Boccaccio e decameron
Tema esame di terza su boccaccio e decameron..non so da che parte farmi! Mi potete consigliare qualcosa? Grazie!
Risposte
Ciao, e benvenuta!
Ecco a te: qui c'è tutto quello che ti serve!
Conoscenze sul Boccaccio
1313 Giovanni Boccaccio nasce nel 1313 probabilmente a Firenze o Certaldo, figlio illegittimo di un mercante.
1327 - 1341 Boccaccio è a Napoli per fare pratica mercantile insieme al padre, il quale, in qualità di socio della potente banca fiorentina di Bardi che finanziava la corte angioina, vuole indirizzarlo alla sua stessa professione. Questo per Boccaccio è un periodo determinante per la sua formazione; egli viene a contatto, con una straordinaria varietà di persone (mercanti, gente di mare, avventurieri ecc..), che confluiscono nella grande città, una dei più grandi centri politici ed economici del Mediterraneo. Può così maturare un acuto spirito di osservazione, una conoscenza dei costumi e delle più varie classi sociali, che sarà alla base della sua arte di narratore.
Inoltre, essendo il figlio di un socio della banca dei Bardi, ha la possibilità di partecipare alla vita raffinata dell'aristocrazia e della ricca borghesia.
Sempre in questo periodo, si afferma in Boccaccio la vocazione letteraria; Affascinato prima dalla tradizione cortese, dai versi d'amore e dai romanzi cavallereschi, si avvicina poi ai classici latini e a quelli nuovi, in particolare Dante e Petrarca.
1340 Boccaccio torna a Firenze a causa della crisi della banca dei Bardi. Qui Boccaccio, oppresso dalla vita borghese (prima festosa vita cortese), segnata dalle ristrettezze economiche, deve far fronte al problema di una sistemazione; ma la sistemazione definitiva presso la corte napoletana, che gli affida comunque numerosi incarichi, resta sempre e solo una speranza.
1348 Boccaccio subisce la perdita del padre, della matrigna e di numerosi amici, a causa della peste nera.
Ultimi anni Boccaccio subisce un'importante evoluzione spirituale che lo spinge a scegliere la condizione di chierico, abbandonando l'idea di una letteratura intesa solo al diletto per orientarsi verso un tipo letteratura più solenne.
1360-1365 Boccaccio, a seguito del fallimento di una congiura in cui erano coinvolti alcuni suoi amici, viene messo in cattiva luce e quindi allontanato da ogni incarico pubblico. Da questo momento fino al 1362, conduce una vita appartata, dedita allo studio e alla meditazione, poi dal 1365, ritorna ad ottenere incarichi pubblici, e la sua casa diventa centro d'incontro di un gruppo di intellettuali.
1373 -1374 Viene incaricato dal Comune di commentare la Divina Commedia.
1375 Boccaccio muore a Certaldo il 21 dicembre.
Opere Minori
Il Filostrato 1335-38 Poemetto scritto in ottave. Il Filocolo 1336 Opera narrativa in prosa. Il Teseida 1339-40 Poemetto scritto in terzine. Amorosa Visione 1342-43 Poema in terzine. Elegia di Madonna Fiammetta 1343-1344 Opera narrativa in prosa, in forma di lettera. Ninfale Fiesolano Poemetto in Ottave. Corbaccio 1355-1365 Opera narrativa in prosa.
Struttura del Decameron
1 Come è strutturata l’opera?
Il Decameron è una raccolta di cento novelle, racchiuse da una cornice narrativa e raccontate in 10 giorni da una brigata di 10 di 7 fanciulle e 3 giovani di elevata condizione sociale, che si sono ritirati in campagna per sfuggire alla peste. Qui, trascorrono il tempo tra banchetti, canti, balli e giochi decidono di raccontare ogni giorno una novella ciascuno.
2 Quali caratteristiche hanno il re e i “narratori”?
Il re, quotidianamente eletto dalla brigata, fissa un tema ai narratori; tuttavia ad uno di essi, Dioneo è concesso non rispettare il tema generale ed è sempre l'ultimo a raccontare (addolcisce una giornata triste e drammatica..): e due giornate, la prima e la nona hanno un tema libero. Nell'introduzione ad ogni giornata viene descritta la gioiosa vita della brigata. Tra novella e novella vi sono i commenti degli uditori, e ogni giornata è chiusa da una conclusione accompagnata da una ballata.
