Saggio breve obesità

Winstonblue310
Potrei avere un esempio di saggio breve sull'obesità?

Miglior risposta
peduz91
@ f.giorgia: CITA LE FONTI--->http://www.interruzioni.com/temaobesita.htm tra l'altro non è un saggio breve.


@Winstonblu,

SAGGIO BREVE: il saggio breve è un testo per il quale bisogna informarsi un pò, ovvero leggere delle fonti che magari hai gia (magari te le ha date la prof oppurecerchi su internet) e scrivere tutto il testo in modo oggettivo. Non devi mettere i tuoi pareri personali, non devi dare l'impressione di dire la tua, oppure non puoi mettere dentro le tue sensazioni o altre cose personali, insomma.

Non puoi non usare le fonti e puoi usarle in due modi:

En passant: tu dimostri di aver letto e compreso le fonti e non le citi direttamente.

In modo diretto: tu citi direttamente le fonti ma attenzione a non copiare solo le fonti, devi costruire il testo intorno ad esse.

Se poi vuoi correggere il tema scrivilo qui e te lo correggiamo noi.



Io consiglio sempre di fare una scaletta (se vuoi segui la mia):



Obesità---->cos'è?
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problemi fisici e psicologici
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provvedimenti generali----> in itaia cosa si fa?
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Confronto tra obesità e anoressia (in breve)
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v
Conclusione



Spero di esserti stato d'aiuto.
Miglior risposta
Risposte
f.giorgia
Ci ingozziamo di pop-corn e patatine al cinema o davanti al televisore, saccheggiamo il frigorifero nelle ore notturne, divoriamo hambuger da McDonald's, delibiamo pizze farcite in qualsiasi occasione sociale, dalla cena tra amici alla festa di compleanno, magari con la scusa che è cibo a basso costo. E ancora: preferiamo le bibite zuccherate all'acqua, abusiamo di alcolici, cospargiamo di panna i piatti della cucina tradizionale, ci ingozziamo di dolci e gelati. E mentre mangiamo troppo, ormai usiamo auto e motorino anche per compiere brevi spostamenti.

Il risultato è che 16 milioni di italiani ( 34,2%) sono in soprappeso, mentre 4 milioni (9,8%) sono francamente obesi. Negli Stati Uniti la situazione è ancora più allarmante.

L'obesità è un'epidemia che affligge il mondo contemporaneo e si sta diffondendo anche tra le popolazioni di quelli che un tempo erano definiti Paesi del Terzo Mondo, non appena essi adottano un'economia e conseguenti stili di vita di tipo occidentale. Il danno per le persone, tuttavia, non è soltanto estetico. Riguarda soprattutto la salute. Diabete, ipertensione, aterosclerosi, infarto, ictus, insufficienza respiratoria, cancro sono infatti le patologie più significative cui può condurre, negli anni, l'obesità. Il nostro rischio di contrarre queste malattie aumenta in proporzione all'aumentare dei chili e della circonferenza del nostro girovita.

La lotta all'obesità sta diventando una delle priorità dei sistemi sanitari più evoluti. Milioni di euro, di sterline e di dollari potrebbero essere risparmiati ogni anno qualora tutti noi adottassimo stili di vita più sani. Vivremmo più felici e a lungo, ci ammaleremmo di meno, consumeremmo meno farmaci e prestazioni sanitarie.

L'obesità riconosce diverse cause: genetiche, psicologiche, sociali e culturali. Può essere inoltre una condizione secondaria ad altre patologie o all'uso prolungato di determinati farmaci, come ad esempio il cortisone. Spesso mangiamo in eccesso per noia, per carenza di autostima, per il senso di colpa di non essere all'altezza delle performance che l'ambiente ci richiede, per superare le piccole e grandi frustrazioni e i frequenti contrattempi che la vita contemporanea così spesso ci chiama a sopportare.

Tuttavia basterebbe un piccolo scatto di orgoglio e di volontà, mangiare cioè meno e meglio e fare più attività fisica per migliorare di molto la situazione in quasi tutti i casi di obesità.

Mangiare meno: ossia adottare una dieta più sana, introdurre meno calorie di quelle che si consumano, mangiare porzioni più piccole di cibo, preferire soprattutto il consumo di frutta ed ortaggi.

Fare più attività fisica: se il movimento fosse un farmaco, sarebbe la pillola più prescritta dai medici. Il movimento aiuta a bruciare le calorie in eccesso, contribuisce a ridurre il tessuto adiposo, favorisce il passaggio del glucosio nei muscoli normalizzando la glicemia. Se ben dosata, l'attività fisica migliora la resistenza allo sforzo e il tono dell'umore, favorisce la circolazione del sangue e l'irrorazione del cuore. Riduce la tensione indotta dall'ansia e dallo stress.

Basterebbe camminare o usare la bicicletta per gli spostamenti in città, preferire le scale all'ascensore, comperare la cyclette o il tapis roulant o frequentare con regolarità una palestra, fare giardinaggio, pulire i pavimenti, lasciare la propria postazione al computer o il proprio divano domestico e uscire più spesso a farsi una passeggiata. Passeggiare, tra l'altro, stimola la produzione di pensieri e la creatività individuale.
Basterebbe adottare un cane e portarlo regolarmente fuori.

Certo la lotta all'obesità non deve trasformarsi, a mio avviso, nell'ennesima crociata salutista. Tutti noi conosciamo senz'altro persone grasse e simpatiche. La ritengo un'esperienza assolutamente comune. Personalmente, non escludo, anzi, che un eccesso di peso renda alcuni caratteri più "rotondi", socievoli e gradevoli, meno rosi dall'ossessione competitiva così frequente oggigiorno.

Ricordiamoci inoltre che la nostra è un'epoca che diffonde purtroppo, particolarmente fra le donne, un modello estetico improntato all'eccessiva magrezza. E che l'anoressia è un problema sanitario forse più grave dell'obesità stessa.

Non tutte le epoche storiche hanno adottato i nostri medesimi canoni estetici. In epoche passate i canoni di bellezza concepivano donne più pingui. Basta guardare le donne ritratte da Raffaello e Michelangelo o da Rubens, oppure la "Venere di Willendorf", la celebre statua raffigurante una donna decisamente obesa, risalente al periodo paleolitico. Presso alcune popolazioni ancor oggi il grasso in eccesso è segno di ricchezza e distinzione.

Basterebbe acquisire perciò una giusta e informata prospettiva storica per mettere al bando ogni tentazione moralistica e per non trasformare una giusta campagna di sensibilizzazione ed educazione sanitaria ai rischi per la salute in una intollerabile ed intollerante caccia alle streghe.

PROVA QUESTO :D

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