Ciao...non riesco a capire cosa significa?

-selena-
Ciao...non riesco a capire cosa significa ciò che è scritto:
Convivio e De Vulgari Eloqentia ., offrono un termine di confronto esplicito e succoso: il primo
afferma la superiorità del latino, il secondo la superiorità del volgare. Sostiene P.V.Mengaldo
nel suo saggio introduttivo del 1968 a V.E. che la dottrina retorica linguistica che è il tema
"che costituisce il minimo comun denominatore fondamentale tra i due trattati è quello
stesso che ne eccita, come si vedrà, la più vistosa antinomia teorica" (IX). L'illustre critico
arriva a questa conclusione forte della convinzione, che io non condivido appieno, che il
trattato latino debba rappresentare "la coscienza retorico-letteraria" della sistemazione
filosofica della poesia contenuta nel Convivio e che abbia di mira, perciò, "di svolgere la
teoria e la giustificazione del volgare nell'ambito di una compiuta dottrina linguistica" (IX).
Se il rapporto dei due trattati fosse di organico completamento fin nei progetti iniziali, allora
la loro "antinomia teorica" indicata da Mengaldo risulterebbe difficilmente eludibile. Ma, a
mio avviso, la vicinanza indubbia della gestazione, sostenuta dalle parole succitate di Dante
stesso, non autorizza di per sé a porre un legame così forte tra le due opere. L'altro punto
che è necessario premettere, da parte di Mengaldo, per sostenere la sua affermazione è che
la natura prevalente di V.E. sia retorico-letteraria, non filosofico-linguistica. Anche su
questo punto non sono del tutto d'accordo, come cercherò di mostrare nell'altro mio lavoro
annunciato. Ovviamente, tanto più si vede una contraddizione tra due affermazioni quanto
più si vuole ricondurre ad una unità di concezione queste affermazioni.
La stessa preoccupazione della difesa dell'unità del pensiero linguistico di Dante ha
mosso altri commentatori, inclini piuttosto a sciogliere la contraddizione. Un commentatore
come A. Marigo, nella sua edizione del V.E del 1948, cerca di eliminare la contraddizione
applicando, nelle parole di Apel 1975, "i vari punti di vista risultanti dalle varie forme di
pensiero aristotelico-scolastiche di 'atto' e 'potenza': nel Convivio si tratta, quindi,
dell'attuale superiorità del latino regolato dall'artificio umano, nei confronti del non ancora
regolato volgare; nel De vulgari eloquentia, invece, della potenziale superiorità della
locutio naturalis creata da Dio, la quale è senz'altro capace, e naturalmente anche
bisognosa, di regole umane. Questo innalzamento del volgare a lingua letteraria per mezzo
d'una sublime arte poetica, che si adatti ai modelli degli autori antichi e alla prescrizione della
retorica antica interessa appunto Dante anche e precisamente nel De vulgari eloquentia.
Onde di fatto, per lo meno nella concezione fondamentale della natura del linguaggio e del
rapporto dell'uomo con esso, non sussiste differenza alcuna tra le due opere dantesche".


non riesco a comprendere il concetto...chi mi dà una mano??grazieee

Risposte
-selena-
si ma qual è il succo del discorso??

lino17
Queste sono le critiche che diversi autori fanno al convio e al devulgari eloquentia

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