Parafrasi e commento (46775)
Controlla se il testo è giusto.....poi ti faccio parafrasi e commento
Era una notte d’estate, densa e tiepida,
languida, sorda e abbagliante…
come un lampo istantanea una luce
cadde sull’erba. Guardai intorno, ed ecco
la Luna nuda, immensamente alta,
ristare sopra il mio capo in cielo ed io
sul bordo ritrovarmi d’un enorme mare di bruma
che silenzioso e placido mi riposava ai piedi….
La Luna nel frattempo in solitaria gloria
rimirava la scena e noi ristemmo, la bruma,
L’insieme della scena si modellava…
grandiosa in sé- ma in quello spacco,…
la Natura
aveva posto l’anima, l’immagine del tutto.
Aggiunto 15 ore 51 minuti più tardi:
Era una notte d'estate, l'aria era densa e faceva caldo, era una notte tranquilla, i suoni erano attutiti e il cielo illuminato. Come un lampo una luce cadde all'improvviso su un prato. Mi guardai intorno e vidi la luna, non velata dalle nuvole (nuda), alta nel cielo, ferma sopra la mia testa e io mi ritrovai sul bordo di una distesa di nebbia, vasta come un mare, che si estendeva tranquilla e silenziosa davanti.
La luna intanto, come una regina gloriosa, osservava me e la nebbia che restavamo immobili. Il colpo d'occhio d'insieme della scena era grandioso, ma in quella scena la natura era l'anima stessa, quasi un simbolo tangibile dell'infinito.
Il poeta descrive uan scena estiva all'aperto. durante uan notte silenziosa e afosa egli viene colpito dalla luminosità e dall'imponenza della luna che, in un cielo limpido, domina sopra di lui. Sotto i suoi piedi invece si estende una sottile nebbiolina che gli copre i piedi, come un vasto mare immobile. La luna sembra osservare dall'alto poeta e terra e l'uomo si immagina quale debba essere, da lassù, lo spettacolo che la luna vede. In questa scena, però, lui sa bene che la protagonista assoluta è la natura, non lui, e che essa è in grado, con i suoi piccoli e quotidiani segni (luna e nebbia) di dare una sensazione di infinito come l'uomo non riuscirà ami a fare.
Il poeta in questa lirica mette a confronto la grandezza della natura con la piccolezza dell'essere umano che rimane schiacciao fra cielo e terra a guardare davanti ai suoi occhi uno spettacolo meraviglioso. L'ambientazine notturna, tipica dei poeti romantici, mette in luce il mistero e il sentimento che trapela dal mondo naturale e il silenzio che circonda la scena non fa altro che accentuare questi aspetti.
Era una notte d’estate, densa e tiepida,
languida, sorda e abbagliante…
come un lampo istantanea una luce
cadde sull’erba. Guardai intorno, ed ecco
la Luna nuda, immensamente alta,
ristare sopra il mio capo in cielo ed io
sul bordo ritrovarmi d’un enorme mare di bruma
che silenzioso e placido mi riposava ai piedi….
La Luna nel frattempo in solitaria gloria
rimirava la scena e noi ristemmo, la bruma,
L’insieme della scena si modellava…
grandiosa in sé- ma in quello spacco,…
la Natura
aveva posto l’anima, l’immagine del tutto.
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Era una notte d'estate, l'aria era densa e faceva caldo, era una notte tranquilla, i suoni erano attutiti e il cielo illuminato. Come un lampo una luce cadde all'improvviso su un prato. Mi guardai intorno e vidi la luna, non velata dalle nuvole (nuda), alta nel cielo, ferma sopra la mia testa e io mi ritrovai sul bordo di una distesa di nebbia, vasta come un mare, che si estendeva tranquilla e silenziosa davanti.
La luna intanto, come una regina gloriosa, osservava me e la nebbia che restavamo immobili. Il colpo d'occhio d'insieme della scena era grandioso, ma in quella scena la natura era l'anima stessa, quasi un simbolo tangibile dell'infinito.
Il poeta descrive uan scena estiva all'aperto. durante uan notte silenziosa e afosa egli viene colpito dalla luminosità e dall'imponenza della luna che, in un cielo limpido, domina sopra di lui. Sotto i suoi piedi invece si estende una sottile nebbiolina che gli copre i piedi, come un vasto mare immobile. La luna sembra osservare dall'alto poeta e terra e l'uomo si immagina quale debba essere, da lassù, lo spettacolo che la luna vede. In questa scena, però, lui sa bene che la protagonista assoluta è la natura, non lui, e che essa è in grado, con i suoi piccoli e quotidiani segni (luna e nebbia) di dare una sensazione di infinito come l'uomo non riuscirà ami a fare.
Il poeta in questa lirica mette a confronto la grandezza della natura con la piccolezza dell'essere umano che rimane schiacciao fra cielo e terra a guardare davanti ai suoi occhi uno spettacolo meraviglioso. L'ambientazine notturna, tipica dei poeti romantici, mette in luce il mistero e il sentimento che trapela dal mondo naturale e il silenzio che circonda la scena non fa altro che accentuare questi aspetti.
