Riassunto "Quando Hitler rubò il coniglio rosa"!
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Anna e Max sono due bambini berlinesi di origine Ebrea, benestanti. Hanno circa 10 e 12 anni. La loro famiglia vive in una grande casa a Berlino con le cameriere che aiutano la madre in tutte le faccende domestiche. La vita in città segue tranquilla col padre, famoso scrittore tedesco, che manda avanti senza difficoltà alcuna quel tenore di vita, la madre che passa le giornate suonando il pianoforte e i bambini che frequentano le migliori scuole berlinesi. La storia inizia la settimana prima delle elezioni in Germania e Anna tornando da scuola incrocia numerosi cartelloni propagandistici dai quali si affaccia il volto di Hitler. Tornata a casa Anna vede Max e il suo migliore amico Ghunter giocare in giardino alla guerra contro i nazisti e questi le raccontano la lotta nata quella mattina a scuola tra i ragazzi nazisti e quelli non. Il padre di Anna in quei giorni è costretto in casa con l'influenza ma una sera riceve una telefonata da un poliziotto suo ammiratore. Egli lo avvisa che dopo le elezioni i nazisti avevano già in programma di ritirare i passaporti agli ebrei e consiglia allo scrittore di lasciare in fretta la Germania. Cosi durante la notte il padre organizza il suo viaggio e parte per la Svizzera. Nei giorni seguenti la mamma di Anna raccomanda a lei e a suo fratello di non far parola con nessuno della partenza del padre. Inoltre organizza il viaggio per sè e per i figli, imballando i mobili e molte scatole con tutto ciò che sarebbe stato spedito in Svizzera. Anna col suo piccolo bagaglio si trova costretta a prendere una terribile decisione: portare con sè il suo vecchio peluche, un coniglio rosa malandato e con gli occhi cuciti dato che aveva perduto quelli di vetro, o portare con sè il nuovo cagnolino di peluche che aveva ricevuto per Natale. Opta per il cagnolino sapendo che presto avrebbero spedito tutto in Svizzera e avrebbe rivisto il suo coniglio rosa. La scelta davanti la quale si trova la bambina può sembrare sciocca ma è una metafora per far capire come Hitler ha costretto molte persone a prendere difficili decisioni, come quella del padre di lasciare la propria patria o quella presa dallo "Zio Julius" di rimanere in Germania. A soli un paio di giorni dalle elezioni Anna, Max e la mamma prendono il treno per Zurigo e per tutto il viaggio la madre tormenta la borsa con le mani e rimane agitata. Anna prende questa fuga come una cosa piacevole, si rende conto della gravità della situazione ma allo stesso tempo è eccitata perché sta per scoprire cose nuove. Il viaggio in treno la stanca molto anche perché né la mamma né Max sono in vena di parlare ma rimane comunque soddisfatta di tutto ciò che vede fuori dal finestrino e soprattutto non vede l'ora di riabbracciare il padre che li ha preceduti in Svizzera. Alla frontiera la madre in preda alla paura di venire fermata, mostra i passaporti alla guardia tedesca la quale li osserva attentamente per poi ridarglieli, forse malvolentieri. Arrivati a Zurigo e riunitisi al padre, alloggiano in un bell'albergo ma Anna si ammala e resta a letto per quasi due mesi. Una volta guarita la famiglia è costretta a trovare una sistemazione più economica trasferendosi cosi alla pensione degli Zwirn. Questa famiglia svizzera li ospiterà per circa un anno, li Anna e Max faranno amicizia con Vreneli e Franz e frequenteranno le loro stesse scuole. In Svizzera i due bambini non hanno grande difficoltà ad ambientarsi dato che parlano tutti la loro stessa lingua ma certo all'inizio notano molte differenze con le scuole di Berlino. Iniziano soprattutto a convivere con una realtà economica molto diversa da quella cui erano abituati in germania, perché li nessun giornale vuole pubblicare gli articoli del padre dato che essendo apertamente e notoriamente antinazista potrebbe intaccare la neutralità del paese. A Zurigo ricevono la visita di Omama (la nonna di Anna e Max) e di Zio Julius, quest'ultimo, che all'inizio scherzava un po' della decisione della famiglia di lasciare la Germania, ora si rende conto di quanto abbiano fatto bene, anche perché sulla testa del padre pende una taglia di 1000 marchi. Arriva inoltre la notizia della confisca di tutti i loro beni e Anna si rende conto che non avrebbe mai piu rivisto il suo coniglio rosa e se la prende con sè stessa della sciocca decisione di essersi portata il peluche che non legava a nessun ricordo. Max dal canto suo si addolora della scatola dei giochi che aveva ricevuto per natale e che non rivedrà mai più. Il giorno del decimo compleanno di Anna il padre le annuncia che si sarebbero trasferiti a Parigi dove aveva trovato un giornale che avrebbe pubblicato i suoi articoli. Cosi Anna e Max si ritrovano nuovamente a fare i bagagli e ad iniziare un'altra nuova vita in Francia. Anna era felicissima Durante il viaggio verso Parigi Anna,Max e il padre devono cambiare treno a Basilea, chiedono aiuto a un facchino il quale li accomapagna su di un convoglio ma una volta saliti Anna si rende conto che è il treno sbagliato.
