AVETE IDEE PER QUESTO TESTO ?
Allora:
L’estate sta finendo, e fatalmente accade di sentirsi un po’ in colpa se per alcune settimane ci si è dedicati soltanto al proprio personale benessere, spalmandosi creme doposole sulle cosce abbronzate e rimettendo in attività muscoli dorsali e addominali con lunghe nuotate. Meglio rientrare con la positiva consapevolezza di avere comunque imparato qualcosa da quel che succedeva là fuori, nel mondo dal quale ci siamo assentati. Ecco le dieci cose che ho imparato io.
La fine della crisi è vicina e il governo Monti ha salvato l’Italia. Lo ha dichiarato la Fornero, la fredda pasionaria dei sacrifici-per-tutti, e lo hanno ribadito lo stesso Monti e il ministro Corrado Passera ai ciellini in trasferta riminese. Ma è solo l’inizio. Si intuisce l’avvio di una vera e propria campagna di propaganda mediatica, pronta ad ammannirci in tutte le salse il concetto “non lamentatevi, che avrebbe potuto andare molto peggio”. Che poi questo concetto sia esposto sui giornali accanto a dati economici da paura (450 mila posti di lavoro persi; 36% di disoccupazione giovanile; chiusura di fabbriche e aziende, ecc.) non fa scomporre gli araldi dell’“andiamo avanti così che siamo bravi”, i quali al momento possono sventolare a proprio vantaggio soltanto un non verificabile “sarebbe peggio se non ci fossimo noi”. Resta il fatto che un governo fondato su un atto di fede assomiglia pericolosamente a una satrapia orientale (tendenza Bocconi).
Asilo politico al gusto tropicale. Se ti trovi nei guai – come si è trovato il biondo Julian Assange di Wikileaks – rifugiati nell’ambasciata di un qualunque paese dell’America Latina. I simpatici latinos sembrano trovare un particolare godimento nel farsi paladini di diritti che da loro sono conquiste relativamente recenti, dopo decenni di dittature e regimi militari di varia crudeltà. Adesso, danno lezioni di democrazia a tutti, a costo di commettere errori (come nel caso di Cesare Battisti), e si propongono sullo scenario internazionale come popoli liberi, aperti e tolleranti. Soprattutto se possono dare fastidio agli americani (quelli dell’emisfero nord).
Filosofia amorosa in terza pagina. D’estate i quotidiani parlano d’amore. Lenzuolate di colte considerazioni, raccolte da eminenti ottantenni verosimilmente prostectomizzati, spiegano ai bagnanti sotto l’ombrellone il mistero dell’eros e le regole dell’attrazione, spaziando da Platone a Ricoeur. Chiuso il giornale, si riapre velocemente “50 sfumature di grigio”, ma con la convinzione di comprenderne molto meglio le presunte sottese implicazioni psicofilosofiche.
Calderoli aveva una scorta. Ce l’aveva da sei anni. E solo negli ultimi due è costata allo Stato 900 mila euro. Non ci sono commenti. Ma teniamolo a mente.
L’over 55 non si innamora più. Lo scrive Paolo Conti sul Corriere, confessando di trovare patetici i coetanei che impazziscono per sgallettate 25enni con le quali non possono condividere nulla. Molto meglio, osserva, un tranquillo affetto con una coetanea, della quale però, evidentemente, non ci si può innamorare. Dev’essere una fase così, mestamente riflessiva, che coglie gli uomini a questa età. Ma poi passa. Vedi alla voce Michele Placido.
La Grecia si salva. No, non ce la fa. Sì, faremo tutto il possibile. Uscirà dall’euro. No, resterà nell’euro. Ha bisogno di più tempo, ma i tedeschi dicono no. Si venderà il Partenone. O qualche isola dell’Egeo. Se succederà davvero, poi toccherà a noi. Colosseo e Sardegna sul piatto, come suggeriva Corrado Guzzanti nella sua memorabile imitazione di Giulio Tremonti. Sarebbe un altro caso in cui la realtà supera la satira.
Profughi sì, strepiti no. Sono ripresi gli sbarchi sulle coste di Lampedusa. Barconi con centinaia di giovani africani subsahariani sono stati soccorsi dalla Guardia Costiera, prima che le loro bagnarole affondassero sotto il peso dei loro corpi e della loro disperazione. Che sollievo che tutto ciò si svolga oggi senza più le bercianti dichiarazioni dei leghisti, ridotti al silenzio dagli scandali che li hanno travolti.
