Ariosto

nss
qualcuno potrebbe gentilmente spiegarmi perchè la selva è intesa come locus horridus e locus amenus nel primo canto dell'orlando furioso(ariosto))
grazie in anticipo

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FiorellaGrasso
Ciao nss,
nel primo canto dell'Orlando Furioso ritroviamo la selva definita in due accezioni antitetiche e simboliche:
1)il locus amoenus della tradizione classica, un paesaggio paradisiaco, luogo di quiete e riposo;
2)la selva horrida e tenebrosa, che discende dalla selva dantesca, della perdizione.
Per trattare più approfonditamente della differenza tra le due, analizziamo degli esempi.
Nel primo caso parliamo di Angelica: per sfuggire ai suoi spasimanti, si inoltra nella selva e, nelle strofe 35, 36, 37, 38 Ariosto ci dice:

35 (versione parafrasata)
Quel giorno, la stessa notte e per metà del giorno seguente
vagò senza sapere dove stesse andando.
Venne a trovarsi infine in un boschetto leggiadro,
mosso delicatamente da un vento fresco.
Due ruscelli trasparenti, riempiendo l’aria del loro gorgoglio,
consentono la presenza sempre dell’erba e la sua crescita;
e rendevano piacevole da ascoltare il concerto,
interrotto solo tra piccoli sassi, del loro scorrere lento.


Angelica, quindi, dopo essersi tanto affannata, riesce a trovare nella selva un luogo di riposo, di ristorazione per i sensi e per l'animo, il locus amoenus della quiete.


Nel secondo caso invece, per quanto riguarda l'accezione horrida, consideriamo già il capovolgimento che si apprezza nella strofa 38: il cavaliere saraceno Sacripante tende un "agguato amoroso" alla bella e gelida Angelica. Credendo di esser solo si lascia andare ad un lungo soliloquio, in cui si riescono a comprendere le sue intenzioni "poco cavalleresche" nei confronti della donna, che desidera principalmente in modo fisico.
Angelica, pur avendo ascoltato il tutto, decide di illudere il cavaliere e stringerlo tra le sue braccia per usarlo come guida nella selva, ora non più luogo ameno, ma fonte di pericoli, e poi abbandonarlo, ritornando alle sue abitudini. (strofe 50-56)
Luogo di inganni, pericoli, del cercar invano, della perdita di senno:
"ma pallida, tremando, e di sé tolta,
lascia cura al destrier che la via faccia"
.
Un luogo dove la virtù pare aver ceduto decisamente il posto a valori ben più meschinamente terreni, in quel che ormai è diventata la selva-labirinto delle vicende umane. Tutti nell'effettivo e metaforicamente, errano senza meta, senza un proposito morale, presentandosi come cavalieri poco "epico-cavallereschi" e molto più "moderno-realistici".
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Risposte
melody_gio
Ciao nss,

in questo appunto https://www.skuola.net/appunti-italiano/ariosto-ludovico/orlando-furioso/analisi-del-i-canto.html ti dovrebbe essere spiegato il perché l'Ariosto definisce la selva locus horridus.

Ciao,
Giorgia.

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