Tema narrativo 30 punti urgentissimo
mi serve un tema narrativo di italiano, questa è lla consegna :
Immagina di dover partecipare con il tuo testo ad un concorso di scrittura creativa per gli alunni di terza della tua scuola, dove verrà premiato il racconto più avvincente. Segui le seguenti indicazioni:
- nel racconto deve comparire la descrizione della scena della fotografia
- il narratore può essere esterno o interno (prima o terza persona)
- inserisci delle riflessioni, dei dialoghi e ovviamente delle descrizioni.
(Suggerimenti: potresti iniziare già con battute di dialogo fra i 2 personaggi/ oppure dalla descrizione del luogo, immagina dove sono/ decidi se tenere il tempo presente o passato/cosa sta succedendo?/ presenta la ragazza/ oppure inizi con la madre? Puoi sempre inserire dei flashback / LA STORIA CHE SCRIVERAI DOVREBBE METTERE IN RISALTO UN TEMA SPECIFICO, POTREBBE ESSERE QUELLO DEI RAPPORTI NON SEMPRE FACILI TRA GENITORI E FIGLI, MA POTREBBE ANCHE ESSERE UN ALTRO, FORSE QUELLO DELLA SCUOLA, O DELL’USO DEI SOCIAL/ MI DIRAI ALLA FINE QUALE TEMATICA HAI SVILUPPATO.
la foto é una figlia in discussione con sua madre in camera
Immagina di dover partecipare con il tuo testo ad un concorso di scrittura creativa per gli alunni di terza della tua scuola, dove verrà premiato il racconto più avvincente. Segui le seguenti indicazioni:
- nel racconto deve comparire la descrizione della scena della fotografia
- il narratore può essere esterno o interno (prima o terza persona)
- inserisci delle riflessioni, dei dialoghi e ovviamente delle descrizioni.
(Suggerimenti: potresti iniziare già con battute di dialogo fra i 2 personaggi/ oppure dalla descrizione del luogo, immagina dove sono/ decidi se tenere il tempo presente o passato/cosa sta succedendo?/ presenta la ragazza/ oppure inizi con la madre? Puoi sempre inserire dei flashback / LA STORIA CHE SCRIVERAI DOVREBBE METTERE IN RISALTO UN TEMA SPECIFICO, POTREBBE ESSERE QUELLO DEI RAPPORTI NON SEMPRE FACILI TRA GENITORI E FIGLI, MA POTREBBE ANCHE ESSERE UN ALTRO, FORSE QUELLO DELLA SCUOLA, O DELL’USO DEI SOCIAL/ MI DIRAI ALLA FINE QUALE TEMATICA HAI SVILUPPATO.
la foto é una figlia in discussione con sua madre in camera
Miglior risposta
Era da circa mezz'ora che mia madre era in camera mia a 'parlarmi' di 'perché quello che avevo fatto era sbagliato', e sinceramente, non ne potevo più, volevo solo andare a dormire e dimenticarmi di tutti i miei problemi.
Diedi un occhiata al mio orologio da polso, cercando di non far notare che mi stavo annoiando e continuai a far finta di ascoltarla. Sapevo perfettamente di aver sbagliato, ma c'era un motivo dietro a quello che avevo fatto.
"Iris, ma mi stai almeno ascoltando?" chiese mia madre spazientita, a un certo punto. Un sì buttato lì velocemente le bastò, siccome riprese a 'parlare' quasi immediatamente, e quando dico parlare ovviamente intendo gridare.
'Che cosa avrà fatto di così male?" vi starete chiedendo,e sinceramente, lo farei anche io se fossi in voi.
"Non capisci le conseguenze delle tue azioni? Potresti essere sospesa!" Sentii mia madre che diceva, ancora arrabbiatissima. No, non avevo il coraggio di controbatterle. Non perché avevo paura delle conseguenze, in realtà avevo paura di dirle la verità. Avevo paura di dirle che in realtà quel video imbarazzante su quel mio compagno di classe, Michele, l'avevo registrato io, per vendetta. Lei sapeva soltanto che io l'avevo mandato alla classe, non sapeva il resto della storia. Non sapeva come Michele, un buonissimo e gentilissimo amico alle elementari, era diventato il bulletto di classe alle medie, e che prima che io registrassi il video lui aveva sfottuto la mia amica per un mese intero, e quando io non c'ero le aveva anche dato uno schiaffo. Lei non sapeva niente, veramente niente.
Eppure eccola là, pronta a dirmi che avevo sbagliato, che era delusa e che potevo fare di meglio, proprio come faceva Michele.
Sapete, quando ero piccola non capivo perché i ragazzi più grandi odiassero così tanto i genitori, ma in quel preciso istante capii di essere diventata proprio come loro.
Michele non mi piaceva perché lui giudicava tutti e mi offendeva, mi urlava contro, e mia madre stava facendo la stessa identica cosa. Mi stava sgridando, offendendo, senza sapere neanche come fosse andata la storia intera, senza aver neanche sentito il mio punto di vista; si stava comportando proprio come un bullo.
