Promessi sposi:descrizione o scheda dei personaggi

Gabry92
Raga urgentissimo bisogno delle schede dei personaggi di Renzo Lucia e Don Rodrigo plzzz...

Grazie mille...

Risposte
IPPLALA
Perfetto chiudo

Gabry92
suppergiù

tra i 26 e i 30...

gio94130
qualcuno sa quanti anni ha renzo
:thx:thx:thx

IPPLALA
http://balbruno.altervista.org/index-208.html

Gabry92
Avresti frà cristoforo?

Grazie milleeeeeeeeeeee

IPPLALA
Renzo:

Ruolo e caratterizzazione sociale Renzo è il protagonista della storia, e rappresenta il ceto popolare che, nel suo caso specifico, subisce una trasformazione dal negativo al positivo. Presentazione e descrizione fisica Manzoni presenta Renzo tramite un breve ritratto diretto all’inizio del cap. II, procurandoci una breve descrizione: «…Lorenzo, o come dicevan tutti, Renzo non si fece molto aspettare […]. Era fin dall’adolescenza, rimasto privo de’ parenti, ed esercitava la professione di filatore di seta, ereditaria, per dir così, nella sua famiglia […] Oltre di questo possedeva Renzo un poderetto che faceva lavorare e lavorava egli stesso, quando il filatoio stava fermo; in modo che, per la sua condizione, poteva dirsi agiato[…]. Comparve davanti a don Abbondio, in gran gala, con penne di vario colore al cappello, col suo pugnale dal manico bello, nel taschino dei calzoni, con una cert’aria di festa e nello stesso tempo di braveria, comune allora anche agli uomini più quieti…» Renzo è un giovane che, nato e cresciuto nel limitato ambiente del suo paese, conosce la vita solo nei suoi aspetti più semplici e consueti, cioè la fatica del lavoro e la forza degli aggetti; la prima affrontata con l’entusiasmo e il vigore dei vent’anni, l’altra intimamente sentita e tutta concentrata su un unico affetto. Ritratto psicologico Renzo, di indole buona, ha tuttavia un temperamento impetuoso, incline a scatti e ribellioni improvvise («un agnello se nessun lo tocca – pensa di lui don Abbondio – ma se uno vuol contraddirgli…ih!»): scatti e ribellioni che presto vengono e presto si dissipano e si calmano. Si tratta quindi d’esuberanza più che di prepotenza, di vivacità unita ad un’ingenuità talvolta fanciullesca. Renzo, infine, non è privo di una naturale intelligenza e furberia, che si rivelano particolarmente infallibili nei momenti più critici. Perché Renzo non pensa al male, è anzi incline a giudicare il suo prossimo con ottimismo; ma, quando è ben certo d’esser fatto segno al sopruso e alla prepotenza, si ribella, mettendo in moto tutta la sua intelligenza. Tipo / individuo Renzo è un individuo, perché nel corso della storia subisce una catarsi. Il suo processo di formazione, si attua attraverso due esperienze: la sommossa e la Milano appestata. Grazie a questi momenti, Renzo comprende la vanità delle pretese umane, e si rassegna alla volontà di Dio. Fondamentali per questa trasformazione sono la notte passata sull’Adda, in cui Renzo fa il bilancio degli errori commessi durante la sommossa, e il perdono concesso a Don Rodrigo in agonia nel lazzaretto.


Lucia.

