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riassunto di chichibio e la gru
Risposte
chichibio e la gru
Viveva a Firenze un nobile cittadino, chiamato messer Corrado, generoso con tutti, il quale, buon cavaliere, si dilettava continuamente di cani e di uccelli, per non parlare delle sue opere di maggiore conto. Un giorno, nei pressi di Peretola, egli prese col falcone una bella gru, e, trovatala giovane e grassa, la mandò a un suo abile cuoco, che si chiamava Chichibio, con l’ordine di arrostirla con ogni cura e servirgliela a cena.
Chichibio la prese e si accinse subito a cuocerla; e quando la cottura fu quasi al termine, cominciò a diffondersi attorno un odore gradevolissimo. Venne a passar di lì una ragazzetta della contrada, la quale era chiamata Brunetta e di cui il buon Chichibio era innamoratissimo; ella entrò nella cucina e, nel sentirne l’odore della gru e nel vederla sul fuoco, si mise a pregar Chichibio di dargliene una coscia.
- No davvero – rispose Chichibio, - proprio non posso.
Donna Brunetta se ne corrucciò molto e infine disse:
- In fede di Dio, se non me la date, vi giuro che non vi guarderò più in faccia.
E così andarono avanti a litigare. Finché Chichibio, per non vederla adirata, tagliò una coscia alla gru e gliela diede. La gru fu portata così, senza una coscia, alla mensa di Corrado che aveva convitato un amico suo; e Corrado, molto stupito, fece chiamar Chichibio e gli chiese che cosa fosse avvenuto dell’altra coscia della gru. Il brav’uomo rispose subito:
- Signore, le gru hanno una sola coscia e una gamba.
- Come diavolo non hanno che una coscia e una gamba? – domandò Corrado. – E’ forse questa la prima gru che vedo?
- Messere, - insisté Chichibio, - è proprio così come vi dico. E ve lo farò vedere negli uccelli vivi quando vorrete.
Corrado, per non far discorsi davanti ad un invitato, volle tagliar corto e concluse:
- Va bene, lo vedremo domattina, e se sarà come dici sarò contento. Ma ti giuro che, se sarà altrimenti, ti farò conciare in maniera tale che ti ricorderai di me finché campi.
Per quella sera non fu detto altro, ma il mattino dopo, appena sorto il sole, Corrado, a cui non era affatto sbollita l’ira durante la notte, si alzò ancor pieno di stizza e comandò di sellare i cavalli. Poi fece montare Chichibio sopra un ronzino e lo condusse sulle rive di un fiume dove, sul far del giorno, si vedevano sempre delle gru.
- Adesso vedremo chi di noi due ha mentito ieri sera, - disse minaccioso.
Chichibio, vedendo che l’ira di Corrado era ancora viva e che doveva provare la sua bugia, cavalcava pieno di paura a fianco del padrone senza sapere quello che dovesse fare. Se la sarebbe data volentieri a gambe, se avesse potuto, ma, poiché purtroppo non lo poteva, si guardava ora davanti, ora dietro, ora di fianco, e in tutto ciò che gli appariva gli sembrava vedere delle gru piantate su due buone gambe.
Arrivati però nelle vicinanze del fiume, riuscì a vedere prima degli altri ben dodici gru le quali se ne stavano tutte su una gamba sola come sogliono fare quando dormono.
Si affrettò dunque a mostrare a Corrado dicendo:
- Messere, potete vedere molto bene che ierisera vi dissi il vero. Le gru hanno una sola coscia e un solo piede: guardate là.
Corrado le guardò un poco e poi rispose:
- Aspetta, e ti farò vedere che ne hanno due.
E, avvicinandosi agli uccelli, gridò:
- Oh! Oh!
A quel grido le gru mandarono giù l’altro piede e, fatto qualche passo, presero a fuggire. Corrado si rivolse allora a Chichibio dicendo:
- Che te pare furfante? Non ti sembra che ne abbiano due?
Chichibio, mezzo tramortito, non sapendo in che mondo si fosse, rispose:
- Messer si, ma voi non avete gridato “oh, oh” a quella di ieri sera: se aveste gridato così essa avrebbe mandato fuori l’altra coscia e l’altro piede come hanno fatto queste.
A Corrado questa risposta piacque tanto che tutta la sua ira si convertì in riso e allegria; e disse:
- Hai ragione, Chichibio, dovevo fare così.
E Chichibio, con la sua pronta risposta, sfuggì al pericolo e si rappacificò col suo padrone.
di Giovanni Boccaccio
beh... spero che ti va bene:D ciaooo
Viveva a Firenze un nobile cittadino, chiamato messer Corrado, generoso con tutti, il quale, buon cavaliere, si dilettava continuamente di cani e di uccelli, per non parlare delle sue opere di maggiore conto. Un giorno, nei pressi di Peretola, egli prese col falcone una bella gru, e, trovatala giovane e grassa, la mandò a un suo abile cuoco, che si chiamava Chichibio, con l’ordine di arrostirla con ogni cura e servirgliela a cena.
Chichibio la prese e si accinse subito a cuocerla; e quando la cottura fu quasi al termine, cominciò a diffondersi attorno un odore gradevolissimo. Venne a passar di lì una ragazzetta della contrada, la quale era chiamata Brunetta e di cui il buon Chichibio era innamoratissimo; ella entrò nella cucina e, nel sentirne l’odore della gru e nel vederla sul fuoco, si mise a pregar Chichibio di dargliene una coscia.
