Correzione tema sui promessi sposi 5o capitolo?
Ciao mi aiutate a correggere questo tema??
traccia:
Il banchetto nel palazotto di Don Rodrigo va inteso anche come un occasione per conoscere i personaggi. Parlate di questa fiera "della vanità".
ecco il tema:
Fra Cristoforo era ormai giunto al palazzotto di Don Rodrigo, un luogo lugubre spaventoso per chiunque tranne per chi lo frequentava e ci abitava. Il palazzotto era circondato da casette abitate da contadine con volti minaccioso e allo stesso tempo arroganti. Dove le porte erano aperte si potevano vedere rastrelli, tromboni, zappe e cappelli di paglia. Gli uomini che Don Rodrigo incontrò erano omacci e donne forzute, anche i bambini, che normalmente avrebbero dovuto avere un volto gioioso e angelico davano l’idea di essere dei “bambinacci” arroganti. La porta del palazzotto era chiusa, segno che il padrone non voleva essere disturbato. Alla vista del frate due dei quattro guardiani gli aprirono la porta per farlo accomodare. In realtà gli altri due guardiani non erano due persone viventi ma erano degli avvoltoi imbalsamati. Codesti animali non erano dei veri predatori ma semplicemente si nutrivano della carogne lasciate da altri predatori come d’altronde Don Rodrigo se la prendeva con i più deboli. Fra Cristoforo venne accompagnato sino alla stanza dove il signorotto teneva il suo banchetto. Dalla stanza provenivano suoni caotici, di posate e di voci che l’una sovrastava l’altra. Oltre al birbone erano presenti suo cugino, il conte Attilio che aveva deciso di passare alcuni giorni di villeggiatura dal cugino, il podestà, il dottor Azzecca Garbugli ed alcuni commensali. Il conte era una persona malvagia e presuntuosa sin dalla nascita che a differenza del cugino non era un mediocre e per questo riuscì a tener testa anche al podestà. Mentre il dottore era alto, asciutto, pelato e presenta un naso rosso e una voglia a forma di lampone sulla guancia. Queste due ultime caratteristiche fanno sospettare anche che sia un amante della buona cucina. Azzeccagarbugli era un uomo servile, corrotto e ipocrita abituato a servire i potenti e a sottomettersi pur di non avere problemi. Era simile a Don Abbondio perché entrambi dovrebbero essere uomini dalla parte della giustizia e dei deboli ma in realtà erano persone facilmente ricattabile dai ricchi e dai potenti. Il podestà di Lecco era colui che doveva proteggere e far rispettare la giustizia ma come molti uomini del tempo, anch’esso era un uomo che sfruttava la sua situazione sociale. I commensali erano presenti ai banchetti per il semplice fatto che volevano mangiare allo sbaffo di Don Rodrigo infatti non presero mai parte alle discussioni che vennero fatte nel corso del banchetto. Gli unici che non annuivano solamente ma discutevano erano le persone che avrebbero dovuto essere acerrimi nemici poiché uno rappresentava la giustizia e l’altro la violenza del tempo. Tra gli argomenti della discussione c’era il tema della carestia a Milano, della successione al Ducato di Mantova e delle notizie portate dal messaggero. Secondo il conte il messaggero che portava cattive notizie doveva esser punito ma fortunatamente colui che avrebbe dovuto far rispettare la legge si oppose alle affermazioni del conte. Poi sempre secondo il cugino di Don Rodrigo la farina era diminuita poiché qualche furbo fornaio la nascose per far lievitare i prezzi alle stelle e quindi l’unica soluzione sarebbe stata far impiccare cinque o sei fornai d’esempio per gli altri. Infine si parlò della successione al Ducato di Mantova il conte e il podestà parlavano di quest’argomento come se fossero realmente informati, nominando il nome di qualche generale francese. In realtà nessuno dei due era realmente a conoscenza dei fatti ma semplicemente tentavano di vantarsi davanti a gli altri presenti. La classe sociale qui raffigurata, che dovrebbe avere la responsabilità della vita italiana del tempo, è in realtà l'artefice del suo asservimento, che coincide con l'oppressione di quel popolo fatto di umili come Renzo e Lucia.
