Tema sulla tragedia della Concordia? Correzione?
Ciao secondo voi com'è questo tema?? Me lo potreste correggere? Grazie.
Una nave maestosa ed imponente si avvicinava sempre più alla costa dell’Isola del Giglio, quando, ad un certo punto ci fu l’impatto con uno scoglio. Da quel momento solo panico e paura affliggevano i passeggeri mentre la Concordia piano piano s’inclinava. Questo è quanto abbiamo sentito per giorni e giorni, ma cos’è accaduto veramente? Quali sono le reali colpe? Errore umano o tecnico? Molto probabilmente, grazie alle indagini in corso della procura di Grosseto, prima o poi potremo rispondere a tutte queste domande che ogni giorno riempiono la nostra mente. Per diversi giorni si è parlato di chi fosse il comandante di questa nave da crociera o di chi fu l’errore, invece di dare spazio a sopravvissuti e a quelle povere persone che purtroppo hanno perso la vita durante questo “viaggio all’inferno”. Da quanto emerso, il cosiddetto “inchino” era una prassi assai ricorrente durante questi lussuosi viaggi ma per fortuna per più volte il disastro si è evitato, eppure questa volta è accaduto. Da giorni e giorni questa tragedia “domina” la prima pagina dei giornali di tutto il mondo che in qualche modo riescono anche ad ironizzare su questa tremenda disgrazia che credo abbia colpito un po’ tutti gli italiani che con apprensione, hanno seguito fin dall’inizio i primi soccorsi. Come quasi tutte le persone che hanno seguito questa sciagura penso che quasi certamente non sia stato un errore tecnico ma purtroppo umano. In realtà io non sono ampiamente d’accordo con ciò che molti sopravvissuti e diversi giornali hanno sostenuto, infatti io credo che questa prassi dell’ ”inchino” non sia una scelta voluta dai comandanti di queste lussuosissime navi ma sia una scelta della compagnia proprietaria della Concordia dettata dagli interessi del mercato. Ma la cosa che ci deve far riflettere di più è che una metropoli in miniatura, come la Concordia, che inciampa in uno scoglio mentre esibisce il proprio gigantismo, diventa un macabro luogo turistico in cui turisti da tutta Italia si dirigono. Diversi passeggeri hanno definito l’equipaggio non addestrato ma in realtà mentre si consumava lo scontro terribile e umanissimo tra la viltà e la passione civile, tra la paura e il coraggio, loro sono stati gli unici ( assieme ai soccorritori ) i veri eroi di questa disgrazia. Oltre a tutto ciò bisogna tener conto anche dell’impatto che ha avuto e che avrà sull’ambiante di quel paradiso ormai scheggiato e oltraggiato. Secondo me questa tragedia non ha solo un colpevole, cioè quello che tutti indicano come il comandante della Concordia, ma anche tutti quelli ufficiali di bordo che non avendo la giusta lucidità non hanno saputo dar l’allarme molto prima e quindi non si è riuscita ad evitare questa dramma che avrebbe potuto causare meno vittime e feriti. A questo punto ci verrebbe da chiederci se una della causa è la troppa arroganza o la fiducia cieca nelle tecnologie. Ma come spesso accade e come la vita ci insegna che una buona tecnologia non è garanzia d’immunità dal pericolo, invece, il buon senso, arriva anche dove la tecnologia è più carente. La cosa che mi crea un certo disprezzo verso i giornali e i telegiornali è che questi fanno a gara per raccogliere voci e testimonianze scritte cosicché si sviluppi una condanna mediatica collettiva che s’infligge in modo facile e gratuito, senza prove e conoscenza esatta dei fatti. Tra i vari servizi al telegiornale più volte abbiamo sentito parlare di chi fosse realmente Francesco Franco Schettino ma in realtà credo che la domanda giusta da farsi sia chi è veramente il comandante. Il capitano ha la responsabilità giuridica della nave e di tutte le operazioni che vengono effettuate a bordo. I suoi compiti sono quelli di dirigere personalmente le manovre della nave in entrata e uscita dai porti, dai canali e in ogni circostanza in cui la navigazione presenti particolari difficoltà inoltre il comandante è responsabile dell’incolumità dei quei passeggeri che spendono i loro risparmi di una vita per trascorrere una vacanza diversa dalle altre chiedendo garanzie, sicurezza e certezze. Per questo sarebbe giusto sottoporre periodicamente i comandanti delle navi a selezioni severe, ad addestramenti continui, a verifiche costanti del comportamento del senso di responsabilità, al controllo dei nervi in casi di emergenza ed infine alla propria autorevolezza nel comando. Ovviamente tutto questo non dovrebbe essere rivolto solo ai capitani ma a tutto il personale di bordo poiché il comandante non è l’unico ad avere delle responsabilità. Proprio come questa tragedia ci insegna bisogna smetterla di condannare il solo capro espiatorio ma bisogna analizzare l’accaduto con obiettività e lucidità. Ora il comandante De Falco è diventato l’eroe italiano ma in realtà egli ha solo svolto il suo ruolo di capitano in piena autorevolezza e consapevole di quanto stesse accadendo ha capito che occorrevano solo organizzazione e coordinamento. Per questo bisogna renderli i giusti tributi senza però accostarlo all’ideale dell’eroe.
