Letteratura (49726)

Momo96
Tipo di linguaggio Salvatore Quasimodo

Risposte
carlotta sara
http://www.bing.com/search?q=Tipo+di+linguaggio+Salvatore+Quasimodo&form=QBRE&filt=all

coltina
da: http://www.classicitaliani.it/letter/nove18.htm
http://francesco.ftpaccess.cc/Temi/Attualit%C3%A0%20e%20Storia/quasimodo.htm

Egli aderì all'Ermetismo spontaneamente, per la sua naturale esigenza di concretezza e perchè vide nella nuova poesia un sussidio contro il Romanticismo, il sentimentalismo, l’autobiografismo e qualcosa di utile per il raggiungimento di una più acuta visione delle cose; il suo ermetismo risultò in ogni caso originale, poichè egli aderì ad un linguaggio scarno ma non privo di sfumature musicali e caratterizzato da un velo di tristezza....... La sua adesione è tuttavia tutta
esteriore, il linguaggio impiegato è allusivo e oscuro
.........

Dopo la seconda Guerra Mondiale la meditazione sul dolore dell'uomo si arricchisce, si sostanzia in una più concreta trama di relazioni con la realtà storica. Quasimodo si impegna nella vita civile; il linguaggio stesso muta facendosi più piano e discorsivo, più direttamente comprensibile...................

Ciò notiamo soprattutto in Giorno dopo giorno (1949) e nella raccolta successiva La vita non è un sogno (1949) e in genere in quella parte della sua produzione che è la più apprezzata dai critici e la più ricca di valori e di significati. Tra gli elementi più importanti di questo periodo appaiono il rinnovamento del linguaggio ed un arricchimento dei temi, nell'ambito dei quali trovano posto importanti istanze sociali.

QUESTO è UNO STRALCIO DAL DISCORSO DEL 1959 A STOCCOLMA IN OCCASIONE DEL NOBEL.....
DA: http://nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/1959/quasimodo-speech-it.html

La mia idea della bellezza non è rappresentata soltanto da armonie, ma anche da dissonanze, perché anche le dissonanze raggiungono l'esattezza di una forma. Pensiamo alla pittura o alla scultura o alla musica: i problemi estetici e morali e di critica sono identici, e simili le preferenze o le negazioni. La bellezza greca è stata messa in crisi dall'uomo contemporaneo, che nella devastazione delle forme ricerca un'altra forma che possa formare un'imitazione della vita, imitazione che svolge lo stesso processo della natura. Dico del poeta, di questa singolare imperfezione della natura, che si crea a poco a poco una esistenza reale col linguaggio degli uomini, un linguaggio, però, di sintassi difesa e non illusoria. Un'esperienza di vita (nel sentimento e nell'oggetto) trascina sempre con sé, all'inizio, una dispersione morale inconsueta, uno squilibrio dell'anima, seppure lento, e un timore di continuare una condizione spirituale già caduta al confronto della storia. Il poeta, per il letterato e il critico provvisorio, scrive sempre diari falsi, gioca con una teologia terrestre. Anzi, è certo, questo critico scriverà che quelle poesie - cosí si travolge la storia delle forme - non sono che meditate rielaborazioni d'un'ars nova; di quell'arte, cioè, di quel nuovo linguaggio che non esisteva prima di quelle poesie. Forse è un modo, questo, di rendere accettabile la solitudine, di enumerare i piú freddi oggetti che la chiudono. Influenze maligne, forse; perché nessuno avrà il potere di popolare il silenzio di uomini che leggano anche una sola poesia d'un poeta nuovo, e, meno di chiunque, il critico fragile, che teme vera una sequenza di quindici, venti versi. L'indagine sulla purezza è ancora da fare in questo secolo di divisioni in apparenza politiche, dove confusa e disumana è la sorte del poeta. Gli ultimi rapsodi sono guardati con sospetto per le loro scienze del cuore.

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