I narratori non hanno caratteri e psicologie definite che li rendano autentici personaggi. I loro nomi richiamano o personaggi delle opere precedenti di Boccaccio stesso, o personaggi letterari.
3 Cos’è il Proemio? Di che cosa parla e che funzione ha?
Il Proemio funge da apertura al libro ed è di fondamentale importanza in quanto ne delinea le principali finalità e i destinatari dell'opera: alleviare le pene delle donne che amano, in quanto possiedono in misura molto minore degli uomini la facoltà di trovare distrazione da queste, tramite diletto e utili suggerimenti e intrattenere piacevolmente un pubblico composto non da letterati di professione ma comunque raffinato ed elegante.
4 Quali sono i principali temi trattati dalle novelle?
L'opera è molto complessa e di conseguenza tratta un grande varietà di temi che derivano dall'osservazione della vita umana: 1 l'Amore, 2 la Fortuna, 3 l'iniziativa umana in grado di superare le avversità opposte dalla fortuna e piegare la realtà ai propri fini e 4 gli ideali della cortesia e della masserizia. Ognuno di questi temi viene descritto in tutte le sue forme. TEMA FONDAMENTALE La capacità dell'individuo di superare le avversità, di imporre il suo dominio su una realtà dominata dalla Fortuna.
5 Quali classi sociali sono rappresentate nel Decameron?
Sono rappresentate, data la vastità dell'opera, tutti le classi sociali, dai più antichi esponenti del mondo feudale e cavalleresco alla più recente borghesia comunale, fino alla nuova classe dei mercanti. ES. Ecclesiastici, re, principi, califfi dell'Oriente (vastità geografica).
6 A quali soprattutto Boccaccio rivolge la sua attenzione?
Boccaccio rivolge la sua attenzione sopratutto al mondo mercantile e quello borghese. Grande rilievo ha pertanto la realtà del calcolo prudente, dello scambio vantaggioso, dell'accumulo di ricchezza.
7 I due valori che maggiormente sono presenti nelle novelle sono la “masserizia” e la “cortesia”: a quali classi sociali appartengono?
Quello della cortesia è il valore a cui si ispira il mondo cavalleresco, si tratta di quella nobiltà d'animo che si esprime in gesti ricchi di sentimento. Quello della masserizia invece è il valore legato alla borghesia, e si tratta della scrupolosa amministrazione dei propri beni, il calcolo prudente che evita ogni sperpero e che potrebbe intaccare il patrimonio. Boccaccio dunque giostra fra un passato feudale ed un presente mercantile, fatto di "industria umana" e calcoli ben pensati, sostenendo che la nuova realtà del denaro lascia anche lo spazio al gusto della cortesia e del bel vivere. Quindi vi è un incontro tra i rispettivi valori delle due classi.
8 Quali forze muovono il mondo, secondo Boccaccio? Ti pare una concezione simile a quella di Dante o differente?
Le forze che muovono il mondo sono la Fortuna e l'Amore. Per quanto riguarda l'idea della fortuna era già presente nel medioevo, ma era ritenuta una forza subordinata al superiore disegno della provvidenza divina: Nella Divina Commedia di Dante, il fato assume un significato religioso. Al contrario per Boccaccio la fortuna è solo un complesso accidentale di forze, non più regolato da alcuna volontà superiore; IL CASO. Con questo Boccaccio non esclude la presenza di Dio nel mondo, ma ritaglia una sfera terrena e autonoma, quella dell'agire umano, avente i suoi fini.
9 Che caratteristiche ha la Fortuna?
La vita dei mercanti è sottoposta continuamente all'imprevisto, che può favorire un'iniziativa o portarla al fallimento. Propria del mondo dei traffici commerciali è l'idea che la realtà è dominata da una forza capricciosa e imprevedibile; la Fortuna. La Fortuna è la conseguenza di un insieme di forze naturali e sociali e può manifestarsi per mezzo di fenomeni naturali, come delle tempeste marine che fanno naufragare più volte la nave di un mercante, o per mezzo di una combinazione di imprevisti dovuti ad azioni umane. La Fortuna quindi può essere favorevole o avversa, può contrastare o assecondare l'agire dell'uomo. Essa è inoltre la grande nemica dell'"industria umana" che deve cercare sempre di prevederla in anticipo.
