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niky98
ciao ragazzi sono nikolas mi sono appena iscritto avrei bisogno di un aiuto dovrei fare una ricerca sugli dei dell'olimpo e un'altra sull'affermazione del mondo arabo potete darmi una mano?

Risposte
Miyuki
I 12 DEI DELL'OLIMPO:
afrodite
apollo
ares
artemide
atena
demetra
dioniso
efesto
era
ermes
poseidone
zeus

Zeus: da ZeÀv - "lo splendente"; per i latini Giove. Secondo la leggenda Zeus era il minore dei figli di Rea (dea della Terra) e Crono (dio del tempo); tra i suoi fratelli: Poseidone, Ade e la moglie Era. Zeus è il re degli dei, signore dell'Olimpo, sovrano dell'Universo. Come dio delle vette, egli procurava la pioggia necessaria alle comunità, per questo i suoi santuari si ergono sulle alture. Tuttavia, poiché è tutore dei principi di equità e concordia esistenti tra i cittadini, il dio scende anche nelle città sedendo con i proprio santuari, templi o altari. in qualità di re degli dei, è il protettore di chi a lui si rivolge per delle suppliche, in quanto esseri vulnerabili. Particolarmente, Zeus protegge gli stranieri che chiedono ospitalità: nei tempi antichi il viandante era particolarmente soggetto a maltrattamenti, ma l'ospite era una persona speciale, poteva essere addirittura un dio, per questo bisognava accoglierlo calorosamente. Zeus è anche il protettore della santità dei giuramenti. Nell'antica Grecia la parola di un uomo era tutto. La rottura del giuramento è quindi un atto gravissimo, e la giustizia di Zeus in questi casi può manifestarsi con la denuncia pubblica e la vergogna, a volte perfino il bando. Egli è quindi anche il dio della mente e dell'intelletto, colui che vede le intenzioni dietro le parole; da lui vengono le idee, il pensiero, l'illuminazione. Se, ad esempio, viene invocato durante una discussione, è probabile che i litiganti si chiariscano immediatamente.
Nella mitologia, Zeus è legato a immagini di potere e procreazione. Il suo simbolo è il fulmine, che può essere inteso come arma di punizione, strumento di procreazione e lampo di illuminazione. Come già detto, insieme al fulmine Zeus reca anche la pioggia per fecondare la Madre Terra, renderla fertile. Da un punto di vista teologico, per i Greci Zeus era il dio Padre e, come tale, il protettore e il creatore. Con le sue punizioni ristabiliva l'ordine cosmico qualora fosse turbato: era lo spirito equilibratore, simbolo della coscienza umana e della ragione. Egli è una fondamentale forza spirituale, Suprema Coscienza e spirito retto contenuto in tutte le anime.

Poseidone: da Poseidðn - "lo sbuffante"; per i latini Nettuno. Poseidone è il dio del mare e dei cavalli; il suo carro è trainato da destrieri dagli zoccoli bronzei e lucenti d'oro; il suo regno brulica di mostri delle profondità.
Il suo simbolo è il tridente, che egli usa per agitare gli oceani fino a farli diventare una forza distruttrice, e per colpire rocce e generare fonti o cavalli. Mantiene calmo il mare per quei marinai che lo onorano con sacrifici e che, una volta abbandonato il mestiere, portano reti e tridente al suo tempio, auspicando una serena vecchiaia.
Anche i terremoti sono causati da Poseidone, e nel Mediterraneo la sua Opera ha lasciato il segno: i palazzi di Cnosso venivano continuamente scossi fin nelle fondamenta e l'isola di Thera venne distrutta da una violenta eruzione vulcanica. Egli si rivela con maggior potere ai confini di due elementi e i suoi templi, perciò, sorgono preferibilmente agli incroci tra terra e mare, tra mare e mare, tra terra e terra.
Dal punto di vista spirituale, Poseidone viene visto come un dio violento, irascibile, dotato di un'incontenibile furia che rappresenta i desideri insaziabili: totalmente opposto allo spirito di Zeus, Poseidone è quella forza che negli umani non obbedisce allo spirito equilibratore.

