Monologo/dialogo commedia e tragedia
Devo scrivere 4 monologhi/dialoghi ambientati ai giorni nostri sotto forma di commedia romana, commedia greca, tragedia romana, tragedia greca. Grazie a chi saprà aiutarmi
Miglior risposta
Commedia romana:
(Titolato: "Er Popolo della Tecnologia")
Personaggio: Tizio, cittadino romano moderno
(Tizio è in una piazza affollata, completamente immerso nel suo smartphone)
TIZIO: (Guardando lo smartphone, agitato) Ehi, mò lo vedi er mondo? Er traffico? Che se fa bollente! E io qui, sto co' sto coso magico 'n man! (Agita il telefono) Ma che stà succedendo in sto 'sociale'?! 'Sti cinesi de Instagram, ogni secondo er batticuore! Ah, sto pericolo de vivè senza Wi-Fi!
(Tizio incontra l'amico, Caio)
CAIO: (Sorridendo) Ciao, Tizio! Come stai?
TIZIO: (Distraíto) Ehi, Caio! Sto, sto benissimo. (Gesticola con il telefono) Mo stavo appena a vedere sta faccenda. Ma ché vuoi?
CAIO: (Guarda Tizio, sospira) Sai, pensavo a come facevamo senza 'sti smartphone un tempo...
TIZIO: (Guardando Caio come se fosse pazzo) Un tempo? Caio, ma come si campava 'n tempo de Caligola? Che dici?
CAIO: (Sorride) Beh, sapevamo parlare tra di noi, ridevamo insieme... facevamo giochi all'aperto!
TIZIO: (Sembra sconcertato) Giochi all'aperto? Ma oggi c'è er Fortnite! Gioco con milioni de persone, amico!
CAIO: (Sorride) Ricordo quando giocavamo a palla in strada con tutti i vicini.
TIZIO: (Scrolla le spalle) E mo giochi a palla co' er telefono. È lo stesso, no?
CAIO: (Sospira) Beh, ma almeno er profumo dei fiori, l'aria pulita... Tizio, tu ce l'hai una lavatrice, no? Hai visto mai le tue robe volà da solo in giardino?
TIZIO: (Guarda il telefono, poi Caio, poi il telefono) E mo perché dovrei lavà 'ste robe a man? Aha! (Tizio torna a concentrarsi sul telefono)
CAIO: (Sorride, sospira) Eh, Tizio... sei proprio 'n cittadino romano de sta nuova era. La tecnologia è er tuo imperatore!
TIZIO: (Ridacchia) Imperatore? E io so er suo fedelissimo gladiatore, pronto a sfidar tutto er mondo online! Vai, vinci amico! (Tizio torna a fissare il telefono)
(Caio si allontana scuotendo la testa, mentre Tizio rimane immerso nel suo mondo virtuale, ignaro del mondo reale che lo circonda.)
Fine del monologo.
Commedia greca:
(Titolo: "La Tragica Commedia delle Convenienze")
Personaggio: Filonide, cittadino moderno
(Filonide è in una piazza, parla direttamente al pubblico)
FILONIDE: (Solenne, con voce potente) Oh, voi, cittadini dell'era moderna, ascoltate il mio lamento! Sono Filonide, un uomo di questo tempo, il quale si trova immerso in un mondo di convenienze senza fine.
(Prende un smartphone e lo mostra al pubblico)
FILONIDE: Guardate! Questo piccolo scatolino di vetro e metallo è il nostro moderno Oracolo di Delfi, il nostro collegamento con l'Olimpo digitale! Ma quanto peso porta questa convenienza? (Sospira)
(Filonide mette il telefono nella tasca)
FILONIDE: Un tempo, noi Greci, camminavamo per le strade di Atene e parlavamo tra di noi. Ora, le parole sono sostituite dai messaggi, i gesti dalla condivisione di selfie! La tecnologia ha creato un mare di comunicazione, ma ci ha privato della vera connessione umana!
(Prende una tazza di caffè)
FILONIDE: E guardate qui! Questa è la bevanda amara che consumiamo ogni giorno, il nostro elisir di vivacità. Ma, ahimè, non abbiamo più il tempo di sederci in un antico symposion, di condividere storie ed emozioni!
(Filonide depone la tazza)
FILONIDE: La convenienza ci ha resi schiavi del nostro stesso progresso. Siamo intrappolati in un mondo digitale, come Ulisse legato all'albero della sua nave per resistere al canto delle sirene!
(Agita le mani verso il cielo)
FILONIDE: Oh, dèi del WiFi, liberateci dalla dipendenza tecnologica! Riconduceteci alla semplicità, alla gioia di un abbraccio reale e di un pasto condiviso!
