Tema sulle manifestazioni studentesche - la "buona scuola"
mi servirebbe un tema su un argomento di attualità
Miglior risposta
Dato che il 9ottobre ci sarà la manifestazione studentesca contro la buona scuola ti consiglio di farla su questo tema.
Ecco un esempio di tema:
Il 9 luglio 2015 la Camera ha approvato la "Buona Scuola" e da allora non si fa che parlare di questa riforma, infatti ne parlano tutti i mass-media. La "Buona scuola" di Renzi, rende operativi alcuni cambiamenti significativi nel mondo della scuola. Si tratta però, in gran parte, di una restaurazione che come molti altri precedenti tentativi, esempio la "riforma Gelmini", non riscuote grandi simpatie né tra gli studenti, né tra gli insegnanti e forse nemmeno nelle famiglie. La mia opinione è che non si possa rispondere alle sfide del futuro proponendo un modello di scuola che in fin dei conti va a discapito degli studenti stessi. Per riprendere in mano il loro futuro, studenti e professori, svariate volte, sono scesi in massa nelle piazze per rendere esplicita la protesta. Ci sono state manifestazioni pacifiche e variopinte. Alcuni istituti sono stati occupati e purtroppo abbiamo assistito anche a violenti e riprovevoli scontri fisici tra opposte fazioni. Le ragioni della contestazione studentesca sono d'altronde comprensibili, infatti il 9ottobre ci sarà una ennesima mobilitazione studentesca per sostenere i loro diritti e proporre una "nuova scuola". Attualmente i giovani si affacciano a un futuro di precarietà, che angoscia e rende impossibile loro formulare un progetto di vita.
Indubbiamente la scuola, oggi, non gode di buona salute. Le classifiche internazionali, che misurano la preparazione degli studenti, collocano la scuola italiana agli ultimi posti tra i paesi sviluppati, a fronte di una spesa per l'istruzione grosso modo nella media Ocse. Si tratta di problemi che affliggono la scuola italiana da decenni.
Urge dunque un appello alla serietà degli studi, all'impegno, persino allo sforzo e alla noia dell'apprendere, virtù piuttosto rare in una società che privilegia il consumismo e il divertimento.
Sulla scuola tuttavia io ho un'opinione abbastanza originale e minoritaria, considerato almeno l'attuale dibattito sul tema. Personalmente credo che al sistema educativo chiediamo troppo. Certo, la scuola è in ogni nazione un'istituzione molto importante, un servizio talmente rilevante che non può essere lasciato in gestione a operatori privati che spesso agiscono seguendo una logica di mero profitto o di propaganda ideologica.
Però la scuola non può essere considerato l'unico canale attraverso il quale passa il sapere, la competenza, l'iniziativa economica, la mobilità sociale.
Non si può lasciar credere ai giovani, come si fa con troppa leggerezza in Italia, che il "pezzo di carta" costituisca il lasciapassare sicuro per un avvenire radioso. Rischiamo di creare degli spostati. Se guardiamo al passato, alle realizzazioni nel campo delle arti e della letteratura, della scienza e della tecnica, a scoperte e invenzioni che hanno rivoluzionato nei secoli il nostro modo di vivere e di pensare, ci accorgiamo che ben poco è passato attraverso le università. Spesso, anzi, il potere accademico si è storicamente opposto con pervicace tenacia a innovatori e riformatori.
Se oggi consideriamo coloro che nel mondo globalizzato si distinguono in campo economico, creando aziende innovative e realizzando profitti elevati, sono pochissimi coloro che vantano un curriculum scolastico ineccepibile.
La creatività, il pensiero divergente e il genio, la passione e la dedizione passano talvolta molto distanti dai banchi di scuola. Con buona pace dei pregiudizi e delle difese corporative dei professori universitari, che monopolizzano attualmente il dibattito pubblico sull'istruzione.
La scuola di massa, ed è giusto sia così, licenzia prodotti di massa. L'eccellenza costituisce uno scarto dalla media, una mutazione fortunatamente possibile.
Battiamoci, dunque, affinché la scuola sforni almeno dei prodotti accettabili. Ma di più, al sistema dell'istruzione, non possiamo realisticamente chiedere.