Era: per i latini Giunone. Era è, principalmente, la moglie legittima di Zeus, nonché sua sorella. Come tale, essa rappresenta le lecite nozze tra materia e spirito. E' spesso raffigurata con un diadema e uno scettro, a simboleggiare la sua posizione di regina dell'Olimpo, attorniata a pavoni, animali a lei sacri. E' la protettrice del matrimonio e dell'ordine sociale, e rappresenta le varie fasi della vita di una donna: vergine, sposa devota e vedova afflitta. Con questo carattere la dea entra pienamente nella vita cittadina perché la fertilità delle nozze assicura la continuità delle pçliv di cui ella asserisce il principio di sovranità; per tal motivo i suoi santuari, a guisa di guardiani, sorgono quasi sempre ai limiti estremi degli Stati-cittadini.
Le sue nozze sono celebrate in primavera, nel mese di Gamelione del calendario attico (all'incirca il nostro gennaio/febbraio). Si diceva che il matrimonio tra Zeus ed Era avesse avuto luogo in Eubea, un'isola patria di pastori; per questa la dea è anche la protettrice di mucche e buoi e Omero la definisce "dall'occhio bovino".
E' una dea maestosa, onorata dagli altri dèi e il suo comportamento è senza macchia, virginale. Simboleggia, quindi, la purezza nel matrimonio e in tutte le questioni sessuali. Era è l'amore, inteso come il desiderio che va oltre l'appagamento personale, oltre il proprio primitivo egocentrismo e aspira all'unione di due anime; è l'ideale della sublime unione tra gli uomini. Presiede alla scelta del partner e all'unione esclusiva e duratura.
E' anche una delle dee della Terra, trasformata dai greci in divinità olimpiche.

Ermes: per i latini Mercurio. E' figlio di Zeus e della ninfa Maia, figlia di Atlante che a sua volta è figlio di un Titano, seminatore di discordia. Ermes è il dio della truffa, di ciò che è oscuro e losco. Incredibilmente precoce e pieno di inventiva, già nel suo primo giorno di vita architettò un magistrale inganno ai danni del fratello Apollo e inventò la lira, un paio di particolarissimi sandali, il fuoco, il sacrificio agli dei e la siringa. Ha la capacità di sfruttare ciò che è imprevisto, momentaneo, casuale, l'istante che passa e non ritorna. Il suo tempo è la notte, quando ciò che compie non può essere rivelato. La sua mente è piena di incanti e di seduzioni, misteriosa, intricata, cangiante. E' un dio flessibile, in continua trasformazione; se la realtà attorno a lui è molteplice e casuale, lui diventa ancora più multiforme e casuale. Tutto è un gioco per lui: è un dio ludico, che non prende sul serio nemmeno se stesso. Frivolo e leggero, è sempre rappresentato appena adolescente, ancora infantile, con dei calzari e un copricapo (petaso) alati, mentre impugna il suo tipico bastone con due serpenti attorcigliati, il caduceo, che ha il potere di indurre un sonno profondissimo, "senza rimedio". E' il protettore di tutti coloro che praticano le arti dell'inganno: i ladri, i briganti, i mercanti, gli avventurieri, i bricconi, i bugiardi e i mistificatori, gli amanti e gli artigiani, dei quali possiede tutte le principali qualità: il dono di analizzare la realtà, il senso prensile della materia, la sapienza nelle mani e infine, la più importante di tutte, un'intelligenza sottile e piena di risorse. Ma è anche il dio che indica la retta via ai viaggiatori e accompagna i defunti fino all'Ade. E', infine, il messaggero degli dei, che cerca con i suoi inganni di ristabilire fra umano e divino quel contatto che è andato preduto.

