CALIPSO E ODISSEO parafrasi
parafrasi di CALIPSO E ODISSEO dal verso 192 424...urgente
Aggiunto 13 minuti più tardi:
scusa è dal verso 192 al 227...e inizia così: DETTO COSì, LO PRECEDEVA LA DEA LUMINOSA, RAPIDAMENTE: LUI DIETRO I PASSI DELLA DEA CAMMINAVA...
Aggiunto 4 giorni più tardi:
mi potresti fare la parafrasi di questo x favore entro stasera:
LORDO COM'ERA D'ALGA E DI SALSEDINE,
COSì SELVAGGIO APPARVE, CHE GRIDANDO
DI QUà E DI Là SOVRA LE AGUZZE ROCCE
LE FANCIULLE SI SPARSERO. MA SOLA,
FERMA, D'ALCìNOO RIMANEA LA FIGLIA,
PERCHè LA DEA LE INFUSE ARDIRE IN PETTO
E TOLSE DALLE MEMBRA OGNI TREMORE.
IN FACCIA A ULISSE SI DRIZZAVA, ED EGLI
INCERTO STACA SE CON SUPPLICE ATTO
ABBRACCIARE ALLA VERGINE I GONOCCHI,
O DI LONTANO, CON PAROLE BLANDE,
UNA VESTE RICHIEDERLE E INVOCARE
CHE GLI ADDITASSE LA CITTà VICINA.
COSì PENSANDO, A LUI BEN QUESTO PARVE
IL PARTITO MIGLIOR: DI SUPPLICARLA
DA LONTANO CON PLACIDE PAROLE,
OND'ELLA POI NON SI SDEGNASSE IN CUORE
S'EGLI L'AVESSE STRETTA ALLE GINOCCHIA.
E CON ACCENTI LUSINGHIERI E ACCORTI
Sì LE PARLAVA:"ASCOLTAMI, REGINA!
-MA DEA CHIAMARTI IO DEVO, O MORTAL DONNA?-
(SALTO UN PEZZO ZK LO TENGO GIA)"
E A LUI NAUSICA DALLE BIANCA BRACCIA:
"OSPITE,-DISSE- TU NON SEMBRI PUNTO
STOLTO O MALVAGIO; PUR L'OLIMPO GIOVE
FRA GLI UOMINI DISPENSA LA FORTUNA,
AI BUONI E AI TRISTI, COE PIù GLI AGGRADA.
A TE Dà QUESTA SORTE, E IN OGNI MODO
CONVIEN SOFFRIRLA, MA, POICHè SEI GIUNTO
A QUESTA TERRA, A TE NULLA DI QUANTO
PORGER SI DEVE A UN MISERO CHE INVOCA
SARà NEGATO. IO V0' MOSTRARTI INTANTO
LA MIA CITTà, DEGLI ABITANTI IL NOME
SVELARTI: DE' FEàCI è QUESTA TERRA;
DEL MAGNANIMO ALCìNOO IO SON FIGLIA;
EGLI REGGE LA FORZA ED IL POTERE
DI QUESTA GENTE". E, DETTO CIò, NAUSICA,
VOLTA ALLE ANCELLE DALLE BELLE TRECCE:
"QUI FERME,-VOMANDò- DOVE FUGGITE,
PERCHè UN UOMO V'APPARVE? O CHE PENSATE
CHE UN MNEMICO EGLI SIA?NON è MORTALE
DA TEMERE, COSTUI; Nè CERTO ALCUNO
IN TERRA VIVE, NE VIVRà, CHE POSSA
AI FEàCI ARRIVAR PORTANDO GUERRA:
TANTO CARI NOI SIAMO AGL'IMMORTALI.
LUNGI VIVIAMO IN MEZZO AL MARE
E DELLA TERRA NELL'ESTREMO LEMBO,
OVE NESSUNO DEI MORTALI ARRIVA.
MA UN MISERO è COLUI CHE QUI RAMINGO
è GIUNTO: CI CONVIEN DUNQUE ONORARLO;
VENGON DA GIOVE SUPPLICI E STRANIERI
E OGNI DONO, PUR LIEVE, A LORO è GRATO.
ANCELLE, ORSù, DATE BEVANDE E CIBI
ALL'OSPITE E LAVATELO NEL FIUME,
IN LUOGO CHE RIFUGIO OFFRA DAL VENTO."