Ruolo La protagonista femminile del romanzo è una figura di giovane donna, le cui caratteristiche, fisiche e morali, sono tra le meno appariscenti che ci sia dato attribuire ad un soggetto umano e ad un personaggio di un romanzo Caratterizzazione sociale Lucia è una ragazza umile, una ragazza del popolo, alla quale la modesta origine non impedisce di racchiudere nell’anima una nobiltà di sentimenti e di ideali da fare invidia a persone di più alta nascita e cultura. Presentazione e descrizione fisica Il Manzoni ci presenta Lucia in modo diretto, fornendoci la sua descrizione fisica, in abito da sposa, nel cap.II. Dice: «Lucia usciva in quel momento tutta attillata dalle mani della madre. Le amiche si rubavano la sposa, e le facevan forza perché si lasciasse vedere; e lei s’andava schermendo, con quella modestia un po’ guerriera delle contadine, facendosi scudo alla faccia col gomito, chinandola sul busto, e aggrottando i lunghi e neri sopraccigli, mentre però la bocca s’apriva al sorriso. I neri e giovanili capelli, spartiti sopra la fronte, con una bianca e sottile dirizzatura, si ravvolgevan, dietro il capo, in cerchi moltiplici di trecce, trapassate da lunghi spilli d’argento, che si dividevano all’intorno, quasi a guisa de’raggi d’un’aureola, come ancora usano le contadine del Milanese. Intorno al collo aveva un vezzo di granati alternati con bottoni d'oro a filigrana: portava un bel busto di broccato a fiori, con le maniche separate e allacciate da bei nastri: una corta gonnella di filaticcio di seta, a pieghe fitte e minute, due calze vermiglie, due pianelle, di seta anch’esse, a ricami. Oltre a questo, ch’era l’ornamento particolare del giorno delle nozze, Lucia aveva quello quotidiano d’una modesta bellezza, rilevata allora e accresciuta dalle varie affezioni che le si dipingevan sul viso: una gioia temperata da un turbamento leggiero, quel placido acoramento che si mostra quand’in quando sul volto delle spose, e, senza scompor la bellezza, le dà un carattere particolare…» Ritratto psicologico Il ritratto della sposa è in ogni particolare stupendo, specialmente dove la vediamo schermirsi con quella modestia un po’ guerriera delle contadine, modestia che la contraddistingue e che è confermata in molti punti del romanzo. La caratteristica principale di Lucia è la fede: una fede intrinseca, basata sul principio della Provvidenza, che aiuta coloro che fanno il bene. In Lucia c’è uno spontaneo rifiuto della violenza, un abbandono fiducioso, totale alla volontà di Dio. Proprio per questo, Lucia è vista di solito come un personaggio statico, che non subisce trasformazioni nel corso della vicenda, perché “non ha bisogno di imparare nulla”. Tipo/individuo Nonostante subisca soprusi in tutta la vicenda del romanzo, non è passiva Lucia, che si oppone con tanta forza e decisione a tutto ciò che la sua coscienza non può tollerare; piuttosto è attiva in una sola direzione, quella del bene, e le sue armi sono la fede, la preghiera, la speranza. Lucia è un individuo: anche lei ha un processo di formazione. Ha inizialmente dei limiti, che deve superare grazie all’esperienza. Lucia, all’aprirsi del racconto, appare prigioniera di una visione ingenuamente idillica della vita: manca quella consapevolezza del male che è necessaria per capire la vera natura della realtà umana, per cogliere il senso religioso stesso della presenza del negativo nel mondo.


don rodrigo
Ruolo e caratterizzazione sociale Don Rodrigo è l’antagonista della storia, colui che si pone contro i protagonisti e dà origine a tutta la vicenda e alle conseguenze subite dagli altri personaggi. Don Rodrigo è come lo specchio del suo tempo, di quel Seicento di cui il Manzoni ci ha lasciato il quadro più vasto, multiforme e completo che mai sia stato fatto. Presentazione e descrizione fisica Sebbene sia colui che, con il suo agire avventato e prepotente, rende possibile tutta la vicenda, è l’unico personaggio di cui non ci venga fatta una presentazione vera e propri, né fisica, né morale. Lo conosciamo solo attraverso i simboli e gli attributi della sua forza e dell’autorità, e attraverso il suo agire, o meglio le conseguenze del suo agire. Egli tuttavia è sempre presente immaterialmente, quando non lo è fisicamente, come il cattivo genio di tutta l’azione. Appare sin dall’inizio tramite le parole dei bravi e il racconto di Lucia, ma la sua vera comparsa fisica è nel cap. V: «…Don Rodrigo […] era lì in capo di tavola, in casa sua, nel suo regno, circondato d’amici, d’omaggi, di tanti segni della sua potenza, con un viso da far morire in bocca a chi si dia una preghiera, non che un consiglio, non che una correzione, non che un rimprovero…» Ritratto psicologico Per quanto riguarda la psicologia di Don Rodrigo, egli compie il male semplicemente perché è sicuro che la sua posizione sociale e gli appoggi di persone molto influenti e poco scrupolose gli garantiscano l’impunità, e perché, nella sua assenza d’ogni principio morale, egli conosce solo una legge: quella del più forte, o meglio del più potente e prepotente, perché le altre leggi, quelle codificate, sa di poterle violare a suo piacimento. Ma, pur essendo un malvagio, non ha il coraggio delle proprie azioni, perché si preoccupa di salvare le apparenze, come vediamo in parecchie circostanze, ad esempio nello sgomento che prova dopo il fallito tentativo di rapimento di Lucia, operato dal Griso. È un piccolo tiranno di campagna, che non è preparato ad accettare le conseguenze delle sue azioni, e quindi non sa essere grande neppure nel male: non sa avvolgersi di quella capacità di suscitare paura e sgomento, ma contemporaneamente anche rispetto. Per questo motivo vuole tentare anche lui la sua grande impresa, ma rimane invischiato dalla sua stessa impotenza e incapacità. Tipo/individuo Da un certo punto di vista, Don Rodrigo può essere considerato un personaggio statico: non cambia, né nel bene, né nel male: non è la testardaggine che lo induce a persistere nel suo “scellerato disegno”, bensì le beffarde parole del cugino, il conte Attilio. Probabilmente Don Rodrigo desidererebbe, in cuor suo, abbandonare l’impresa, che però è costretto a condurre fino in fondo, per una questione di puntiglio e d’orgoglio familiare.


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