Meglio uno spread oggi… Le dinamiche dello spread, all’insù e all’ingiù, non sono spiegabili attraverso nessuna chiave razionale. Escono dati pessimi sull’economia e lui scende; arrivano notizie confortanti e lui sale. O anche viceversa. Va in controtendenza agli indici di Borsa, oppure no, dipende. Da cosa? Non si sa e non si capisce. Dopo mesi di questo esoterico andamento, abbiamo imparato che vale per lo spread la semplice regola di filosofia spicciola “domani è un altro giorno”.
Twitter pigliatutto. E’ possibile stare spalmati sulla spiaggia per otto ore consecutive con un semplice smartphone e non perdere neppure una delle notizie del giorno, con relativi commenti e microeditoriali in 140 caratteri. Non c’è bisogno di comprare giornali, né di ascoltare la radio e neppure di navigare in rete. Twitter veicola in tempo reale tutta l’informazione che conta e spesso lo fa con buon anticipo su tutti gli altri media. Un fenomeno del quale forse ancora non si è colta la carica rivoluzionaria (che peraltro dipende dalla carica della batteria. Dello smartphone).
D’estate fa caldo. Eh già, ma per la prima volta quest’anno abbiamo scoperto che il caldo è tutto diverso se ha un nome. E’ bastato mettere un copywriter tra i grigi funzionari del servizio meteorologico per dare avvio alla nuova era delle perturbazioni-personaggio. Da Caronte a Scipione a Minosse, da Caligola al terribile Lucifero, la nostra estate è diventata narrativamente più interessante, in attesa delle grandi piogge che spezzeranno la calura agostana. Ci attendiamo “La tempesta perfetta” o il romantico “Sturm und Drang”, ma ci andrà bene anche il sempre classico “Governo Ladro”
Fonte: http://candidcamera.blog.lettera43.it/2012/08/20/dieci-cose-che-ho-imparato-nellestate-2012/
Spero di averti aiutato!!
Ciaooo :hi
L’estate sta finendo, e fatalmente accade di sentirsi un po’ in colpa se per alcune settimane ci si è dedicati soltanto al proprio personale benessere, spalmandosi creme doposole sulle cosce abbronzate e rimettendo in attività muscoli dorsali e addominali con lunghe nuotate. Meglio rientrare con la positiva consapevolezza di avere comunque imparato qualcosa da quel che succedeva là fuori, nel mondo dal quale ci siamo assentati. Ecco le dieci cose che ho imparato io.
La fine della crisi è vicina e il governo Monti ha salvato l’Italia. Lo ha dichiarato la Fornero, la fredda pasionaria dei sacrifici-per-tutti, e lo hanno ribadito lo stesso Monti e il ministro Corrado Passera ai ciellini in trasferta riminese. Ma è solo l’inizio. Si intuisce l’avvio di una vera e propria campagna di propaganda mediatica, pronta ad ammannirci in tutte le salse il concetto “non lamentatevi, che avrebbe potuto andare molto peggio”. Che poi questo concetto sia esposto sui giornali accanto a dati economici da paura (450 mila posti di lavoro persi; 36% di disoccupazione giovanile; chiusura di fabbriche e aziende, ecc.) non fa scomporre gli araldi dell’“andiamo avanti così che siamo bravi”, i quali al momento possono sventolare a proprio vantaggio soltanto un non verificabile “sarebbe peggio se non ci fossimo noi”. Resta il fatto che un governo fondato su un atto di fede assomiglia pericolosamente a una satrapia orientale (tendenza Bocconi).
Asilo politico al gusto tropicale. Se ti trovi nei guai – come si è trovato il biondo Julian Assange di Wikileaks – rifugiati nell’ambasciata di un qualunque paese dell’America Latina. I simpatici latinos sembrano trovare un particolare godimento nel farsi paladini di diritti che da loro sono conquiste relativamente recenti, dopo decenni di dittature e regimi militari di varia crudeltà. Adesso, danno lezioni di democrazia a tutti, a costo di commettere errori (come nel caso di Cesare Battisti), e si propongono sullo scenario internazionale come popoli liberi, aperti e tolleranti. Soprattutto se possono dare fastidio agli americani (quelli dell’emisfero nord).