Una nave maestosa ed imponente si avvicinava sempre più alla costa dell’Isola del Giglio, quando, ad un certo punto ci fu l’impatto con uno scoglio. Da quel momento solo panico e paura affliggevano i passeggeri mentre la Concordia piano piano s’inclinava. Questo è quanto abbiamo sentito per giorni e giorni, ma cos’è accaduto veramente? Quali sono le reali colpe? Errore umano o tecnico? Molto probabilmente, grazie alle indagini in corso della procura di Grosseto, prima o poi potremo rispondere a tutte queste domande che ogni giorno riempiono la nostra mente. Per diversi giorni si è parlato di chi fosse il comandante di questa nave da crociera o di chi fu l’errore, invece di dare spazio a sopravvissuti e a quelle povere persone che purtroppo hanno perso la vita durante questo “viaggio all’inferno”. Da quanto emerso, il cosiddetto “inchino” era una prassi assai ricorrente durante questi lussuosi viaggi ma per fortuna per più volte il disastro si è evitato, eppure questa volta è accaduto. Da giorni e giorni questa tragedia “domina” la prima pagina dei giornali di tutto il mondo che in qualche modo riescono anche ad ironizzare su questa tremenda disgrazia che credo abbia colpito un po’ tutti gli italiani che con apprensione, hanno seguito fin dall’inizio i primi soccorsi. Come quasi tutte le persone che hanno seguito questa sciagura penso che quasi certamente non sia stato un errore tecnico ma purtroppo umano. In realtà io non sono ampiamente d’accordo con ciò che molti sopravvissuti e diversi giornali hanno sostenuto, infatti io credo che questa prassi dell’ ”inchino” non sia una scelta voluta dai comandanti di queste lussuosissime navi ma sia una scelta della compagnia proprietaria della Concordia dettata dagli interessi del mercato. Ma la cosa che ci deve far riflettere di più è che una metropoli in miniatura, come la Concordia, che inciampa in uno scoglio mentre esibisce il proprio gigantismo, diventa un macabro luogo turistico in cui turisti da tutta Italia si dirigono. Diversi passeggeri hanno definito l’equipaggio non addestrato ma in realtà mentre si consumava lo scontro terribile e umanissimo tra la viltà e la passione civile, tra la paura e il coraggio, loro sono stati gli unici ( assieme ai soccorritori ) i veri eroi di questa disgrazia. Oltre a tutto ciò bisogna tener conto anche dell’impatto che ha avuto e che avrà sull’ambiante di quel paradiso ormai scheggiato e oltraggiato. Secondo me questa tragedia non ha solo un colpevole, cioè quello che tutti indicano come il comandante della Concordia, ma anche tutti quelli ufficiali di bordo che non avendo la giusta lucidità non hanno saputo dar l’allarme molto prima e quindi non si è riuscita ad evitare questa dramma che avrebbe potuto causare meno vittime e feriti. A questo punto ci verrebbe da chiederci se una della causa è la troppa arroganza o la fiducia cieca nelle tecnologie. Ma come spesso accade e come la vita ci insegna che una buona tecnologia non è garanzia d’immunità dal pericolo, invece, il buon senso, arriva anche dove la tecnologia è più carente. La cosa che mi crea un certo disprezzo verso i giornali e i telegiornali è che questi fanno a gara per raccogliere voci e testimonianze scritte cosicché si sviluppi una condanna mediatica collettiva che s’infligge in modo facile e gratuito, senza prove e conoscenza esatta dei fatti. Tra i vari servizi al telegiornale più volte abbiamo sentito parlare di chi fosse realmente Francesco Franco Schettino ma in realtà credo che la domanda giusta da farsi sia chi è veramente il comandante. Il capitano ha la responsabilità giuridica della nave e di tutte le operazioni che vengono effettuate a bordo. I suoi compiti sono quelli di dirigere personalmente le manovre della nave in entrata e uscita dai porti, dai canali e in ogni circostanza in cui la navigazione presenti particolari difficoltà inoltre il comandante è responsabile dell’incolumità dei quei passeggeri che spendono i loro risparmi di una vita per trascorrere una vacanza diversa dalle altre