Riassunto libro l'orda
ciao ragazzi vi volevo chiedere se riuscite ad aiutarmi..dovrei leggere l'orda un libro di gian antonio stella..ho iniziato a leggerlo ma non ci capisco niente..volevo chiedervi se riuscivate a trovarmi un riassunto xk fra poco la nostra prof di italiano ci fa una verifica e se non capisco di cosa parla andrò sicuramente male..grazie in anticipo!!
Risposte
Joao...cita la fonte per favore.
Nella ricostruzione di Gian Antonio Stella, ricca di fatti, personaggi, aneddoti, documenti, storie ignote o sconvolgenti, compare l'altra faccia della grande emigrazione italiana. Quella che meglio dovremmo conoscere proprio per capire, rispettare e amare ancora di più i nostri nonni, padri, madri e sorelle che partirono. Quella che abbiamo rimosso per ricordare solo gli "zii d'America" arricchiti e vincenti. Una scelta fatta per raccontare a noi stessi, in questi anni di confronto con le "orde" di immigrati in Italia e di montante xenofobia, che quando eravamo noi gli immigrati degli altri, eravamo "diversi". Eravamo più amati. Eravamo "migliori". Non è esattamente così. Il libro è qui presentato in edizione aggiornata.
« Ecco un'opportuna analisi dell'inversione di tendenza, da Paese massiccio esportatore di poco o non qualificati emigranti, ad importatore di manovalanza di ogni specie, non mancando gli immancabili avventurieri di turno, che giungono alle nostre coste con ogni mezzo da ovunque e che impegna l'Italia in un acceso dibattito che spesso raggiunge livelli di vero scontro ideologico, opportunamente sfruttato da forze politiche ambiguamente posizionate.
Da un lato troviamo gli intransigenti che, elevando ogni specie di barriera, chiedono di isolare ermeticamente le nostre frontiere, convinti di essere abbastanza autosufficienti da poter fare a meno di "invasori" di etnie troppo diverse dalla nostra cultura "superiore" - almeno così pretesa -, anche se l'attuale benessere evidenzia una chiara scarsità di operai per attività troppo scomode; dall'altro, liberali e libertari tolleranti - che difendono la totale libertà della circolazione di idee, merci, servizi ed ovviamente anche di persone -, convergono con l'indottrinata sinistra, abilmente pronta a strumentalizzare i nuovi arrivi, utili anche all'assimilazione da reclutare alla militanza sindacale ed ideologica.
Il tema non si esaurisce nel confronto di due parti che focalizzano aspetti opposti, in cui troppo spesso prevalgono risentimento e preconcetti, né oscuri interessi politici equivoci: le cose non sono però così semplici e ci sarebbe da meditare con coerenza. Questo di Stella è un ottimo contributo costruttivo, al di sopra delle parti e getta un po' di luce sulle oscure e sterili diatribe capace di equilibrare un po' le diverse divergenti interpretazioni. Stella è Veneto e si mostra molto preparato e documentato sull'assunto; infatti, è dal Nordest che partono grandi contingenti che alimentano per oltre due secoli la diaspora italiana, prima che il Veneto diventasse ricco, grazie pure al contributo di chi rientrerà in Patria. Egli percorre il passato dei nostri poveri emigranti, descrivendone le interminabili pene. Spesso partivano all'avventura con bagaglio di fortuna, legato con lo spago; frequentemente, senza un minimo d'istruzione, ignorando perfino le più elementari norme d'igiene e non raramente anche privi di documenti, erano accolti poco meglio degli animali.
Nel dettagliato rapporto, confronta stereotipi di avventurieri che noi oggi accogliamo, con quelli dei nostri connazionali che gli altri si vedevano arrivare ieri. Il paragone, però, non tiene perché coloro che ora arrivano da noi in centinaia di migliaia, non si comparano ai nostri esuli che "invadevano" i "paradisi" altrui addirittura a milioni; e ci fornisce i numeri per periodo: 1876-1900: 5,2 milioni; 1902-1915: 8,7 milioni; 1916-1942: 4,3 milioni; 1946-1961: 4,4 milioni la maggioranza poverissimi; sovente analfabeti ed ogni tanto anche individui già perseguiti dalla giustizia italiana. A loro si attribuivano le stesse accuse che ora si riservano ai "nostri" non sempre troppo graditi "ospiti". Stella riproduce pure tutta una serie di articoli in cui la stampa estera ostinatamente qualificava, fino a pochi anni fa, i nostri connazionali; si sofferma su particolari episodi d'intolleranza storici, che caratterizzavano una discriminazione oltremodo ingiusta quanto umiliante e che stimolava odio, degenerando in violente aggressioni e perfino veri massacri in Francia, Svizzera, Stati Uniti ed Argentina.
