Analisi poesie di Montale
Ciao ancora mi servono le analisi delle poesie di montale
-Spesso il male di vivere
-Meriggiare pallido e assorto
grazie 1000
scrivete tutto quello ke avete
-Spesso il male di vivere
-Meriggiare pallido e assorto
grazie 1000
scrivete tutto quello ke avete
Risposte
Di nulla!!!
VA BENIXIMO 6 UN GRANDE:lol
Analisi "Spesso il male di vivere"
La poesia fa parte della raccolta di OSSI DI SEPPIA . Il poeta esprime la propria negativa visione della vita : essa scaturisce dall'incontro con li mal di vivere che nella prima strofa prende forma attraverso le tre immagini del "rivo" , della "foglia" e del "cavallo" :Montale descrive in pochi versi il disagio esistenziale, il pessimismo radicato dovuto alla consapevolezza che il dolore, il male appunto,si scaglia sugli esseri viventi e sulle cose senza risparmiare nessuno.L'unica via di scampo va ricercata nella divina Indifferenza(espressa pure con tre immagini simboliche) ; è grazie all'indifferenza che l'individuo può assumere un atteggiamento di insensibile immobilità, di lontananza che cancella la coscienza del dolore.
Metro : due quartine di endecasillabi, con l'eccezione dell'ultimo verso che presenta un doppio settenario.
L'abilità del Montale nell'inventare dei simboli ricorrendo a figure realistiche tratte dal paesaggio, si traduce in versi per mezzo della tecnica del correlativo oggettivo. Egli esprime il mal di vivere attraverso gli oggetti: il rivo strozzato , la foglia riarsa , il cavallo stramazzato. Questi costituiscono il dolore che colpisce tutto e tutti. Ad essi si contrappongono immagini che lasciano intravedere una via d'uscita dal male in direzione del bene : si tratta di oggetti staccati da terra , dotati d'imperturbabilità che l'uomo difficilmente raggiunge. La statua , la nuvola e il falco rappresentano i modi diversi dell'indifferenza, l'assenza di ogni sentimento sia di gioia che di dolore : l'impassibilità ,la leggerezza e la lontananza.
Anche le scelte linguistiche e retoriche sottolineano la radicale opposizione delle due quartine :nella prima sono presenti parole dal suono aspro(strozzato ,gorgoglia, incartocciarsi, stramazzato), sottolineate dalla presenza di un'anafora (era) e di un forte enjambement( foglia/ riarsa) che isola un aggettivo di grande rilevanza tematica; nella seconda c'è una struttura discorsiva abbastanza simile che si conclude con un effetto di maggiore musicalità grazie alla ripetizione della congiunzione "e" che lega le tre immagini affidate a parole più dolci e fluide.
Analisi "Meriggiare pallido e assorto"
Scritta nel 1916 è la prima lirica della raccolta Ossi di seppia. Del meriggio estivo, sono fissate qui alcune impressioni, frutto di una attenta osservazione piena di entusiasmo. Si ritrovano quelle esperienza di un fanciullo che, negandosi il riposo nelle ore più calde, segue assorto il muoversi delle formiche, le voci delle cicale e degli uccelli, la visione di un paesaggio. Ma ciò che stupisce è la triste conclusione alla quale il poeta giunge, espressione di un suo travaglio; cioè il paragonare la propria vita a un continuo faticoso andare lungo una muraglia, nell’anelito di superarla per vedere cosa ci sia di là: inutile sforzo perché la muraglia ha la cima orlata di cocci taglienti. È un’amara osservazione, si direbbe la conclusione di un pessimista, che si sente vinto dagli ostacoli della vita.
Ma forse è una fugace impressione giustificata dal peso di un’ora afosa e non le dobbiamo attribuire che un significato contingente.
La lirica è costituita da quattro strofe nelle quali si alternano novenari, decasillabi e endecasillabi. Le prime tre strofe sono costituite da quattro versi, l’ultima da cinque. A livello fonetico vi è la frequenza di consonanti doppie (meriggiare pallido e assorto, presso, schiocchi, scricchi, picchi) e delle i. Altri suoni ricorrenti sono la r unita alla o (assorto, rovente, muro, orto) e i gruppi, st, sc, sch (sterpi, schiocchi, frusci, scricchi).
Nei vv. 11-12 vi è rima (scricchi/picchi) e nell’ultima strofa la rima è caratterizzata dalla ripetizione di suoni simili: abbaglia, meraviglia, travaglio, muraglia, bottiglia.