10 Che caratteristiche ha l’amore? Vedi differenze o somiglianze con la concezione stilnovistica e dantesca?
L'altra grande forza che anima il Decameron è l'Amore: esso costituisce il tema centrale di molte novelle e muove l'iniziativa di molti personaggi: anche l' Amore, come la Fortuna è visto in una prospettiva tutta laica e terrena, non è più quindi "l'amor che muove l' sole e l'altre stelle" della Divina Commedia, ma una forza che scaturisce dalla natura. L' Amore nel Decameron si presenta in varie forme e porta quasi sempre ad un ingentilimento dei personaggi; gli individui rozzi raggiungono una certa sensibilità e altezza d'animo. Inoltre può costituire uno stimolo all'iniziativa umana, e può dare origine a commedie, fondate sulla beffa, oppure a situazioni più tragiche.
La molteplicità del reale nel Decameron
Nel Decameron Boccaccio tratta la vita in tutti i suoi aspetti e le azioni vanno dalle più basse funzioni fisiologiche alle più alte attività spirituali, intellettuali e artistiche, dai gesti più quotidiani alle azioni più rare ed eroiche. In poco parole in queste 100 novelle sono registrati tutti gli aspetti della società e della natura, con l'intento di esplorare tutte le possibilità del reale.
Il Mondo Sociale Nelle novelle vengono rappresentati gli ordinamenti del passato, re, grandi feudatari, alto e basso clero ma soprattutto la moderna civiltà urbana, mercanti e banchieri, l'artistocrazia cittadina, la borghesia, gli artigiani, gli artisti e ovviamente la plebe, servi e operai e gli abitanti delle campagne.
Il Mondo Naturale Nelle novelle vengono rappresentati tutti i luoghi e fenomeni naturali. Mari, fiumi, boschi, strade, giardini; così tutte le ore del giorno, dalle ore notturne con inganni e sotterfugi e ore del giorno, e ancora le varie stagioni e i fenomeni atmosferici, pioggia, neve ecc.. Vi è però, una certa predilezione verso il mare, con il suo essere imprevedibile, che diventa metafora della fortuna e fa da sfondo alle novelle più avventurose. Il mare ha inoltre una dimensione realistica, in quanto richiama la vita concreta dei mercanti, che al mare spesso affidano i viveri e la vita, nella speranza di moltiplicare le loro ricchezze.
In ogni caso l'ambiente prediletto è di gran lunga la città, spesso rappresentata da Firenze, centro per eccellenza di scambi e traffici e da altre città come Venezia, Napoli, Bologna ecc.. La città è uno spazio aperto e disponibile a tutte le esperienze, dove entrano in contatto una molteplicità di ceti sociali. Anch'essa diventa simbolo della Fortuna mutevole.
Spazio e il Tempo Le vicende sono ambientate in una geografia precisa e concreta, l'Italia, l'Europa, il Mediterraneo e in un epoca storica altrettanto concreta, che va dal presente borghese al passato feudale alle età più antiche di Grecia e Roma.