Afrodite: dal nome €frçv - "schiuma"; per i latini Venere. E' nata dalla spuma, emergendo dal mare vicino Cipro senza il beneficio di una nascita normale, generata dal violento smembramento di Urano da parte di Crono. Oltre al suo ruolo di dea dell'amore, Afrodite è anche una dea della natura. Sotto di lei sono il vento, il cielo mutevole e le tempeste, degli umani e non: per i Greci infatti la natura comprendeva fenomeni naturali e umani insieme, e Afrodite manifestava gli aspetti caotici di entrambi. Esercitava la sua influenza su tutti gli elementi, in particolare sul mare e i naviganti: un mare calmo, sicuro, è opera sua quanto di Poseidone. E' anche la dea delle piante, dei germogli, della fertilità di giardini e boschi. Nelle vicende umane si manifesta come passione amorosa: il potere irresistibile che spinge uomini e dei a comportamenti irrazionali. Per questo è una dea potente e ha una sfera d'influenza immensa: l'amore infatti si ripercuote anche nella vita civile, assicurando le nascite e l'armonia tra le classi. E' sempre raffigurata sorridente e di una bellezza ideale, spesso seminuda accanto a rose, al mirto o alle mele, e porta con sé incantesimi per annebbiare la volontà e indurre alla passione; al suo seguito possono esserci colombe, passeri, conigli e cigni; in sua compagnia sono quasi sempre il figlio Eros e le tre Grazie (Persuasione, Desiderio e Brama). Queste personificazioni dell'amore dimostrano come gli dei riflettessero i comportamenti umani, e come il mito servisse a guidare il comportamento dei Greci; in questo senso, Afrodite contribuisce a rappresentare la lotta fra materia e spirito nella condizione umana.
Come signora della Morte e della Vita, Afrodite ebbe molti appellativi che paiono contrastare con la sua fama di dea bella e compiacente. Ad Atene essa fu detta la maggiore delle Moire e sorella delle Erinni; e altrove Melenide ("la nera"), un nome che Pausania tenta di spiegare ingegnosamente dicendo che l'amore si fa per lo più di notte col favore dell'oscurità; Scotia ("l'oscura"), Androfone ("omicida") e anche, secondo Plutarco, Epitimbria ("delle tombe").

Apollo: E' figlio di Leto e Zeus, fratello gemello di Artemide. Apollo è uno degli dei più importanti del pantheon, nonché uno dei più temuti. E' entrato tardi nella religione greca e gli studiosi hanno formulato diverse teorie, ma non hanno nessun vero indizio sulle sue origini; è probabile che sia giunto in Grecia attraverso la tradizione hittita dove era noto come Apulunas, dio delle porte.
Egli è il precettore dello spirito d'arte come forma espressiva: della musica e della poesia; anche la parola gli è congeniale, tanto che a lui sono attribuite una serie di massime molto importanti quali "Domina lo spirito", "Osserva i limiti" e "Conosci te stesso", iscritta sul portale del suo oracolo a Delfi; è alla guida delle Muse.E' il dio della luce, intesa sia come luce diurna (è lui che, sopra uno splendente carro guidato da quattro cavalli infuocati, guida il Sole sulla Terra ogni mattina), che come luce profetica e conoscenza spirituale (non a caso Delo, l'isola in cui nacque, è così luminosa che gli oggetti appaiono sempre chiari e nitidi).
E' anche, incredibile a dirsi, il dio della moderazione, della forma, della legge e dell'ordine. Proprio lui, che è così impulsivo, così empio e temerario, è incaricato di imporre l'equilibrio a uomini e dei. In particolare, a lui sono affidati i casi di omicidio e vendetta: la sua più celebre apparizione in tribunale è stata descritta da Eschilo nell'Orestea, in cui egli viene in aiuto ad Oreste accusato di matricidio (Eumenidi). Era il dio patrono delle assemblee cittadine e incarnava gli ideali e le virtù dei ceti aristocratici. Nelle questioni di legge secolare e religiosa, egli era il dio supremo: a lui spettava la fondazione di nuovi templi, stabilire i sacrifici e controllare i riti di purificazione. Presiedeva la sepoltura dei defunti e i riti necessari a propiziare gli spiriti dell'aldilà.
Infine, Apollo era il dio della perfezione fisica, così importante nella cultura greca; le sue statue sono tra le più belle immagini maschili. I suoi principali attributi sono l'arco, la freccia, la faretra, la lira (ricevuta in dono da Ermes) e l'alloro (la pianta in cui si trasformò la ninfa Dafne per sfuggire al suo amore). Con una lunga chiome, perfettamente rasato, muscoloso ed eternamente giovane, Apollo era l'ideale degli ideali.