Filosofia amorosa in terza pagina. D’estate i quotidiani parlano d’amore. Lenzuolate di colte considerazioni, raccolte da eminenti ottantenni verosimilmente prostectomizzati, spiegano ai bagnanti sotto l’ombrellone il mistero dell’eros e le regole dell’attrazione, spaziando da Platone a Ricoeur. Chiuso il giornale, si riapre velocemente “50 sfumature di grigio”, ma con la convinzione di comprenderne molto meglio le presunte sottese implicazioni psicofilosofiche.
Calderoli aveva una scorta. Ce l’aveva da sei anni. E solo negli ultimi due è costata allo Stato 900 mila euro. Non ci sono commenti. Ma teniamolo a mente.
L’over 55 non si innamora più. Lo scrive Paolo Conti sul Corriere, confessando di trovare patetici i coetanei che impazziscono per sgallettate 25enni con le quali non possono condividere nulla. Molto meglio, osserva, un tranquillo affetto con una coetanea, della quale però, evidentemente, non ci si può innamorare. Dev’essere una fase così, mestamente riflessiva, che coglie gli uomini a questa età. Ma poi passa. Vedi alla voce Michele Placido.
La Grecia si salva. No, non ce la fa. Sì, faremo tutto il possibile. Uscirà dall’euro. No, resterà nell’euro. Ha bisogno di più tempo, ma i tedeschi dicono no. Si venderà il Partenone. O qualche isola dell’Egeo. Se succederà davvero, poi toccherà a noi. Colosseo e Sardegna sul piatto, come suggeriva Corrado Guzzanti nella sua memorabile imitazione di Giulio Tremonti. Sarebbe un altro caso in cui la realtà supera la satira.
Profughi sì, strepiti no. Sono ripresi gli sbarchi sulle coste di Lampedusa. Barconi con centinaia di giovani africani subsahariani sono stati soccorsi dalla Guardia Costiera, prima che le loro bagnarole affondassero sotto il peso dei loro corpi e della loro disperazione. Che sollievo che tutto ciò si svolga oggi senza più le bercianti dichiarazioni dei leghisti, ridotti al silenzio dagli scandali che li hanno travolti.
Meglio uno spread oggi… Le dinamiche dello spread, all’insù e all’ingiù, non sono spiegabili attraverso nessuna chiave razionale. Escono dati pessimi sull’economia e lui scende; arrivano notizie confortanti e lui sale. O anche viceversa. Va in controtendenza agli indici di Borsa, oppure no, dipende. Da cosa? Non si sa e non si capisce. Dopo mesi di questo esoterico andamento, abbiamo imparato che vale per lo spread la semplice regola di filosofia spicciola “domani è un altro giorno”.
Twitter pigliatutto. E’ possibile stare spalmati sulla spiaggia per otto ore consecutive con un semplice smartphone e non perdere neppure una delle notizie del giorno, con relativi commenti e microeditoriali in 140 caratteri. Non c’è bisogno di comprare giornali, né di ascoltare la radio e neppure di navigare in rete. Twitter veicola in tempo reale tutta l’informazione che conta e spesso lo fa con buon anticipo su tutti gli altri media. Un fenomeno del quale forse ancora non si è colta la carica rivoluzionaria (che peraltro dipende dalla carica della batteria. Dello smartphone).
D’estate fa caldo. Eh già, ma per la prima volta quest’anno abbiamo scoperto che il caldo è tutto diverso se ha un nome. E’ bastato mettere un copywriter tra i grigi funzionari del servizio meteorologico per dare avvio alla nuova era delle perturbazioni-personaggio. Da Caronte a Scipione a Minosse, da Caligola al terribile Lucifero, la nostra estate è diventata narrativamente più interessante, in attesa delle grandi piogge che spezzeranno la calura agostana. Ci attendiamo “La tempesta perfetta” o il romantico “Sturm und Drang”, ma ci andrà bene anche il sempre classico “Governo Ladro”
Fonte: http://candidcamera.blog.lettera43.it/2012/08/20/dieci-cose-che-ho-imparato-nellestate-2012/
Spero di averti aiutato!!
