Gli uomini e la brama di conoscenza
Saepe homines tam vehementi cupiditate discendi addacuntur ut divitias et ipsius vitae commoda nihil omnino curent ac saepe ne valetudinis quidem habeant rationem. Archimedes,qui longe omnes doctos homines suae aetatis superavit, cum Romani Syracusas ingressi sunt, in pulvere formas geometricas sic intentus scribebat ut nihil, neque hostium adventum neque laetos victorum clamores,audiverit. Quare, cum a milite Romano qui eum non noverat oppressus esset, nullo modo se defendere potuit. Dantes Alagherius, olim in via procedens , librum legebat mente sic alte defixa ut nuptialem pompam, quae in via magno musicorum concentu ducebatur, non senserit. Nam ita attente legere solitus erat ut non posset, ne strepitu quidem maximo, a libro quem manu tenebat ut interdum nec famem nec sitim nec lassitudinem sentirent, sed omnes labores tolelarent ut suam doctrinae cupiditatem explerent.
Risposte
Spesso gli uomini sono attratti da un desiderio di apprendere così violento da non curare affatto le ricchezze e le comodità della propria vita e spesso non tenere neanche in conto la propria salute.
Archimede, che superò di molto tutti gli uomini sapienti della sua età, quando i Romani entrarono a Siracusa, scriveva nella polvere così assorto che non sentì nulla, né l’arrivo dei nemici, né i pianti dei concittadini e neppure le festose grida dei vincitori.
Per questo, quando fu sorpreso da un soldato romano che non lo conosceva, non riuscì a difendersi in alcun modo. Dante Alighieri, mentre una volta procedeva per una via, leggeva un libro, con la mente così fortemente concentrata da non accorgersi del festino nuziale che veniva svolto sulla via da una grande orchestra di musici.
Infatti era solito leggere così attentamente da non riuscire a staccarsi dal libro che aveva in mano, neppure per qualche grandissimo strepito. Possiamo elencare altri grandissimi uomini che furono così desiderosi di imparare che a volte non sentivano né la fame né la sete, ma sopportavano ogni fatica per soddisfare il proprio desiderio di cultura.
Archimede, che superò di molto tutti gli uomini sapienti della sua età, quando i Romani entrarono a Siracusa, scriveva nella polvere così assorto che non sentì nulla, né l’arrivo dei nemici, né i pianti dei concittadini e neppure le festose grida dei vincitori.
Per questo, quando fu sorpreso da un soldato romano che non lo conosceva, non riuscì a difendersi in alcun modo. Dante Alighieri, mentre una volta procedeva per una via, leggeva un libro, con la mente così fortemente concentrata da non accorgersi del festino nuziale che veniva svolto sulla via da una grande orchestra di musici.
Infatti era solito leggere così attentamente da non riuscire a staccarsi dal libro che aveva in mano, neppure per qualche grandissimo strepito. Possiamo elencare altri grandissimi uomini che furono così desiderosi di imparare che a volte non sentivano né la fame né la sete, ma sopportavano ogni fatica per soddisfare il proprio desiderio di cultura.
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