Artemide: per i latini Diana. Artemide è la dea della caccia, la dea vergine; si trova nei luoghi più selvaggi della Grecia, tra le gole e le fitte foreste dell'Arcadia nel Peloponneso centrale, in compagnia dei suoi cervi. Spesso venerata negli stessi luoghi del fratello, custodisce il luoghi selvaggi e gli animali non addomesticati; è anche la cacciatrice che supera in astuzia le proprie prede; alta e aggraziata, sempre con i capelli raccolti, conserva la purezza di una terra incontaminata e di una vita precedente alla sedentarizzazione e all'agricoltura.
Artemide è una divinità lunare, poiché é associata alla luce della Luna e delle stelle: appartiene quindi alla notte ed è rappresentata con una torcia, come anche i tradizionali arco e faretra. Nel periodo classico era venerata come dea della Luna e in suo onore si celebrava una festa del plenilunio nel mese di Munchione (aprile/maggio).
In quanto vergine, è protettrice della gioventù, in particolare delle giovani che stanno per diventare adulte, e per questo motivo è un dea molto popolare. Come Era anche lei regna sui confini, ma su quelli che scandiscono i periodi della vita dell'uomo e degli animali; dea dalla duplice faccia, portava luce e soccorso alle creature nei passaggi verso l'ignoto: dal nulla alla vita, e dalla vita, per vari stadi, fino alla morte. Com'ella stessa si poneva tra il noto e l'incerto, così i suoi santuari si collocano in zone di frontiera fra comunità e comunità, tra elemento ed elemento.
Quando venne confusa con Ecate, acquistò anche una natura segreta e orgiastica: a Sparta si conservano tracce di quest'aspetto nelle fustigazioni annuali dei giovani presso il suo altare. Sembra che alla base di questo rituale vi sia la convinzione che Artemide sia la guida ad un corretto comportamento basato sulla legge e che questo venisse impresso nei corpi e nelle menti tramite la flagellazione.

Ares: da H'Arjv - "il violento"; per i latini Marte. Figlio di Zeus ed Era; suoi fratelli sono Efesto, Ebe, Ilizia ed Eris. Secondo alcuni miti è il padre di Eros. Ares è il dio della guerra; esprime il lato oscuro e sanguinario della natura umana. I suoi attributi sono l'elmo e lo scudo, talvolta la corazza, e regge sempre o una lancia o una spada in mano.
Si ritiene generalmente che Ares sia giunto nel Pantheon greco dalla vicina Tracia, dove fiorì una civiltà estremamente bellicosa. Nelle sue sanguinose celebrazioni si accompagnano a lui la sorella Eris (Discordia) e i figli Febo e Deimo (Paura e Terrore). La natura violenta del dio si unisce alla passione sessuale, per questo Ares è spesso rappresentato in coppia con Afrodite, da cui avrà Eros.
Non c'è da stupirsi se il culto di Ares abbia il suo cento proprio nella bellicosa Sparta, dove spesso gli vengono sacrificati cuccioli di cane. Ad Atene invece il suo santuario è l'Areopago, dove si riuniva l'alta corte di giustizia per giudicare crimini come l'omicidio, sublimando lo spirito della guerra nell'esercizio della giustizia.

Atena: Il nome completo è Pallade Atena, ovvero appartenente alla famiglia dei Pallantidi, simbolo di nobiltà. Per i latini Minerva. E' figlia non partorita di Metis ("l'intelligenza previdente") e di Zeus. Nacque adulta e già armata dalla testa del padre , fatto che sottolinea la sua identificazione con la sapienza e l'intelletto. Atena è l'incarnazione della sapienza, estrema vergine, simbolo dell'aspirazione alla saggezza in questa vita; il suo animale sacro è la civetta. Più di ogni altra divinità, Atena rappresenta uno stadio superiore dello sviluppo spirituale, datrice di una purezza che può essere raggiunta solo con grande sacrificio e devozione, seconda in questo solo a Zeus.
Sebbene non di origine greca, Atena divenne subito una delle tre divinità più importanti del Pantheon greco, insieme al padre e al fratello Apollo. La sua dimora più importante è il Partenone; qui era rappresentata dalla statua d'oro e avorio alta 9 metri, scolpita dal grande Fidia: recava in mano l'egida, lo scudo portato anche dal padre come simbolo di potere. Al centro dell'egida risplendeva lo scudo della Gorgone, o Medusa, che mutava gli uomini in pietra con lo sguardo. E' giusto che porti quest'immagine ritratta sul suo scudo: essere mutati in pietra equivale a morire nello spirito; solo la saggezza di Atena può impedire che ciò accada, quella saggezza che dà allo spirito un luogo appropriato, e allontana dalla Gorgone.
I doni di Atena comprendono la conoscenza intellettuale e spirituale. Suo è anche il dono dell'albero dell'ulivo, fornitore spontaneo di cibo e olio. Le appartengono la tessitura e la filatura, così come la salute. E' sempre rappresentata armata, ed è la dea della vittoria e della pace. Guerriera possente, la sua vera arma è la saggezza che sconfigge il sanguinario Ares.

