Frase di Cicerone!
Ciao! Avrei bisogno della traduzione di questa frase..
Quocirca mollis et enervata putanda est Peripateticorum ratio et oratio, qui perturbari animos necesse dicunt esse, sed adhibent modum quendam, quem ultra progredi non oporteat
Se riuscite a trovare tutta la versione sarebbe perfetto, così correggo la parte che ho fatto da sola (perchè c sarebbero alcune frasi che nn sono sicura siano corrette)
Inizia così: Ergo, hic, quisquis est qui moderatione
e finisce cn la frase di prima
Grazie!
Quocirca mollis et enervata putanda est Peripateticorum ratio et oratio, qui perturbari animos necesse dicunt esse, sed adhibent modum quendam, quem ultra progredi non oporteat
Se riuscite a trovare tutta la versione sarebbe perfetto, così correggo la parte che ho fatto da sola (perchè c sarebbero alcune frasi che nn sono sicura siano corrette)
Inizia così: Ergo, hic, quisquis est qui moderatione
e finisce cn la frase di prima
Grazie!
Risposte
allora chiudo!:hi
Si si, è quella... Grazie1000
Ergo, hic, quisquis est qui moderatione et constantia quietus animo est sibique ipse placatus, ut nec tabescat molestiis nec frangatur timore nec sitienter quid expetens ardeat desiderio nec alacritate futili gestiens deliquescat, is est sapiens quem quaerimus, is est beatus, cui nihil humanarum rerum aut intolerabile ad demittendum animum aut nimis laetabile ad ecferendum videri potest. Quid enim videatur ei magnum in rebus humanis, cui aeternitas omnis totiusque mundi nota sit magnitudo? Nam quid aut in studiis humanis aut in tam exigua brevitate vitae magnum sapienti videri potest, qui semper animo sic excubat, ut ei nihil inprovisum accidere possit, nihil inopinatum, nihil omnino novum?
[38] Atque idem ita acrem in omnis partis aciem intendit, ut semper videat sedem sibi ac locum sine molestia atque angore vivendi, ut, quemcumque casum fortuna invexerit, hunc apte et quiete ferat. Quod qui faciet, non aegritudine solum vacabit, sed etiam perturbationibus reliquis omnibus. HÏs autem vacuus animus perfecte atque absolute beatos efficit, idemque concitatus et abstractus ab integra certaque ratione non constantiam solum amittit, verum etiam sanitatem. Quocirca mollis et enervata putanda est Peripateticorum ratio et oratio, qui perturbari animos necesse dicunt esse, sed adhibent modum quendam, quem ultra progredi non oporteat.
Ho trovato questa.... ok?
E allora, chiunque [hic, quisquis est qui] si mostri tranquillo nell'intimo [lett. animo] e in amore ed accordo con se stesso [sibique ipse placatus], in virtù della (propria) moderazione e fermezza - tal che non si lasci logorare dalle preoccupazioni, né abbattere dal timore, né (tantomeno) consumare da un desiderio insaziabile [conviene riassumere così: nec sitienter quid expetens ardeat desiderio] o corrompere ["deliquescat"; il dizionario IL rende questo termine, proprio in riferimento a questo passo, con (fig.) "perdere di fermezza"] da una vana euforia - (ebbene) costui è (proprio) il saggio che stiamo cercando, è lui il felice (per eccellenza), (dato che) a lui nessuna umana piccolezza [nihil humanarum rerum] può sembrare (tanto) intollerabile da sconfortarlo o tanto augurabile da esaltarlo [insomma, il saggio è refrattario alle piccole, grandi gioie e dolori dei comuni esseri mortali…]. Del resto, cosa riveste grande importanza, tra le umane faccende, per chi (come lui) comprende [lett. la costruz. è al passivo] la (vera) eternità e grandezza dell'universo [domanda retorica; risposta: nulla]? E quale, tra le umane preoccupazioni - tenendo conto dell'estensione effimera della (nostra) vita - potrebbe apparire importante al saggio, ch'è così sempre all'erta e vigile [sic excubat animo] che nulla di nulla potrebbe mai coglierlo di sorpresa [conviene riassumere così: ut nihil inprovisum, nihil inopinatum, nihil omnino novum, possit accidere ei]?
E poi, egli [idem, sempre lui] ha un così serrato controllo delle situazioni [intendit aciem (vista, sguardo) ita acrem (sottile, acuto, penetrante) in partis (= -es) omnis (= -es)] che scorge sempre la dimora dove poter vivere senza (ricevere) fastidio e tristezza, per quanto - qualunque accidente la sorte (gli) riservi [lett. invexerit; legge dell' "anteriorità" temporale] - egli la sopporti (sempre) in modo tranquillo e distaccato. Così facendo, non solo stornerà la sofferenza, ma altresì tutte le altre passioni.
Per concludere [autem], un animo libero da queste (preoccupazioni e passioni) rende, in maniera perfetta e assoluta, (gli uomini) beati, mentre un animo in preda alle passioni [concitatus] e distolto dalla giusta e conveniente condotta razionale, non solo pregiudica la (propria) fermezza, ma anche la (propria stessa) salute.