Aggiunto 1 giorni più tardi:
Grazie :)
traccia:
Il banchetto nel palazotto di Don Rodrigo va inteso anche come un occasione per conoscere i personaggi. Parlate di questa fiera "della vanità".
ecco il tema:
Fra Cristoforo era ormai giunto al palazzotto di Don Rodrigo, un luogo lugubre spaventoso per chiunque tranne per chi lo frequentava e ci abitava. Il palazzotto era circondato da casette abitate da contadine con volti minaccioso e allo stesso tempo arroganti. Dove le porte erano aperte si potevano vedere rastrelli, tromboni, zappe e cappelli di paglia. Gli uomini che Don Rodrigo incontrò erano omacci e donne forzute, anche i bambini, che normalmente avrebbero dovuto avere un volto gioioso e angelico davano l’idea di essere dei “bambinacci” arroganti. La porta del palazzotto era chiusa, segno che il padrone non voleva essere disturbato. Alla vista del frate due dei quattro guardiani gli aprirono la porta per farlo accomodare. In realtà gli altri due guardiani non erano due persone viventi ma erano degli avvoltoi imbalsamati. Codesti animali non erano dei veri predatori ma semplicemente si nutrivano della carogne lasciate da altri predatori come d’altronde Don Rodrigo se la prendeva con i più deboli. Fra Cristoforo venne accompagnato sino alla stanza dove il signorotto teneva il suo banchetto. Dalla stanza provenivano suoni caotici, di posate e di voci che l’una sovrastava l’altra. Oltre al birbone erano presenti suo cugino, il conte Attilio che aveva deciso di passare alcuni giorni di villeggiatura dal cugino, il podestà, il dottor Azzecca Garbugli ed alcuni commensali. Il conte era una persona malvagia e presuntuosa sin dalla nascita che a differenza del cugino non era un mediocre e per questo riuscì a tener testa anche al podestà. Mentre il dottore era alto, asciutto, pelato e presenta un naso rosso e una voglia a forma di lampone sulla guancia. Queste due ultime caratteristiche fanno sospettare anche che sia un amante della buona cucina. Azzeccagarbugli era un uomo servile, corrotto e ipocrita abituato a servire i potenti e a sottomettersi pur di non avere problemi. Era simile a Don Abbondio perché entrambi dovrebbero essere uomini dalla parte della giustizia e dei deboli ma in realtà erano persone facilmente ricattabile dai ricchi e dai potenti. Il podestà di Lecco era colui che doveva proteggere e far rispettare la giustizia ma come molti uomini del tempo, anch’esso era un uomo che sfruttava la sua situazione sociale. I commensali erano presenti ai banchetti per il semplice fatto che volevano mangiare allo sbaffo di Don Rodrigo infatti non presero mai parte alle discussioni che vennero fatte nel corso del banchetto. Gli unici che non annuivano solamente ma discutevano erano le persone che avrebbero dovuto essere acerrimi nemici poiché uno rappresentava la giustizia e l’altro la violenza del tempo. Tra gli argomenti della discussione c’era il tema della carestia a Milano, della successione al Ducato di Mantova e delle notizie portate dal messaggero. Secondo il conte il messaggero che portava cattive notizie doveva esser punito ma fortunatamente colui che avrebbe dovuto far rispettare la legge si oppose alle affermazioni del conte. Poi sempre secondo il cugino di Don Rodrigo la farina era diminuita poiché qualche furbo fornaio la nascose per far lievitare i prezzi alle stelle e quindi l’unica soluzione sarebbe stata far impiccare cinque o sei fornai d’esempio per gli altri. Infine si parlò della successione al Ducato di Mantova il conte e il podestà parlavano di quest’argomento come se fossero realmente informati, nominando il nome di qualche generale francese. In realtà nessuno dei due era realmente a conoscenza dei fatti ma semplicemente tentavano di vantarsi davanti a gli altri presenti. La classe sociale qui raffigurata, che dovrebbe avere la responsabilità della vita italiana del tempo, è in realtà l'artefice del suo asservimento, che coincide con l'oppressione di quel popolo fatto di umili come Renzo e Lucia.
