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ARGOMENTO:
Social Network, Internet, New Media.
«Immagino che qualcuno potrebbe dire: “Perché non mi lasciate da solo? Non voglio far parte della vostra Internet, della
vostra civiltà tecnologica, o della vostra società in rete! Voglio solo vivere la mia vita!” Bene, se questa è la vostra
posizione, ho delle brutte notizie per voi. Se non vi occuperete delle reti, in ogni caso saranno le reti ad occuparsi di voi.
Se avete intenzione di vivere nella società, in questa epoca e in questo posto, dovrete fare i conti con la società in rete.
Perché viviamo nella Galassia Internet.»
M. C
ASTELLS¸ Galassia Internet, trad. it., Milano 20072
«C’è una mutazione in atto ed ha a che fare con la componente “partecipativa” che passa attraverso i media. Quelli nuovi
caratterizzati dai linguaggi dell’interattività, da dinamiche immersive e grammatiche connettive. [...] Questa mutazione
sta mettendo in discussione i rapporti consolidati tra produzione e consumo, con ricadute quindi sulle forme e i linguaggi
dell’abitare il nostro tempo. Questo processo incide infatti non solo sulle produzioni culturali, ma anche sulle forme della
politica, sulle dinamiche di mercato, sui processi educativi, ecc. [...] D’altra parte la crescita esponenziale di adesione al
social network ha consentito di sperimentare le forme partecipative attorno a condivisione di informazioni e pratiche di
intrattenimento, moltiplicando ed innovando le occasioni di produzione e riproduzione del capitale sociale.»
G. B
OCCIA ARTIERI, Le culture partecipative dei media. Una introduzione a Henry Jenkins, Prefazione a
H. J
ENKINS, Fan, Blogger e Videogamers. L’emergere delle culture partecipative nell’era digitale, Milano 2008
«Ciò che conosciamo, il modo in cui conosciamo, quello che pensiamo del mondo e il modo in cui riusciamo a
immaginarlo sono cruciali per la libertà individuale e la partecipazione politica. Il fatto che oggi così tanta gente possa
parlare, e che si stia raggruppando in reti di citazione reciproca, come la blogosfera, fa sì che per ogni individuo sia più
facile farsi ascoltare ed entrare in una vera conversazione pubblica. Al contempo, sulla Rete ci sono un sacco di
sciocchezze. Ma incontrare queste assurdità è positivo. Ci insegna a essere scettici, a cercare riferimenti incrociati e più
in generale a trovare da soli ciò che ci serve. La ricerca di fonti differenti è un’attività molto più coinvolgente e autonoma
rispetto alla ricerca della risposta da parte di un’autorità.»
Y. B
ENKLER, Intervista del 10 maggio 2007, in omniacommunia.org
«Siamo in uno stato di connessione permanente e questo è terribilmente interessante e affascinante. È una specie di
riedizione del mito di Zeus Panopticon che sapeva in ogni momento dove era nel mondo, ma ha insito in sé un grande
problema che cela un grave pericolo: dove inizia il nostro potere di connessione inizia il pericolo sulla nostra libertà
individuale. Oggi con la tecnologia cellulare è possibile controllare chiunque, sapere con chi parla, dove si trova, come si
sposta. Mi viene in mente Victor Hugo che chiamava tomba l’occhio di Dio da cui Caino il grande peccatore non poteva
fuggire. Ecco questo è il grande pericolo insito nella tecnologia, quello di creare un grande occhio che seppellisca l’uomo
e la sua creatività sotto il suo controllo. [...] Come Zeus disse a Narciso “guardati da te stesso!” questa frase suona bene
in questa fase della storia dell’uomo.»
D.
DE KERCKHOVE, Alla ricerca dell’intelligenza connettiva, Intervento tenuto nel Convegno Internazionale
“Professione Giornalista: Nuovi Media, Nuova Informazione” – Novembre 2001
«Agli anziani le banche non sono mai piaciute un granché. Le hanno sempre guardate col cipiglio di chi pensa che invece
che aumentare, in banca i risparmi si dissolvono e poi quando vai a chiederli non ci sono più. [...] È per una curiosa
forma di contrappasso che ora sono proprio gli anziani, e non i loro risparmi, a finire dentro una banca, archiviati come
conti correnti. Si chiama “banca della memoria” ed è un sito internet [...] che archivia esperienze di vita raccontate nel
formato della videointervista da donne e uomini nati prima del 1940. [...] È una sorta di “YouTube” della terza età.»
A. B
AJANI, «YouTube» della terza età, in “Il Sole 24 ORE”, 7 dicembre 2008
non ho idea di come si faccia un saggio breve, la settimana scorsa quella ***** della prof ha spiegato anche se in classe erano si e no 6 persone e vuole questo saggio per domani e io nn so nemmeno da che parte iniziare!
Social Network, Internet, New Media.
«Immagino che qualcuno potrebbe dire: “Perché non mi lasciate da solo? Non voglio far parte della vostra Internet, della
vostra civiltà tecnologica, o della vostra società in rete! Voglio solo vivere la mia vita!” Bene, se questa è la vostra
posizione, ho delle brutte notizie per voi. Se non vi occuperete delle reti, in ogni caso saranno le reti ad occuparsi di voi.
Se avete intenzione di vivere nella società, in questa epoca e in questo posto, dovrete fare i conti con la società in rete.