Andreuccio da Perugia - Analisi personaggio
Andreuccio da Perugia è un mercante che si reca a Napoli per la compravendita di cavalli. Subito si dimostra un uomo poco cauto, fa infatti sfoggio di tutti i suoi soldi (500 fiorini) portati a Napoli per l'occasione, attirando l'attenzione di una prostituta malintenzionata che mette in atto un piano per sottrarglieli. Inoltre è presuntuoso, perchè convinto di essere il prescelto della donna, accetta il suo invito senza riflettere, credendo nelle sue buone intenzioni. Questo non gli permette di scoprire l'inganno in cui è ingenuamente finito che è anche la causa delle disgrazie successive: persi i soldi, si ritrova nudo e in condizioni pietose nel mezzo della notte nel quartiere malfamato di una città a lui sconosciuta. Ma con l'aiuto del caso e della sua naturale scaltrezza aguzzata dalla necessità, egli riesce a scampare da ogni pericolo e a uscire con una nuova fortuna dalla strana avventura: capitato in una compagnia di ladri però, si dimostra ancora una volta poco scrupoloso, prima facendosi calare dai due sconosciuti in un pozzo per potersi lavare e poi seguendoli nella loro impresa; un furto sacrilego nella tomba di un arcivescovo da poco sepolto. Abbandonato dai compagni nella tomba accanto al morto infine rivela di aver acquisito un po di ingegno e di astuzia, al momento più opportuno infatti scappa dalla tomba con l'anello prezioso dell'Arcivescovo al dito, grazie ad un nuovo gruppo di ladri giunti sul luogo con le stesse intenzioni di quelli precedenti. Quindi Andreuccio torna all'albergo con un bottino più grande di quello che ha perduto.
Luoghi Simbolici Sono bui, chiusi e bassi - rappresentano il male (come l'inferno di Dante)
Andolfo e Rufolo
Analisi Personaggio Landolfo Rufolo è un ricco commerciante che, non contento delle ricchezze già in suo possesso, decide di raddoppiarle, recandosi a Cipro con una nave carica di merci da lui stesso acquistate, nella speranza di rivenderle tutte e far ritorno a Ravello più ricco di prima. Nel corso della novella, Landolfo, si dimostra innanzitutto un personaggio dinamico e un uomo intraprendente, in quanto, pur essendo già ricchissimo, non si accontenta di ciò che ha e mira a raddoppiare i suoi averi, cioè vuole far fruttare le sue ricchezze investendole in attività redditizie. Inoltre, da bravo mercante, prima di comprare la nave e le merci necessarie per realizzare il suo obiettivo (investimento), fa i suoi calcoli, il cosiddetto "calcolo accorto". Landolfo può essere considerato anche un uomo senza scrupoli, perché pur di riottenere ciò che ha perso è disposto a ricorrere alla pirateria, un uomo orgoglioso, infatti come lui stesso dice, preferirebbe morire piuttosto che tornare a casa povero, e un uomo generoso che alla fine delle proprie avventure impara la lezione; dona una parte della propria ricchezza alla donna che lo ha salvato e un'altra parte ai concittadini che lo hanno riaccompagnato, abbandonando finalmente il commercio e godendosi il denaro senza più desiderarne altro.
Tempo della Vicenda La vicenda dura complessivamente un anno e poco più, tuttavia vi è una variazione nell'uso del tempo; nella prima parte, fino alla cattura di Landolfo da parte dei Genovesi, il tempo della narrazione è sintetico, cioè avvenimenti che occupano un periodo molto lungo (il viaggio a Cipro, la svendita delle merci, l'anno di pirateria ) sono raccontati in modo breve. Mentre nella seconda parte, che comprende il naufragio e il salvataggio del protagonista, il tempo della narrazione è dilatato; la permanenza in mare di Landolfo dopo il naufragio occupa nel racconto uno spazio notevole.
IL MARE ha in questa novella un ruolo realistico, in quanto richiama la vita del mercante, che a questo ha affidato i viveri e la vita nella speranza di moltiplicare le sue ricchezze.
Temi principali
Il mare diventa metafora della fortuna perché con i suoi mutamenti capricciosi e improvvisi rappresenta i capricci del caso. Infatti la fortuna può essere buona o cattiva ma non dipende dalle azioni umane, che ben poco fanno di fronte a questa grande forza. Per due volte Landolfo si ritrova privo di tutte le ricchezze, perché il caso ha voluto che a ostacolarlo fosse prima una tempesta e poi i genovesi. Ma alla fine è lo stesso caso che determina il successo del protagonista, senza alcun rapporto con le sue abilità. Anzi, lui, ignaro tende a respingere la cassa che sarà fonte della sua nuova ricchezza. Quindi, come ogni buon mercante dell'epoca, Landolfo sfida la fortuna, che alla fine, dopo diverse peripezie, lo ricompensa.
fonte: https://www.skuola.net/appunti-italiano/boccaccio/decameron/boccaccio-e-il-decameron.html
:hi
Ecco a te: qui c'è tutto quello che ti serve!