Aggiunto 13 minuti più tardi:
scusa è dal verso 192 al 227...e inizia così: DETTO COSì, LO PRECEDEVA LA DEA LUMINOSA, RAPIDAMENTE: LUI DIETRO I PASSI DELLA DEA CAMMINAVA...
Aggiunto 4 giorni più tardi:
mi potresti fare la parafrasi di questo x favore entro stasera:
LORDO COM'ERA D'ALGA E DI SALSEDINE,
COSì SELVAGGIO APPARVE, CHE GRIDANDO
DI QUà E DI Là SOVRA LE AGUZZE ROCCE
LE FANCIULLE SI SPARSERO. MA SOLA,
FERMA, D'ALCìNOO RIMANEA LA FIGLIA,
PERCHè LA DEA LE INFUSE ARDIRE IN PETTO
E TOLSE DALLE MEMBRA OGNI TREMORE.
IN FACCIA A ULISSE SI DRIZZAVA, ED EGLI
INCERTO STACA SE CON SUPPLICE ATTO
ABBRACCIARE ALLA VERGINE I GONOCCHI,
O DI LONTANO, CON PAROLE BLANDE,
UNA VESTE RICHIEDERLE E INVOCARE
CHE GLI ADDITASSE LA CITTà VICINA.
COSì PENSANDO, A LUI BEN QUESTO PARVE
IL PARTITO MIGLIOR: DI SUPPLICARLA
DA LONTANO CON PLACIDE PAROLE,
OND'ELLA POI NON SI SDEGNASSE IN CUORE
S'EGLI L'AVESSE STRETTA ALLE GINOCCHIA.
E CON ACCENTI LUSINGHIERI E ACCORTI
Sì LE PARLAVA:"ASCOLTAMI, REGINA!
-MA DEA CHIAMARTI IO DEVO, O MORTAL DONNA?-
(SALTO UN PEZZO ZK LO TENGO GIA)"
E A LUI NAUSICA DALLE BIANCA BRACCIA:
"OSPITE,-DISSE- TU NON SEMBRI PUNTO
STOLTO O MALVAGIO; PUR L'OLIMPO GIOVE
FRA GLI UOMINI DISPENSA LA FORTUNA,
AI BUONI E AI TRISTI, COE PIù GLI AGGRADA.
A TE Dà QUESTA SORTE, E IN OGNI MODO
CONVIEN SOFFRIRLA, MA, POICHè SEI GIUNTO
A QUESTA TERRA, A TE NULLA DI QUANTO
PORGER SI DEVE A UN MISERO CHE INVOCA
SARà NEGATO. IO V0' MOSTRARTI INTANTO
LA MIA CITTà, DEGLI ABITANTI IL NOME
SVELARTI: DE' FEàCI è QUESTA TERRA;
DEL MAGNANIMO ALCìNOO IO SON FIGLIA;
EGLI REGGE LA FORZA ED IL POTERE
DI QUESTA GENTE". E, DETTO CIò, NAUSICA,
VOLTA ALLE ANCELLE DALLE BELLE TRECCE:
"QUI FERME,-VOMANDò- DOVE FUGGITE,
PERCHè UN UOMO V'APPARVE? O CHE PENSATE
CHE UN MNEMICO EGLI SIA?NON è MORTALE
DA TEMERE, COSTUI; Nè CERTO ALCUNO
IN TERRA VIVE, NE VIVRà, CHE POSSA
AI FEàCI ARRIVAR PORTANDO GUERRA:
TANTO CARI NOI SIAMO AGL'IMMORTALI.
LUNGI VIVIAMO IN MEZZO AL MARE
E DELLA TERRA NELL'ESTREMO LEMBO,
OVE NESSUNO DEI MORTALI ARRIVA.
MA UN MISERO è COLUI CHE QUI RAMINGO
è GIUNTO: CI CONVIEN DUNQUE ONORARLO;
VENGON DA GIOVE SUPPLICI E STRANIERI
E OGNI DONO, PUR LIEVE, A LORO è GRATO.
ANCELLE, ORSù, DATE BEVANDE E CIBI
ALL'OSPITE E LAVATELO NEL FIUME,
IN LUOGO CHE RIFUGIO OFFRA DAL VENTO."