(Filonide guarda il pubblico, con occhi imploranti)
FILONIDE: Vi prego, cittadini, non lasciate che la comodità ci allontani l'uno dall'altro. Troviamo l'equilibrio tra il vecchio e il nuovo, tra l'antico e il moderno, perché solo così possiamo veramente vivere!
(Filonide fa un gesto drammatico con la mano e si allontana dal pubblico)
Fine del monologo.
Tragedia romana:
(Titolo: "La Solitudine nell'Era Moderna")
Personaggio: Lucia, cittadina moderna
(Lucia è sola in una stanza buia, parla direttamente al pubblico)
LUCIA: (Con voce malinconica) Oh, voi, spettatori, ascoltate il mio lamento! Sono Lucia, un'anima naufragata in questo mare di solitudine dell'era moderna.
(Si guarda intorno alla stanza vuota)
LUCIA: Qui, in questa stanza, mi ritrovo. Solitaria, con una miriade di dispositivi elettronici che offrono un'illusione di connessione, ma non la vera compagnia umana.
(Si tiene il telefono in mano, osservandolo con tristezza)
LUCIA: Questo piccolo oggetto, così potente e apparentemente vitale, è diventato il mio unico confidente. Schermo luminoso, ti guardo per ore, ma cosa hai fatto della mia vera connessione umana?
(Lucia si allontana dal telefono)
LUCIA: Un tempo, il senso di comunità fioriva nelle strade, nei mercati e nei luoghi pubblici. Ma ora, l'invadenza dei social network ci ha trascinato in un'oscurità solitaria, in cui contiamo i like e i follower anziché le amicizie sincere.
(Si siede su una sedia e guarda un album di foto cartaceo)
LUCIA: Ah, guardate! Le fotografie stampate, i ricordi veri che posso toccare. Queste immagini mi ricordano i momenti in cui ridevamo, piangevamo e condividevamo le nostre vite, non attraverso un vetro di uno schermo, ma faccia a faccia.
(Lucia ripone l'album)
LUCIA: Questa tragedia moderna è una catena che ci stringe, una solitudine che non può essere sfuggita. Siamo come Prometeo, legati a una roccia digitale, mentre l'eternità scorre davanti a noi senza la vera connessione umana.
(Si alza in piedi, con un gesto teatrale)
LUCIA: Oh, dèi moderni, liberateci da questa prigionia digitale! Ridateci la gioia di un abbraccio reale, di una conversazione autentica e di una condivisione genuina. Affinché possiamo riscoprire la bellezza dell'umana umanità!
(Lucia si allontana dal pubblico, lasciando dietro di sé un'atmosfera di desolazione)
Fine del monologo.
Tragedia greca:
(Titolo: "Il Declino dell'Umanità")
Personaggio: Icaro, cittadino moderno
(Icaro è in piedi, in una posizione eretta, con una profonda espressione di preoccupazione. Parla direttamente al pubblico, con una voce possente e tragica)
ICARO: (Solenne) Oh, cittadini dell'era moderna, ascoltate il mio grido di angoscia. Sono Icaro, un uomo di questo tempo, e vedo una tragedia che avvolge la nostra umanità!
(Gesticola verso il mondo esterno)
ICARO: Guardate! Il nostro mondo è in fiamme. Una corsa forsennata verso il progresso tecnologico ci ha portati ad abbracciare il potere delle macchine, ma abbiamo perso il contatto con le radici stesse della nostra esistenza.
(Alza un telefono cellulare, lo guarda con sdegno)
ICARO: Questo dispositivo, che un tempo ci dava la possibilità di comunicare e apprendere, ora ci tiene prigionieri! Siamo schiavi delle notifiche, delle app che ci divorano il tempo e ci isolano dal mondo reale.
(Lascia cadere il telefono a terra)
ICARO: Un tempo, ammiravamo il mondo con gli occhi aperti e contemplavamo la bellezza della natura. Ora, non alziamo gli occhi dai nostri schermi, persi in una realtà virtuale che ci separa da ciò che è vero e autentico.
(Si rivolge al pubblico con un gesto drammatico)
ICARO: Oh, dèi dell'Olimpo digitale, guardate cosa abbiamo fatto alla nostra umanità! Abbiamo sacrificato la nostra intimità sull'altare del progresso, abbracciando la solitudine e l'alienazione!
(ICARO guarda il pubblico, con occhi imploranti)
ICARO: Vi prego, cittadini, riscattate la nostra umanità smarrita. Riconnettiamoci con la natura, con le emozioni vere e con le persone che ci circondano. Rompiamo le catene digitali che ci tengono prigionieri e riaccendiamo la fiamma dell'umanità!
