Aiuto prof
caro prof le propongo due traduzioni della stessa versione del de bello gallico
quarto libro, 13cap.
qual è la differenza tra le due
arbitrabatur può essere tradotto con stimava giusto?
e la perifrastica passiva può essere tradotta così come nella seconda traduzione?
Hoc facto proelio Caesar neque iam sibi legatos audiendos neque condiciones accipiendas arbitrabatur ab iis qui per dolum atque insidias petita pace ultro bellum intulissent; expectare vero dum hostium copiae augerentur equitatus reverteretur summae dementiae esse iudicabat, et cognita Gallorum infirmitate quantum iam apud eos hostes uno proelio auctoritatis essent consecuti sentiebat; quibus ad consilia capienda nihil spatii dandum existimabat. His constitutis rebus et consilio cum legatis et quaestore communicato, ne quem diem pugnae praetermitteret, oportunissima res accidit, quod postridie eius diei mane eadem et perfidia et simulatione usi Germani frequentes, omnibus principibus maioribusque natu adhibitis, ad eum in castra venerunt,
Fatta questa battaglia, Cesare pensava che ormai non doveva ascoltare gli ambasciatori né accogliere condizioni da parte loro, che avevano mosso la guerra con l’inganno e le insidie, dopo aver chiesto la pace; aspettare poi fin che le truppe dei nemici fossero aumentate e ritornasse la cavalleria, lo considerava di grande stoltezza e saputa la leggerezza dei Galli si accorgeva quanto di prestigio ormai presso di loro avessero ottenuto. Riteneva che non bisognava dare ad essi nessuno spazio (di tempo) per prendere decisioni. Stabilite queste cose e comunicato il piano con i legati ed il questore, di non rimandare nessun giorno per la battaglia, molto opportunamente accadde il fatto che il giorno seguente a quello di mattina, servendosi della stessa slealtà e falsità, usati tutti i capi ed anziani, numerosi vennero da lui
Dopo tale scontro, Cesare ormai non stimava giusto ascoltare gli ambasciatori o accogliere le proposte di un popolo che, dopo aver chiesto pace, aveva deliberatamente aperto le ostilità con agguati e imboscate; d'altro canto, considerava pura follia aspettare che il numero dei nemici aumentasse con il rientro della cavalleria e, ben conoscendo la volubilità dei Galli, intuiva quanto prestigio i Germani avessero già acquisito con una sola battaglia; perciò, riteneva di non dover assolutamente concedere loro il tempo di prendere decisioni. Aveva già assunto tali risoluzioni e informato i legati e il questore che non intendeva differire l'attacco neppure di un giorno, quando si presentò un'occasione veramente favorevole: proprio la mattina seguente i Germani, sempre con la stessa perfida ipocrisia, si presentarono al campo di Cesare, in gran numero, con tutti i principi e i più anziani.
grazie grazie
quarto libro, 13cap.
qual è la differenza tra le due
arbitrabatur può essere tradotto con stimava giusto?
e la perifrastica passiva può essere tradotta così come nella seconda traduzione?
Hoc facto proelio Caesar neque iam sibi legatos audiendos neque condiciones accipiendas arbitrabatur ab iis qui per dolum atque insidias petita pace ultro bellum intulissent; expectare vero dum hostium copiae augerentur equitatus reverteretur summae dementiae esse iudicabat, et cognita Gallorum infirmitate quantum iam apud eos hostes uno proelio auctoritatis essent consecuti sentiebat; quibus ad consilia capienda nihil spatii dandum existimabat. His constitutis rebus et consilio cum legatis et quaestore communicato, ne quem diem pugnae praetermitteret, oportunissima res accidit, quod postridie eius diei mane eadem et perfidia et simulatione usi Germani frequentes, omnibus principibus maioribusque natu adhibitis, ad eum in castra venerunt,
Fatta questa battaglia, Cesare pensava che ormai non doveva ascoltare gli ambasciatori né accogliere condizioni da parte loro, che avevano mosso la guerra con l’inganno e le insidie, dopo aver chiesto la pace; aspettare poi fin che le truppe dei nemici fossero aumentate e ritornasse la cavalleria, lo considerava di grande stoltezza e saputa la leggerezza dei Galli si accorgeva quanto di prestigio ormai presso di loro avessero ottenuto. Riteneva che non bisognava dare ad essi nessuno spazio (di tempo) per prendere decisioni. Stabilite queste cose e comunicato il piano con i legati ed il questore, di non rimandare nessun giorno per la battaglia, molto opportunamente accadde il fatto che il giorno seguente a quello di mattina, servendosi della stessa slealtà e falsità, usati tutti i capi ed anziani, numerosi vennero da lui
Dopo tale scontro, Cesare ormai non stimava giusto ascoltare gli ambasciatori o accogliere le proposte di un popolo che, dopo aver chiesto pace, aveva deliberatamente aperto le ostilità con agguati e imboscate; d'altro canto, considerava pura follia aspettare che il numero dei nemici aumentasse con il rientro della cavalleria e, ben conoscendo la volubilità dei Galli, intuiva quanto prestigio i Germani avessero già acquisito con una sola battaglia; perciò, riteneva di non dover assolutamente concedere loro il tempo di prendere decisioni. Aveva già assunto tali risoluzioni e informato i legati e il questore che non intendeva differire l'attacco neppure di un giorno, quando si presentò un'occasione veramente favorevole: proprio la mattina seguente i Germani, sempre con la stessa perfida ipocrisia, si presentarono al campo di Cesare, in gran numero, con tutti i principi e i più anziani.
grazie grazie
Risposte
allora piccolopollo :hi...
per quanto riguarda la traduzione, l'interpretazione data ad una pagina latina o greca deve tener conto del « target », ovvero dell'utente finale a cui è destinata. Io sono dell'idea che, nei limiti del possibile, è sempre auspicabile attenersi al testo da tradurre nella maniera più letterale, per non discostarsi troppo dal pensiero di chi scrive che, anche se scomparso da millenni, è vivo nella scrittura e nell'espressione.
Tuttavia, nella traduzione c'è anche l'esigenza di rispettare la propria lingua, quindi un po' di libertà non è male.
Valuterò le due traduzioni...ok ?...a presto :lol
una curiosità ...come mai a 38 anni una versione di Cesare ?
per quanto riguarda la traduzione, l'interpretazione data ad una pagina latina o greca deve tener conto del « target », ovvero dell'utente finale a cui è destinata. Io sono dell'idea che, nei limiti del possibile, è sempre auspicabile attenersi al testo da tradurre nella maniera più letterale, per non discostarsi troppo dal pensiero di chi scrive che, anche se scomparso da millenni, è vivo nella scrittura e nell'espressione.
Tuttavia, nella traduzione c'è anche l'esigenza di rispettare la propria lingua, quindi un po' di libertà non è male.
Valuterò le due traduzioni...ok ?...a presto :lol
una curiosità ...come mai a 38 anni una versione di Cesare ?