Una recensione piu approfondita!
Anna e' la protagonista del libro: ha 9 anni. Vive in Germania col
babbo, la madre e il fratello. Sono ebrei, la loro vita scorre serena.. Di
colpo sono costretti a fuggire in svizzera e poi in Francia a causa del
razzismo. Scappano dalla loro vita tranquilla e vanno a vivere
poveramente come esuli. Alla famiglia Kerr non importa molto essere
poveri perche' a loro importa piu' la vita e soprattutto il futuro dei
loro figli. A causa delle molte persecuzioni la famiglia si deve
trasferire per la terza volta andando a vivere in Inghilterra.
Dall'Inghilterra non si spostano piu' perche' li', anche se sono ebrei,
vivono molto bene come una famiglia normale.
Questo libro e' molto bello: la parte piu' interessante e' quando la
famiglia si trasferisce dalla Germania alla svizzera perche' deve
superare i controlli delle guardie di frontiera. Il lettore e' sempre in
suspence perche' non sa mai se la famiglia riesce a superarli o no.
Di questo libro non mi e' piaciuto il finale, perche' l'autrice ha scritto
solo che i Kerr sono arrivati in Inghilterra, ma non spiega come la
famiglia si trovi in quel nuovo stato, se i bambini si trovano bene e
soprattutto se la famiglia, una volta la', puo' vivere tranquilla.
Anche se a me personalmente non e' piaciuto il finale pero'
ugualmente consiglierei di leggerlo. Il messaggio di questo libro e'
molto importante: l'uguaglianza delle persone. Anche oggi a distanza
di anni forse un po' di razzismo e' rimasto ma io spero che la gente
capisca che noi siamo tutti uguali e spero che il razzismo sparisca.
babbo, la madre e il fratello. Sono ebrei, la loro vita scorre serena.. Di
colpo sono costretti a fuggire in svizzera e poi in Francia a causa del
razzismo. Scappano dalla loro vita tranquilla e vanno a vivere
poveramente come esuli. Alla famiglia Kerr non importa molto essere
poveri perche' a loro importa piu' la vita e soprattutto il futuro dei
loro figli. A causa delle molte persecuzioni la famiglia si deve
trasferire per la terza volta andando a vivere in Inghilterra.
Dall'Inghilterra non si spostano piu' perche' li', anche se sono ebrei,
vivono molto bene come una famiglia normale.
Questo libro e' molto bello: la parte piu' interessante e' quando la
famiglia si trasferisce dalla Germania alla svizzera perche' deve
superare i controlli delle guardie di frontiera. Il lettore e' sempre in
suspence perche' non sa mai se la famiglia riesce a superarli o no.
Di questo libro non mi e' piaciuto il finale, perche' l'autrice ha scritto
solo che i Kerr sono arrivati in Inghilterra, ma non spiega come la
famiglia si trovi in quel nuovo stato, se i bambini si trovano bene e
soprattutto se la famiglia, una volta la', puo' vivere tranquilla.
Anche se a me personalmente non e' piaciuto il finale pero'
ugualmente consiglierei di leggerlo. Il messaggio di questo libro e'
molto importante: l'uguaglianza delle persone. Anche oggi a distanza
di anni forse un po' di razzismo e' rimasto ma io spero che la gente
capisca che noi siamo tutti uguali e spero che il razzismo sparisca.