Differenza ideologica tra boccaccio e petrarca?

sosolo
differenza ideologica tra petrarca e boccaccio?

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coltina
x petrarca: http://www.homolaicus.com/letteratura/petrarca.htm
IDEOLOGIA E POETICA

Petrarca non fu legato a una corte o città particolare (superamento della mentalità municipale, della partigianeria politica). Nato in esilio, vissuto all'estero (Avignone), ospitato presso signori e città diverse (per la sua chiara fama), senza mettere radici da nessuna parte, libero da preoccupazioni economiche. Fa politica senza lasciarsi coinvolgere personalmente negli avvenimenti (anche se lo è emotivamente): compone canzoni con cui ammonisce città e signori, fa da paciere in una guerra tra Genova e Venezia, scrive lettere di esortazione e consiglio a papi, imperatori, a Cola di Rienzo, ai dogi veneziani...

Per i suoi contemporanei era conosciuto come il grande erudito, capace di coordinare una vasta rete di letterati e scrittori italiani e stranieri. Le sue lettere (veri e propri saggi critici) venivano copiate e studiate. Prima di essere incoronato in Campidoglio (soprattutto per il poema Africa), chiese d'essere esaminato con pubblica solennità dal re di Napoli, Roberto d'Angiò.

Tuttavia il Petrarca non ebbe mai alcuna intenzione di rivolgersi al pubblico non intellettuale. Lo dimostra il fatto che le uniche due opere in volgare che scrisse furono il Canzoniere e i Trionfi. Tutte le altre (poema Africa, lettere, compilazioni dottrinali, trattati polemici, operette religiose e psicologiche) furono scritte in latino, e solo per queste opere egli era diventato famoso. A differenza degli scrittori del '200, legati all'esperienza comunale, e quindi alle esigenze dei nuovi ceti borghesi di conoscere e di educarsi usando il volgare, il Petrarca vuole parlare a una casta internazionale di intellettuali, politici, funzionari, cioè alla forza dirigente dell'Impero, della Curia avignonese, delle Signorie nascenti.

Petrarca visse in un periodo in cui al declino delle vecchie istituzioni (Chiesa e Impero) si andava aggiungendo la crisi della prima società borghese: il Comune, che stava per essere sostituita dalle Signorie, in cui il potere era detenuto da singole famiglie (o da oligarchie). Il Petrarca accetta la fine dell'istituzione comunale e lo sviluppo delle Signorie, ma in questo senso: egli vorrebbe che le Signorie, liberatesi dall'ingerenza dell'Impero e della Chiesa, si alleassero tra loro per restaurare la Repubblica della Roma antica, vista non come "culla" dell'Impero e della Chiesa, ma in sé e per sé, cioè come civiltà ricca di virtù, di eroismo, di forza morale (una civiltà alternativa a quella medievale). Il Petrarca, ammirando il mondo classico per quello che era, anticipava un atteggiamento tipico dell'Umanesimo.

Altri aspetti del suo pensiero politico: considerava l'istituzione dell'Impero adatta al mondo germanico, ritenuto primitivo e barbarico, ma non all'Italia. Nella canzone Italia mia esorta i principi e signori italiani a cacciare dal loro suolo le milizie mercenarie germaniche. Auspicava inoltre il ritorno della chiesa alla primitiva purezza evangelica (di qui la condanna del potere temporale dei papi e della corruzione avignonese. Egli era anche favorevole al ritorno della sede pontificia a Roma).

Forte è nel Petrarca l'insoddisfazione artistica, ovvero la tendenza alla perfezione. Avendo un animo sensibile e inquieto, rivede di continuo le sue opere, a volte per tutta la vita. Molte di esse non sono neppure compiute.

Questa insoddisfazione la si ritrova, a livello psicologico, nella sua opera autobiografica più significativa: Secretum. Nel 1336, salendo sul Monte Ventoso in Provenza, ebbe una specie di crisi mistica: comprese che l'amore per le cose terrene (Laura) e l'ambizione artistica (desiderio di gloria) lo allontanavano dalle cose essenziali, profonde, religiose. Nel libro Secretum egli s'immagina di parlare con s. Agostino, ammettendo la propria colpa: l'accidia (cioè lo scarso entusiasmo nella ricerca del bene), ma riconosce anche di non avere la forza per cambiare vita (come appunto s. Agostino o il fratello Gherardo, fattosi monaco).

Laura quindi viene considerata come un oggetto di tentazione, che attrae (a partire dal 1327) e che respinge (a partire dal 1336). Tuttavia, dopo il Secretum, Petrarca fa voto di castità e passa a trattare argomenti di carattere religioso, benché fino alla morte l'ascetismo non riuscirà mai a prevalere sull'ambizione.

x boccaccio: http://www.homolaicus.com/letteratura/boccaccio.htm
IDEOLOGIA E POETICA

Nel periodo giovanile la formazione culturale del Boccaccio avvenne entro una mondana società aristocratico-borghese (da autodidatta) e non nel severo ambito delle università e delle biblioteche.

Egli appare costantemente rivolto verso la rappresentazione (psicologica e realistica) della concretezza della vita quotidiana borghese, con i suoi vizi e le sue virtù (cosa che non interessò né Dante né Petrarca). Boccaccio rimase per lo più estraneo ai temi etico-religiosi.

Fiammetta non è la donna angelicata degli stilnovisti e di Dante, né una creatura superiore come Laura per il Petrarca, ma una donna completamente terrena e sensuale, che si lascia corteggiare e sedurre, che tradisce con relativa disinvoltura.

Nelle opere giovanili vi è molta autobiografia, intessuta però non tanto di fatti quanto piuttosto di stati d'animo. Accentuato è l'elemento passionale e romanzesco. Boccaccio esalta l'intelligenza che aiuta a superare tutte le difficoltà; ammira gli atteggiamenti magnanimi, generosi. La società borghese ch'egli descrive è amante della galanteria-eleganza-cortesia-compagnie piacevoli e intelligenti. Il Boccaccio riflette la transizione dalla società feudale alla società borghese.
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