Vi prego aiutatemi...vi scongiuro: Promessi Sposi cap 21°

Rosa_94
1-Come reagisce Lucia alle premure della vecchia?
2-Che cosa pensa l'Innominato della reazione del Nibbio all'incontro con Lucia?
3-Riporta i segnali che sottolineano la progressiva trasformazione dell'atteggiamento dell'Innominato nei confronti di Lucia?
4-Quali particolari dell'ambiente simboleggiano l'opprimente prigione morale dell'Innominato nel suo castello?
5-Quali pensieri conducono l?innominato all'idea del suicidio?
6-Quali pensieri invece lo trattengono dal commettere il suicidio?

SPIEGA:
"...come la rimembranza della luce, in un vecchione accecato da bimbo..."
"...non ho mai sentito belare di donne..."
"...come un cavallo divenuto tutt'a un tratto restio per un ombra..."

(Vi prego...almeno il SPIEGA)

Risposte
cichinella
questo penso ti aiutera a rispondere alle domande:

Il capitolo XXI rappresenta il punto focale per lo sviluppo della narrazione dei fatti e mostra l’incontro tra l’Innominato e Lucia: il persecutore e la sua vittima. Conclusasi la Renziade, la protagonista della scena è ora Lucia, al termine della cui vicenda l’autore non tratterà più dei singoli vissuti dei personaggi, ma di forze superiori alla portata dei protagonisti, quali la guerra, la peste, la carestia. Superate queste calamità, si giungerà al lieto ricongiungimento di Renzo e Lucia.
Rapporto Innominato-Lucia
Solo apparentemente paragonabile a quella di un romanzo di appendice, ricco di suspense, la situazione che vede l’incontro tra l’Innominato e Lucia non è basata su un tema galante: infatti l’Innominato non vede in Lucia una donna, ma una creatura che desta pietà. Non solo presentano numerose analogie, ma sono anche posti sullo stesso piano: entrambe le anime sono sconvolte da una devastante sofferenza, sebbene in verità sia causata da motivazioni alquanto differenti. Lucia con le sue parole esce vincitrice dal confronto verbale con l’Innominato; solo ora è comprensibile che la sua implorazione nei confronti dei bravi non sia stata inutile, anzi, muovendo a compassione il Nibbio, sia riuscita a destare interesse nell’Innominato. Le parole di Lucia toccano alcune delle tematiche già affrontate dall’autore, come la giustizia e la pietà. Inoltre non dubita nemmeno per un istante della presenza di un’anima nell’Innominato (mentre invece non la percepisce nella vecchia), non avendo preconcetti riguardo alla sua persona. Lucia dice all’Innominato parole cariche di forza che arrecheranno grazia ai turbamenti dell’anima del suo persecutore. E fa ciò senza mai rassegnarsi.
C)Innominato
Il Manzoni dà un’ennesima prova di pittore di anime: racconta in modo efficace il vissuto interno del personaggio e i pensieri che lo portano alla conversione. La figura centrale del capitolo è certamente quella dell’Innominato che dopo aver preso la decisione di vedere Lucia, al confronto con lei si mostra come un pover’ uomo, intellettualmente poco elevato (ad esempio quando chiede a Lucia se le abbiano fatto del male durante il ratto, come se non fosse già di per sé una scelleratezza). Un uomo diverso dal ribaldo di un tempo che penserà al suicidio ma che troverà àncora di salvezza nelle parole di Lucia, dispensatrice di grazia. Ella è senza dubbio la catalizzatrice della conversione, ma questa ha come presupposto l’ansia di assoluto dell’Innominato che corrisponde alla sua vera natura. Infatti è proprio per l’ansia di assoluto che egli non si suicida, poiché oltre ad essere deluso dalla vita capisce che la morte non sarebbe una soluzione ai suoi problemi. La sua sofferenza non è basata sul terrore dell’inferno, ma proviene dalla nuova consapevolezza di aver trascorso la vita nel peggiore dei modi. Quelle scelleratezze “eran tutte sue, eran lui”. Ed è proprio grazie a questo nuovo sentimento che le parole di Lucia “Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia” gli donano una nuova speranza di salvezza, a cui giungerà attraverso la strada della fede. A questo punto della sua vicenda a Lucia si sostituirà il cardinale Federigo Borromeo che gli permetterà di dare un nuovo senso alla sua vita.
D) La figura della vecchia
Per allentare la tensione creata dall’incontro di queste altissime personalità e riportare un equilibrio della realtà quotidiana nella narrazione, il Manzoni introduce la figura della vecchia servitrice. Pare comica per la sua pigrizia, l’irritabilità e la dappocaggine; in realtà la sua comicità nasconde un tema tragico: ha perduto l’anima con la vita al castello, non per sue colpe, ma perché le è stata strappata.

spiega:
1)L'idea del dovere secondo Manzoni "deposta come un germe nel cuore di tutti gli uomini" : la si puo soffocare o stravolgere, ma riemerge, come un "lontano e misterioso spavento" , come un'"impressione confusa, strana, lenta, come la rimembranza della luce, in un vecchione accecato da bambino" . Questa idea rimanda a Dio , non perche la morale del romanzo e quella di una religione rivelata (su questo Manzoni insiste relativamente poco ne I promessi sposi), ma perche i valori di quella morale sono percepiti come oggetto di scoperta--come regole a se stanti--e non come creazione umana. U'Innominato vuole mandare a don Rodrigo la carrozza con la filatrice rapita e per due volte "un no imperioso che risono nella sua mente, fece svanire quel disegno" : l'Innominato se lo ripete, quel no, "quasi per esprimere a se stesso il comando di quella voce segreta" . In altri casi, quel che sorregge i personaggi e la ricezione di un messaggio: Lucia in pericolo non si impone la calma: prega e "sent[e] entrar nell'animo una certa tranquillita, una piu larga fiducia" ); Renzo in fuga e rinfrancato dalla voce del flume Adda--"fu il ritrovamento d'un amico, d'un fratello, d'un salvatore"

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