Ciaooo :hi
Miglior risposta
Allora:
L’estate sta finendo, e fatalmente accade di sentirsi un po’ in colpa se per alcune settimane ci si è dedicati soltanto al proprio personale benessere, spalmandosi creme doposole sulle cosce abbronzate e rimettendo in attività muscoli dorsali e addominali con lunghe nuotate. Meglio rientrare con la positiva consapevolezza di avere comunque imparato qualcosa da quel che succedeva là fuori, nel mondo dal quale ci siamo assentati. Ecco le dieci cose che ho imparato io.
La fine della crisi è vicina e il governo Monti ha salvato l’Italia. Lo ha dichiarato la Fornero, la fredda pasionaria dei sacrifici-per-tutti, e lo hanno ribadito lo stesso Monti e il ministro Corrado Passera ai ciellini in trasferta riminese. Ma è solo l’inizio. Si intuisce l’avvio di una vera e propria campagna di propaganda mediatica, pronta ad ammannirci in tutte le salse il concetto “non lamentatevi, che avrebbe potuto andare molto peggio”. Che poi questo concetto sia esposto sui giornali accanto a dati economici da paura (450 mila posti di lavoro persi; 36% di disoccupazione giovanile; chiusura di fabbriche e aziende, ecc.) non fa scomporre gli araldi dell’“andiamo avanti così che siamo bravi”, i quali al momento possono sventolare a proprio vantaggio soltanto un non verificabile “sarebbe peggio se non ci fossimo noi”. Resta il fatto che un governo fondato su un atto di fede assomiglia pericolosamente a una satrapia orientale (tendenza Bocconi).
Asilo politico al gusto tropicale. Se ti trovi nei guai – come si è trovato il biondo Julian Assange di Wikileaks – rifugiati nell’ambasciata di un qualunque paese dell’America Latina. I simpatici latinos sembrano trovare un particolare godimento nel farsi paladini di diritti che da loro sono conquiste relativamente recenti, dopo decenni di dittature e regimi militari di varia crudeltà. Adesso, danno lezioni di democrazia a tutti, a costo di commettere errori (come nel caso di Cesare Battisti), e si propongono sullo scenario internazionale come popoli liberi, aperti e tolleranti. Soprattutto se possono dare fastidio agli americani (quelli dell’emisfero nord).
Filosofia amorosa in terza pagina. D’estate i quotidiani parlano d’amore. Lenzuolate di colte considerazioni, raccolte da eminenti ottantenni verosimilmente prostectomizzati, spiegano ai bagnanti sotto l’ombrellone il mistero dell’eros e le regole dell’attrazione, spaziando da Platone a Ricoeur. Chiuso il giornale, si riapre velocemente “50 sfumature di grigio”, ma con la convinzione di comprenderne molto meglio le presunte sottese implicazioni psicofilosofiche.
Calderoli aveva una scorta. Ce l’aveva da sei anni. E solo negli ultimi due è costata allo Stato 900 mila euro. Non ci sono commenti. Ma teniamolo a mente.
L’over 55 non si innamora più. Lo scrive Paolo Conti sul Corriere, confessando di trovare patetici i coetanei che impazziscono per sgallettate 25enni con le quali non possono condividere nulla. Molto meglio, osserva, un tranquillo affetto con una coetanea, della quale però, evidentemente, non ci si può innamorare. Dev’essere una fase così, mestamente riflessiva, che coglie gli uomini a questa età. Ma poi passa. Vedi alla voce Michele Placido.
La Grecia si salva. No, non ce la fa. Sì, faremo tutto il possibile. Uscirà dall’euro. No, resterà nell’euro. Ha bisogno di più tempo, ma i tedeschi dicono no. Si venderà il Partenone. O qualche isola dell’Egeo. Se succederà davvero, poi toccherà a noi. Colosseo e Sardegna sul piatto, come suggeriva Corrado Guzzanti nella sua memorabile imitazione di Giulio Tremonti. Sarebbe un altro caso in cui la realtà supera la satira.
Profughi sì, strepiti no. Sono ripresi gli sbarchi sulle coste di Lampedusa. Barconi con centinaia di giovani africani subsahariani sono stati soccorsi dalla Guardia Costiera, prima che le loro bagnarole affondassero sotto il peso dei loro corpi e della loro disperazione. Che sollievo che tutto ciò si svolga oggi senza più le bercianti dichiarazioni dei leghisti, ridotti al silenzio dagli scandali che li hanno travolti.