Il saggio comprende ricche appendici con eloquenti tavole statistiche; esse completano il quadro poco favorevole a noi; infatti, permettono un confronto fra i diversi "invasori" di altri Paesi ed i loro rispettivi gradi d'istruzione in rapporto agli Italiani che poi andavano ad affollare le carceri delle Nazioni che li accoglievano.
Spero di esserti stato d'aiuto... lascia per darmi il voto quando hai fatto la verifica. Dimmi quanto hai preso... Ciao!!!
« Ecco un'opportuna analisi dell'inversione di tendenza, da Paese massiccio esportatore di poco o non qualificati emigranti, ad importatore di manovalanza di ogni specie, non mancando gli immancabili avventurieri di turno, che giungono alle nostre coste con ogni mezzo da ovunque e che impegna l'Italia in un acceso dibattito che spesso raggiunge livelli di vero scontro ideologico, opportunamente sfruttato da forze politiche ambiguamente posizionate.
Da un lato troviamo gli intransigenti che, elevando ogni specie di barriera, chiedono di isolare ermeticamente le nostre frontiere, convinti di essere abbastanza autosufficienti da poter fare a meno di "invasori" di etnie troppo diverse dalla nostra cultura "superiore" - almeno così pretesa -, anche se l'attuale benessere evidenzia una chiara scarsità di operai per attività troppo scomode; dall'altro, liberali e libertari tolleranti - che difendono la totale libertà della circolazione di idee, merci, servizi ed ovviamente anche di persone -, convergono con l'indottrinata sinistra, abilmente pronta a strumentalizzare i nuovi arrivi, utili anche all'assimilazione da reclutare alla militanza sindacale ed ideologica.
Il tema non si esaurisce nel confronto di due parti che focalizzano aspetti opposti, in cui troppo spesso prevalgono risentimento e preconcetti, né oscuri interessi politici equivoci: le cose non sono però così semplici e ci sarebbe da meditare con coerenza. Questo di Stella è un ottimo contributo costruttivo, al di sopra delle parti e getta un po' di luce sulle oscure e sterili diatribe capace di equilibrare un po' le diverse divergenti interpretazioni. Stella è Veneto e si mostra molto preparato e documentato sull'assunto; infatti, è dal Nordest che partono grandi contingenti che alimentano per oltre due secoli la diaspora italiana, prima che il Veneto diventasse ricco, grazie pure al contributo di chi rientrerà in Patria. Egli percorre il passato dei nostri poveri emigranti, descrivendone le interminabili pene. Spesso partivano all'avventura con bagaglio di fortuna, legato con lo spago; frequentemente, senza un minimo d'istruzione, ignorando perfino le più elementari norme d'igiene e non raramente anche privi di documenti, erano accolti poco meglio degli animali.
Nel dettagliato rapporto, confronta stereotipi di avventurieri che noi oggi accogliamo, con quelli dei nostri connazionali che gli altri si vedevano arrivare ieri. Il paragone, però, non tiene perché coloro che ora arrivano da noi in centinaia di migliaia, non si comparano ai nostri esuli che "invadevano" i "paradisi" altrui addirittura a milioni; e ci fornisce i numeri per periodo: 1876-1900: 5,2 milioni; 1902-1915: 8,7 milioni; 1916-1942: 4,3 milioni; 1946-1961: 4,4 milioni la maggioranza poverissimi; sovente analfabeti ed ogni tanto anche individui già perseguiti dalla giustizia italiana. A loro si attribuivano le stesse accuse che ora si riservano ai "nostri" non sempre troppo graditi "ospiti". Stella riproduce pure tutta una serie di articoli in cui la stampa estera ostinatamente qualificava, fino a pochi anni fa, i nostri connazionali; si sofferma su particolari episodi d'intolleranza storici, che caratterizzavano una discriminazione oltremodo ingiusta quanto umiliante e che stimolava odio, degenerando in violente aggressioni e perfino veri massacri in Francia, Svizzera, Stati Uniti ed Argentina.
Il saggio comprende ricche appendici con eloquenti tavole statistiche; esse completano il quadro poco favorevole a noi; infatti, permettono un confronto fra i diversi "invasori" di altri Paesi ed i loro rispettivi gradi d'istruzione in rapporto agli Italiani che poi andavano ad affollare le carceri delle Nazioni che li accoglievano.
Spero di esserti stato d'aiuto... lascia per darmi il voto quando hai fatto la verifica. Dimmi quanto hai preso... Ciao!!!