Correzione versione (275501)
mi servirebbe sapere se è corretta, grazie
Arachne, puella humili origine ex Lydia oriunda, telas mirabili artificio texebat atque splendide acu pingebat. Olim Arachne magna cum superbia coram omnibus cum Minerva, artium dea, se comparaverat. Tum dea, cum haec cognovit, anili habitu in Lydiam ad puellam venit et monuit: "Nulla mortalis mulier artificio te vincit, sed certe Minervae deae impar es!". At Arachne Minervae arroganter respondit: "Telae meae mirabiles sunt; ne Minerva dea quidem («neppure») peritiam meam superat!". Tum dea irata formam anilem removit, se exhibuit atque exclamavit: "Improba, cum poenam ob superbiam tuam cognoveris, frustra veniam meam petes! Semper filo dependebis, fila deduces telasque in aeternum texes!", statimque miseram puellam in araneam convertit.
Arcane, fanciulla dalle utili origini natica della Lidia, tesseva tele mirabilmente e le ricamava con l’ago in modo splendido. Un giorno Aracne, con gran superbia in pubblico si era paragonata a Minerva, dea delle arti. Allora la dea, saputolo, si recò in Lidia dalla fanciulla in sembianze di una vecchia e la ammonì “Nessuna delle mortali ti supera nell’arte del tessere, ma certamente non sei all’altezza di Minerva!”. Ma Aracne rispose arrogantemente a Minerva “ Le mie tele sono meravigliose; neppure la dea Minerva supera la mia perizia” Allora la dea adirata cancello da sé le sembianze senili, si rivelò e disse “Scellerata, quando sperimenterai il castigo per la tua superbia, invano invocherai il mio perdono! Sempre penderai da un filo, trarrai fili in giù e tesserai in eterno!”, e subito trasformò un ragno la misera ragazza.
Arachne, puella humili origine ex Lydia oriunda, telas mirabili artificio texebat atque splendide acu pingebat. Olim Arachne magna cum superbia coram omnibus cum Minerva, artium dea, se comparaverat. Tum dea, cum haec cognovit, anili habitu in Lydiam ad puellam venit et monuit: "Nulla mortalis mulier artificio te vincit, sed certe Minervae deae impar es!". At Arachne Minervae arroganter respondit: "Telae meae mirabiles sunt; ne Minerva dea quidem («neppure») peritiam meam superat!". Tum dea irata formam anilem removit, se exhibuit atque exclamavit: "Improba, cum poenam ob superbiam tuam cognoveris, frustra veniam meam petes! Semper filo dependebis, fila deduces telasque in aeternum texes!", statimque miseram puellam in araneam convertit.
Arcane, fanciulla dalle utili origini natica della Lidia, tesseva tele mirabilmente e le ricamava con l’ago in modo splendido. Un giorno Aracne, con gran superbia in pubblico si era paragonata a Minerva, dea delle arti. Allora la dea, saputolo, si recò in Lidia dalla fanciulla in sembianze di una vecchia e la ammonì “Nessuna delle mortali ti supera nell’arte del tessere, ma certamente non sei all’altezza di Minerva!”. Ma Aracne rispose arrogantemente a Minerva “ Le mie tele sono meravigliose; neppure la dea Minerva supera la mia perizia” Allora la dea adirata cancello da sé le sembianze senili, si rivelò e disse “Scellerata, quando sperimenterai il castigo per la tua superbia, invano invocherai il mio perdono! Sempre penderai da un filo, trarrai fili in giù e tesserai in eterno!”, e subito trasformò un ragno la misera ragazza.
Miglior risposta
La ritraduco letteralmente:
Aracne, fanciulla di umili origini originaria della Lidia, tesseva le tele con straordinaria perizia e ricamava magnificamente con l'ago. Un giorno Aracne con grande superbia si era paragonata davanti a tutti a Minerva, dea delle arti. Allora la dea, quando lo seppe, si recò in Lidia presso la fanciulla con le sembianze di una vecchia e la ammonì: «Nessuna donna mortale ti supera in abilità, ma sei certamente inferiore alla dea Minerva!». Ma Aracne rispose con arroganza a Minerva: «Le mie tele sono straordinarie; neppure la dea Minerva supera la mia abilità!». Allora la dea, irata, rimosse l'aspetto senile, si mostrò ed esclamò: «Sfrontata, quando conoscerai la punizione per la tua superbia, chiederai invano il mio perdono! Penderai per sempre da un filo, emetterai fili e tesserai tele in eterno!», e trasformò subito la sventurata fanciulla in un ragno.
Aracne, fanciulla di umili origini originaria della Lidia, tesseva le tele con straordinaria perizia e ricamava magnificamente con l'ago. Un giorno Aracne con grande superbia si era paragonata davanti a tutti a Minerva, dea delle arti. Allora la dea, quando lo seppe, si recò in Lidia presso la fanciulla con le sembianze di una vecchia e la ammonì: «Nessuna donna mortale ti supera in abilità, ma sei certamente inferiore alla dea Minerva!». Ma Aracne rispose con arroganza a Minerva: «Le mie tele sono straordinarie; neppure la dea Minerva supera la mia abilità!». Allora la dea, irata, rimosse l'aspetto senile, si mostrò ed esclamò: «Sfrontata, quando conoscerai la punizione per la tua superbia, chiederai invano il mio perdono! Penderai per sempre da un filo, emetterai fili e tesserai tele in eterno!», e trasformò subito la sventurata fanciulla in un ragno.
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