Ludovico Ariosto
Buonasera ragazzi..mi servirebbe qualcosa sulla vita e le opere di ludovico ariosto
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Ludovico Ariosto
Ariosto nasce nel 1474 a Reggio Emilia, dove il padre comanda la cittadella per conto del duca d'Este, cresce a Ferrara, nell'ambiente elegante, colto e raffinato di una delle maggiori corti italiane. Il padre, che ricopre importanti incarichi amministrativi per gli Estensi, lo avvia agli studi giuridici, ma Ludovico mostra una vera passione per la poesia ed ottiene il permesso di dedicarsi alla letteratura. Purtroppo la morte improvvisa del padre, nel 1500, lo costringe a interrompere gli studi umanistici per occuparsi della sua numerosa famiglia (Ludovico è il primo di dieci figli). Nel 1504 entra al servizio del cardinale Ippolito d'Este, fratello di Alfonso, duca di Ferrara. Ippolito,uomo d'azione e con scarsi interessi letterari, gli affida importanti e a volte rischiose missioni diplomatiche, costringendolo a sottrarre tempo alla scrittura. Nonostante ciò, nel 1516 viene pubblicata la prima edizione dell'"Orlando furioso", il poema cui lavorava da anni e che dedica ad Ippolito. Nel 1517 rifiuta di seguire il caedinale d'Este in Ungheria e viene licenziato; l'anno seguente passa al servizio del duca di Alfonso e, a causa delle sue difficoltà economiche e della grave situazione del ducato, deve accettare l'incaricarico del governatore della Garfagna, una regione povera dell'Appenino tosco-emiliano, travagliata da lotte interne e infestata dai briganti. Scrive in questi anni le sette "Satire", prendendo spunto da fatti realmente accaduti per criticare valori e usi della vita di corte. Finalmente, nel 1525 rientra a Ferrara, compra una casa con un piccolo orto e realizza il sogno di un esistenza semplice e tranquilla accanto ad Alessandra Benucci, la donna cui è legato da tempo. Può così dedicarsi agli allestimenti di spettacoli teatrali e lavorare a commedie come "La Cassaria" e "I Suppositi", "Negromante", "La Lena" e "I Studenti", rimasta incompiuta. Soprattutto, rivede instancabilmente l'"Oraldo furioso", di cui esce una edizione definitiva nel 1532, un anno prima della sua morte.
fonte: https://www.skuola.net/appunti-italiano/ariosto-ludovico/ludovico-ariosto/ludovico-ariosto-vita-opere-orlando-furioso-teatro.html
:hi
Grazie 1000 anche se io cercavo qualcosa di più sintetico :D
Ciao e grazie per aver scelto skuola.net!
Ludovico Ariosto nasce a Reggio Emilia nel 1474, la sua infanzia è segnata dai frequenti spostamenti del padre, si dedica agli studi umanistici ed intrattiene rapporti con l’ambiente culturale ferrarese. È ufficialmente accolto nella corte estense,dalla quale riceve un regolare stipendio, ma deve provvedere al sostentamento della numerosa famiglia. Si apre un periodo di intense attività legate alla corte, con numerosi spostamenti, nello stesso periodo vanno in scena le sue prime commedie. Celebra nozze segrete con la nobile vedova Alessandra Benucci. Nel 1516 esce a Ferrara la prima edizione dell’Orlando furioso. Il rifiuto di seguire il cardinale Ippolito Este in Ungheria comporta una rottura tra i due e Ludovico trova una sistemazione dal fratello di qesti: Alfonso. Anche il nuovo incarico lo costringe a frequenti viaggi. Morì a Ferrara nel 1533.
La produzione lirica di Ariosto può essere suddivisa in due sezioni: le opere in latino e quelle in volgare; la prima ha importanza documentaria, le altre (di cui 87 componimenti) si collocano ad un alto livello di decoro e toccano risultati originali. Lo stile delle opere è vicino al petrarchesco: un toscano illustre e la centralità del tema amoroso.
Le Satire (sette), costituiscono dopo l’Orlando furioso l’opera ariostesca più importante, sono rivolte a personaggi reali, con cui l’autore immagina di dialogare. Testi argomentativi.
Importante per Ariosto è l’attività teatrale, la sua prima opera fu la Tragedia di Tisbe, inoltre tradusse e diresse numerose commedie latine di Plauto e Terenzio.
Dedicandosi alla stesura di opere originali scrisse: la Cassaria, i Suppositi (scambi di persona), il Negromante (tentavi di conquiste d’amore), la Lena.
Come i suoi contemporanei è un platonico.