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Era una notte d’estate, densa e tiepida,
languida, sorda e abbagliante…
come un lampo istantanea una luce
cadde sull’erba. Guardai intorno, ed ecco
la Luna nuda, immensamente alta,
ristare sopra il mio capo in cielo ed io
sul bordo ritrovarmi d’un enorme mare di bruma
che silenzioso e placido mi riposava ai piedi….
La Luna nel frattempo in solitaria gloria
rimirava la scena e noi ristemmo, la bruma,
L’insieme della scena si modellava…
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la Natura
aveva posto l’anima, l’immagine del tutto.
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Era una notte d'estate, l'aria era densa e faceva caldo, era una notte tranquilla, i suoni erano attutiti e il cielo illuminato. Come un lampo una luce cadde all'improvviso su un prato. Mi guardai intorno e vidi la luna, non velata dalle nuvole (nuda), alta nel cielo, ferma sopra la mia testa e io mi ritrovai sul bordo di una distesa di nebbia, vasta come un mare, che si estendeva tranquilla e silenziosa davanti.
La luna intanto, come una regina gloriosa, osservava me e la nebbia che restavamo immobili. Il colpo d'occhio d'insieme della scena era grandioso, ma in quella scena la natura era l'anima stessa, quasi un simbolo tangibile dell'infinito.
Il poeta descrive uan scena estiva all'aperto. durante uan notte silenziosa e afosa egli viene colpito dalla luminosità e dall'imponenza della luna che, in un cielo limpido, domina sopra di lui. Sotto i suoi piedi invece si estende una sottile nebbiolina che gli copre i piedi, come un vasto mare immobile. La luna sembra osservare dall'alto poeta e terra e l'uomo si immagina quale debba essere, da lassù, lo spettacolo che la luna vede. In questa scena, però, lui sa bene che la protagonista assoluta è la natura, non lui, e che essa è in grado, con i suoi piccoli e quotidiani segni (luna e nebbia) di dare una sensazione di infinito come l'uomo non riuscirà ami a fare.
Il poeta in questa lirica mette a confronto la grandezza della natura con la piccolezza dell'essere umano che rimane schiacciao fra cielo e terra a guardare davanti ai suoi occhi uno spettacolo meraviglioso. L'ambientazine notturna, tipica dei poeti romantici, mette in luce il mistero e il sentimento che trapela dal mondo naturale e il silenzio che circonda la scena non fa altro che accentuare questi aspetti.
Era una notte d’estate, densa e tiepida,
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cadde sull’erba. Guardai intorno, ed ecco
la Luna nuda, immensamente alta,
ristare sopra il mio capo in cielo ed io
sul bordo ritrovarmi d’un enorme mare di bruma
che silenzioso e placido mi riposava ai piedi….
La Luna nel frattempo in solitaria gloria
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L’insieme della scena si modellava…
grandiosa in sé- ma in quello spacco,…
la Natura
aveva posto l’anima, l’immagine del tutto.
Aggiunto 15 ore 51 minuti più tardi:
Era una notte d'estate, l'aria era densa e faceva caldo, era una notte tranquilla, i suoni erano attutiti e il cielo illuminato. Come un lampo una luce cadde all'improvviso su un prato. Mi guardai intorno e vidi la luna, non velata dalle nuvole (nuda), alta nel cielo, ferma sopra la mia testa e io mi ritrovai sul bordo di una distesa di nebbia, vasta come un mare, che si estendeva tranquilla e silenziosa davanti.
La luna intanto, come una regina gloriosa, osservava me e la nebbia che restavamo immobili. Il colpo d'occhio d'insieme della scena era grandioso, ma in quella scena la natura era l'anima stessa, quasi un simbolo tangibile dell'infinito.
Il poeta descrive uan scena estiva all'aperto. durante uan notte silenziosa e afosa egli viene colpito dalla luminosità e dall'imponenza della luna che, in un cielo limpido, domina sopra di lui. Sotto i suoi piedi invece si estende una sottile nebbiolina che gli copre i piedi, come un vasto mare immobile. La luna sembra osservare dall'alto poeta e terra e l'uomo si immagina quale debba essere, da lassù, lo spettacolo che la luna vede. In questa scena, però, lui sa bene che la protagonista assoluta è la natura, non lui, e che essa è in grado, con i suoi piccoli e quotidiani segni (luna e nebbia) di dare una sensazione di infinito come l'uomo non riuscirà ami a fare.
Il poeta in questa lirica mette a confronto la grandezza della natura con la piccolezza dell'essere umano che rimane schiacciao fra cielo e terra a guardare davanti ai suoi occhi uno spettacolo meraviglioso. L'ambientazine notturna, tipica dei poeti romantici, mette in luce il mistero e il sentimento che trapela dal mondo naturale e il silenzio che circonda la scena non fa altro che accentuare questi aspetti.
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