Meglio uno spread oggi… Le dinamiche dello spread, all’insù e all’ingiù, non sono spiegabili attraverso nessuna chiave razionale. Escono dati pessimi sull’economia e lui scende; arrivano notizie confortanti e lui sale. O anche viceversa. Va in controtendenza agli indici di Borsa, oppure no, dipende. Da cosa? Non si sa e non si capisce. Dopo mesi di questo esoterico andamento, abbiamo imparato che vale per lo spread la semplice regola di filosofia spicciola “domani è un altro giorno”.
Twitter pigliatutto. E’ possibile stare spalmati sulla spiaggia per otto ore consecutive con un semplice smartphone e non perdere neppure una delle notizie del giorno, con relativi commenti e microeditoriali in 140 caratteri. Non c’è bisogno di comprare giornali, né di ascoltare la radio e neppure di navigare in rete. Twitter veicola in tempo reale tutta l’informazione che conta e spesso lo fa con buon anticipo su tutti gli altri media. Un fenomeno del quale forse ancora non si è colta la carica rivoluzionaria (che peraltro dipende dalla carica della batteria. Dello smartphone).
D’estate fa caldo. Eh già, ma per la prima volta quest’anno abbiamo scoperto che il caldo è tutto diverso se ha un nome. E’ bastato mettere un copywriter tra i grigi funzionari del servizio meteorologico per dare avvio alla nuova era delle perturbazioni-personaggio. Da Caronte a Scipione a Minosse, da Caligola al terribile Lucifero, la nostra estate è diventata narrativamente più interessante, in attesa delle grandi piogge che spezzeranno la calura agostana. Ci attendiamo “La tempesta perfetta” o il romantico “Sturm und Drang”, ma ci andrà bene anche il sempre classico “Governo Ladro”
Fonte: http://candidcamera.blog.lettera43.it/2012/08/20/dieci-cose-che-ho-imparato-nellestate-2012/
Spero di averti aiutato!!
Ciaooo :hi
L’estate sta finendo, e fatalmente accade di sentirsi un po’ in colpa se per alcune settimane ci si è dedicati soltanto al proprio personale benessere, spalmandosi creme doposole sulle cosce abbronzate e rimettendo in attività muscoli dorsali e addominali con lunghe nuotate. Meglio rientrare con la positiva consapevolezza di avere comunque imparato qualcosa da quel che succedeva là fuori, nel mondo dal quale ci siamo assentati. Ecco le dieci cose che ho imparato io.
La fine della crisi è vicina e il governo Monti ha salvato l’Italia. Lo ha dichiarato la Fornero, la fredda pasionaria dei sacrifici-per-tutti, e lo hanno ribadito lo stesso Monti e il ministro Corrado Passera ai ciellini in trasferta riminese. Ma è solo l’inizio. Si intuisce l’avvio di una vera e propria campagna di propaganda mediatica, pronta ad ammannirci in tutte le salse il concetto “non lamentatevi, che avrebbe potuto andare molto peggio”. Che poi questo concetto sia esposto sui giornali accanto a dati economici da paura (450 mila posti di lavoro persi; 36% di disoccupazione giovanile; chiusura di fabbriche e aziende, ecc.) non fa scomporre gli araldi dell’“andiamo avanti così che siamo bravi”, i quali al momento possono sventolare a proprio vantaggio soltanto un non verificabile “sarebbe peggio se non ci fossimo noi”. Resta il fatto che un governo fondato su un atto di fede assomiglia pericolosamente a una satrapia orientale (tendenza Bocconi).
Asilo politico al gusto tropicale. Se ti trovi nei guai – come si è trovato il biondo Julian Assange di Wikileaks – rifugiati nell’ambasciata di un qualunque paese dell’America Latina. I simpatici latinos sembrano trovare un particolare godimento nel farsi paladini di diritti che da loro sono conquiste relativamente recenti, dopo decenni di dittature e regimi militari di varia crudeltà. Adesso, danno lezioni di democrazia a tutti, a costo di commettere errori (come nel caso di Cesare Battisti), e si propongono sullo scenario internazionale come popoli liberi, aperti e tolleranti. Soprattutto se possono dare fastidio agli americani (quelli dell’emisfero nord).