Aggiunto 1 giorni più tardi:
Grazie :)
Miglior risposta
Fra Cristoforo era ormai giunto al palazzotto di Don Rodrigo, un luogo lugubre spaventoso per chiunque tranne per chi lo frequentava e ci abitava. Il palazzotto era circondato da casette abitate da contadine con volti minacciosi e allo stesso tempo arroganti. Dove le porte erano aperte si potevano vedere rastrelli, tromboni, zappe e cappelli di paglia. Gli uomini che Don Rodrigo incontrò erano omacci e donne forzute, anche i bambini, che normalmente avrebbero dovuto avere un volto gioioso e angelico davano l’idea di essere dei “bambinacci” arroganti. La porta del palazzotto era chiusa, segno che il padrone non voleva essere disturbato. Alla vista del frate due dei quattro guardiani gli aprirono la porta per farlo accomodare. In realtà gli altri due guardiani(puoi anche ometterlo per nn ripetere guardiani se vuoi) non erano due persone viventi ma erano degli avvoltoi imbalsamati. Codesti animali non erano dei veri predatori ma semplicemente si nutrivano delle carogne lasciate da altri predatori come d’altronde Don Rodrigo se la prendeva con i più deboli. Fra Cristoforo venne accompagnato sino alla stanza dove il signorotto teneva il suo banchetto. Dalla stanza provenivano suoni caotici, di posate e di voci tali che l’una sovrastava l’altra. Oltre al birbone erano presenti suo cugino, il conte Attilio che aveva deciso di passare alcuni giorni di villeggiatura dal cugino( anche qui puoi sostituire con "lui"), il podestà, il dottor Azzecca Garbugli ed alcuni commensali. Il conte era una persona malvagia e presuntuosa sin dalla nascita; a differenza del cugino non era un mediocre e per questo riuscì a tener testa anche al podestà. Mentre il dottore era alto, asciutto, pelato e presentava un naso rosso e una voglia a forma di lampone sulla guancia. Queste due ultime caratteristiche fanno sospettare anche che sia un amante della buona cucina. Azzeccagarbugli era un uomo servile, corrotto e ipocrita abituato a servire i potenti e a sottomettersi pur di non avere problemi. Era simile a Don Abbondio perché entrambi dovrebbero essere uomini dalla parte della giustizia e dei deboli ma in realtà erano person(forse ci sta megli avrebbero dovuto)e facilmente ricattabile dai ricchi e dai potenti. Il podestà di Lecco era colui che doveva proteggere e far rispettare la giustizia ma come molti uomini del tempo, anch’esso era un uomo che sfruttava la sua situazione sociale. I commensali erano presenti ai banchetti per il semplice fatto che volevano mangiare allo sbaffo di Don Rodrigo infatti non presero mai parte alle discussioni che vennero fatte nel corso del banchetto. Gli unici che non annuivano solamente ma discutevano erano le persone che avrebbero dovuto essere acerrimi nemici poiché uno rappresentava la giustizia e l’altro la violenza del tempo. Tra gli argomenti della discussione c’era il tema della carestia a Milano, della successione al Ducato di Mantova e delle notizie portate dal messaggero. Secondo il conte il messaggero che portava cattive notizie doveva esser punito ma fortunatamente colui che avrebbe dovuto far rispettare la legge si oppose alle affermazioni del conte. Poi sempre secondo il cugino di Don Rodrigo la farina era diminuita poiché qualche furbo fornaio la nascoseaveva nascosta per far lievitare i prezzi alle stelle e quindi l’unica soluzione sarebbe stata far impiccare cinque o sei fornai d’esempio per gli altri. Infine si parlò della successione al Ducato di Mantova: il conte e il podestà parlavano di quest’argomento come se fossero realmente informati, nominando il nome di qualche generale francese. In realtà nessuno dei due era realmente a conoscenza dei fatti ma semplicemente tentavano di vantarsi davanti a gli altri presenti. La classe sociale qui raffigurata, che dovrebbe avere la responsabilità della vita italiana del tempo, è in realtà l'artefice del suo asservimento, che coincide con l'oppressione di quel popolo fatto di umili come Renzo e Lucia.
il tema è bellissimo, ho fatto alcune correzioni ma vedi tu se ti sembra che vadano o no:D:D
ciaooooo
il tema è bellissimo, ho fatto alcune correzioni ma vedi tu se ti sembra che vadano o no:D:D
ciaooooo
Miglior risposta