Perché viviamo nella Galassia Internet.»
M. C
ASTELLS¸ Galassia Internet, trad. it., Milano 20072
«C’è una mutazione in atto ed ha a che fare con la componente “partecipativa” che passa attraverso i media. Quelli nuovi
caratterizzati dai linguaggi dell’interattività, da dinamiche immersive e grammatiche connettive. [...] Questa mutazione
sta mettendo in discussione i rapporti consolidati tra produzione e consumo, con ricadute quindi sulle forme e i linguaggi
dell’abitare il nostro tempo. Questo processo incide infatti non solo sulle produzioni culturali, ma anche sulle forme della
politica, sulle dinamiche di mercato, sui processi educativi, ecc. [...] D’altra parte la crescita esponenziale di adesione al
social network ha consentito di sperimentare le forme partecipative attorno a condivisione di informazioni e pratiche di
intrattenimento, moltiplicando ed innovando le occasioni di produzione e riproduzione del capitale sociale.»
G. B
OCCIA ARTIERI, Le culture partecipative dei media. Una introduzione a Henry Jenkins, Prefazione a
H. J
ENKINS, Fan, Blogger e Videogamers. L’emergere delle culture partecipative nell’era digitale, Milano 2008
«Ciò che conosciamo, il modo in cui conosciamo, quello che pensiamo del mondo e il modo in cui riusciamo a
immaginarlo sono cruciali per la libertà individuale e la partecipazione politica. Il fatto che oggi così tanta gente possa
parlare, e che si stia raggruppando in reti di citazione reciproca, come la blogosfera, fa sì che per ogni individuo sia più
facile farsi ascoltare ed entrare in una vera conversazione pubblica. Al contempo, sulla Rete ci sono un sacco di
sciocchezze. Ma incontrare queste assurdità è positivo. Ci insegna a essere scettici, a cercare riferimenti incrociati e più
in generale a trovare da soli ciò che ci serve. La ricerca di fonti differenti è un’attività molto più coinvolgente e autonoma
rispetto alla ricerca della risposta da parte di un’autorità.»
Y. B
ENKLER, Intervista del 10 maggio 2007, in omniacommunia.org
«Siamo in uno stato di connessione permanente e questo è terribilmente interessante e affascinante. È una specie di
riedizione del mito di Zeus Panopticon che sapeva in ogni momento dove era nel mondo, ma ha insito in sé un grande
problema che cela un grave pericolo: dove inizia il nostro potere di connessione inizia il pericolo sulla nostra libertà
individuale. Oggi con la tecnologia cellulare è possibile controllare chiunque, sapere con chi parla, dove si trova, come si
sposta. Mi viene in mente Victor Hugo che chiamava tomba l’occhio di Dio da cui Caino il grande peccatore non poteva
fuggire. Ecco questo è il grande pericolo insito nella tecnologia, quello di creare un grande occhio che seppellisca l’uomo
e la sua creatività sotto il suo controllo. [...] Come Zeus disse a Narciso “guardati da te stesso!” questa frase suona bene
in questa fase della storia dell’uomo.»
D.
DE KERCKHOVE, Alla ricerca dell’intelligenza connettiva, Intervento tenuto nel Convegno Internazionale
“Professione Giornalista: Nuovi Media, Nuova Informazione” – Novembre 2001
«Agli anziani le banche non sono mai piaciute un granché. Le hanno sempre guardate col cipiglio di chi pensa che invece
che aumentare, in banca i risparmi si dissolvono e poi quando vai a chiederli non ci sono più. [...] È per una curiosa
forma di contrappasso che ora sono proprio gli anziani, e non i loro risparmi, a finire dentro una banca, archiviati come
conti correnti. Si chiama “banca della memoria” ed è un sito internet [...] che archivia esperienze di vita raccontate nel
formato della videointervista da donne e uomini nati prima del 1940. [...] È una sorta di “YouTube” della terza età.»
A. B
AJANI, «YouTube» della terza età, in “Il Sole 24 ORE”, 7 dicembre 2008
non ho idea di come si faccia un saggio breve, la settimana scorsa quella ***** della prof ha spiegato anche se in classe erano si e no 6 persone e vuole questo saggio per domani e io nn so nemmeno da che parte iniziare!
Risposte
I bambini italiani di oggi cominciano a 10 anni, un po' in ritardo rispetto alla media dei ragazzi europei. Ma «navigano» quasi tutti, nove su dieci, più della metà tutti i giorni. E altrettanti hanno un profilo su un social network. In maggioranza usano il computer in camera propria e non in uno spazio comune, quindi con meno possibilità di controllo. Non solo: si diffonde (ma solo nel 9% dei ragazzi italiani) l'uso di Internet, chat via smartphone e supporti mobili, che sono ancora meno controllabili. La relativa arretratezza dei ragazzi italiani li preserva, più che in altri Paesi, anche dai rischi della rete, ma la scarsa competenza li rende più vulnerabili. E il diffuso semianalfabetismo informatico di genitori e insegnanti impedisce un adeguato supporto.
questo appunto ti spiega come fare un saggio breve
https://www.skuola.net/temi-saggi-svolti/saggio-breve.html
vedi se può esserti di aiuto..
ciao :hi
https://www.skuola.net/temi-saggi-svolti/saggio-breve.html
vedi se può esserti di aiuto..
ciao :hi