Italo svevo (64932)

margaramustardino
italo svevo la coscienza di zeno e le catastrofe finali

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ale92t
Ciao e benvenuta su skuola.net

qui trovi tutto il necessario: https://www.skuola.net/appunti-italiano/novecento/900-autori-opere/svevo-coscienza-zeno.html

Il libro si conclude con una profezia che è la sua idea sul futuro, scaturita dalla presenza della guerra sulla terra; Zeno pensa che in un futuro prossimo l’intelligenza dell’uomo diventerà sempre più immensa, così come la sua debolezza, e mentre in alcune parti del mondo verranno usate innovazione e tecnologia a scopi benefici, in un angolo della terra un uomo simile agli altri inventerà un esplosivo, in confronto al quale quelli esistenti sembreranno innocui giocattoli e un’esplosione enorme scoppierà ed ingoierà la terra, che riprenderà la forma di nebulosa ed andrà vagando per lo spazio finalmente priva di parassiti e malattie.

:hi
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raga99
Ecco a te!

https://www.skuola.net/appunti-italiano/novecento/900-autori-opere/la-coscienza-di-zeno-analisi.html

Italo Svevo in questo romanzo narra di come Zeno Cosini sia stato indotto da un medico a ricordare la sua vita e metterla per iscritto, poiché quest’ultimo pensava che potendo rivivere vecchi ricordi si sarebbe trovato il motivo del male del paziente.
Il libro inizia con la prefazione del medico stesso, il quale, per vendicarsi del fatto che Zena sia venuto meno al suo impegno, pubblica questo diario, ma gli offre la metà del ricavo a patto che egli riprenda la cura.
Zeno inizia il suo diario parlando della sua propensione al fumo, dalle prime sigarette, oramai non più in commercio, fumate di nascosto con gli amici; ai sigari del padre, presi dal taschino del suo panciotto; ed anche se era malato, egli non riusciva a smettere ma si riproponeva di concludere il suo rapporto col fumo chiudendo con un’ultima sigaretta, purtroppo ogni sigaretta era l’ultima, allora la moglie gli suggerì di passare qualche tempo in una casa di salute, ma egli riuscì ad ubriacare la sua sorvegliante Giovanna col cognac, scappò via e non vi ritornò più poiché pensò che si sarebbe curato da solo col tempo.

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