Fonte:http://www.interruzioni.com/temariformagelmini.htm
Ciao Laura!
Ecco un esempio di tema:
Il 9 luglio 2015 la Camera ha approvato la "Buona Scuola" e da allora non si fa che parlare di questa riforma, infatti ne parlano tutti i mass-media. La "Buona scuola" di Renzi, rende operativi alcuni cambiamenti significativi nel mondo della scuola. Si tratta però, in gran parte, di una restaurazione che come molti altri precedenti tentativi, esempio la "riforma Gelmini", non riscuote grandi simpatie né tra gli studenti, né tra gli insegnanti e forse nemmeno nelle famiglie. La mia opinione è che non si possa rispondere alle sfide del futuro proponendo un modello di scuola che in fin dei conti va a discapito degli studenti stessi. Per riprendere in mano il loro futuro, studenti e professori, svariate volte, sono scesi in massa nelle piazze per rendere esplicita la protesta. Ci sono state manifestazioni pacifiche e variopinte. Alcuni istituti sono stati occupati e purtroppo abbiamo assistito anche a violenti e riprovevoli scontri fisici tra opposte fazioni. Le ragioni della contestazione studentesca sono d'altronde comprensibili, infatti il 9ottobre ci sarà una ennesima mobilitazione studentesca per sostenere i loro diritti e proporre una "nuova scuola". Attualmente i giovani si affacciano a un futuro di precarietà, che angoscia e rende impossibile loro formulare un progetto di vita.
Indubbiamente la scuola, oggi, non gode di buona salute. Le classifiche internazionali, che misurano la preparazione degli studenti, collocano la scuola italiana agli ultimi posti tra i paesi sviluppati, a fronte di una spesa per l'istruzione grosso modo nella media Ocse. Si tratta di problemi che affliggono la scuola italiana da decenni.
Urge dunque un appello alla serietà degli studi, all'impegno, persino allo sforzo e alla noia dell'apprendere, virtù piuttosto rare in una società che privilegia il consumismo e il divertimento.
Sulla scuola tuttavia io ho un'opinione abbastanza originale e minoritaria, considerato almeno l'attuale dibattito sul tema. Personalmente credo che al sistema educativo chiediamo troppo. Certo, la scuola è in ogni nazione un'istituzione molto importante, un servizio talmente rilevante che non può essere lasciato in gestione a operatori privati che spesso agiscono seguendo una logica di mero profitto o di propaganda ideologica.
Però la scuola non può essere considerato l'unico canale attraverso il quale passa il sapere, la competenza, l'iniziativa economica, la mobilità sociale.
Non si può lasciar credere ai giovani, come si fa con troppa leggerezza in Italia, che il "pezzo di carta" costituisca il lasciapassare sicuro per un avvenire radioso. Rischiamo di creare degli spostati. Se guardiamo al passato, alle realizzazioni nel campo delle arti e della letteratura, della scienza e della tecnica, a scoperte e invenzioni che hanno rivoluzionato nei secoli il nostro modo di vivere e di pensare, ci accorgiamo che ben poco è passato attraverso le università. Spesso, anzi, il potere accademico si è storicamente opposto con pervicace tenacia a innovatori e riformatori.
Se oggi consideriamo coloro che nel mondo globalizzato si distinguono in campo economico, creando aziende innovative e realizzando profitti elevati, sono pochissimi coloro che vantano un curriculum scolastico ineccepibile.
La creatività, il pensiero divergente e il genio, la passione e la dedizione passano talvolta molto distanti dai banchi di scuola. Con buona pace dei pregiudizi e delle difese corporative dei professori universitari, che monopolizzano attualmente il dibattito pubblico sull'istruzione.
La scuola di massa, ed è giusto sia così, licenzia prodotti di massa. L'eccellenza costituisce uno scarto dalla media, una mutazione fortunatamente possibile.
Battiamoci, dunque, affinché la scuola sforni almeno dei prodotti accettabili. Ma di più, al sistema dell'istruzione, non possiamo realisticamente chiedere.
Fonte:http://www.interruzioni.com/temariformagelmini.htm
Ciao Laura!
Miglior risposta