Boccaccio e il Decameron
Conoscenze sul Boccaccio
1313 Giovanni Boccaccio nasce nel 1313 probabilmente a Firenze o Certaldo, figlio illegittimo di un mercante.
1327 - 1341 Boccaccio è a Napoli per fare pratica mercantile insieme al padre, il quale, in qualità di socio della potente banca fiorentina di Bardi che finanziava la corte angioina, vuole indirizzarlo alla sua stessa professione. Questo per Boccaccio è un periodo determinante per la sua formazione; egli viene a contatto, con una straordinaria varietà di persone (mercanti, gente di mare, avventurieri ecc..), che confluiscono nella grande città, una dei più grandi centri politici ed economici del Mediterraneo. Può così maturare un acuto spirito di osservazione, una conoscenza dei costumi e delle più varie classi sociali, che sarà alla base della sua arte di narratore.
Inoltre, essendo il figlio di un socio della banca dei Bardi, ha la possibilità di partecipare alla vita raffinata dell'aristocrazia e della ricca borghesia.
Sempre in questo periodo, si afferma in Boccaccio la vocazione letteraria; Affascinato prima dalla tradizione cortese, dai versi d'amore e dai romanzi cavallereschi, si avvicina poi ai classici latini e a quelli nuovi, in particolare Dante e Petrarca.
1340 Boccaccio torna a Firenze a causa della crisi della banca dei Bardi. Qui Boccaccio, oppresso dalla vita borghese (prima festosa vita cortese), segnata dalle ristrettezze economiche, deve far fronte al problema di una sistemazione; ma la sistemazione definitiva presso la corte napoletana, che gli affida comunque numerosi incarichi, resta sempre e solo una speranza.
1348 Boccaccio subisce la perdita del padre, della matrigna e di numerosi amici, a causa della peste nera.
Ultimi anni Boccaccio subisce un'importante evoluzione spirituale che lo spinge a scegliere la condizione di chierico, abbandonando l'idea di una letteratura intesa solo al diletto per orientarsi verso un tipo letteratura più solenne.
1360-1365 Boccaccio, a seguito del fallimento di una congiura in cui erano coinvolti alcuni suoi amici, viene messo in cattiva luce e quindi allontanato da ogni incarico pubblico. Da questo momento fino al 1362, conduce una vita appartata, dedita allo studio e alla meditazione, poi dal 1365, ritorna ad ottenere incarichi pubblici, e la sua casa diventa centro d'incontro di un gruppo di intellettuali.
1373 -1374 Viene incaricato dal Comune di commentare la Divina Commedia.
1375 Boccaccio muore a Certaldo il 21 dicembre.
Opere Minori
Il Filostrato 1335-38 Poemetto scritto in ottave. Il Filocolo 1336 Opera narrativa in prosa. Il Teseida 1339-40 Poemetto scritto in terzine. Amorosa Visione 1342-43 Poema in terzine. Elegia di Madonna Fiammetta 1343-1344 Opera narrativa in prosa, in forma di lettera. Ninfale Fiesolano Poemetto in Ottave. Corbaccio 1355-1365 Opera narrativa in prosa.
Struttura del Decameron
1 Come è strutturata l’opera?
Il Decameron è una raccolta di cento novelle, racchiuse da una cornice narrativa e raccontate in 10 giorni da una brigata di 10 di 7 fanciulle e 3 giovani di elevata condizione sociale, che si sono ritirati in campagna per sfuggire alla peste. Qui, trascorrono il tempo tra banchetti, canti, balli e giochi decidono di raccontare ogni giorno una novella ciascuno.
2 Quali caratteristiche hanno il re e i “narratori”?
Il re, quotidianamente eletto dalla brigata, fissa un tema ai narratori; tuttavia ad uno di essi, Dioneo è concesso non rispettare il tema generale ed è sempre l'ultimo a raccontare (addolcisce una giornata triste e drammatica..): e due giornate, la prima e la nona hanno un tema libero. Nell'introduzione ad ogni giornata viene descritta la gioiosa vita della brigata. Tra novella e novella vi sono i commenti degli uditori, e ogni giornata è chiusa da una conclusione accompagnata da una ballata.
