Mi serve per la scuola , qualcuno che mi aiuti
in che modo Pascoli puo' definirsi Decadente?
Miglior risposta
Allora devi inizialmente partire dal concetto di decadentismo:
Il termine Decadentismo inizialmente ebbe un’accezione negativa: indicava l’idea di vivere in un’epoca di crisi e decadenza e si contrapponeva alla razionalità del positivismo.
Uno degli aspetti fondamentali di questa corrente è il grande cambiamento che avviene nella poesia, la quale perde la funzione educativa, patriottica, religiosa e filosofica, per diventare “poesia pura”, senza nessuno scopo pratico, ma diviene espressione della bellezza. La decadenza degli ideali e dei valori umani dà il nome a questa corrente. Il decadente vive il contrasto tra ciò che è reale e l’irreale cioè astratto. Questa continua tensione si traduce poi in stati d’animo malinconici, tendenti al vittimismo e all'incapacità di vivere.
Proprio per quanto scritto sopra i maggiori rappresentanti di questo movimento furono Giovanni Pascoli e Gabriele D’Annunzio.
Il Pascoli, contro la sua volontà,per una serie di lutti familiari, tra cui la perdita del padre viene emarginato dal mondo , non riuscendo più a comprenderne il vero significato.Questi episodi della sua vita incisero in modo determinante sul suo pensiero e sulla sua esistenza. Egli sente che la vita dell'uomo è un mistero smisurato fatto di dolore e sofferenza da cui è preferibile estraniarsi.
Il Pascoli quindi pervenne al Decadentismo per istinto, non per influenze esterne, come si verificò per il D'Annunzio. Infatti, mentre Pascoli è decadente per scelta a causa dei fatti che la vita gli ha riservato, D'Annunzio lo è per interesse, per cavalcare l'onda della popolarità.
Gli elementi del Decadentismo pascoliano sono:
1) il senso smarrito dell'infinito e del mistero e la sensibilità a percepire le voci arcane provenieti degli abissi dello spazio o dalle zone profonde ed inesplorate dello spirito;
2) la concezione della poesia come rivelazione dell'ignoto;
3) il Simbolismo, ossia la tendenza a vedere la cose non nel loro aspetto realistico, ma come simboli o segni della realtà che è al di là di quella percepita dai sensi;
4) una certa fiacchezza di temperamento, che conferisce al suo pessimismo un tono querulo e femmineo, lontanissimo dalla virile malinconia del Leopardi e del Carducci.
Fonte: http://www.istituti.vivoscuola.it/marconi/dannunzio/LINK005.HTM
Ciao Laura!
Il termine Decadentismo inizialmente ebbe un’accezione negativa: indicava l’idea di vivere in un’epoca di crisi e decadenza e si contrapponeva alla razionalità del positivismo.
Uno degli aspetti fondamentali di questa corrente è il grande cambiamento che avviene nella poesia, la quale perde la funzione educativa, patriottica, religiosa e filosofica, per diventare “poesia pura”, senza nessuno scopo pratico, ma diviene espressione della bellezza. La decadenza degli ideali e dei valori umani dà il nome a questa corrente. Il decadente vive il contrasto tra ciò che è reale e l’irreale cioè astratto. Questa continua tensione si traduce poi in stati d’animo malinconici, tendenti al vittimismo e all'incapacità di vivere.
Proprio per quanto scritto sopra i maggiori rappresentanti di questo movimento furono Giovanni Pascoli e Gabriele D’Annunzio.
Il Pascoli, contro la sua volontà,per una serie di lutti familiari, tra cui la perdita del padre viene emarginato dal mondo , non riuscendo più a comprenderne il vero significato.Questi episodi della sua vita incisero in modo determinante sul suo pensiero e sulla sua esistenza. Egli sente che la vita dell'uomo è un mistero smisurato fatto di dolore e sofferenza da cui è preferibile estraniarsi.
Il Pascoli quindi pervenne al Decadentismo per istinto, non per influenze esterne, come si verificò per il D'Annunzio. Infatti, mentre Pascoli è decadente per scelta a causa dei fatti che la vita gli ha riservato, D'Annunzio lo è per interesse, per cavalcare l'onda della popolarità.
Gli elementi del Decadentismo pascoliano sono:
1) il senso smarrito dell'infinito e del mistero e la sensibilità a percepire le voci arcane provenieti degli abissi dello spazio o dalle zone profonde ed inesplorate dello spirito;
2) la concezione della poesia come rivelazione dell'ignoto;
3) il Simbolismo, ossia la tendenza a vedere la cose non nel loro aspetto realistico, ma come simboli o segni della realtà che è al di là di quella percepita dai sensi;
4) una certa fiacchezza di temperamento, che conferisce al suo pessimismo un tono querulo e femmineo, lontanissimo dalla virile malinconia del Leopardi e del Carducci.
Fonte: http://www.istituti.vivoscuola.it/marconi/dannunzio/LINK005.HTM
Ciao Laura!
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