Aiuto, ugente

francescaparisella
Scusate mi servirebbe la traduzione di "Forum Romanum" del libro Roma Aeterna

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ShattereDreams
Al di sotto del colle Capitolino e Palatino c'è il foro Romano. Un tempo in quella valle c'era una grande palude che fu prosciugata solo quando l'acqua della palude venne condotta nel fiume attraverso una fogna sotterranea che è chiamata "Cloaca Massima". Da ultimo fu prosciugata la zona al centro del foro che è detta "lago Curzio" dal nome di un cavaliere che si racconta sia precipitato armato con il suo cavallo nella voragine lì costituitasi. Un gran numero di uomini si raduna ogni giorno nel foro Romano, il luogo più celebre della città, che è cinto da molti edifici pubblici e sacri. I più grandi edifici pubblici sono le due basiliche: l'Emilia e la Giulia. La basilica è un edificio pubblico in cui si sbrigano molte faccende e si amministra la giustizia tra i cittadini. Prima che quelle basiliche venissero costruite, nel foro c'erano botteghe: botteghe antiche nel luogo in cui è situata la basilica Giulia, botteghe nuove nel luogo della basilica Emilia. Ora invece le merci sono vendute per le strade e in altri fori. Accanto alla basilica Emilia, in quella parte del foro che è chiamata Comizio, è posta la Curia, cioè l'edificio in cui il senato Romano è solito riunirsi. Il senato è costituito da seicento senatori, cittadini molto nobili, che prima dell'epoca di Cesare avevano grandissimo potere nello stato. Ora però i senatori sono convocati nell'antica curia Ostilia, che era posta un po' a settentrione fuori dal Comizio. La celebre strada che esce nel foro, tra la Curia e la basilica Emilia, è chiamata Argileto. Davanti al Comizio c'è un luogo più elevato dal quale gli oratori tengono discorsi al popolo. "Rostri" è il nome di questo luogo, poiché è ornato dei rostri delle navi catturate ("rostro", infatti, è chiamata quell'asta di ferro che sporge dalla prua della nave da guerra come il rostro di un uccello). Molti oratori illustri salirono sui Rostri per tenere discorsi al popolo e non sono certamente questi i Rostri da cui M Tullio Cicerone, il più celebre oratore tra tutti quelli che ci furono a Roma, tenne discorsi, infatti i Rostri antichi, che erano posti nello stesso Comizio, furono distrutti assieme all'antica Curia da Giulio Cesare, avendo costruito una nuova curia. Tra i templi sacri del foro Romano c'è il piccolissimo, ma antichissimo tempio di Giano, che è posto nella parte più bassa dell'Argileto. Quel tempio ha due accessi o porte che furono chiuse soltanto quando fu fatta la pace per tutto l'impero del popolo Romano, per mare e per terra - cosa che per settant'anni tra Romolo e Augusto avvenne solo due volte. In realtà Augusto, avendo vinto ad Azio, promontorio dell'Epiro, la flotta di M. Antonio, ordinò che il tempio di Giano venisse chiuso per la terza volta. Nella parte opposta del foro c'è l'antichissimo tempio di Vesta, che ha forma rotonda, non quadrata. Vesta è la dea del focolare e delle cose domestiche, nel cui tempio arde il fuoco eterno e non c'è alcuna statua della dea. Sei vergini Vestali, scelte tra le figlie dei Romani più illustri, provvedono che il fuoco di Vesta non si spenga mai, infatti quel fuoco sempre ardente vuol dire che Roma è una città eterna. Presso il tempio di Vesta c'è l'atrio di Vesta, cioè l'abitazione delle Vestali, e la Regia, abitazione del pontefice massimo, nella quale si dice un tempo abitassero i re Romani. (Il pontefice massimo è il sommo sacerdote, che è posto a capo di tutti gli altri sacerdoti Romani). Davanti alla Regia c'è il tempio consacrato a C. Giulio Cesare, che è chiamato tempio del divo Giulio. Cesare infatti, come alcuni principi Romani, dopo la morte venne considerato nel numero degli dei e chiamato "divo". Il tempio del divo Giulio fu costruito da Augusto nello stesso luogo in cui il corpo di Cesare era stato cremato, mentre i cittadini piangevano, dopo che il console Marco Antonio lodò con una celeberrima orazione il suo amico morto. Da entrambi i lati della basilica Giulia sono situati grandi templi, da destra, sotto il colle Capitolino, il tempio di Saturno, da sinistra il tempio di Castore e Polluce. Il tempio di Saturno è l'erario del popolo Romano, cioè il luogo dove viene depositato e custodito il denaro pubblico. Il senato e il popolo Romano ricostruì questo tempio antichissimo, distrutto da un incendio, come è scritto sul frontone. Il tempio di Castore fu consacrato agli dei Castore e Polluce, figli gemelli di Giove, che molto spesso vennero ai aiuto ai Romani durante i combattimenti. Tra questo tempio e quello del divo Giulio il senato e il popolo Romano, dopo il combattimento fatto presso Azio, costruì ad Augusto vincitore un arco di marmo. Il tempio del divo Augusto è posto dietro la basilica Giulia. Al di sotto del Campidoglio, presso il Tabulario, ci sono i templi della Concordia e del Divo Vespasiano. L'antico tempio della Concordia si dice sia stato costruito nel periodo in cui, dal momento che una lunga discordia aveva diviso il popolo Romano in due fazioni molto ostili tra loro, i patrizi e i plebei, alla fine fu restituita la concordia tra tutti i cittadini. Poi, negli anni di Augusto, il senato e il popolo Romano ricostruì il tempio della Concordia, crollato per la vetustà. Presso il tempio della Concordia c'è il carcere, la cui parte sotterranea, terribile e disgustosa per l'odore e le tenebre, è chiamato Tulliano. Molti nemici dei Romani furono torturati nel Tulliano. Il tempio del divo Vespasiano, costruito dai figli di Tito e Domiziano, fu dedicato da Domiziano al padre morto. Vicino al tempio del divo Vespasiano c'è un portico consacrato a dodici dei e dee, dei quali ci sono statue d'oro nel portico. I nomi delle dodici divinità sono racchiusi in questi versi di Ennio: Giunone, Vesta, Minerva, Cerere, Diana, Venere, Marte, Mercurio, Giove, Nettuno, Vulcano, Apollo. Molte vie portano al foro da tutte le parti della città, come l'Argileto, la via Sacra, la via Nuova, il vico Tusco, il vico Iugario e il clivo Capitolino, dal quale i comandanti vittoriosi salgono sul Campidoglio. (Clivo è chiamata la strada che è stata costruita sul pendio di un monte). Nella parte più alta della via Sacra, sotto il clivo Palatino, c'è l'arco di Tito, del quale si dovrà presto parlare, e il tempio di Giove Statore. Il senato si radunò in questo tempio nel giorno in cui il console Cicerone, tenuta la celeberrima orazione contro Catilina, nemico della patria, lo cacciò dal senato e dalla città. Il vico Tusco collega il foro Romano al foro Boario, cioè il celebre foro vicino al fiume Tevere dove sono messi in vendita buoi e altro bestiame. Sull'ara Massima, che è posta nel foro Boario, si fanno sacrifici a Ercole, dio Greco. Ercole infatti, in tempi antichi, condusse in questo luogo buoi di bell'aspetto ed eresse qui, dove la parte della città prende il nome dal bue, l'altare che è detto "Massimo", come racconta Ovidio in versi.
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