Ariosto inizia la stesura dell’Orlando furioso intorno al 1505 ma vi lavora per tutta la vita usciranno infatti diverse edizioni la prima pubblicata nel 1516, la seconda con dei ritocchi formali, e alcuni mesi prima della morte viene pubblicata l’edizione definitiva con l’aggiunta di alcuni episodi e una più accurata revisione linguistica condotta secondo le teorie di P. Bembo. Si pone come continuatore dell’opera di Boiardo, ma ciò che Boiardo fa in maniera sperimentale, per Ariosto è frutto di un equilibrio studiato; non ha un solo protagonista né una trama lineare, ma è possibile distinguere due grandi filoni narrativi: il racconto epico (scenario), e le vicende romanzesche (vissute da ogni singolo cavaliere); di queste ultime le principali sono quella di Orlando per Angelica (che arriva alla follia) e quella di Ruggiero per Bradamante. Epico e Romanzesco si attorcigliano per tutta l’opera pur avendo caratteristiche completamente opposte: l’epica propaganda valori collettivi strutture chiuse e tragiche e un racconto stabile, il romanzo celebra valori individuali, strutture aperte e racconti dinamici; sotto questo punto di vista, quindi, è possibile definire il Furioso come un poema romanzesco; ma è anche un poema epico in quanto afferma l’individualità dello stato estense e si presenta come un opera leggibile in tutta Italia.
Ariosto si mette in scena in duplice veste: quella del narratore onnisciente (che muove i personaggi dall’alto, che li plasma proprio come il Demiurgo Platonico), e quella di affiancarsi agli altri personaggi.
Di base è l’ironia nel poema, che non è un modo per fuggire dalla realtà ma per misurarsi con essa e per autodifendersi; ma l’ironia è anche uno strumento per raggiungere un difficile equilibrio fra verità e menzogne, traformandole in magico che serve ad Ariosto per costruire trame avventurose o sciogliere intrecci complicati.
L’opera si collega da un lato alla civiltà delle corti rinascimentali che esprimevano i valori di equilibrio, decoro, onore e fedeltà, ma dall’altro esprime una condizione di crisi e precarietà.
IL POEMA CAVALLERESCO
Questo genere letterario deriva da una duplice tradizione di origine medievale. Il ramo epico-carolingio che nasce in Francia con la Chansone de Geste e la Chanson de Roland; la materia del poema è quella di Francia e le Crociate, sia questo che la sua struttura lo portano a consolidarsi come un semplice genere popolare, soltanto grazie alla stampa la cultura alta si interessa a questo genere a Firenze con Pulci (scrive il Morgante) e a Ferrara con Boiardo (che scrive l’Orlando innamorato). Nello stesso periodo l’epica carolingia prende forme romanzesche, e si collega all’altro ramo della narrativa medievale quello arturiano o Bretone. I temi sono vari, il principale è quello della formazione mistica ma più spesso religiosa, con la ricerca del santo Graal, altri temi sono quello d’amore, d’avventura e magico. Presto questa materia si diffonde in Italia con i cantari fiabeschi (come quelli di Pucci) dove si fonde con la materia di Francia.
PARODIA DEL POEMA CAVALLERESCO E SCRITTURA DELL’ECCESSO IN FOLENGO E RABELAIS
Nella prima metà del ‘500 si sviluppano forme di scrittura che privilegiano il grottesco, sia in Italia, con Folengo (Maccheronee che comprende un poema cavalleresco, Baldus, uno eroico-comico, Moscheide, e diversi epigrammi), che in Francia, con Rabelais (Gargantua e Pantagruele, fonde naturalismo rinascimentale e popolare). La controtendenza in Italia si esprime con il latino maccheronico (lessico italiano-dialettale, struttura latina) e con la lingua fidenziana (lessico latino e sintassi e morfologia italiane).
Contemporaneamente in Spagna si sviluppa il romanzo picaresco.
fonte:https://www.skuola.net/appunti-italiano/ariosto-ludovico/ludovico-ariosto/ariosto-tasso.html
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Ludovico Ariosto nasce a Reggio Emilia nel 1474, la sua infanzia è segnata dai frequenti spostamenti del padre, si dedica agli studi umanistici ed intrattiene rapporti con l’ambiente culturale ferrarese. È ufficialmente accolto nella corte estense,dalla quale riceve un regolare stipendio, ma deve provvedere al sostentamento della numerosa famiglia. Si apre un periodo di intense attività legate alla corte, con numerosi spostamenti, nello stesso periodo vanno in scena le sue prime commedie. Celebra nozze segrete con la nobile vedova Alessandra Benucci. Nel 1516 esce a Ferrara la prima edizione dell’Orlando furioso. Il rifiuto di seguire il cardinale Ippolito Este in Ungheria comporta una rottura tra i due e Ludovico trova una sistemazione dal fratello di qesti: Alfonso. Anche il nuovo incarico lo costringe a frequenti viaggi. Morì a Ferrara nel 1533.
