Riassunto urgentee plzz(245289)
Qualcuno mi potrebbe gentilemte riassumere questo testo in 15righeee,per favore...graziee in anticipoo.
Con il superamento dell’esame di chimica, si apre l’XI capitolo del libro “se questo è un uomo” chiamato “il canto di Ulisse”. In questo capitolo Levi si ritrova a raschiare una vecchia cisterna insieme ai suoi compagni del Kommando, un lavoro di lusso per i prigionieri del Lager. Presto però Levi viene chiamato da Jean, il Pikolo del Kommando, colui che svolgeva i compiti di fattorino-scritturale. Jean comunica a Levi che da quel giorno sarebbe stato il suo aiutante nelle corvée quotidiane del rancio. Era un lavoro faticoso, ma comportava una gradevole camminata di andata senza carico, e l’occasione sempre desiderabile di avvicinarsi alle cucine.
Già da una settimana Levi e Pikolo erano diventati amici, ma raramente avevano la possibilità di parlarsi, se non con un saluto di sfuggita. Questa poteva, invece, essere una grande possibilità per confrontarsi, ragionare, ma anche solo per parlare delle loro case, di Strasburgo e di Torino, delle letture, degli studi. Ormai quasi vicini alle cucine, Levi inizia a pensare a Dante, alla Divina Commedia, soffermandosi al canto di Ulisse. Questo pensiero provoca in Levi una strana sensazione, ma vede come Pikolo sia attento, voglioso di capire, e allora comincia, lento e accurato a narrare e tradurre i versi di Dante.
Fra i vari versi che Levi riesce a ricordare, è importante fermarsi un attimo sulla terzina che dice:
“Considerate la vostra semenza:
Fatti non foste a viver come bruti,
Ma per seguir virtute e conoscenza”
Levi narrando il canto di Ulisse si ritrova come protagonista insieme a Pikolo e a tutti gli altri uomini del Lager. Questo canto, ma soprattutto questa terzina, riguarda tutti gli uomini in travaglio, e soprattutto loro due che osano ragionare di queste cose con le stanghe della zuppa sulle spalle. Il messaggio che Levi ci vuole dare è un messaggio molto forte, perché Levi, vivendo nel Lager e guardandosi attorno riconosce di non essere più un uomo, ma una bestia, il cui unico scopo è la sopravvivenza. Infatti ciò distingue l’uomo dalla bestia è che l’uomo è in grado di ragionare e arricchirsi di conoscenza. Diversificarsi dalle bestie è appunto ciò che Levi cerca di fare e di insegnare a Pikolo per non lasciarsi andare e vivere come una bestia, ma preservare quei valori umani che ti aiutano a continuare. Io credo che se Levi sia riuscito a sopravvivere a questo inferno che è il Lager, è dovuto oltre che a una grande dose di fortuna, a questa capacità di continuare a vivere da vero uomo, nonostante il Lager sia un luogo costruito appositamente per la riduzione al minimo dei valori umani.
Levi nonostante tutto quello che ha passato riesce a raccontare anche nei più piccoli dettagli le vicende della sua tragica storia. E’ anche grazie a lui se noi oggi possiamo renderci conto di ciò che l’uomo è stato in grado di fare. Pensando a Levi mi viene anche in mente Ungaretti che in condizioni simili, costretto a vivere in una trincea tra il fango e il freddo, senza cibo, punta alla sopravvivenza, senza ridursi ad una bestia, ma scrivendo lettere piene d’amore, come scrive nella poesia Veglia . “
Con il superamento dell’esame di chimica, si apre l’XI capitolo del libro “se questo è un uomo” chiamato “il canto di Ulisse”. In questo capitolo Levi si ritrova a raschiare una vecchia cisterna insieme ai suoi compagni del Kommando, un lavoro di lusso per i prigionieri del Lager. Presto però Levi viene chiamato da Jean, il Pikolo del Kommando, colui che svolgeva i compiti di fattorino-scritturale. Jean comunica a Levi che da quel giorno sarebbe stato il suo aiutante nelle corvée quotidiane del rancio. Era un lavoro faticoso, ma comportava una gradevole camminata di andata senza carico, e l’occasione sempre desiderabile di avvicinarsi alle cucine.
Già da una settimana Levi e Pikolo erano diventati amici, ma raramente avevano la possibilità di parlarsi, se non con un saluto di sfuggita. Questa poteva, invece, essere una grande possibilità per confrontarsi, ragionare, ma anche solo per parlare delle loro case, di Strasburgo e di Torino, delle letture, degli studi. Ormai quasi vicini alle cucine, Levi inizia a pensare a Dante, alla Divina Commedia, soffermandosi al canto di Ulisse. Questo pensiero provoca in Levi una strana sensazione, ma vede come Pikolo sia attento, voglioso di capire, e allora comincia, lento e accurato a narrare e tradurre i versi di Dante.
Fra i vari versi che Levi riesce a ricordare, è importante fermarsi un attimo sulla terzina che dice:
“Considerate la vostra semenza:
Fatti non foste a viver come bruti,
Ma per seguir virtute e conoscenza”
Levi narrando il canto di Ulisse si ritrova come protagonista insieme a Pikolo e a tutti gli altri uomini del Lager. Questo canto, ma soprattutto questa terzina, riguarda tutti gli uomini in travaglio, e soprattutto loro due che osano ragionare di queste cose con le stanghe della zuppa sulle spalle. Il messaggio che Levi ci vuole dare è un messaggio molto forte, perché Levi, vivendo nel Lager e guardandosi attorno riconosce di non essere più un uomo, ma una bestia, il cui unico scopo è la sopravvivenza. Infatti ciò distingue l’uomo dalla bestia è che l’uomo è in grado di ragionare e arricchirsi di conoscenza. Diversificarsi dalle bestie è appunto ciò che Levi cerca di fare e di insegnare a Pikolo per non lasciarsi andare e vivere come una bestia, ma preservare quei valori umani che ti aiutano a continuare. Io credo che se Levi sia riuscito a sopravvivere a questo inferno che è il Lager, è dovuto oltre che a una grande dose di fortuna, a questa capacità di continuare a vivere da vero uomo, nonostante il Lager sia un luogo costruito appositamente per la riduzione al minimo dei valori umani.
Levi nonostante tutto quello che ha passato riesce a raccontare anche nei più piccoli dettagli le vicende della sua tragica storia. E’ anche grazie a lui se noi oggi possiamo renderci conto di ciò che l’uomo è stato in grado di fare. Pensando a Levi mi viene anche in mente Ungaretti che in condizioni simili, costretto a vivere in una trincea tra il fango e il freddo, senza cibo, punta alla sopravvivenza, senza ridursi ad una bestia, ma scrivendo lettere piene d’amore, come scrive nella poesia Veglia . “
Miglior risposta
Prima ci provi tu e poi noi interveniamo con eventuali correzioni :hi
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