Efesto: Per i latini Vulcano. E' uno dei figli di Zeus ed Era. E' il marito legittimo di Afrodite. Efesto è il dio del fuoco, simbolo di coscienza e di intelletto, e di tutte le arti che richiedono una lavorazione col fuoco. Accanto a Prometeo, Efesto è venerato all'Accademia di Atene, sede della filosofia. I suoi attributi sono l'incudine e il martello; talvolta è circondato dai Ciclopi, suoi aiutanti.
Viene spesso detto "dio zoppo", e fu proprio a causa della sua deformità che venne scacciato dall'Olimpo e costretto a vivere per nove anni in una grotta in fondo al mare. Venne infine riammesso, ma rimase associato ai vulcani e agli sconvolgimenti della terra. Poiché, non avendo qualità fisiche, doveva fare affidamento sul suo genio e sull'abilità manuale, era un dio molto amato dal popolo, in particolare dagli artigiani.
La sua connessione alle turbolenze lo lega anche ad Afrodite, con la quale è sposato, sebbene infelicemente; il matrimonio tuttavia è significativo, poiché entrambi mostrano grande passione e indisciplina, con grande disappunto di Zeus.
Efesto è anche autore di splendidi oggetti metallici, che compaiono in diverse leggende e miti (le più famose sono gli scudi di Zeus e Atena e le armi di Achille). L'armatura è il simbolo spirituale della forza necessaria per affrontare tutto ciò che c'è di distruttivo al mondo; a causa delle sue limitazioni, Efesto comprende bene il dolore che spesso le guerre possono provocare, molto più di tutti gli altri dei.

Dioniso: Per i latini Bacco. Figlio di Zeus e di Semele, era stato tenuto nascosto dal padre fino all’adolescenza per sottrarlo all’ira della moglie. Un giorno, Zeus, decise di presentarlo a tutti gli dei dell’Olimpo che erano riuniti per un banchetto. Dioniso, dopo la morte della madre in un incendio, fu affidato alle ninfe della montagna di Nisa, in Arcadia, dove crebbe sano e robusto e scoprì il frutto della vite e l'arte di fabbricare, con l’uva fermentata, l’inebriante vino. Quando egli vagava per il mondo a far assaggiare la sua scoperta, era sempre seguito da satiri e baccanti, e soprattutto dal suo maestro, un vecchio satiro di nome Sileno. Il giorno in cui Zeus portò il dio sull’Olimpo, per far conoscere la sua arte agli altri dei, essi s’incuriosirono nel vedere questo paffuto ragazzo con in testa, una corona di pampini. Fu solo quando, Dioniso, fece assaggiare la sua bevanda, inventata tra l'altro per i mortali, che cominciò a piacere a tutti gli dei. Infatti, la sua scoperta fu talmente gradita che finirono tutti ubriachi. Fu da quel giorno così festoso che Dioniso iniziò a far parte del regno degli immortali.

Demetra: da Δημήτηρ - "Madre terra". Nella mitologia greca è la dea del grano e dell'agricoltura, costante nutrice della gioventù e della terra verde, artefice del ciclo delle stagioni, della vita e della morte, protettrice del matrimonio e delle leggi sacre. Negli Inni omerici viene invocata come la "portatrice di stagioni". Il più importante mito legato a Demetra, che costituisce anche il cuore dei riti dei Misteri Eleusini, è la sua relazione con Persefone, sua figlia nonché incarnazione della dea stessa da giovane. Nel pantheon classico greco, Persefone ricoprì il ruolo di moglie di Ade, il dio degli inferi.

ti serve anche qualcosa sull'affermazione del mondo arabo??

Aggiunto 2 minuti più tardi:

se ti serve è qui -> http://it.wikipedia.org/wiki/Islam
:hi

Dreke90
http://utenti.multimania.it/cyane_the_amazon/olimpo_2.jpg questa immagine ti puo servire per capire la loro scala socciale di parentela poi,
http://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_divinit%C3%A0
http://it.wikipedia.org/wiki/Olimpi

li troverai tutto cio che ti serve per rix alle due domande! spero di averti aiutato!

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