Confronto poesie (55741)
Mi potete dare una mano con questo compito? ( poesia )? Non sono affatto bravo in questecosa e ho davvero bisogno di una mano perchè domani dovrei andarci interrogato! La consegna è: Fai un confronto tra la poesia "Alla Sera " di foscolo e "L'infinito" di Leopardi aiutandoti con queste tracce : quali immagini naturali inducono i due poeti alla riflessione esistenziale? quali riflessioni suscita in foscolo la contemplazione della sera? che cosa prova leopardi contemplando il colle e la siepe? di quali espressioni si servono rispettivamente foscolo e leopardi per raffiguare la dimensione del tempo e della storia? Vi sarei infinitamente grato se poteste darmi una mano! grazie a chi risponderà!
Risposte
quali immagini naturali inducono i due poeti alla riflessione esistenziale?
In Leopardi è la siepe oltre cui non riesce a vedere lo porta a meditare sull'infinito, mentre nel caso di Foscolo è la sera come immagine della morte.
Quali riflessioni suscita in Foscolo la contemplazione della sera?
La sera è per Foscolo immagine della morte, la «fatal quiete», e momento di pace; per questo la sua sera è caratterizzata sia da tramonti estivi, che da atmosfere invernali, in cui regnano il buio e la neve. Foscolo desidera la sera perchè lo aiuta a rivelare i suoi pensieri più intimi: la sera lo induce a pensare la vita e la morte. La sera ferma l'anima del poeta e gli dona un attimo di riposo, di pace e di meditazione, infatti contemplando la sera "dorme quello spirito guerrier ch'entro mi rugge"
che cosa prova leopardi contemplando il colle e la siepe?
Leopardi immagina l'infinito e prova un enorme piacere nel fantasticare; il poeta riesce a superare le barriere naturali e sensibili e proietta la sua mente oltre quella siepe, oltre quella realtà naturale che ha davanti, quasi fino ad arrivare all'infinito: «e come il vento odo stormir tra queste piante [...] e sovrumani silenzi, e profondissima quiete io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non si spaura». Il pensiero attinge direttamente dal creato e la dimensione del racconto diventa pura immaginazione. L'infinito di Leopardi è insieme lo spazio infinito e il tempo eterno, in questo momento si fondono il presente, il passato, il futuro e gli sovviene il pensiero della sua donna: «Così tra questa immensità s’annega il pensier mi [...] E il naufragar m’è dolce in questo mare».
Di quali espressioni si servono rispettivamente Foscolo e leopardi per raffigurare la dimensione del tempo e della storia?
il tempo di Leopardi è evocato dal limite fisico della siepe, che porta l'autore ad una dimensione "metafisica". Leopardi si fa trasportare dai sensi. Da questa affermazione "e mi sovvien l'eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei" vediamo come Leopardi non si colloca in un tempo specifico, ma in uno spazio metafisico, dove storia presente e passato tornano contemporaneamente alla sua mente. Anche Foscolo vedendo la sera scorda il suo "reo tempo" per vagare verso il "nulla eterno".
In Leopardi è la siepe oltre cui non riesce a vedere lo porta a meditare sull'infinito, mentre nel caso di Foscolo è la sera come immagine della morte.
Quali riflessioni suscita in Foscolo la contemplazione della sera?
La sera è per Foscolo immagine della morte, la «fatal quiete», e momento di pace; per questo la sua sera è caratterizzata sia da tramonti estivi, che da atmosfere invernali, in cui regnano il buio e la neve. Foscolo desidera la sera perchè lo aiuta a rivelare i suoi pensieri più intimi: la sera lo induce a pensare la vita e la morte. La sera ferma l'anima del poeta e gli dona un attimo di riposo, di pace e di meditazione, infatti contemplando la sera "dorme quello spirito guerrier ch'entro mi rugge"
che cosa prova leopardi contemplando il colle e la siepe?
Leopardi immagina l'infinito e prova un enorme piacere nel fantasticare; il poeta riesce a superare le barriere naturali e sensibili e proietta la sua mente oltre quella siepe, oltre quella realtà naturale che ha davanti, quasi fino ad arrivare all'infinito: «e come il vento odo stormir tra queste piante [...] e sovrumani silenzi, e profondissima quiete io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non si spaura». Il pensiero attinge direttamente dal creato e la dimensione del racconto diventa pura immaginazione. L'infinito di Leopardi è insieme lo spazio infinito e il tempo eterno, in questo momento si fondono il presente, il passato, il futuro e gli sovviene il pensiero della sua donna: «Così tra questa immensità s’annega il pensier mi [...] E il naufragar m’è dolce in questo mare».
Di quali espressioni si servono rispettivamente Foscolo e leopardi per raffigurare la dimensione del tempo e della storia?
il tempo di Leopardi è evocato dal limite fisico della siepe, che porta l'autore ad una dimensione "metafisica". Leopardi si fa trasportare dai sensi. Da questa affermazione "e mi sovvien l'eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei" vediamo come Leopardi non si colloca in un tempo specifico, ma in uno spazio metafisico, dove storia presente e passato tornano contemporaneamente alla sua mente. Anche Foscolo vedendo la sera scorda il suo "reo tempo" per vagare verso il "nulla eterno".