In quel momento non mi interessava minimamente il fatto che quasi sicuramente sarei stata sospesa, nella testa avevo solo tantissima rabbia soppressa. Volevo urlarle in faccia la verità, ma lei probabilmente non mi avrebbe ascoltata, anzi, mi avrebbe giudicata anche di più.
Quella 'discussione', che alla fine fu retta unicamente da mia madre, finì con lei che se ne andava, minacciandomi di mettermi in punizione, e con me che mi infilai sotto le coperte e mi misi a piangere, ancora arrabbiata, e con la testa che mi faceva male, tanto che mia madre aveva gridato. Eliminai il video ovunque, e non ne parlai più con mia madre. Alla fine fui sospesa e non raccontai mai la verità, cosa che adesso rimpiango. Michele non fu mai punito, e la mia amica né io avemmo mai la giustizia che ci meritavamo. Chissà quanto sarebbe stato diverso se mia madre, invece di gridarmi contro, fosse venuta da me, si fosse seduta affianco a me e mi avesse chiesto "questa non è una cosa da te, perché l'hai fatto?".
Per questo tema ho messo in risalto particolarmente i litigi tra genitori e figli e anche un po' il discorso del bullismo e del cyberbullismo. Ho dato un mio punto di vista, ho scritto ciò che provo quando questo succede a me.
Spero vada bene, e se puoi, metti anche qualche idea tua! Buona fortuna!
Diedi un occhiata al mio orologio da polso, cercando di non far notare che mi stavo annoiando e continuai a far finta di ascoltarla. Sapevo perfettamente di aver sbagliato, ma c'era un motivo dietro a quello che avevo fatto.
"Iris, ma mi stai almeno ascoltando?" chiese mia madre spazientita, a un certo punto. Un sì buttato lì velocemente le bastò, siccome riprese a 'parlare' quasi immediatamente, e quando dico parlare ovviamente intendo gridare.
'Che cosa avrà fatto di così male?" vi starete chiedendo,e sinceramente, lo farei anche io se fossi in voi.
"Non capisci le conseguenze delle tue azioni? Potresti essere sospesa!" Sentii mia madre che diceva, ancora arrabbiatissima. No, non avevo il coraggio di controbatterle. Non perché avevo paura delle conseguenze, in realtà avevo paura di dirle la verità. Avevo paura di dirle che in realtà quel video imbarazzante su quel mio compagno di classe, Michele, l'avevo registrato io, per vendetta. Lei sapeva soltanto che io l'avevo mandato alla classe, non sapeva il resto della storia. Non sapeva come Michele, un buonissimo e gentilissimo amico alle elementari, era diventato il bulletto di classe alle medie, e che prima che io registrassi il video lui aveva sfottuto la mia amica per un mese intero, e quando io non c'ero le aveva anche dato uno schiaffo. Lei non sapeva niente, veramente niente.
Eppure eccola là, pronta a dirmi che avevo sbagliato, che era delusa e che potevo fare di meglio, proprio come faceva Michele.
Sapete, quando ero piccola non capivo perché i ragazzi più grandi odiassero così tanto i genitori, ma in quel preciso istante capii di essere diventata proprio come loro.
Michele non mi piaceva perché lui giudicava tutti e mi offendeva, mi urlava contro, e mia madre stava facendo la stessa identica cosa. Mi stava sgridando, offendendo, senza sapere neanche come fosse andata la storia intera, senza aver neanche sentito il mio punto di vista; si stava comportando proprio come un bullo.
In quel momento non mi interessava minimamente il fatto che quasi sicuramente sarei stata sospesa, nella testa avevo solo tantissima rabbia soppressa. Volevo urlarle in faccia la verità, ma lei probabilmente non mi avrebbe ascoltata, anzi, mi avrebbe giudicata anche di più.
Quella 'discussione', che alla fine fu retta unicamente da mia madre, finì con lei che se ne andava, minacciandomi di mettermi in punizione, e con me che mi infilai sotto le coperte e mi misi a piangere, ancora arrabbiata, e con la testa che mi faceva male, tanto che mia madre aveva gridato. Eliminai il video ovunque, e non ne parlai più con mia madre. Alla fine fui sospesa e non raccontai mai la verità, cosa che adesso rimpiango. Michele non fu mai punito, e la mia amica né io avemmo mai la giustizia che ci meritavamo. Chissà quanto sarebbe stato diverso se mia madre, invece di gridarmi contro, fosse venuta da me, si fosse seduta affianco a me e mi avesse chiesto "questa non è una cosa da te, perché l'hai fatto?".
Per questo tema ho messo in risalto particolarmente i litigi tra genitori e figli e anche un po' il discorso del bullismo e del cyberbullismo. Ho dato un mio punto di vista, ho scritto ciò che provo quando questo succede a me.
Spero vada bene, e se puoi, metti anche qualche idea tua! Buona fortuna!
Miglior risposta