chiedendo garanzie, sicurezza e certezze. Per questo sarebbe giusto sottoporre periodicamente i comandanti delle navi a selezioni severe, ad addestramenti continui, a verifiche costanti del comportamento del senso di responsabilità, al controllo dei nervi in casi di emergenza ed infine alla propria autorevolezza nel comando. Ovviamente tutto questo non dovrebbe essere rivolto solo ai capitani ma a tutto il personale di bordo poiché il comandante non è l’unico ad avere delle responsabilità. Proprio come questa tragedia ci insegna bisogna smetterla di condannare il solo capro espiatorio ma bisogna analizzare l’accaduto con obiettività e lucidità. Ora il comandante De Falco è diventato l’eroe italiano ma in realtà egli ha solo svolto il suo ruolo di capitano in piena autorevolezza e consapevole di quanto stesse accadendo ha capito che occorrevano solo organizzazione e coordinamento. Per questo bisogna renderli i giusti tributi senza però accostarlo all’ideale dell’eroe.
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[quote=Una nave maestosa ed imponente si avvicinava sempre più alla costa dell’Isola del Giglio, quando, ad un certo punto ci fu l’impatto con uno scoglio. Da quel momento solo panico e paura affliggevano i passeggeri mentre la Concordia piano piano s’inclinava. Questo è quanto abbiamo sentito per giorni e giorni, ma cos’è accaduto veramente? Quali sono le reali colpe? Errore umano o tecnico? Molto probabilmente, grazie alle indagini in corso della procura di Grosseto, prima o poi potremo rispondere a tutte queste domande che ogni giorno riempiono la nostra mente. Per diversi giorni si è parlato di chi fosse il comandante di questa nave da crociera o di chi fu l’errore, invece di dare spazio a sopravvissuti e a quelle povere persone che purtroppo hanno perso la vita durante questo “viaggio all’inferno”. Da quanto emerso, il cosiddetto “inchino” era una prassi assai ricorrente durante questi lussuosi viaggi, ma per fortuna per più volte il disastro si è evitato, eppure questa volta è accaduto. Da giorni e giorni questa tragedia “domina” la prima pagina dei giornali di tutto il mondo che in qualche modo riescono anche ad ironizzare su questa tremenda disgrazia che credo abbia colpito un po’ tutti gli italiani che con apprensione, hanno seguito fin dall’inizio i primi soccorsi. Come quasi tutte le persone che hanno seguito questa sciagura penso che quasi certamente non sia stato un errore tecnico, ma purtroppo umano. In realtà, io non sono ampiamente d’accordo con ciò che molti sopravvissuti e diversi giornali hanno sostenuto, infatti io credo che questa prassi dell’ ”inchino” non sia una scelta voluta dai comandanti di queste lussuosissime navi, ma sia una scelta della compagnia proprietaria della Concordia dettata dagli interessi del mercato. Ma la cosa che ci deve far riflettere di più è che una metropoli in miniatura, come la Concordia, che inciampa in uno scoglio mentre esibisce il proprio gigantismo, diventa un macabro luogo turistico in cui turisti da tutta Italia si dirigono. Diversi passeggeri hanno definito l’equipaggio non addestrato, ma in realtà mentre si consumava lo scontro terribile e umanissimo tra la viltà e la passione civile, tra la paura e il coraggio, loro sono stati gli unici ( assieme ai soccorritori ) i veri eroi di questa disgrazia. Oltre a tutto ciò bisogna tener conto anche dell’impatto che ha avuto e che avrà sull’ambiante di quel paradiso ormai scheggiato e oltraggiato. Secondo me questa tragedia non ha solo un colpevole, cioè quello che tutti indicano come il comandante della Concordia, ma anche tutti quelli ufficiali di bordo che non avendo la giusta lucidità non hanno saputo dar l’allarme molto prima e quindi non si è riuscita ad evitare questa dramma che avrebbe potuto causare meno vittime e feriti. A questo punto ci verrebbe da chiederci se una della causa è la troppa arroganza o la fiducia cieca nelle tecnologie. Ma come spesso accade e come la vita ci insegna che una buona tecnologia non è garanzia