Aiuto....versione urgentissima x domani...
Alexander Bactrianorum regionem. Artabazo tradidit ibi cum presidio sarcinas impedimentaque reliquens. Deinde cum expedito agmine loca deserta Sogdianorum intravit, nocturno itinere copias ducens. Per multa stadia ne modicus quidam humor existebat: milites siti ardebant. Harenas autem fervens aestivi solis vapor accendebat; caligo immodico terrae fervore excitata lucem tegebat; tellus vastum et torridum aequor apparebat. Itaque militibus solum nocturnum iter tollerabile erat, quia rore nocturno corpora debilita levabantur; ceterum calor cum luce proveniens omnem naturalem humorem siccabat; ora visceraque penitus urebantur. Quare brevi tempore primum militum animi, deinde corpora deficere coeperunt.
( da Curzio Rufo)
è x domani.... vi prego aiutatemi... baci
grazie mille
( da Curzio Rufo)
è x domani.... vi prego aiutatemi... baci
grazie mille
Risposte
Prego :XD;)
Alla prossima :hi
Alla prossima :hi
grazie mille sei un angelo...
Questo che ti metto di seguito è il testo originale di Curzio Rufo con la traduzione: molte frasi sono simili, perciò puoi aiutarti nella traduzione!
Curzio Rufo - Historiarum Alexandri Magni - Liber Vii - 5
Igitur, Bactrianorum regione Artabazo tradita, sarcinas et inpedimenta ibi cum praesidio relinquit. Ipse cum expedito agmine loca deserta Sogdianorum intrat, nocturno itinere exercitum ducens: aquarum, ut ante dictum est, penuria prius desperatione quam desiderio bibendi sitim accendit. Per CCCC stadia ne modicus quidem humor existit. Harenas vapor aestivi solis accendit; quae ubi flagrare coeperunt, haud secus quam continenti incendio cuncta torrentur. Caligo deinde inmodico terrae fervore excitata lucem tegit, camporumque non alia qua vasti et profundi aequoris species est. Nocturnum iter tolerabile videbatur, quia rore et matutino frigore corpora levabantur. Ceterum cum ipsa luce aestus oritur, omnemque naturalem absorbet humorem siccitas; ora visceraque penitus uruntur. Itaque primum animi, deinde corpora deficere coeperunt.
Quindi, affidata la regione della Battriana ad Artabazo, vi lasciò i bagagli e le salmerie assieme ad una guarnigione. Egli, con un drappello di uomini armati alla leggera, penetrò nelle desolate terre dei Sogdiani, guidando l’esercito in una marcia notturna: come si è detto prima, la mancanza d’acqua suscitava la sete più per disperazione di trovarne che per l’effettivo desiderio di bere. Per quattrocento stadi non vi era nessuna traccia di acqua. La vampa del sole estivo rendeva incandescente la sabbia, ed ogni cosa veniva arsa, quando essa cominciava a bruciare, proprio come in un ininterrotto incendio. Quindi la nebbia, provocata dall’eccessivo calore, del suolo, celava la luce, e l’aspetto delle pianure non è altro che quello di una vasta e profonda distesa d’acqua. La marcia notturna pareva sopportabile, dato che i corpi trovavano ristoro nella rugiada e nel fresco del mattino. Per il resto il calore sorgeva assieme alla stessa luce, e l’arsura assorbiva tutta l’umidità naturale; i volti e le viscere erano quasi inariditi. Pertanto cominciavano a venir meno dapprima gli animi, quindi i corpi.
Curzio Rufo - Historiarum Alexandri Magni - Liber Vii - 5
Igitur, Bactrianorum regione Artabazo tradita, sarcinas et inpedimenta ibi cum praesidio relinquit. Ipse cum expedito agmine loca deserta Sogdianorum intrat, nocturno itinere exercitum ducens: aquarum, ut ante dictum est, penuria prius desperatione quam desiderio bibendi sitim accendit. Per CCCC stadia ne modicus quidem humor existit. Harenas vapor aestivi solis accendit; quae ubi flagrare coeperunt, haud secus quam continenti incendio cuncta torrentur. Caligo deinde inmodico terrae fervore excitata lucem tegit, camporumque non alia qua vasti et profundi aequoris species est. Nocturnum iter tolerabile videbatur, quia rore et matutino frigore corpora levabantur. Ceterum cum ipsa luce aestus oritur, omnemque naturalem absorbet humorem siccitas; ora visceraque penitus uruntur. Itaque primum animi, deinde corpora deficere coeperunt.
Quindi, affidata la regione della Battriana ad Artabazo, vi lasciò i bagagli e le salmerie assieme ad una guarnigione. Egli, con un drappello di uomini armati alla leggera, penetrò nelle desolate terre dei Sogdiani, guidando l’esercito in una marcia notturna: come si è detto prima, la mancanza d’acqua suscitava la sete più per disperazione di trovarne che per l’effettivo desiderio di bere. Per quattrocento stadi non vi era nessuna traccia di acqua. La vampa del sole estivo rendeva incandescente la sabbia, ed ogni cosa veniva arsa, quando essa cominciava a bruciare, proprio come in un ininterrotto incendio. Quindi la nebbia, provocata dall’eccessivo calore, del suolo, celava la luce, e l’aspetto delle pianure non è altro che quello di una vasta e profonda distesa d’acqua. La marcia notturna pareva sopportabile, dato che i corpi trovavano ristoro nella rugiada e nel fresco del mattino. Per il resto il calore sorgeva assieme alla stessa luce, e l’arsura assorbiva tutta l’umidità naturale; i volti e le viscere erano quasi inariditi. Pertanto cominciavano a venir meno dapprima gli animi, quindi i corpi.
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