I narratori non hanno caratteri e psicologie definite che li rendano autentici personaggi. I loro nomi richiamano o personaggi delle opere precedenti di Boccaccio stesso, o personaggi letterari.
3 Cos’è il Proemio? Di che cosa parla e che funzione ha?
Il Proemio funge da apertura al libro ed è di fondamentale importanza in quanto ne delinea le principali finalità e i destinatari dell'opera: alleviare le pene delle donne che amano, in quanto possiedono in misura molto minore degli uomini la facoltà di trovare distrazione da queste, tramite diletto e utili suggerimenti e intrattenere piacevolmente un pubblico composto non da letterati di professione ma comunque raffinato ed elegante.
4 Quali sono i principali temi trattati dalle novelle?
L'opera è molto complessa e di conseguenza tratta un grande varietà di temi che derivano dall'osservazione della vita umana: 1 l'Amore, 2 la Fortuna, 3 l'iniziativa umana in grado di superare le avversità opposte dalla fortuna e piegare la realtà ai propri fini e 4 gli ideali della cortesia e della masserizia. Ognuno di questi temi viene descritto in tutte le sue forme. TEMA FONDAMENTALE La capacità dell'individuo di superare le avversità, di imporre il suo dominio su una realtà dominata dalla Fortuna.
5 Quali classi sociali sono rappresentate nel Decameron?
Sono rappresentate, data la vastità dell'opera, tutti le classi sociali, dai più antichi esponenti del mondo feudale e cavalleresco alla più recente borghesia comunale, fino alla nuova classe dei mercanti. ES. Ecclesiastici, re, principi, califfi dell'Oriente (vastità geografica).
6 A quali soprattutto Boccaccio rivolge la sua attenzione?
Boccaccio rivolge la sua attenzione sopratutto al mondo mercantile e quello borghese. Grande rilievo ha pertanto la realtà del calcolo prudente, dello scambio vantaggioso, dell'accumulo di ricchezza.
7 I due valori che maggiormente sono presenti nelle novelle sono la “masserizia” e la “cortesia”: a quali classi sociali appartengono?
Quello della cortesia è il valore a cui si ispira il mondo cavalleresco, si tratta di quella nobiltà d'animo che si esprime in gesti ricchi di sentimento. Quello della masserizia invece è il valore legato alla borghesia, e si tratta della scrupolosa amministrazione dei propri beni, il calcolo prudente che evita ogni sperpero e che potrebbe intaccare il patrimonio. Boccaccio dunque giostra fra un passato feudale ed un presente mercantile, fatto di "industria umana" e calcoli ben pensati, sostenendo che la nuova realtà del denaro lascia anche lo spazio al gusto della cortesia e del bel vivere. Quindi vi è un incontro tra i rispettivi valori delle due classi.
8 Quali forze muovono il mondo, secondo Boccaccio? Ti pare una concezione simile a quella di Dante o differente?
Le forze che muovono il mondo sono la Fortuna e l'Amore. Per quanto riguarda l'idea della fortuna era già presente nel medioevo, ma era ritenuta una forza subordinata al superiore disegno della provvidenza divina: Nella Divina Commedia di Dante, il fato assume un significato religioso. Al contrario per Boccaccio la fortuna è solo un complesso accidentale di forze, non più regolato da alcuna volontà superiore; IL CASO. Con questo Boccaccio non esclude la presenza di Dio nel mondo, ma ritaglia una sfera terrena e autonoma, quella dell'agire umano, avente i suoi fini.
9 Che caratteristiche ha la Fortuna?
La vita dei mercanti è sottoposta continuamente all'imprevisto, che può favorire un'iniziativa o portarla al fallimento. Propria del mondo dei traffici commerciali è l'idea che la realtà è dominata da una forza capricciosa e imprevedibile; la Fortuna. La Fortuna è la conseguenza di un insieme di forze naturali e sociali e può manifestarsi per mezzo di fenomeni naturali, come delle tempeste marine che fanno naufragare più volte la nave di un mercante, o per mezzo di una combinazione di imprevisti dovuti ad azioni umane. La Fortuna quindi può essere favorevole o avversa, può contrastare o assecondare l'agire dell'uomo. Essa è inoltre la grande nemica dell'"industria umana" che deve cercare sempre di prevederla in anticipo.
