Tema di antologia, vi prego aiutatemi
Domani ho il compito il classe di italiano e quindi tema; la prof ci ha accennato qualche titolo che può essere: o una lettera a qualcuno minimo da 2 o 3 pagine o un brano antologico che ci ha colpiti di più..visto che mi risulta difficile scrivere 3 pagine di una "lettera" in cui non mi viene niente, ho pensato di fare il tema su un brano antologico che mi ha colpito di più ma sempre di 2/3 pagine....insomma, il problema è che non so cosa scrivere! vi prego aiutatemi entro stasera io vado al 1° anno di Ragioneria e quindi il brano dovrà essere tra questi: Landolfo Rufolo e la cassa che non volle, Ciaula scopre la luna, Lisabetta e il vaso di basilico e la lettera al padre di Frank Kafka, vi prego svolgetemi il tema sono disperata :(
La prof ci ha solo accennato "un brano antologico che vi ha colpiti di più" quindi potrebbe essere un commento forse..ma di 3 pagine....grazie se mi aiutate
La prof ci ha solo accennato "un brano antologico che vi ha colpiti di più" quindi potrebbe essere un commento forse..ma di 3 pagine....grazie se mi aiutate
Risposte
anny=),scusa ma essendomi iscritta recentemente su questo sito, non ho ancora assimilato per bene tutti i passaggi da seguire.
Commento su "La lettera al padre" di Franz Kafka.
Fonte:http://www.fareletteratura.it/2011/04/05/presentazione-critica-lettera-al-padre-di-franz-fafka/
L’emblema della scrittura di Franz Kafka è la persecuzione: i personaggi dello scrittore praghese sono oppressi costantemente dal senso di colpa, sono inquieti, soli, destinati alla sconfitta. La loro grandezza è però la consapevolezza: non solo quella di essere condannati al fallimento, ma anche quella di essere condannati a difendersi fino alla morte.
Le tematiche e lo stile di Kafka non possono non esser ricondotte alla sua natura di uomo ansioso, problematico, timoroso, debole, insicuro, tormentato. Tutte caratteristiche diametralmente opposte a quelle del padre, Hermann Kafka, figura odiata e amata. Ne La metamorfosi possiamo riscontrare questa conflittualità: l’unica accurata descrizione umana che ritroviamo nel racconto è proprio quella del padre di Gregor (il protagonista), contrastante con l’altrettanto meticolosa descrizione della ripugnanza di quest’ultimo, dopo la metamorfosi in un immenso insetto.
La natura del loro rapporto padre-figlio viene chiarita in Lettera al padre, composta nel 1919 e mai giunta al destinatario. Nella lettera, l’autore fa un lucido ritratto di sé e si sofferma sul rapporto conflittuale che lo lega alla figura paterna. Hermann Kafka era un uomo forte, alto, imponente, autoritario, dalla voce possente, di grande abilità oratoria, nella lettera viene definito «uomo gigantesco, autorità suprema». Per tutta la vita Kafka si dilaniò della diversità che correva tra loro, diversità fisica e psichica, riconoscendosi di più nel carattere mite e timoroso dei Löwy (famiglia materna).
Hermann Kafka costituiva per lui un modello di perfezione, inarrivabile. Si sentiva quindi inadeguato, un inetto, estraneo a tutto ciò che il padre si aspettava da lui, sia dal punto di vista professionale (proseguire l’attività commerciale di famiglia) che sociale (sposarsi e avere dei figli).
Per questo, visse con un costante senso di colpa verso se stesso, sentendosi un traditore, perché non riusciva ad essere ciò che il padre si aspettava che egli fosse: «Io avevo perso la fiducia in me stesso restituendola con un immenso senso di colpa.». Questa parola (colpa) ricorre molte volte nel testo.
Hermann Kafka condensava l’ideale di uomo borghese, ideale contro il quale Kafka lottò per tutta la vita. Deplorava quella “legge sociale” che lo voleva a tutti i costi ben inserito nel mondo degli affari, padre e marito: difatti non si inserì nell’ambiente lavorativo paterno ed ebbe sempre legami sentimentali molto tormentati. Questo perché riteneva la vita borghese inconciliabile con la sua amata letteratura, che rappresentava un’esperienza assoluta, nella sua vita, impossibile da condividere con altro. Eppure avvertiva comunque dentro di sé tutto il peso della sua umanità, quell’inevitabile bisogno di amare ed essere amato,
Kafka non attribuisce a suo padre l’intera responsabilità, del suo carattere debole, ritenendo che probabilmente quel carattere sarebbe esploso comunque, perché facente parte della sua natura. Ciò che è fonte di biasimo è l’educazione rigida, è il mancato sostegno, è il non averlo accettato per come lui era, è l’aver sempre criticato le sue amicizie, è l’essersi posto nei suoi confronti sempre in qualità di uomo superiore, anche quando lui era ancora un bambino, sminuendo i suoi pensieri e le sue idee chiaramente non del tutto mature.