(ICARO si allontana dal pubblico, lasciando dietro di sé un'atmosfera di disperazione)
Fine del monologo.
(Titolato: "Er Popolo della Tecnologia")
Personaggio: Tizio, cittadino romano moderno
(Tizio è in una piazza affollata, completamente immerso nel suo smartphone)
TIZIO: (Guardando lo smartphone, agitato) Ehi, mò lo vedi er mondo? Er traffico? Che se fa bollente! E io qui, sto co' sto coso magico 'n man! (Agita il telefono) Ma che stà succedendo in sto 'sociale'?! 'Sti cinesi de Instagram, ogni secondo er batticuore! Ah, sto pericolo de vivè senza Wi-Fi!
(Tizio incontra l'amico, Caio)
CAIO: (Sorridendo) Ciao, Tizio! Come stai?
TIZIO: (Distraíto) Ehi, Caio! Sto, sto benissimo. (Gesticola con il telefono) Mo stavo appena a vedere sta faccenda. Ma ché vuoi?
CAIO: (Guarda Tizio, sospira) Sai, pensavo a come facevamo senza 'sti smartphone un tempo...
TIZIO: (Guardando Caio come se fosse pazzo) Un tempo? Caio, ma come si campava 'n tempo de Caligola? Che dici?
CAIO: (Sorride) Beh, sapevamo parlare tra di noi, ridevamo insieme... facevamo giochi all'aperto!
TIZIO: (Sembra sconcertato) Giochi all'aperto? Ma oggi c'è er Fortnite! Gioco con milioni de persone, amico!
CAIO: (Sorride) Ricordo quando giocavamo a palla in strada con tutti i vicini.
TIZIO: (Scrolla le spalle) E mo giochi a palla co' er telefono. È lo stesso, no?
CAIO: (Sospira) Beh, ma almeno er profumo dei fiori, l'aria pulita... Tizio, tu ce l'hai una lavatrice, no? Hai visto mai le tue robe volà da solo in giardino?
TIZIO: (Guarda il telefono, poi Caio, poi il telefono) E mo perché dovrei lavà 'ste robe a man? Aha! (Tizio torna a concentrarsi sul telefono)
CAIO: (Sorride, sospira) Eh, Tizio... sei proprio 'n cittadino romano de sta nuova era. La tecnologia è er tuo imperatore!
TIZIO: (Ridacchia) Imperatore? E io so er suo fedelissimo gladiatore, pronto a sfidar tutto er mondo online! Vai, vinci amico! (Tizio torna a fissare il telefono)
(Caio si allontana scuotendo la testa, mentre Tizio rimane immerso nel suo mondo virtuale, ignaro del mondo reale che lo circonda.)
Fine del monologo.
Commedia greca:
(Titolo: "La Tragica Commedia delle Convenienze")
Personaggio: Filonide, cittadino moderno
(Filonide è in una piazza, parla direttamente al pubblico)
FILONIDE: (Solenne, con voce potente) Oh, voi, cittadini dell'era moderna, ascoltate il mio lamento! Sono Filonide, un uomo di questo tempo, il quale si trova immerso in un mondo di convenienze senza fine.
(Prende un smartphone e lo mostra al pubblico)
FILONIDE: Guardate! Questo piccolo scatolino di vetro e metallo è il nostro moderno Oracolo di Delfi, il nostro collegamento con l'Olimpo digitale! Ma quanto peso porta questa convenienza? (Sospira)
(Filonide mette il telefono nella tasca)
FILONIDE: Un tempo, noi Greci, camminavamo per le strade di Atene e parlavamo tra di noi. Ora, le parole sono sostituite dai messaggi, i gesti dalla condivisione di selfie! La tecnologia ha creato un mare di comunicazione, ma ci ha privato della vera connessione umana!
(Prende una tazza di caffè)
FILONIDE: E guardate qui! Questa è la bevanda amara che consumiamo ogni giorno, il nostro elisir di vivacità. Ma, ahimè, non abbiamo più il tempo di sederci in un antico symposion, di condividere storie ed emozioni!
(Filonide depone la tazza)
FILONIDE: La convenienza ci ha resi schiavi del nostro stesso progresso. Siamo intrappolati in un mondo digitale, come Ulisse legato all'albero della sua nave per resistere al canto delle sirene!
(Agita le mani verso il cielo)
FILONIDE: Oh, dèi del WiFi, liberateci dalla dipendenza tecnologica! Riconduceteci alla semplicità, alla gioia di un abbraccio reale e di un pasto condiviso!