10 Che caratteristiche ha l’amore? Vedi differenze o somiglianze con la concezione stilnovistica e dantesca?
L'altra grande forza che anima il Decameron è l'Amore: esso costituisce il tema centrale di molte novelle e muove l'iniziativa di molti personaggi: anche l' Amore, come la Fortuna è visto in una prospettiva tutta laica e terrena, non è più quindi "l'amor che muove l' sole e l'altre stelle" della Divina Commedia, ma una forza che scaturisce dalla natura. L' Amore nel Decameron si presenta in varie forme e porta quasi sempre ad un ingentilimento dei personaggi; gli individui rozzi raggiungono una certa sensibilità e altezza d'animo. Inoltre può costituire uno stimolo all'iniziativa umana, e può dare origine a commedie, fondate sulla beffa, oppure a situazioni più tragiche.
La molteplicità del reale nel Decameron
Nel Decameron Boccaccio tratta la vita in tutti i suoi aspetti e le azioni vanno dalle più basse funzioni fisiologiche alle più alte attività spirituali, intellettuali e artistiche, dai gesti più quotidiani alle azioni più rare ed eroiche. In poco parole in queste 100 novelle sono registrati tutti gli aspetti della società e della natura, con l'intento di esplorare tutte le possibilità del reale.
Il Mondo Sociale Nelle novelle vengono rappresentati gli ordinamenti del passato, re, grandi feudatari, alto e basso clero ma soprattutto la moderna civiltà urbana, mercanti e banchieri, l'artistocrazia cittadina, la borghesia, gli artigiani, gli artisti e ovviamente la plebe, servi e operai e gli abitanti delle campagne.
Il Mondo Naturale Nelle novelle vengono rappresentati tutti i luoghi e fenomeni naturali. Mari, fiumi, boschi, strade, giardini; così tutte le ore del giorno, dalle ore notturne con inganni e sotterfugi e ore del giorno, e ancora le varie stagioni e i fenomeni atmosferici, pioggia, neve ecc.. Vi è però, una certa predilezione verso il mare, con il suo essere imprevedibile, che diventa metafora della fortuna e fa da sfondo alle novelle più avventurose. Il mare ha inoltre una dimensione realistica, in quanto richiama la vita concreta dei mercanti, che al mare spesso affidano i viveri e la vita, nella speranza di moltiplicare le loro ricchezze.
In ogni caso l'ambiente prediletto è di gran lunga la città, spesso rappresentata da Firenze, centro per eccellenza di scambi e traffici e da altre città come Venezia, Napoli, Bologna ecc.. La città è uno spazio aperto e disponibile a tutte le esperienze, dove entrano in contatto una molteplicità di ceti sociali. Anch'essa diventa simbolo della Fortuna mutevole.
Spazio e il Tempo Le vicende sono ambientate in una geografia precisa e concreta, l'Italia, l'Europa, il Mediterraneo e in un epoca storica altrettanto concreta, che va dal presente borghese al passato feudale alle età più antiche di Grecia e Roma.
