Correzione versioni di latino (72151)
Ciao! Potete correggermi questa versione per favore? grazie
SENECA LUCILIO SUO SALUTEM.Epistulas ad me perferendas tradidisti, ut scribis, amico tuo; deinde admones me ne omnia cum eo ad te pertinentia communicem, quia non soleas ne ipse quidem id facere: ita eadem epistula illum et dixisti amicum et negasti. Itaque si proprio illo verbo quasi publico usus es et sic illum amicum vocasti quomodo omnes candidatos "bonos viros" dicimus, quomodo obvios, si nomen non succurrit, "dominos" salutamus, hac abierit. Sed si aliquem amicum existimas cui non tantundem credis quantum tibi, vehementer erras et non satis nosti vim verae amicitiae. Tu vero omnia cum amico delibera, sed de ipso prius: post amicitiam credendum est, ante amicitiam iudicandum. Isti vero praepostero officia permiscent qui, contra praecepta Theophrasti, cum amaverunt iudicant, et non amant cum iudicaverunt.
-ne...communicem: che proposizione è? completiva
-verbp:che caso e che funzione logica esprime?
-quomodo: che proposizione introduce?
-cum amaverunt: che proposizione è? temporale
poi non ho capito molto bene il senso della versione..soprattutto la parte finale.
Seneca saluta il suo Lucilio.Tu hai consegnato ,come scrivi, le lettere al tuo amico per portarle a me; poi mi esorti a non parlare con lui di tutte le cose che ti riguardano poichè neppure tu stesso sei solito farlo: così in quella lettera hai sia affermato sia negato quello come amico (o che quello è amico?).Perciò se tu usi quella particolare parola come una parola quasi comune e così hai chiamato quello amico in quel modo noi diciamo uomini onesti tutti i candidati,in quel modo acclamiamo padroni coloro che incontriamo se non ci viene in mente il nome, in questo modo passi (??).Ma se ritieni amico qaualcuno a cui non credi tanto quanto a te stesso,sbagli molto e non conosci abbastanza la forza della vera amicizia. Invece esamina ogni cosa con l'amico, ma prima riguardo te stesso: poi bisogna credere all'amicizia,prima bisogna giudicare l'amicizia. Costoro in verità...
Grazie mille
p.s= potresti anche correggermi meglio il lessico suggerendomi parole più appropriate? grazie :)
SENECA LUCILIO SUO SALUTEM.Epistulas ad me perferendas tradidisti, ut scribis, amico tuo; deinde admones me ne omnia cum eo ad te pertinentia communicem, quia non soleas ne ipse quidem id facere: ita eadem epistula illum et dixisti amicum et negasti. Itaque si proprio illo verbo quasi publico usus es et sic illum amicum vocasti quomodo omnes candidatos "bonos viros" dicimus, quomodo obvios, si nomen non succurrit, "dominos" salutamus, hac abierit. Sed si aliquem amicum existimas cui non tantundem credis quantum tibi, vehementer erras et non satis nosti vim verae amicitiae. Tu vero omnia cum amico delibera, sed de ipso prius: post amicitiam credendum est, ante amicitiam iudicandum. Isti vero praepostero officia permiscent qui, contra praecepta Theophrasti, cum amaverunt iudicant, et non amant cum iudicaverunt.
-ne...communicem: che proposizione è? completiva
-verbp:che caso e che funzione logica esprime?
-quomodo: che proposizione introduce?
-cum amaverunt: che proposizione è? temporale
poi non ho capito molto bene il senso della versione..soprattutto la parte finale.
Seneca saluta il suo Lucilio.Tu hai consegnato ,come scrivi, le lettere al tuo amico per portarle a me; poi mi esorti a non parlare con lui di tutte le cose che ti riguardano poichè neppure tu stesso sei solito farlo: così in quella lettera hai sia affermato sia negato quello come amico (o che quello è amico?).Perciò se tu usi quella particolare parola come una parola quasi comune e così hai chiamato quello amico in quel modo noi diciamo uomini onesti tutti i candidati,in quel modo acclamiamo padroni coloro che incontriamo se non ci viene in mente il nome, in questo modo passi (??).Ma se ritieni amico qaualcuno a cui non credi tanto quanto a te stesso,sbagli molto e non conosci abbastanza la forza della vera amicizia. Invece esamina ogni cosa con l'amico, ma prima riguardo te stesso: poi bisogna credere all'amicizia,prima bisogna giudicare l'amicizia. Costoro in verità...
Grazie mille
p.s= potresti anche correggermi meglio il lessico suggerendomi parole più appropriate? grazie :)
Risposte
Grazie mille :)
Ciao selena :)
La traduzione della versione la trovi in questo appunto del sito : https://www.skuola.net/versioni-latino/seneca/ad-lucilium/seneca-lucilium-1-6x-3.html
1) ne omnia cum eo ad te pertinentia communicem ; qui la considererei più come proposizione finale: " tu mi esorti affinchè io non parli con lui delle cose che ti riguardano (l'hai tradotto anche abbastanza bene)
2) il termine "verbo" (parola) è un ablativo singolare ed è retto da usus es (dal verbo utor , usare, che regge proprio l'ablativo)
3) Quomodo introduce una proposizione relativa (nello stesso modo in cui...)
4) Si, è una proposizione temporale (introdotta ovviamente dal cum), come la successiva "non amant cum iudicaverunt"
così in quella lettera hai sia affermato sia negato quello come amico (o che quello è amico?): considera sottinteso il verbo esse: " mi hai detto e negato che (infinitiva) egli ti è amico.
e così hai chiamato quello amico in quel modo noi diciamo uomini onesti tutti i candidati,in quel modo acclamiamo padroni coloro che incontriamo se non ci viene in mente il nome, in questo modo passi (??): la trovi meglio espressa nell'appunto che ti ho linkato prima "...e tu lo hai chiamato amico nello stesso modo che noi usiamo dire "buoni uomini" tutti i candidati alle cariche pubbliche e salutiamo con la parola "signori" persone di cui non ci torna a mente il nome quando a caso li incontriamo per strada: e se è così passi pure."
:hi
La traduzione della versione la trovi in questo appunto del sito : https://www.skuola.net/versioni-latino/seneca/ad-lucilium/seneca-lucilium-1-6x-3.html
1) ne omnia cum eo ad te pertinentia communicem ; qui la considererei più come proposizione finale: " tu mi esorti affinchè io non parli con lui delle cose che ti riguardano (l'hai tradotto anche abbastanza bene)
2) il termine "verbo" (parola) è un ablativo singolare ed è retto da usus es (dal verbo utor , usare, che regge proprio l'ablativo)
3) Quomodo introduce una proposizione relativa (nello stesso modo in cui...)
4) Si, è una proposizione temporale (introdotta ovviamente dal cum), come la successiva "non amant cum iudicaverunt"
così in quella lettera hai sia affermato sia negato quello come amico (o che quello è amico?): considera sottinteso il verbo esse: " mi hai detto e negato che (infinitiva) egli ti è amico.
e così hai chiamato quello amico in quel modo noi diciamo uomini onesti tutti i candidati,in quel modo acclamiamo padroni coloro che incontriamo se non ci viene in mente il nome, in questo modo passi (??): la trovi meglio espressa nell'appunto che ti ho linkato prima "...e tu lo hai chiamato amico nello stesso modo che noi usiamo dire "buoni uomini" tutti i candidati alle cariche pubbliche e salutiamo con la parola "signori" persone di cui non ci torna a mente il nome quando a caso li incontriamo per strada: e se è così passi pure."
:hi