La produzione lirica di Ariosto può essere suddivisa in due sezioni: le opere in latino e quelle in volgare; la prima ha importanza documentaria, le altre (di cui 87 componimenti) si collocano ad un alto livello di decoro e toccano risultati originali. Lo stile delle opere è vicino al petrarchesco: un toscano illustre e la centralità del tema amoroso.
Le Satire (sette), costituiscono dopo l’Orlando furioso l’opera ariostesca più importante, sono rivolte a personaggi reali, con cui l’autore immagina di dialogare. Testi argomentativi.
Importante per Ariosto è l’attività teatrale, la sua prima opera fu la Tragedia di Tisbe, inoltre tradusse e diresse numerose commedie latine di Plauto e Terenzio.
Dedicandosi alla stesura di opere originali scrisse: la Cassaria, i Suppositi (scambi di persona), il Negromante (tentavi di conquiste d’amore), la Lena.
Come i suoi contemporanei è un platonico.
Ariosto inizia la stesura dell’Orlando furioso intorno al 1505 ma vi lavora per tutta la vita usciranno infatti diverse edizioni la prima pubblicata nel 1516, la seconda con dei ritocchi formali, e alcuni mesi prima della morte viene pubblicata l’edizione definitiva con l’aggiunta di alcuni episodi e una più accurata revisione linguistica condotta secondo le teorie di P. Bembo. Si pone come continuatore dell’opera di Boiardo, ma ciò che Boiardo fa in maniera sperimentale, per Ariosto è frutto di un equilibrio studiato; non ha un solo protagonista né una trama lineare, ma è possibile distinguere due grandi filoni narrativi: il racconto epico (scenario), e le vicende romanzesche (vissute da ogni singolo cavaliere); di queste ultime le principali sono quella di Orlando per Angelica (che arriva alla follia) e quella di Ruggiero per Bradamante. Epico e Romanzesco si attorcigliano per tutta l’opera pur avendo caratteristiche completamente opposte: l’epica propaganda valori collettivi strutture chiuse e tragiche e un racconto stabile, il romanzo celebra valori individuali, strutture aperte e racconti dinamici; sotto questo punto di vista, quindi, è possibile definire il Furioso come un poema romanzesco; ma è anche un poema epico in quanto afferma l’individualità dello stato estense e si presenta come un opera leggibile in tutta Italia.
Ariosto si mette in scena in duplice veste: quella del narratore onnisciente (che muove i personaggi dall’alto, che li plasma proprio come il Demiurgo Platonico), e quella di affiancarsi agli altri personaggi.
Di base è l’ironia nel poema, che non è un modo per fuggire dalla realtà ma per misurarsi con essa e per autodifendersi; ma l’ironia è anche uno strumento per raggiungere un difficile equilibrio fra verità e menzogne, traformandole in magico che serve ad Ariosto per costruire trame avventurose o sciogliere intrecci complicati.
L’opera si collega da un lato alla civiltà delle corti rinascimentali che esprimevano i valori di equilibrio, decoro, onore e fedeltà, ma dall’altro esprime una condizione di crisi e precarietà.
IL POEMA CAVALLERESCO
Questo genere letterario deriva da una duplice tradizione di origine medievale. Il ramo epico-carolingio che nasce in Francia con la Chansone de Geste e la Chanson de Roland; la materia del poema è quella di Francia e le Crociate, sia questo che la sua struttura lo portano a consolidarsi come un semplice genere popolare, soltanto grazie alla stampa la cultura alta si interessa a questo genere a Firenze con Pulci (scrive il Morgante) e a Ferrara con Boiardo (che scrive l’Orlando innamorato). Nello stesso periodo l’epica carolingia prende forme romanzesche, e si collega all’altro ramo della narrativa medievale quello arturiano o Bretone. I temi sono vari, il principale è quello della formazione mistica ma più spesso religiosa, con la ricerca del santo Graal, altri temi sono quello d’amore, d’avventura e magico. Presto questa materia si diffonde in Italia con i cantari fiabeschi (come quelli di Pucci) dove si fonde con la materia di Francia.
PARODIA DEL POEMA CAVALLERESCO E SCRITTURA DELL’ECCESSO IN FOLENGO E RABELAIS
Nella prima metà del ‘500 si sviluppano forme di scrittura che privilegiano il grottesco, sia in Italia, con Folengo (Maccheronee che comprende un poema cavalleresco, Baldus, uno eroico-comico, Moscheide, e diversi epigrammi), che in Francia, con Rabelais (Gargantua e Pantagruele, fonde naturalismo rinascimentale e popolare). La controtendenza in Italia si esprime con il latino maccheronico (lessico italiano-dialettale, struttura latina) e con la lingua fidenziana (lessico latino e sintassi e morfologia italiane).
Contemporaneamente in Spagna si sviluppa il romanzo picaresco.
fonte:https://www.skuola.net/appunti-italiano/ariosto-ludovico/ludovico-ariosto/ariosto-tasso.html
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