Andreuccio da Perugia - Analisi personaggio
Andreuccio da Perugia è un mercante che si reca a Napoli per la compravendita di cavalli. Subito si dimostra un uomo poco cauto, fa infatti sfoggio di tutti i suoi soldi (500 fiorini) portati a Napoli per l'occasione, attirando l'attenzione di una prostituta malintenzionata che mette in atto un piano per sottrarglieli. Inoltre è presuntuoso, perchè convinto di essere il prescelto della donna, accetta il suo invito senza riflettere, credendo nelle sue buone intenzioni. Questo non gli permette di scoprire l'inganno in cui è ingenuamente finito che è anche la causa delle disgrazie successive: persi i soldi, si ritrova nudo e in condizioni pietose nel mezzo della notte nel quartiere malfamato di una città a lui sconosciuta. Ma con l'aiuto del caso e della sua naturale scaltrezza aguzzata dalla necessità, egli riesce a scampare da ogni pericolo e a uscire con una nuova fortuna dalla strana avventura: capitato in una compagnia di ladri però, si dimostra ancora una volta poco scrupoloso, prima facendosi calare dai due sconosciuti in un pozzo per potersi lavare e poi seguendoli nella loro impresa; un furto sacrilego nella tomba di un arcivescovo da poco sepolto. Abbandonato dai compagni nella tomba accanto al morto infine rivela di aver acquisito un po di ingegno e di astuzia, al momento più opportuno infatti scappa dalla tomba con l'anello prezioso dell'Arcivescovo al dito, grazie ad un nuovo gruppo di ladri giunti sul luogo con le stesse intenzioni di quelli precedenti. Quindi Andreuccio torna all'albergo con un bottino più grande di quello che ha perduto.
Luoghi Simbolici Sono bui, chiusi e bassi - rappresentano il male (come l'inferno di Dante)
Andolfo e Rufolo
Analisi Personaggio Landolfo Rufolo è un ricco commerciante che, non contento delle ricchezze già in suo possesso, decide di raddoppiarle, recandosi a Cipro con una nave carica di merci da lui stesso acquistate, nella speranza di rivenderle tutte e far ritorno a Ravello più ricco di prima. Nel corso della novella, Landolfo, si dimostra innanzitutto un personaggio dinamico e un uomo intraprendente, in quanto, pur essendo già ricchissimo, non si accontenta di ciò che ha e mira a raddoppiare i suoi averi, cioè vuole far fruttare le sue ricchezze investendole in attività redditizie. Inoltre, da bravo mercante, prima di comprare la nave e le merci necessarie per realizzare il suo obiettivo (investimento), fa i suoi calcoli, il cosiddetto "calcolo accorto". Landolfo può essere considerato anche un uomo senza scrupoli, perché pur di riottenere ciò che ha perso è disposto a ricorrere alla pirateria, un uomo orgoglioso, infatti come lui stesso dice, preferirebbe morire piuttosto che tornare a casa povero, e un uomo generoso che alla fine delle proprie avventure impara la lezione; dona una parte della propria ricchezza alla donna che lo ha salvato e un'altra parte ai concittadini che lo hanno riaccompagnato, abbandonando finalmente il commercio e godendosi il denaro senza più desiderarne altro.
Tempo della Vicenda La vicenda dura complessivamente un anno e poco più, tuttavia vi è una variazione nell'uso del tempo; nella prima parte, fino alla cattura di Landolfo da parte dei Genovesi, il tempo della narrazione è sintetico, cioè avvenimenti che occupano un periodo molto lungo (il viaggio a Cipro, la svendita delle merci, l'anno di pirateria ) sono raccontati in modo breve. Mentre nella seconda parte, che comprende il naufragio e il salvataggio del protagonista, il tempo della narrazione è dilatato; la permanenza in mare di Landolfo dopo il naufragio occupa nel racconto uno spazio notevole.
IL MARE ha in questa novella un ruolo realistico, in quanto richiama la vita del mercante, che a questo ha affidato i viveri e la vita nella speranza di moltiplicare le sue ricchezze.
Temi principali
Il mare diventa metafora della fortuna perché con i suoi mutamenti capricciosi e improvvisi rappresenta i capricci del caso. Infatti la fortuna può essere buona o cattiva ma non dipende dalle azioni umane, che ben poco fanno di fronte a questa grande forza. Per due volte Landolfo si ritrova privo di tutte le ricchezze, perché il caso ha voluto che a ostacolarlo fosse prima una tempesta e poi i genovesi. Ma alla fine è lo stesso caso che determina il successo del protagonista, senza alcun rapporto con le sue abilità. Anzi, lui, ignaro tende a respingere la cassa che sarà fonte della sua nuova ricchezza. Quindi, come ogni buon mercante dell'epoca, Landolfo sfida la fortuna, che alla fine, dopo diverse peripezie, lo ricompensa.
fonte: https://www.skuola.net/appunti-italiano/boccaccio/decameron/boccaccio-e-il-decameron.html
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