Risposte
Devi scrivere il testo da parafrasare (secondo il regolamento per richiedere le parafrasi devi mettere tutto il testo), una volta postato, la faccio io!
Mi scrivi il verso d'inizio?
Aggiunto 11 minuti più tardi:
Ancora una cosa mi serve..l'argomento!
Aggiunto 4 giorni più tardi:
Apparve come un selvaggio ad esse, apro di sale marino e fuggirono smarrite,chi di qua chi di là per la spiaggia. Solo la figlia di Alcinoo rimase: Atena le diede nel cuore coraggio, le tolse ogni paura. E restò ferma davanti a lui. E Odisseo fu incerto se pregare la vergine avvolgendola alle ginocchia oppure da lontano con parole dolci, se mai volesse indicargli il paese e dargli una veste.A lui parve, pensando, la decisione migliore: pregarla da lontano con dolci parole, perché l’abbraccio alle ginocchia non le muoverà sdegno. E subito le disse con parole soavi: “ Ti supplico in ginocchio, o potente. Sei tu una dea? Se sei una dea del cielo vasto per la bellezza del tuo volto e per la tua alta statura e l’armonia delle forme, allora mi sembri Artemide, figlia del sommo Zeus: le somigli tanto. Ma se sei una mortale che vive sulla terra allora tuo padre, tua madre e i tuoi fratelli siano beati tre volte. Il loro cuore è sicuramente pieno di gioia per te, freschissimo stelo, quando balli. Ma sopra ogni altro, chi supera i rivali con doni di nozze e ti porta con se a casa sua sarà il più felice, poiché i miei occhi non hanno mai visto una creatura mortale, né uomo né donna, simile a te e mi stupisco a guardarti. Un giorno, a Delo, presso l’altare di Apollo vidi un giovane stelo di Palma crescere verso l’alto. Fui anche là, con molte persone, nel viaggio da cui vennero delle sventure cupe. E come allora rimasi stupito a vedere la Palma, perché mai un albero uguale è cresciuto sulla terra, così io ora ti ammiro, o donna e non oso sfiorarti le ginocchia, anche se grande è il mio tormento. Ieri dopo venti giorni, sono scappato dal mare scuro: e per tutto quel tempo, senza tregua, le onde mi trascinarono dall’isola di Ogigia; e ora un nume mi ha condotto qui, affinché su queste rie io colga una sventura. Le mie pene non sono finite: gli dei ne hanno altre in mente. Ma tu, o potente, abbi pietà: dopo tanti dolori, sei la prima che incontro, e non conosco nessun altro di quelli che abitano qui. Indicami la città e dammi uno straccio per coprirmi, se mai venendo qui avevi con te un telo per avvolgere i panni. E gli dei ti concedano tutto quello che desideri: uno sposo e una casa e una concordia leale, perché non c’è bene più forte e valido che una casa retta con armonia da un uomo e una donna. I malvagi ne hanno invidia e chi li ama hanno gioia; ma i più felici sono loro.”
E Nausicaa dalle braccia splendenti gli risponde: “O straniero, tu non mi sembri un uomo malvagio o privo di senno: tu sai che Zeus Olimpio dà, quando vuole, felicità agli uomini, ai buoni e ai malvagi; a te diede dolori e dolori tu devi patire. Ma ora sei nella mia terra , giungi alla mia città e avrai certo una veste e ogni cosa che occorre a un infelice quando viene implorato da noi. E ti indicherò la città e il nome del suo popolo. Là e in tutta questa terra, vivono i Feaci, e io sono la figlia del magnanimo Alcinoo che regge il potere e la forza dei Feaci.” Disse così e richiamò le ancelle:”Fermatevi, vi prego;fuggite così vedendo un uomo? Forse pensate che sia venuto qui come un nemico? Non c’è nessun mortale avverso alla terra dei Feaci, e non ci sarà mai, perché gli dei ci amano tanto e abitiamo in disparte ai confini del mondo, in mezzo al mare ondeggiante, e non viene mai nessuno qui da noi; ma questo è un infelice che è giunto qui errando, e ora ha bisogno di tutte le nostre cure. Gli stranieri e i mendicanti sono mandati da Zeus e anche un piccolo dono è assai gradito da loro. Offrite, dunque, cibo e bevande allo straniero, e fate che si bagni nel fiume al riparo dal vento.