Le conseguenze sono state la chiusura, il raffreddarsi del rapporto, la presa di distanze e la scelta di non intraprendere nessuna attività che richiamasse il confronto con suo padre, per evitare di sentirsi inadeguato e mai all’altezza.
Commento su "La lettera al padre" di Franz Kafka.
Fonte:http://www.fareletteratura.it/2011/04/05/presentazione-critica-lettera-al-padre-di-franz-fafka/
L’emblema della scrittura di Franz Kafka è la persecuzione: i personaggi dello scrittore praghese sono oppressi costantemente dal senso di colpa, sono inquieti, soli, destinati alla sconfitta. La loro grandezza è però la consapevolezza: non solo quella di essere condannati al fallimento, ma anche quella di essere condannati a difendersi fino alla morte.
Le tematiche e lo stile di Kafka non possono non esser ricondotte alla sua natura di uomo ansioso, problematico, timoroso, debole, insicuro, tormentato. Tutte caratteristiche diametralmente opposte a quelle del padre, Hermann Kafka, figura odiata e amata. Ne La metamorfosi possiamo riscontrare questa conflittualità: l’unica accurata descrizione umana che ritroviamo nel racconto è proprio quella del padre di Gregor (il protagonista), contrastante con l’altrettanto meticolosa descrizione della ripugnanza di quest’ultimo, dopo la metamorfosi in un immenso insetto.
La natura del loro rapporto padre-figlio viene chiarita in Lettera al padre, composta nel 1919 e mai giunta al destinatario. Nella lettera, l’autore fa un lucido ritratto di sé e si sofferma sul rapporto conflittuale che lo lega alla figura paterna. Hermann Kafka era un uomo forte, alto, imponente, autoritario, dalla voce possente, di grande abilità oratoria, nella lettera viene definito «uomo gigantesco, autorità suprema». Per tutta la vita Kafka si dilaniò della diversità che correva tra loro, diversità fisica e psichica, riconoscendosi di più nel carattere mite e timoroso dei Löwy (famiglia materna).
Hermann Kafka costituiva per lui un modello di perfezione, inarrivabile. Si sentiva quindi inadeguato, un inetto, estraneo a tutto ciò che il padre si aspettava da lui, sia dal punto di vista professionale (proseguire l’attività commerciale di famiglia) che sociale (sposarsi e avere dei figli).
Per questo, visse con un costante senso di colpa verso se stesso, sentendosi un traditore, perché non riusciva ad essere ciò che il padre si aspettava che egli fosse: «Io avevo perso la fiducia in me stesso restituendola con un immenso senso di colpa.». Questa parola (colpa) ricorre molte volte nel testo.
Hermann Kafka condensava l’ideale di uomo borghese, ideale contro il quale Kafka lottò per tutta la vita. Deplorava quella “legge sociale” che lo voleva a tutti i costi ben inserito nel mondo degli affari, padre e marito: difatti non si inserì nell’ambiente lavorativo paterno ed ebbe sempre legami sentimentali molto tormentati. Questo perché riteneva la vita borghese inconciliabile con la sua amata letteratura, che rappresentava un’esperienza assoluta, nella sua vita, impossibile da condividere con altro. Eppure avvertiva comunque dentro di sé tutto il peso della sua umanità, quell’inevitabile bisogno di amare ed essere amato,
Kafka non attribuisce a suo padre l’intera responsabilità, del suo carattere debole, ritenendo che probabilmente quel carattere sarebbe esploso comunque, perché facente parte della sua natura. Ciò che è fonte di biasimo è l’educazione rigida, è il mancato sostegno, è il non averlo accettato per come lui era, è l’aver sempre criticato le sue amicizie, è l’essersi posto nei suoi confronti sempre in qualità di uomo superiore, anche quando lui era ancora un bambino, sminuendo i suoi pensieri e le sue idee chiaramente non del tutto mature.
Le conseguenze sono state la chiusura, il raffreddarsi del rapporto, la presa di distanze e la scelta di non intraprendere nessuna attività che richiamasse il confronto con suo padre, per evitare di sentirsi inadeguato e mai all’altezza.
Bea81,dovresti inserire la fonte ( link) in quanto è richiesto dal regolamneto.Grazie