AIUTOO URGENTEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
A te è già capitato di dover lasciare un luogo caro, senza sapere se vi avresti mai fatto ritorno? Prova a descrivere come ti sei sentito, quali sentimenti hai provato.
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La mia famiglia aveva una casa in campagna, la residenza di un tempo dei miei nonni. Da piccolo ci passavo tre mesi estivi e, non essendo molto distante dalla citta' qualche volta vi trascorrevamo anche un fine settimana. Il giardino non era limitato da una cancellata; si presentava come uno spazio aperto, delimitato da qualche albero, che degradava verso i campi coltivati e un bosco. Vi ho passato dei momenti molto felici a giocare con i ragazzi del luogo a nascondino, a guardia e ladri e tanti altri giochi inventati li' per li'. Annessa alla casa c era anche una capanna in cui i nonni allevavano le galline e i conigli, mentre la cuccia del cane, Lampo, un bel cane da caccia, era sistemata, al riparo, vicino alla porta d’ingresso. Ovviamente, quando pioveva o faceva molto freddo, il cane aveva diritto a ripararsi in casa e immancabilmente, dinverno si accovacciava vicino al caminetto, sempre acceso.
Purtroppo il tempo passa, le persone più anziane se ne vanno, la situazione cambia e i bambini crescono. Fu cosi' che prima il nonno, poi la nonna morirono e la casa non aveva piu' alcun interesse, ne' per i miei genitori, ne' per i miei zii. Fu così che, messi sulla bilancia tutti i pro e i contro, fu deciso di vendere la proprieta'. All inizio non si presentava nessun acquirente ed io, in fondo, in fondo, ero contento: se non la compra nessuno, non sarà venduta, speriamo! Ma le cose non andarono cosi'.
Un giorno si presento' un impresa edile ben deciso a comprare la casa e tutti gli annessi per ricavarci un agriturismo: in una settimana l affare fu fatto. Ora bisognava vedere se all interno c era qualcosa da recuperare: dei mobili, dei quadri, dei ninnoli, delle foto, dei ricordi, della biancheria, non so. Decidemmo, cosi', di ritrovarci tutti, zii e cugini, un sabato pomeriggio per prendere cio' che ci interessava. Io, ero piuttosto mogio, e restai sempre in silenzio, come se stessi vivendo una situazione irreale. Quando la divisione fu fatta, ci avviammo verso la macchina. Io avevo un nodo alla gola e davanti agli occhi mi passavano, come in un film, le corse nei prati, le scorrazzate lungo i viottoli, le fiabe del nonno in cucina davanti al fuoco acceso, il cane che mi seguiva ovunque andassi, le prime giunchiglie che sbocciavano lungo i viottoli ai piedi del cipresso, i giochi con i ragazzi del posto, ormai adolescenti. Provano nostalgia, ma anche tanta tristezza e malinconia. Quasi quasi non ci credevo: una casa con tanti ricordi, ora, in poco tempo, veniva cancellata e non ci sarei piu' tornato. A volte mi ritrovano con gli occhi fissi su questo o quell oggetto come se lo volessi portar via con me. Corsi al primo piano, nella mia cameretta: era sempre come l avevo lasciata l ultima volta; afferrai una macchinina in bella vista sul comodino e un orsacchiotto che come sempre era appoggiato sul guanciale. Una magra consolazione!
L ultimo ad uscire dalla casa fu il babbo; quando mise la chiave nella toppa e dette tre giri, scoppiai a piangere a dirotto. Avevo capito che ormai una pagina della mia vita era stata girata per sempre e con essa anche la presenza delle cose che mi richiamavamo alla mente l infanzia e i nonni. Soffri' tanto perche' era come se i nonni se ne fossero andati una seconda volta, ora insieme alle cose che li avevano visti vivere. Di corsa mi diressi verso la macchina e detti un ultimo sguardo al cortile con la cuccia di Lampo, ormai vuota. Nei confronti del cane provai un po' di invidia perche' era stato ceduto ad un contadino del posto, appassionato di caccia, e non era stato sradicato del tutto come me.
Aggiunto 2 ore 23 minuti più tardi:
Sarebbe stato meglio che tu lo avessi fatto da te e qualcuno di Skuola.net te lo avrebbe corretto. Magari del testo che ho scritto te ne potrai servire come spunto.
Purtroppo il tempo passa, le persone più anziane se ne vanno, la situazione cambia e i bambini crescono. Fu cosi' che prima il nonno, poi la nonna morirono e la casa non aveva piu' alcun interesse, ne' per i miei genitori, ne' per i miei zii. Fu così che, messi sulla bilancia tutti i pro e i contro, fu deciso di vendere la proprieta'. All inizio non si presentava nessun acquirente ed io, in fondo, in fondo, ero contento: se non la compra nessuno, non sarà venduta, speriamo! Ma le cose non andarono cosi'.
Un giorno si presento' un impresa edile ben deciso a comprare la casa e tutti gli annessi per ricavarci un agriturismo: in una settimana l affare fu fatto. Ora bisognava vedere se all interno c era qualcosa da recuperare: dei mobili, dei quadri, dei ninnoli, delle foto, dei ricordi, della biancheria, non so. Decidemmo, cosi', di ritrovarci tutti, zii e cugini, un sabato pomeriggio per prendere cio' che ci interessava. Io, ero piuttosto mogio, e restai sempre in silenzio, come se stessi vivendo una situazione irreale. Quando la divisione fu fatta, ci avviammo verso la macchina. Io avevo un nodo alla gola e davanti agli occhi mi passavano, come in un film, le corse nei prati, le scorrazzate lungo i viottoli, le fiabe del nonno in cucina davanti al fuoco acceso, il cane che mi seguiva ovunque andassi, le prime giunchiglie che sbocciavano lungo i viottoli ai piedi del cipresso, i giochi con i ragazzi del posto, ormai adolescenti. Provano nostalgia, ma anche tanta tristezza e malinconia. Quasi quasi non ci credevo: una casa con tanti ricordi, ora, in poco tempo, veniva cancellata e non ci sarei piu' tornato. A volte mi ritrovano con gli occhi fissi su questo o quell oggetto come se lo volessi portar via con me. Corsi al primo piano, nella mia cameretta: era sempre come l avevo lasciata l ultima volta; afferrai una macchinina in bella vista sul comodino e un orsacchiotto che come sempre era appoggiato sul guanciale. Una magra consolazione!
L ultimo ad uscire dalla casa fu il babbo; quando mise la chiave nella toppa e dette tre giri, scoppiai a piangere a dirotto. Avevo capito che ormai una pagina della mia vita era stata girata per sempre e con essa anche la presenza delle cose che mi richiamavamo alla mente l infanzia e i nonni. Soffri' tanto perche' era come se i nonni se ne fossero andati una seconda volta, ora insieme alle cose che li avevano visti vivere. Di corsa mi diressi verso la macchina e detti un ultimo sguardo al cortile con la cuccia di Lampo, ormai vuota. Nei confronti del cane provai un po' di invidia perche' era stato ceduto ad un contadino del posto, appassionato di caccia, e non era stato sradicato del tutto come me.
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Sarebbe stato meglio che tu lo avessi fatto da te e qualcuno di Skuola.net te lo avrebbe corretto. Magari del testo che ho scritto te ne potrai servire come spunto.
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