortante uxore ut ab eo capitale supplicium sumeret respondit: >. Minime digna vox ore tyranni. In hunc modum filiae iniuriam toleravit, suam multo laudabilius. A thrasippo amico, inter cenam sine fine convicio laceratus, ita et animum et vocet ab ira cohibuit, ut putares satellitem a tyranno male audire. Tyrannus autem, veritus ne ille propter metum maturius se convivio subtraheret, Thrasippum discedentem invitatione familiari coepit retinere. Thrasippus concitatae temulentiae impetu evectus os eius sputo respersit nec tamen tali modo in vindictam sui valuit accendere. Pisistratus vero etiam filios suos violatae patris maiestati subvenire cupientes retraxit. Posteroque die, cum Thrasippus supplicium a se voluntaria morte exigere cuperet, tyrannus venit ad eum dataque fide se in eodem gradu amicitiae mansurum esse, ab incepto eum revocavit. Si nihil aliud dignum honore memoriae gessisset, his tamen factis abunde se posteritati commendavisset.

Mi serve la traduzione e i paradigmi... per favore..vi prego help...grazie anticipamente!!!

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donatoc08
Grazie mille ...sei un amico... ti prego ora mi servono solo i paradigmi x l'interrogazione...scusa se ti disturbo..ciao kiss...rispondi please!!
:thx:hi

cinci
Un giovane, innamorato di sua [di Pisistrato] figlia, le era corso incontro e l'aveva baciata pubblicamente: (al che) Pisistrato, tiranno ateniese [ho preferito, per una maggiore scorrevolezza, invertire e slegare la costruzione latina], mentre la moglie lo istigava a condannare a morte il giovane (per vendicare l'offesa subita), (così) rispose: "Se uccideremo coloro che ci amano, che (mai) faremo con coloro che ci odiano?".
Pochissime volte un parlare (così) assennato è stato udito provenire dalle labbra di un tiranno. In questo modo, perdonò l'offesa fatta alla figlia, e - in modo molto più degno di lode - una perpetrata nei propri confronti.

Una volta durante un banchetto, angustiato da rimbrotti continui dall'amico Trasippo - tale che l'avresti creduto (essere non un re ma) una guardia del corpo biasimata dal suo tiranno - riuscì a non alterare né la (buona disposizione del suo) animo né il tono della voce. Anzi, cominciò a trattenere con modi affabili ch'era in atto di andarsene, preoccupandosi (piuttosto) [veritus, da vereor] che quegli avesse smesso la sua tiritera, si fosse troppo presto per paura. Trasippo, sopraffatto dalla foga (tipica) di una molesta ubriachezza, arrivò a sputargli in viso: eppure non riuscì ad incorrere nella sua [del tiranno] vendetta. Il tiranno anzi frenò i propri figli, desiderosi di rimediare alla lesa maestà paterna.

Il giorno dopo, volendo Trasippo autopunirsi con la morte, (Pisistrato) si recò da lui e, promettendogli che sarebbero rimasti amici come prima, lo fece desistere dal (cattivo) proposito [di darsi appunto la morte]. Se (pure) non avesse fatto null'altro degno d'onore e di memoria, già solo questi fatti lo avrebbero reso abbastanza celebre nelle generazioni future [lett. per questi fatti si sarebbe consegnato abbondantemente alla posterità].

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