Aiutatemi mi serve per il kompito
aiutatemi oggi di nascosto abbiamo visto il titolo della versione di domani del kompito si intitola giuliano e l'autore è eutropio
Risposte
MA SE AVETE VISTO ANCHE IL LIBRO PROVA A DIRLO O DESCRIVERLO CHE MAGARI QUALCUNO HA LO STESSO LIBRO E TI PUò AIUTARE ANCORA MEGLIO
grazzie lessy
vbbè cmq In bokka al lupo x dmn!:hi:yes
pensi ke sia questa io faccio il secondo liceo e ho fatto l'infinitiva la finale e la causale come modi verbali tutti fino alle deponenti
Hinc Iulianus rerum potitus est ingentique apparatu Parthis intulit bellum, cui expeditioni ego quoque interfui. Aliquot oppida et castella Persarum in deditionem accepit vel vi expugnavit Assyriamque populatus castra apud Ctesiphontem stativa aliquamdiu habuit. Remeansque victor, dum se inconsultius proeliis inserit, hostili manu interfectus est VI Kal. Iul., imperii anno septimo, aetatis altero et tricesimo, atque inter Divos relatus est, vir egregius et rem publicam insigniter moderaturus, si per fata licuisset. Liberalibus disciplinis adprime eruditus, Graecis doctior atque adeo, ut Latina eruditio nequaquam cum Graeca scientia conveniret, facundia ingenti et prompta, memoriae tenacissimae, in quibusdam philosopho propior. In amicos liberalis, sed minus diligens quam tantum principem decuit. Fuerunt enim nonnulli, qui vulnera gloriae eius inferrent. In provinciales iustissimus et tributorum, quatenus fieri posset, repressor. Civilis in cunctos, mediocrem habens aerarii curam, gloriae avidus ac per eam animi plerumque inmodici, religionis Christianae nimius insectator, perinde tamen, ut cruore abstineret, M. Antonino non absimilis, quem etiam aemulari studebat.
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Quindi Giuliano s'impadronì del potere e con grande apparato mosse guerra ai Parti, alla quale spedizione partecipai anch'io. Ricevette in resa alcune fortezze e castelli dei Persiani o li prese con la forza e devastata l'Assiria per qualche tempo ebbe l'accampamento presso Ctesifonte. E tornando vincitore mentre sbadatamente si mesce alla mischia, fu ucciso da mano nemica il 24 Giugno dopo sette anni di regno, trentadue anni d'età e fu posto fra gli Dei, uomo singolare e che avrebbe governato magnificamente lo Stato se l'avesse permesso il destino. Eruditissimo nelle arti liberali, più dotto nelle Greche e a tal punto che l'erudizione Latina in alcun modo non stava a paro con la coltura ellenistica, di facondia grande e pronta, di memoria tenacissima, in certe cose s'accostava al filosofo. Con gli amici liberale, ma meno scrupoloso che non convenisse a sì gran principe. Ci furono infatti alcuni che recarono offesa alla sua gloria. Coi provinciali fu giustissimo e diminuì i tributi per quanto fosse possibile. Affabile con tutti, ebbe mediocre cura dell'erario, avido di gloria e per quella d'animo per lo più smodato, troppo accanito contro la religione Cristiana, però in modo da astenersi dal sangue, non dissimile da M. Antonio, che anche cercava di emulare.