Forse c'è qualche verso in più. Controllala tu!
Aggiunto 11 minuti più tardi:
Ancora una cosa mi serve..l'argomento!
Aggiunto 4 giorni più tardi:
Apparve come un selvaggio ad esse, apro di sale marino e fuggirono smarrite,chi di qua chi di là per la spiaggia. Solo la figlia di Alcinoo rimase: Atena le diede nel cuore coraggio, le tolse ogni paura. E restò ferma davanti a lui. E Odisseo fu incerto se pregare la vergine avvolgendola alle ginocchia oppure da lontano con parole dolci, se mai volesse indicargli il paese e dargli una veste.A lui parve, pensando, la decisione migliore: pregarla da lontano con dolci parole, perché l’abbraccio alle ginocchia non le muoverà sdegno. E subito le disse con parole soavi: “ Ti supplico in ginocchio, o potente. Sei tu una dea? Se sei una dea del cielo vasto per la bellezza del tuo volto e per la tua alta statura e l’armonia delle forme, allora mi sembri Artemide, figlia del sommo Zeus: le somigli tanto. Ma se sei una mortale che vive sulla terra allora tuo padre, tua madre e i tuoi fratelli siano beati tre volte. Il loro cuore è sicuramente pieno di gioia per te, freschissimo stelo, quando balli. Ma sopra ogni altro, chi supera i rivali con doni di nozze e ti porta con se a casa sua sarà il più felice, poiché i miei occhi non hanno mai visto una creatura mortale, né uomo né donna, simile a te e mi stupisco a guardarti. Un giorno, a Delo, presso l’altare di Apollo vidi un giovane stelo di Palma crescere verso l’alto. Fui anche là, con molte persone, nel viaggio da cui vennero delle sventure cupe. E come allora rimasi stupito a vedere la Palma, perché mai un albero uguale è cresciuto sulla terra, così io ora ti ammiro, o donna e non oso sfiorarti le ginocchia, anche se grande è il mio tormento. Ieri dopo venti giorni, sono scappato dal mare scuro: e per tutto quel tempo, senza tregua, le onde mi trascinarono dall’isola di Ogigia; e ora un nume mi ha condotto qui, affinché su queste rie io colga una sventura. Le mie pene non sono finite: gli dei ne hanno altre in mente. Ma tu, o potente, abbi pietà: dopo tanti dolori, sei la prima che incontro, e non conosco nessun altro di quelli che abitano qui. Indicami la città e dammi uno straccio per coprirmi, se mai venendo qui avevi con te un telo per avvolgere i panni. E gli dei ti concedano tutto quello che desideri: uno sposo e una casa e una concordia leale, perché non c’è bene più forte e valido che una casa retta con armonia da un uomo e una donna. I malvagi ne hanno invidia e chi li ama hanno gioia; ma i più felici sono loro.”
E Nausicaa dalle braccia splendenti gli risponde: “O straniero, tu non mi sembri un uomo malvagio o privo di senno: tu sai che Zeus Olimpio dà, quando vuole, felicità agli uomini, ai buoni e ai malvagi; a te diede dolori e dolori tu devi patire. Ma ora sei nella mia terra , giungi alla mia città e avrai certo una veste e ogni cosa che occorre a un infelice quando viene implorato da noi. E ti indicherò la città e il nome del suo popolo. Là e in tutta questa terra, vivono i Feaci, e io sono la figlia del magnanimo Alcinoo che regge il potere e la forza dei Feaci.” Disse così e richiamò le ancelle:”Fermatevi, vi prego;fuggite così vedendo un uomo? Forse pensate che sia venuto qui come un nemico? Non c’è nessun mortale avverso alla terra dei Feaci, e non ci sarà mai, perché gli dei ci amano tanto e abitiamo in disparte ai confini del mondo, in mezzo al mare ondeggiante, e non viene mai nessuno qui da noi; ma questo è un infelice che è giunto qui errando, e ora ha bisogno di tutte le nostre cure. Gli stranieri e i mendicanti sono mandati da Zeus e anche un piccolo dono è assai gradito da loro. Offrite, dunque, cibo e bevande allo straniero, e fate che si bagni nel fiume al riparo dal vento.
Forse c'è qualche verso in più. Controllala tu!