Tema sul divorzio aiuto
alcuni affemano che la causa di molti divorzi risiede nella parità tra uomo e donna. la parità tra marito e moglie genera contrasti nella coppia; invece un tempo, quando il marito "comandava" e la moglie "ubbidiva", i matrimoni duravano più a lungo.
qual è la tua opinione? con quali argomenti ed esempi pioi sostenerla?
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Risposte
:yes ora mi metto al lavoro vediamo che esce fuori intanto mille grazie ragazze. :hi
ragazzi siete fantastici ho preso nove e mezzo!!!!!:satisfied:lol
sono super felice:hi metterò il mio tema negli appunti ciao!
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La monogamia, ossia il vincolo che unisce il marito ad una sola moglie, è forse la più antica istituzione della nostra civiltà, oggi minacciata da molti pericoli e con un avvenire che appare incerto e oscuro. Il numero dei divorzi è in crescente aumento nei Pesi in cui il divorzio è ammesso dalle leggi. In Italia, nel caso specifico, il divorzio è stato introdotto nei primi anni ’70, dopo accese e lunghe polemiche tra divorzisti e antidivorzisti, con un referendum popolare che non ha respinto la richiesta di abrogazione. Laddove non è ammesso il divorzio tuttavia è in aumento il numero delle separazioni legali o di fatto tra i coniugi. Nello stesso tempo è in progressivo aumento il numero dei matrimoni falliti, che continuano per forza di inerzia e si riducono ad una forma di convivenza occasionale o forzata, in cui non c’è più traccia di solidarietà o affetto tra i coniugi. Questi fenomeni sono assunti solitamente come segni di crisi dell’istituto della monogamia e del matrimonio e sono in una certa misura favoriti anche dalle nuove dimensioni di libertà, raggiunte dalle donne perché cessando sempre più largamente il loro stato di dipendenza economica e sociale dall’uomo, le donne stesse sono in grado di assumere iniziative del ricorso al giudice, della rottura, a differenza del passato. Allo stesso modo il divorzio è un naturale prodotto di crescente processo di laicizzazione dello Stato moderno: insieme con la crisi dei valori spirituali, religiosi, trova sempre meno seguito la dottrina della Chiesa Cattolica circa l’indissolubilità del vincolo matrimoniale, vincolo che, in quanto contratto come sacramento di fronte a Dio, l’uomo non può sciogliere, a detta della Chiesa, fino alla morte. Il ricorso al divorzio è dunque il riconoscimento ad unione sbagliata o impossibile a mantenersi. Il matrimonio infatti non è mai il perfetto idillio che lo spirito romantico può sognare, ma è fatto di alti e bassi, e pieno di grandi gioie, ma anche di sofferenze e sacrifici. La realtà autentica del matrimonio è quella di una vita vissuta insieme, sulla base dei bisogni, di aspirazioni, di progetti comuni che consentono di eliminare dubbi e contrasti e di ripristinare l’accordo ogni volta che viene minacciato. Ma ci sono anche matrimoni in cui si fanno insopprimibili e insopportabili le situazioni di insofferenza reciproca, i litigi divengono una fatto abituale, l’amore non esiste più: molti matrimoni si celebrano senza la necessaria responsabile consapevolezza degli sposi o senza che questi si conoscano a fondo, non considerando l’importante passo che si va a compiere. Ecco così che il divorzio rappresenta la soluzione migliore a situazioni coniugali spesso drammatiche e insostenibili, ma le conseguenze, se vi sono figli, si presentano non di fatto drammatiche, poiché sono proprio i figli a subire in maniera più traumatica la separazione tra i genitori. Nessuno spettacolo può essere più triste, infatti per i figli, per la loro formazione dell’ostilità tra due persone che costituiscono il mondo affettivo in cui sono nati e cresciuti.
(http://www.secchioni.net/temi/divorzio.html)
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