Ma la traduzione non è tutta fino a
[38] Atque idem ita acrem in omnis partis aciem intendit, ut semper videat sedem sibi ac locum sine molestia atque angore vivendi, ut, quemcumque casum fortuna invexerit, hunc apte et quiete ferat. Quod qui faciet, non aegritudine solum vacabit, sed etiam perturbationibus reliquis omnibus. HÏs autem vacuus animus perfecte atque absolute beatos efficit, idemque concitatus et abstractus ab integra certaque ratione non constantiam solum amittit, verum etiam sanitatem. Quocirca mollis et enervata putanda est Peripateticorum ratio et oratio, qui perturbari animos necesse dicunt esse, sed adhibent modum quendam, quem ultra progredi non oporteat.
Ho trovato questa.... ok?
E allora, chiunque [hic, quisquis est qui] si mostri tranquillo nell'intimo [lett. animo] e in amore ed accordo con se stesso [sibique ipse placatus], in virtù della (propria) moderazione e fermezza - tal che non si lasci logorare dalle preoccupazioni, né abbattere dal timore, né (tantomeno) consumare da un desiderio insaziabile [conviene riassumere così: nec sitienter quid expetens ardeat desiderio] o corrompere ["deliquescat"; il dizionario IL rende questo termine, proprio in riferimento a questo passo, con (fig.) "perdere di fermezza"] da una vana euforia - (ebbene) costui è (proprio) il saggio che stiamo cercando, è lui il felice (per eccellenza), (dato che) a lui nessuna umana piccolezza [nihil humanarum rerum] può sembrare (tanto) intollerabile da sconfortarlo o tanto augurabile da esaltarlo [insomma, il saggio è refrattario alle piccole, grandi gioie e dolori dei comuni esseri mortali…]. Del resto, cosa riveste grande importanza, tra le umane faccende, per chi (come lui) comprende [lett. la costruz. è al passivo] la (vera) eternità e grandezza dell'universo [domanda retorica; risposta: nulla]? E quale, tra le umane preoccupazioni - tenendo conto dell'estensione effimera della (nostra) vita - potrebbe apparire importante al saggio, ch'è così sempre all'erta e vigile [sic excubat animo] che nulla di nulla potrebbe mai coglierlo di sorpresa [conviene riassumere così: ut nihil inprovisum, nihil inopinatum, nihil omnino novum, possit accidere ei]?
E poi, egli [idem, sempre lui] ha un così serrato controllo delle situazioni [intendit aciem (vista, sguardo) ita acrem (sottile, acuto, penetrante) in partis (= -es) omnis (= -es)] che scorge sempre la dimora dove poter vivere senza (ricevere) fastidio e tristezza, per quanto - qualunque accidente la sorte (gli) riservi [lett. invexerit; legge dell' "anteriorità" temporale] - egli la sopporti (sempre) in modo tranquillo e distaccato. Così facendo, non solo stornerà la sofferenza, ma altresì tutte le altre passioni.
Per concludere [autem], un animo libero da queste (preoccupazioni e passioni) rende, in maniera perfetta e assoluta, (gli uomini) beati, mentre un animo in preda alle passioni [concitatus] e distolto dalla giusta e conveniente condotta razionale, non solo pregiudica la (propria) fermezza, ma anche la (propria stessa) salute.
Ma la traduzione non è tutta fino a
io ho cercato ma su splash non c'è la traduzione
http://www.splash.it/latino/?path=/cicerone/rhetorica/tusculanae_disputationes/!04!liber_quartus/038.lat
http://www.splash.it/latino/?path=/cicerone/rhetorica/tusculanae_disputationes/!04!liber_quartus/038.lat
La prima frase è la stessa fino a videri potest, poi il mio libro a quanto pare salta tutta la parte delle domande, e re-inizia cn Atque idem ita acrem fino alla frase che ho messo prima..
XVII. [37] Ergo, hic, quisquis est qui moderatione et constantia quietus animo est sibique ipse placatus, ut nec tabescat molestiis nec frangatur timore nec sitienter quid expetens ardeat desiderio nec alacritate futili gestiens deliquescat, is est sapiens quem quaerimus, is est beatus, cui nihil humanarum rerum aut intolerabile ad demittendum animum aut nimis laetabile ad ecferendum videri potest. Quid enim videatur ei magnum in rebus humanis, cui aeternitas omnis totiusque mundi nota sit magnitudo? Nam quid aut in studiis humanis aut in tam exigua brevitate vitae magnum sapienti videri potest, qui semper animo sic excubat, ut ei nihil inprovisum accidere possit, nihil inopinatum, nihil omnino novum?
ho trovato questo ma non finisce con la frase che dici tu...
http://la.wikisource.org/wiki/Tusculan%C3%A6_Disputationes_-_Liber_IV
ho trovato questo ma non finisce con la frase che dici tu...
http://la.wikisource.org/wiki/Tusculan%C3%A6_Disputationes_-_Liber_IV
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