Unità d'italia (49687)
tema svolto sull'unità d'italia
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L’unificazione dell’Italia.
Periodo di ripresa per l’Italia fu quello segnato dall’ascesa al potere di Camillo Benso conte di Cavour, divenuto presidente del consiglio nel 1850: nella politica interna egli mirò ad uno svecchiamento del sistema economico e giuridico del regno mentre nella politica estera punta ad un’alleanza con la Francia in vista dello scontro con l’Austria. Per assicurarsi questa, egli mandò una spedizione in Crimea per affiancare le truppe anglo-francesi in lotta contro la Russia; grazie a questa, Cavour ottenne il diritto di partecipare al congresso di Parigi del 1856 dove manifesta tutto il suo malcontento verso l’occupazione austriaca dell’Italia aggiudicandosi le simpatie di patrioti italiani di fede repubblicana come Garibaldi. Stretto il patto di PLAMBIERS con Napoleone e stuzzicata a dovere l’Austria, inizia la seconda guerra d’indipendenza. Dopo una serie di importanti vittorie italiane, Napoleone abbandona la guerra lasciando solo Cavour. Egli amareggiato si dimise lasciando così il posto al ministro Lamarmora. Poco più tardi 1000 garibaldini conducono una spedizione vittoriosa contro Francesco II di Borbone consegnando le regioni conquistate a Vittorio Emanuele che, a sua volta, col pretesto di difendere lo stato pontificio, invade Marche ed Umbria. Nel 1861 il primo parlamento nazionale riunito a Torino può proclamare il regno d’Italia anche se il Lazio è ancora nelle mani del pontefice e il Veneto in quelle dell’Austria.
Il regno d’Italia.
Dopo la morte di Cavour, la destra puntò ad una centralizzazione del potere mirando ad una piemontesizzazione forzata di tutto il regno, per difendere l’unità appena raggiunta, che comprendeva:
- statuto albertino e legislazione civile e penale;
- sistema scolastico con obbligo di due anni di istruzione elementare;
- adozione del sistema metrico decimale;
- imposizione della coscrizione obbligatoria.
Oltre ai problemi riscontrati con le agitazioni popolari in protesta per l’aumento delle tasse, c’era da affrontare ancora il problema delle annessioni di Lazio e Veneto. Quest’ultimo fu strappato all’Austria nella terza guerra d’indipendenza mentre il Lazio fu annesso quando il papa, non potendo più contare dell’appoggio francese, si arrese agli italiani entrati dalla breccia di Porta Pia. Il papa si dichiarò prigioniero di guerra e rifiutò la legge delle Guarentigie che stabiliva:
- i rapporti fra stato e chiesa assicurando al papa libertà di comunicazione con tutto il mondo cattolico;
- dignità e prerogative sovrane;
- diritto di extraterritorialità ai palazzi del Vaticano, del Laterano e della villa di Castel Gandolfo;
- piena indipendenza nell’esercizio delle funzioni spirituali e una donazione annua in favore delle casse del Vaticano.
Il pontefice scomunicò tutti i sovrani e i vari capi di governo che si succedettero condannando la partecipazione dei cattolici alle elezioni.
CIAO CIAO
Periodo di ripresa per l’Italia fu quello segnato dall’ascesa al potere di Camillo Benso conte di Cavour, divenuto presidente del consiglio nel 1850: nella politica interna egli mirò ad uno svecchiamento del sistema economico e giuridico del regno mentre nella politica estera punta ad un’alleanza con la Francia in vista dello scontro con l’Austria. Per assicurarsi questa, egli mandò una spedizione in Crimea per affiancare le truppe anglo-francesi in lotta contro la Russia; grazie a questa, Cavour ottenne il diritto di partecipare al congresso di Parigi del 1856 dove manifesta tutto il suo malcontento verso l’occupazione austriaca dell’Italia aggiudicandosi le simpatie di patrioti italiani di fede repubblicana come Garibaldi. Stretto il patto di PLAMBIERS con Napoleone e stuzzicata a dovere l’Austria, inizia la seconda guerra d’indipendenza. Dopo una serie di importanti vittorie italiane, Napoleone abbandona la guerra lasciando solo Cavour. Egli amareggiato si dimise lasciando così il posto al ministro Lamarmora. Poco più tardi 1000 garibaldini conducono una spedizione vittoriosa contro Francesco II di Borbone consegnando le regioni conquistate a Vittorio Emanuele che, a sua volta, col pretesto di difendere lo stato pontificio, invade Marche ed Umbria. Nel 1861 il primo parlamento nazionale riunito a Torino può proclamare il regno d’Italia anche se il Lazio è ancora nelle mani del pontefice e il Veneto in quelle dell’Austria.
Il regno d’Italia.
Dopo la morte di Cavour, la destra puntò ad una centralizzazione del potere mirando ad una piemontesizzazione forzata di tutto il regno, per difendere l’unità appena raggiunta, che comprendeva:
- statuto albertino e legislazione civile e penale;
- sistema scolastico con obbligo di due anni di istruzione elementare;
- adozione del sistema metrico decimale;
- imposizione della coscrizione obbligatoria.
Oltre ai problemi riscontrati con le agitazioni popolari in protesta per l’aumento delle tasse, c’era da affrontare ancora il problema delle annessioni di Lazio e Veneto. Quest’ultimo fu strappato all’Austria nella terza guerra d’indipendenza mentre il Lazio fu annesso quando il papa, non potendo più contare dell’appoggio francese, si arrese agli italiani entrati dalla breccia di Porta Pia. Il papa si dichiarò prigioniero di guerra e rifiutò la legge delle Guarentigie che stabiliva:
- i rapporti fra stato e chiesa assicurando al papa libertà di comunicazione con tutto il mondo cattolico;
- dignità e prerogative sovrane;
- diritto di extraterritorialità ai palazzi del Vaticano, del Laterano e della villa di Castel Gandolfo;
- piena indipendenza nell’esercizio delle funzioni spirituali e una donazione annua in favore delle casse del Vaticano.
Il pontefice scomunicò tutti i sovrani e i vari capi di governo che si succedettero condannando la partecipazione dei cattolici alle elezioni.
CIAO CIAO