Nella lirica ci sono molti infiniti che la rendono priva di ogni soggettività. I verbi all’indicativo presentano la realtà esterna al poeta nella sua oggettività. L’aggettivo viene posto sempre prima del sostantivo, per mettere in evidenza la sua qualità.
Spero che vada bene!!!!
La poesia fa parte della raccolta di OSSI DI SEPPIA . Il poeta esprime la propria negativa visione della vita : essa scaturisce dall'incontro con li mal di vivere che nella prima strofa prende forma attraverso le tre immagini del "rivo" , della "foglia" e del "cavallo" :Montale descrive in pochi versi il disagio esistenziale, il pessimismo radicato dovuto alla consapevolezza che il dolore, il male appunto,si scaglia sugli esseri viventi e sulle cose senza risparmiare nessuno.L'unica via di scampo va ricercata nella divina Indifferenza(espressa pure con tre immagini simboliche) ; è grazie all'indifferenza che l'individuo può assumere un atteggiamento di insensibile immobilità, di lontananza che cancella la coscienza del dolore.
Metro : due quartine di endecasillabi, con l'eccezione dell'ultimo verso che presenta un doppio settenario.
L'abilità del Montale nell'inventare dei simboli ricorrendo a figure realistiche tratte dal paesaggio, si traduce in versi per mezzo della tecnica del correlativo oggettivo. Egli esprime il mal di vivere attraverso gli oggetti: il rivo strozzato , la foglia riarsa , il cavallo stramazzato. Questi costituiscono il dolore che colpisce tutto e tutti. Ad essi si contrappongono immagini che lasciano intravedere una via d'uscita dal male in direzione del bene : si tratta di oggetti staccati da terra , dotati d'imperturbabilità che l'uomo difficilmente raggiunge. La statua , la nuvola e il falco rappresentano i modi diversi dell'indifferenza, l'assenza di ogni sentimento sia di gioia che di dolore : l'impassibilità ,la leggerezza e la lontananza.
Anche le scelte linguistiche e retoriche sottolineano la radicale opposizione delle due quartine :nella prima sono presenti parole dal suono aspro(strozzato ,gorgoglia, incartocciarsi, stramazzato), sottolineate dalla presenza di un'anafora (era) e di un forte enjambement( foglia/ riarsa) che isola un aggettivo di grande rilevanza tematica; nella seconda c'è una struttura discorsiva abbastanza simile che si conclude con un effetto di maggiore musicalità grazie alla ripetizione della congiunzione "e" che lega le tre immagini affidate a parole più dolci e fluide.
Analisi "Meriggiare pallido e assorto"
Scritta nel 1916 è la prima lirica della raccolta Ossi di seppia. Del meriggio estivo, sono fissate qui alcune impressioni, frutto di una attenta osservazione piena di entusiasmo. Si ritrovano quelle esperienza di un fanciullo che, negandosi il riposo nelle ore più calde, segue assorto il muoversi delle formiche, le voci delle cicale e degli uccelli, la visione di un paesaggio. Ma ciò che stupisce è la triste conclusione alla quale il poeta giunge, espressione di un suo travaglio; cioè il paragonare la propria vita a un continuo faticoso andare lungo una muraglia, nell’anelito di superarla per vedere cosa ci sia di là: inutile sforzo perché la muraglia ha la cima orlata di cocci taglienti. È un’amara osservazione, si direbbe la conclusione di un pessimista, che si sente vinto dagli ostacoli della vita.
Ma forse è una fugace impressione giustificata dal peso di un’ora afosa e non le dobbiamo attribuire che un significato contingente.
La lirica è costituita da quattro strofe nelle quali si alternano novenari, decasillabi e endecasillabi. Le prime tre strofe sono costituite da quattro versi, l’ultima da cinque. A livello fonetico vi è la frequenza di consonanti doppie (meriggiare pallido e assorto, presso, schiocchi, scricchi, picchi) e delle i. Altri suoni ricorrenti sono la r unita alla o (assorto, rovente, muro, orto) e i gruppi, st, sc, sch (sterpi, schiocchi, frusci, scricchi).
Nei vv. 11-12 vi è rima (scricchi/picchi) e nell’ultima strofa la rima è caratterizzata dalla ripetizione di suoni simili: abbaglia, meraviglia, travaglio, muraglia, bottiglia.
Nella lirica ci sono molti infiniti che la rendono priva di ogni soggettività. I verbi all’indicativo presentano la realtà esterna al poeta nella sua oggettività. L’aggettivo viene posto sempre prima del sostantivo, per mettere in evidenza la sua qualità.
Spero che vada bene!!!!