Filosofia amorosa in terza pagina. D’estate i quotidiani parlano d’amore. Lenzuolate di colte considerazioni, raccolte da eminenti ottantenni verosimilmente prostectomizzati, spiegano ai bagnanti sotto l’ombrellone il mistero dell’eros e le regole dell’attrazione, spaziando da Platone a Ricoeur. Chiuso il giornale, si riapre velocemente “50 sfumature di grigio”, ma con la convinzione di comprenderne molto meglio le presunte sottese implicazioni psicofilosofiche.
Calderoli aveva una scorta. Ce l’aveva da sei anni. E solo negli ultimi due è costata allo Stato 900 mila euro. Non ci sono commenti. Ma teniamolo a mente.
L’over 55 non si innamora più. Lo scrive Paolo Conti sul Corriere, confessando di trovare patetici i coetanei che impazziscono per sgallettate 25enni con le quali non possono condividere nulla. Molto meglio, osserva, un tranquillo affetto con una coetanea, della quale però, evidentemente, non ci si può innamorare. Dev’essere una fase così, mestamente riflessiva, che coglie gli uomini a questa età. Ma poi passa. Vedi alla voce Michele Placido.
La Grecia si salva. No, non ce la fa. Sì, faremo tutto il possibile. Uscirà dall’euro. No, resterà nell’euro. Ha bisogno di più tempo, ma i tedeschi dicono no. Si venderà il Partenone. O qualche isola dell’Egeo. Se succederà davvero, poi toccherà a noi. Colosseo e Sardegna sul piatto, come suggeriva Corrado Guzzanti nella sua memorabile imitazione di Giulio Tremonti. Sarebbe un altro caso in cui la realtà supera la satira.
Profughi sì, strepiti no. Sono ripresi gli sbarchi sulle coste di Lampedusa. Barconi con centinaia di giovani africani subsahariani sono stati soccorsi dalla Guardia Costiera, prima che le loro bagnarole affondassero sotto il peso dei loro corpi e della loro disperazione. Che sollievo che tutto ciò si svolga oggi senza più le bercianti dichiarazioni dei leghisti, ridotti al silenzio dagli scandali che li hanno travolti.
Meglio uno spread oggi… Le dinamiche dello spread, all’insù e all’ingiù, non sono spiegabili attraverso nessuna chiave razionale. Escono dati pessimi sull’economia e lui scende; arrivano notizie confortanti e lui sale. O anche viceversa. Va in controtendenza agli indici di Borsa, oppure no, dipende. Da cosa? Non si sa e non si capisce. Dopo mesi di questo esoterico andamento, abbiamo imparato che vale per lo spread la semplice regola di filosofia spicciola “domani è un altro giorno”.
Twitter pigliatutto. E’ possibile stare spalmati sulla spiaggia per otto ore consecutive con un semplice smartphone e non perdere neppure una delle notizie del giorno, con relativi commenti e microeditoriali in 140 caratteri. Non c’è bisogno di comprare giornali, né di ascoltare la radio e neppure di navigare in rete. Twitter veicola in tempo reale tutta l’informazione che conta e spesso lo fa con buon anticipo su tutti gli altri media. Un fenomeno del quale forse ancora non si è colta la carica rivoluzionaria (che peraltro dipende dalla carica della batteria. Dello smartphone).
D’estate fa caldo. Eh già, ma per la prima volta quest’anno abbiamo scoperto che il caldo è tutto diverso se ha un nome. E’ bastato mettere un copywriter tra i grigi funzionari del servizio meteorologico per dare avvio alla nuova era delle perturbazioni-personaggio. Da Caronte a Scipione a Minosse, da Caligola al terribile Lucifero, la nostra estate è diventata narrativamente più interessante, in attesa delle grandi piogge che spezzeranno la calura agostana. Ci attendiamo “La tempesta perfetta” o il romantico “Sturm und Drang”, ma ci andrà bene anche il sempre classico “Governo Ladro”
Fonte: http://candidcamera.blog.lettera43.it/2012/08/20/dieci-cose-che-ho-imparato-nellestate-2012/
Spero di averti aiutato!!
Ciaooo :hi
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