- No davvero – rispose Chichibio, - proprio non posso.
Donna Brunetta se ne corrucciò molto e infine disse:
- In fede di Dio, se non me la date, vi giuro che non vi guarderò più in faccia.
E così andarono avanti a litigare. Finché Chichibio, per non vederla adirata, tagliò una coscia alla gru e gliela diede. La gru fu portata così, senza una coscia, alla mensa di Corrado che aveva convitato un amico suo; e Corrado, molto stupito, fece chiamar Chichibio e gli chiese che cosa fosse avvenuto dell’altra coscia della gru. Il brav’uomo rispose subito:
- Signore, le gru hanno una sola coscia e una gamba.
- Come diavolo non hanno che una coscia e una gamba? – domandò Corrado. – E’ forse questa la prima gru che vedo?
- Messere, - insisté Chichibio, - è proprio così come vi dico. E ve lo farò vedere negli uccelli vivi quando vorrete.
Corrado, per non far discorsi davanti ad un invitato, volle tagliar corto e concluse:
- Va bene, lo vedremo domattina, e se sarà come dici sarò contento. Ma ti giuro che, se sarà altrimenti, ti farò conciare in maniera tale che ti ricorderai di me finché campi.
Per quella sera non fu detto altro, ma il mattino dopo, appena sorto il sole, Corrado, a cui non era affatto sbollita l’ira durante la notte, si alzò ancor pieno di stizza e comandò di sellare i cavalli. Poi fece montare Chichibio sopra un ronzino e lo condusse sulle rive di un fiume dove, sul far del giorno, si vedevano sempre delle gru.
- Adesso vedremo chi di noi due ha mentito ieri sera, - disse minaccioso.
Chichibio, vedendo che l’ira di Corrado era ancora viva e che doveva provare la sua bugia, cavalcava pieno di paura a fianco del padrone senza sapere quello che dovesse fare. Se la sarebbe data volentieri a gambe, se avesse potuto, ma, poiché purtroppo non lo poteva, si guardava ora davanti, ora dietro, ora di fianco, e in tutto ciò che gli appariva gli sembrava vedere delle gru piantate su due buone gambe.
Arrivati però nelle vicinanze del fiume, riuscì a vedere prima degli altri ben dodici gru le quali se ne stavano tutte su una gamba sola come sogliono fare quando dormono.
Si affrettò dunque a mostrare a Corrado dicendo:
- Messere, potete vedere molto bene che ierisera vi dissi il vero. Le gru hanno una sola coscia e un solo piede: guardate là.
Corrado le guardò un poco e poi rispose:
- Aspetta, e ti farò vedere che ne hanno due.
E, avvicinandosi agli uccelli, gridò:
- Oh! Oh!
A quel grido le gru mandarono giù l’altro piede e, fatto qualche passo, presero a fuggire. Corrado si rivolse allora a Chichibio dicendo:
- Che te pare furfante? Non ti sembra che ne abbiano due?
Chichibio, mezzo tramortito, non sapendo in che mondo si fosse, rispose:
- Messer si, ma voi non avete gridato “oh, oh” a quella di ieri sera: se aveste gridato così essa avrebbe mandato fuori l’altra coscia e l’altro piede come hanno fatto queste.
A Corrado questa risposta piacque tanto che tutta la sua ira si convertì in riso e allegria; e disse:
- Hai ragione, Chichibio, dovevo fare così.
E Chichibio, con la sua pronta risposta, sfuggì al pericolo e si rappacificò col suo padrone.
di Giovanni Boccaccio
beh... spero che ti va bene:D ciaooo
Currado Gianfigliazzi, ricco banchiere di Firenze, durante una battuta di caccia trova una gru grassa e fresca e decide di portarla con se per farla cucinare dal suo cuoco, Chichibìo. La gru viene cucinata perfettamente ,emanando un profumo delizioso, tanto da attirare Brunetta, l'innamorata di Chichibio. Lei chiede una coscia della gru al cuoco. Chichibio sa che questo potrebbe far arrabbiare il padrone, ma dopo un lungo litigio vince Brunetta che si porta via la coscia. Il cuoco serve Currado, che però si accorge che manca una coscia. Currado chiede spiegazioni a Chichibio che gli risponde prontamente dicendo che le gru hanno una gamba sola. Currado, che sa che le gru hanno due zampe, dice a Chichibio che il giorno successivo partiranno per il lago alla ricerca dei volatili. L'indomani, arrivati al lago, i due vedono una gru con una zampa sola (le gru stanno in piedi su una gamba rintanando l'altra nelle piume).Currado corre verso la gru facendo rumore, battendo le mani e urlando 'ho ho'. La gru, spaventata, vola via tirando fuori l'altra zampa e Currado chiede spiegazioni a Chichibio che risponde prontamente dicendo che se Currado avesse urlato all'altra gru, sarebbe uscita fuori una zampa. Currado, divertito dalla risposta, perdona Chichibio.
Eccone qui uno, prova ad usarlo come aiutino:
https://forum.skuola.net/italiano/chichi-bio-e-la-gru-giovanni-bocaccio-riassunto-100-parole-x-doma-help-39309.html
https://forum.skuola.net/italiano/chichi-bio-e-la-gru-giovanni-bocaccio-riassunto-100-parole-x-doma-help-39309.html