d’immunità dal pericolo, invece, il buon senso, arriva anche dove la tecnologia è più carente. La cosa che mi crea un certo disprezzo verso i giornali e i telegiornali è che questi fanno a gara per raccogliere voci e testimonianze scritte cosicché si sviluppi una condanna mediatica collettiva che s’infligge in modo facile e gratuito, senza prove e conoscenza esatta dei fatti. Tra i vari servizi al telegiornale più volte abbiamo sentito parlare di chi fosse realmente Francesco Franco Schettino, ma in realtà credo che la domanda giusta da farsi sia chi è veramente il comandante. Il capitano ha la responsabilità giuridica della nave e di tutte le operazioni che vengono effettuate a bordo. I suoi compiti sono quelli di dirigere personalmente le manovre della nave in entrata e uscita dai porti, dai canali e in ogni circostanza in cui la navigazione presenti particolari difficoltà, inoltre il comandante è responsabile dell’incolumità dei quei passeggeri che spendono i loro risparmi di una vita per trascorrere una vacanza diversa dalle altre chiedendo garanzie, sicurezza e certezze. Per questo sarebbe giusto sottoporre periodicamente i comandanti delle navi a selezioni severe, ad addestramenti continui, a verifiche costanti del comportamento del senso di responsabilità, al controllo dei nervi in casi di emergenza ed infine alla propria autorevolezza nel comando. Ovviamente tutto questo non dovrebbe essere rivolto solo ai capitani ma a tutto il personale di bordo poiché il comandante non è l’unico ad avere delle responsabilità. Proprio come questa tragedia ci insegna bisogna smetterla di condannare il solo capro espiatorio ma bisogna analizzare l’accaduto con obiettività e lucidità. Ora il comandante De Falco è diventato l’eroe italiano ma in realtà egli ha solo svolto il suo ruolo di capitano in piena autorevolezza e consapevole di quanto stesse accadendo, ha capito che occorrevano solo organizzazione e coordinamento. Per questo bisogna renderli i giusti tributi senza però accostarlo all’ideale dell’eroe. ][/quote]
Prime note in orsso, i tempi non concordano.
Panico e paura non affligono ... usa un altro termine più adatto.
Le domande non riempiono la mente, anche qui io scriverei meglio, ...
Dell'inchino non parli prima e dai per scontato che si sappia a cosa ti riferisci
lussuosi ... non è proprio esatto, sono viaggi di piacere, senza altro aggiungere
potresti forse esprimere il fatto che fino ad oggi questa consuetudine dei saluti all'isola è stata prima di incidenti
hanno seguito, ripetizione
aggiungo qualche virgola qua e là
non sono ampiamente d'accordo, meglio 'considivido in parte', oppure ' non sono del tutto d'accordo' ....
le parti segnate che segnono a mio avviso sono da meglio espriemere, poi ho segnatoun apio di errori.
scusa, ho provato, ma naturalmente un tema è un lavoro personale e deve piacere soprattutto a te.
Prime note in orsso, i tempi non concordano.
Panico e paura non affligono ... usa un altro termine più adatto.
Le domande non riempiono la mente, anche qui io scriverei meglio, ...
Dell'inchino non parli prima e dai per scontato che si sappia a cosa ti riferisci
lussuosi ... non è proprio esatto, sono viaggi di piacere, senza altro aggiungere
potresti forse esprimere il fatto che fino ad oggi questa consuetudine dei saluti all'isola è stata prima di incidenti
hanno seguito, ripetizione
aggiungo qualche virgola qua e là
non sono ampiamente d'accordo, meglio 'considivido in parte', oppure ' non sono del tutto d'accordo' ....
le parti segnate che segnono a mio avviso sono da meglio espriemere, poi ho segnatoun apio di errori.
scusa, ho provato, ma naturalmente un tema è un lavoro personale e deve piacere soprattutto a te.
mi sembra buono, c'è una frase che suona un po' strana: ma come spesso accade la vita ci insegna che una buona tecnologia... così forse andrebbe meglio. e poi ad un certo punto ripeti, "metà di macabro turismo in cui si recano molti turisti", ed è un po' ripetizione... puoi mettere visitatori. spero vada bene, ciao:hi