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[16] Quindi Giuliano si impadronì della supremazia politica e con una grande preparazione mosse guerra ai Parthi; a questa spedizione presi parte anche io. Indusse alla resa alcune fortezze e castelli dei Persiani o li espugnò con la forza e, devastata l’Assiria, per qualche tempo fissò campo stabile presso Ctesifonte. E tornando vincitore, mentre si gettò assai temerariamente in mezzo a dei combattimenti, fu ucciso per mano nemica il 26 giugno nel settimo anno di governo, trentaduesimo di età, e fu richiamato tra gli dei, uomo eccellente e che avrebbe brillantemente guidato lo Stato se gli fosse stato concesso dal fato. Erudito moltissimo nelle discipline liberali, più dotto in quelle greche al punto che il sapere latino non potesse venire affatto comparato con la conoscenza greca; con una grande e pronta eloquenza e di tenacissima memoria, mentre per alcune cose era decisamente simile a un filosofo. Generoso verso gli amici, ma meno formale di quanto si addicesse a un principe. Ci furono in verità alcuni che recarono offesa alla sua gloria. Fu molto benigno verso i provinciali e repressore dei tributi fino a dove fosse in suo potere. Gentile verso tutti, avendo una cura giusta dell’erario, desideroso di gloria e per quella di animo decisamente bramoso, troppo persecutore della religione cristiana allo stesso tempo tuttavia trattenendosi dallo spargimento di sangue, non diverso da Marco Antonino (l’imperatore Marco Aurelio, n.d.t.), il quale anzi cercava di imitare
nn so se è qst...fammi sapere:hi
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Quindi Giuliano s'impadronì del potere e con grande apparato mosse guerra ai Parti, alla quale spedizione partecipai anch'io. Ricevette in resa alcune fortezze e castelli dei Persiani o li prese con la forza e devastata l'Assiria per qualche tempo ebbe l'accampamento presso Ctesifonte. E tornando vincitore mentre sbadatamente si mesce alla mischia, fu ucciso da mano nemica il 24 Giugno dopo sette anni di regno, trentadue anni d'età e fu posto fra gli Dei, uomo singolare e che avrebbe governato magnificamente lo Stato se l'avesse permesso il destino. Eruditissimo nelle arti liberali, più dotto nelle Greche e a tal punto che l'erudizione Latina in alcun modo non stava a paro con la coltura ellenistica, di facondia grande e pronta, di memoria tenacissima, in certe cose s'accostava al filosofo. Con gli amici liberale, ma meno scrupoloso che non convenisse a sì gran principe. Ci furono infatti alcuni che recarono offesa alla sua gloria. Coi provinciali fu giustissimo e diminuì i tributi per quanto fosse possibile. Affabile con tutti, ebbe mediocre cura dell'erario, avido di gloria e per quella d'animo per lo più smodato, troppo accanito contro la religione Cristiana, però in modo da astenersi dal sangue, non dissimile da M. Antonio, che anche cercava di emulare.
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[16] Quindi Giuliano si impadronì della supremazia politica e con una grande preparazione mosse guerra ai Parthi; a questa spedizione presi parte anche io. Indusse alla resa alcune fortezze e castelli dei Persiani o li espugnò con la forza e, devastata l’Assiria, per qualche tempo fissò campo stabile presso Ctesifonte. E tornando vincitore, mentre si gettò assai temerariamente in mezzo a dei combattimenti, fu ucciso per mano nemica il 26 giugno nel settimo anno di governo, trentaduesimo di età, e fu richiamato tra gli dei, uomo eccellente e che avrebbe brillantemente guidato lo Stato se gli fosse stato concesso dal fato. Erudito moltissimo nelle discipline liberali, più dotto in quelle greche al punto che il sapere latino non potesse venire affatto comparato con la conoscenza greca; con una grande e pronta eloquenza e di tenacissima memoria, mentre per alcune cose era decisamente simile a un filosofo. Generoso verso gli amici, ma meno formale di quanto si addicesse a un principe. Ci furono in verità alcuni che recarono offesa alla sua gloria. Fu molto benigno verso i provinciali e repressore dei tributi fino a dove fosse in suo potere. Gentile verso tutti, avendo una cura giusta dell’erario, desideroso di gloria e per quella di animo decisamente bramoso, troppo persecutore della religione cristiana allo stesso tempo tuttavia trattenendosi dallo spargimento di sangue, non diverso da Marco Antonino (l’imperatore Marco Aurelio, n.d.t.), il quale anzi cercava di imitare
nn so se è qst...fammi sapere:hi
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