I fiumi di ungaretti

matteo18
perche ungaretti definisce la poesia come una carta di identità

Risposte
coltina
ti posto le sue stesse parole tratte da Testo tratto da: G. UNGARETTI, Saggi e interventi, a c. M. DIACONO e L. REBAY, Milano, Mondadori, 1974, pp. 815-28


UNGARETTI COMMENTA UNGARETTI
[1963]


[I fiumi]

Finalmente mi avviene in guerra di avere una carta d'identità: i segni che mi serviranno a riconoscermi (e proprio nel momento in cui, dopo lunghe peripezie vane, il mio reggimento può balzare in avanti), i segni che mi aiuteranno a riconoscermi da quel momento e di cui in quel momento prendo conoscenza come i « miei » segni: sono fiumi, sono i fiumi che mi hanno formato. Questa [I fiumi] è una poesia che tutti conoscono ormai, è la più celebre delle mie poesie: è la poesia dove so finalmente in un modo preciso che sono un lucchese, e che sono anche un uomo sorto ai limiti del deserto e lungo il Nilo. E so anche che se non ci fosse stata Parigi, non avrei avuto parola; e so anche che se non ci fosse stato l'Isonzo, non avrei avuto parola originale.

Francy1982
3-Il poeta definisce questa lirica come propria "carta d'identità", contenente i suoi "segni", quelli che gli permettono di riconoscersi ( i "segni" sono i fiumi lungo i quali è vissuto) . Lui in guerra , in un momento di pausa , nel paesaggio del Carso e precisamente nelle acque dell'Isonzo prende coscienza che "i segni" che serviranno a riconoscerlo saranno i fiumi. Grazie ai fiumi sa in modo preciso di essere un lucchese , che è un uomo sorto sui limiti del deserto lungo il Nilo , che se non ci fosse stata Parigi non avrebbe avuto l'effetiva maturazione umana e culturale. (cit. Orrfeos)

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