(Filonide guarda il pubblico, con occhi imploranti)
FILONIDE: Vi prego, cittadini, non lasciate che la comodità ci allontani l'uno dall'altro. Troviamo l'equilibrio tra il vecchio e il nuovo, tra l'antico e il moderno, perché solo così possiamo veramente vivere!
(Filonide fa un gesto drammatico con la mano e si allontana dal pubblico)
Fine del monologo.
Tragedia romana:
(Titolo: "La Solitudine nell'Era Moderna")
Personaggio: Lucia, cittadina moderna
(Lucia è sola in una stanza buia, parla direttamente al pubblico)
LUCIA: (Con voce malinconica) Oh, voi, spettatori, ascoltate il mio lamento! Sono Lucia, un'anima naufragata in questo mare di solitudine dell'era moderna.
(Si guarda intorno alla stanza vuota)
LUCIA: Qui, in questa stanza, mi ritrovo. Solitaria, con una miriade di dispositivi elettronici che offrono un'illusione di connessione, ma non la vera compagnia umana.
(Si tiene il telefono in mano, osservandolo con tristezza)
LUCIA: Questo piccolo oggetto, così potente e apparentemente vitale, è diventato il mio unico confidente. Schermo luminoso, ti guardo per ore, ma cosa hai fatto della mia vera connessione umana?
(Lucia si allontana dal telefono)
LUCIA: Un tempo, il senso di comunità fioriva nelle strade, nei mercati e nei luoghi pubblici. Ma ora, l'invadenza dei social network ci ha trascinato in un'oscurità solitaria, in cui contiamo i like e i follower anziché le amicizie sincere.
(Si siede su una sedia e guarda un album di foto cartaceo)
LUCIA: Ah, guardate! Le fotografie stampate, i ricordi veri che posso toccare. Queste immagini mi ricordano i momenti in cui ridevamo, piangevamo e condividevamo le nostre vite, non attraverso un vetro di uno schermo, ma faccia a faccia.
(Lucia ripone l'album)
LUCIA: Questa tragedia moderna è una catena che ci stringe, una solitudine che non può essere sfuggita. Siamo come Prometeo, legati a una roccia digitale, mentre l'eternità scorre davanti a noi senza la vera connessione umana.
(Si alza in piedi, con un gesto teatrale)
LUCIA: Oh, dèi moderni, liberateci da questa prigionia digitale! Ridateci la gioia di un abbraccio reale, di una conversazione autentica e di una condivisione genuina. Affinché possiamo riscoprire la bellezza dell'umana umanità!
(Lucia si allontana dal pubblico, lasciando dietro di sé un'atmosfera di desolazione)
Fine del monologo.
Tragedia greca:
(Titolo: "Il Declino dell'Umanità")
Personaggio: Icaro, cittadino moderno
(Icaro è in piedi, in una posizione eretta, con una profonda espressione di preoccupazione. Parla direttamente al pubblico, con una voce possente e tragica)
ICARO: (Solenne) Oh, cittadini dell'era moderna, ascoltate il mio grido di angoscia. Sono Icaro, un uomo di questo tempo, e vedo una tragedia che avvolge la nostra umanità!
(Gesticola verso il mondo esterno)
ICARO: Guardate! Il nostro mondo è in fiamme. Una corsa forsennata verso il progresso tecnologico ci ha portati ad abbracciare il potere delle macchine, ma abbiamo perso il contatto con le radici stesse della nostra esistenza.
(Alza un telefono cellulare, lo guarda con sdegno)
ICARO: Questo dispositivo, che un tempo ci dava la possibilità di comunicare e apprendere, ora ci tiene prigionieri! Siamo schiavi delle notifiche, delle app che ci divorano il tempo e ci isolano dal mondo reale.
(Lascia cadere il telefono a terra)
ICARO: Un tempo, ammiravamo il mondo con gli occhi aperti e contemplavamo la bellezza della natura. Ora, non alziamo gli occhi dai nostri schermi, persi in una realtà virtuale che ci separa da ciò che è vero e autentico.
(Si rivolge al pubblico con un gesto drammatico)
ICARO: Oh, dèi dell'Olimpo digitale, guardate cosa abbiamo fatto alla nostra umanità! Abbiamo sacrificato la nostra intimità sull'altare del progresso, abbracciando la solitudine e l'alienazione!
(ICARO guarda il pubblico, con occhi imploranti)
ICARO: Vi prego, cittadini, riscattate la nostra umanità smarrita. Riconnettiamoci con la natura, con le emozioni vere e con le persone che ci circondano. Rompiamo le catene digitali che ci tengono prigionieri e riaccendiamo la fiamma dell'umanità!
(ICARO si allontana dal pubblico, lasciando dietro di sé un'atmosfera di disperazione)
Fine del monologo.
Miglior risposta